“E’ opportuno sapere, in merito ai punti nascite di Gorizia e Monfalcone, se la presidente della Regione e l’assessore alla Sanità intendano promuovere una più opportuna integrazione del reparto del San Polo di Monfalcone con il reparto del San Giovanni di Dio di Gorizia piuttosto che con il Burlo Garofolo, considerato che entrambe sono dotate di sala operatoria e che sommando le rispettive nascite si supera la soglia delle 500 nascite l’anno.”
Ad interpellare la presidente della Regione e l’assessore competente è il vice presidente del Gruppo Pdl in Consiglio Regionale FVG, Rodolfo Ziberna.
“La Giunta Regionale – continua Ziberna – dovrebbe anche promuovere un’azione parlamentare attraverso la conferenza Stato-Regioni per superare il parametro delle cinquecento nascite all’anno in considerazione del fatto che la sicurezza deriva non già dal numero di nascite annue ma dalla qualità della struttura ospedaliera, e prova ne è il punto nascite di Gorizia che, pur con meno di 500 nascite, è in assoluto tra i punti nascite più sicuri in Italia, olre che in regione”.
“Contestualmente ed in attesa della ridefinizione dei parametri, l’assessore alla Sanità, Telesca potrebbe sostenere l’offerta di un polo nascite nell’ambito del Gect tra i nosocomi di Gorizia e Nova Gorica, con la struttura isontina punto di riferimento per una parte del percorso nascite, come il pre e post parto”.
“Da rivedere – precisa Ziberna – non è se chiudere o meno un punto nascite ma è la rimodulazione di tutto il percorso. Su 100 parti, infatti, solo il 30% ha bisogno di una sala operatoria, mentre il 70% segue un iter assolutamente naturale e non a rischio, che deve essere anzi sostenuto”.
“Tutto ciò – conclude Ziberna – eviterebbe l’inutile chiusura dei punti nascite di Gorizia e Monfalcone e non verrebbero messi a rischio i prossimi parti, costringendo le partorienti alla preventiva degenza ospedaliera; costosa, non agevole e incompatibile con le possibilità del nostro sistema sanitario ed in tal modo si potrebbe rispettare le assicurazioni fornite dalla presidente Serracchiani di “partire dalle esigenze degli utenti”.
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