18 Aprile 2013

Speciale Elezioni FVG 2013 — Si presenta Gianni Torrenti, candidato del PD a Trieste

Gianni Torrenti

Regione e Cultura: ci vuole una nuova rotta.

La cultura costituisce un diritto fondamentale dei cittadini, la crescita culturale di una società è la premessa indispensabile per rendere più solida, libera e plurale una democrazia: da questo principio discende la responsabilità pubblica di sostenerne lo sviluppo e la diffusione e, insieme, di garantire a tutti i cittadini l’accesso alla cultura e alla produzione culturale. Belle parole ma non devono restare solo tali.

Nonostante le difficoltà create dalla grave crisi economica, bisogna avvicinare progressivamente la spesa pubblica a livelli europei, partendo dalla chiara affermazione che quello in cultura è un investimento Nell’affermare ciò occorre però individuare strumenti di programmazione che aiutino a spendere meglio e a evitare la dispersione di risorse, cominciando dalla riorganizzazione dei diversi rivoli di finanziamenti. Serve una nuova e seria politica di monitoraggio della spesa in grado di quantificarne il volume e di definire qualità ed efficacia degli investimenti in termini non solo economicistici. Contestualmente è indispensabile semplificare drasticamente i rapporti amministrativi in modo che i fondi vengano erogati in tempi strettissimi e qualora ci siano esigenze che ostacolino questa tempistica, si devono garantire anticipazioni in modo da permettere la realizzazione efficiente dei programmi finanziati.

La nostra Regione ha bisogno anche di vere e proprie politiche industriali dedicate al comparto creativo e culturale, per sviluppare innovazione, occupazione e per tutelarne i diritti.

L’impegno economico profuso in questi settori in occidente e tra i paesi in via di sviluppo dimostra che la competitività e il benessere collettivo aumentano solo di pari passo alla diffusione della cultura e agli investimenti nell’innovazione.

La questione riguarda tutti i segmenti della filiera: dai musei al cinema e l’audiovisivo, dall’arte contemporanea allo spettacolo, dalla musica al design, dalla danza al teatro fino al paesaggio e al rispetto del territorio.

Senza dimenticare che attualmente la cultura non è compresa né tra i livelli essenziali delle prestazioni (LEP) delle Regioni, né tra le funzioni fondamentali degli Enti Locali: il che significa che il finanziamento della cultura da parte delle regioni e degli enti territoriali dipende dalla eventuale disponibilità di risorse delle une e degli altri, smettendo di essere un dovere per diventare un’eventualità. Questo va superato.

Più nello specifico e per punti, ovviamente non esaustivi:

• Il patrimonio culturale va conservato, mantenuto, restaurato quando è necessario, più che valorizzato sugli eventi e sulla spettacolarizzazione, e va reso disponibile e comprensibile ai cittadini fruitori. E coerentemente in questo senso emerge un’altra attività da troppo tempo trascurata: la ricerca. Essa è il presupposto necessario per stabilire cosa si debba tutelare, ciò che possa essere offerto senza rischio alla fruizione e ciò che invece si debba escludere.

• Le biblioteche, spesso trascurate, dovranno rappresentare una delle punte di diamante dell’innovazione nel settore del patrimonio culturale, svolgono una fondamentale funzione sociale e democratica,  perché custodiscono la memoria documentaria e preservano l’identità del Paese e dei suoi cittadini e contemporaneamente sono luogo di integrazione verso gli immigrati e verso le fasce sociali più deboli, nell’ottica di avvicinamento alla lettura e alla conoscenza.

• Gli archivi e gli Istituti vivono difficoltà simili che si ripercuotono anche su quelle attività di ricerca (scientifica ed umanistica) che dovrebbero essere al centro della ripresa del nostro paese. Accanto all’attività di conservazione e ricerca per un pubblico specializzato, gli archivi hanno assunto sempre più nel tempo una funzione attiva, capace di dialogare con i nuovi strumenti ed i nuovi linguaggi della comunicazione, e soprattutto con le necessità scaturite dalla produzione di documenti in formato digitale, diventando – come pure le biblioteche – luoghi di discussione e produzione di cultura. Proprio l’innovazione tecnologica, tra l’altro, ha allargato la platea di utenti che interagiscono con i documenti contenuti negli archivi e i libri delle biblioteche.

• Il teatro musicale e di prosa: per quanto riguarda il settore, dove il valore del lavoro è estremamente significativo e riguarda oltre 1000 lavoratori in regione, la stabilità dei finanziamenti non solo deve essere assicurata, ma deve anche permettere la patrimonializzazione dei teatri stessi, l’innovazione tecnologica, pena la permanente criticità dei bilanci. Interventi patrimoniali per irrobustire le strutture pubbliche e private (che hanno tutte funzioni pubbliche) sono importantissimi e non impossibili da definire non essendo spese corrente. A fronte però di una progettazione culturale più innovativa e caratterizzata anche dalla valorizzazione delle migliori specificità del nostro territorio (i suoi scrittori e artisti, la sua internazionalità e multiculturalità, le sue aree di riferimento).

• Il cinema in regione ha una identità formidabile. A Trieste inoltre i soggetti principali hanno avuto l’intuizione di aggregarsi nel grande progetto della Casa del Cinema, coinvolgendo il servizio di mediateca, l’attività annuale di ricerca, i festival, e la Film Commission. Sostenere questo modello progettuale è un’occasione unica. Sviluppare il più possibile la Film Commission, lasciandole assoluta autonomia, è fondamentale per la ricchezza che lascia sul territorio (anche solo in termini di imposte incassate dalla Regione si ripaga più volte), oltre all’immagine e alla rete di relazioni nazionali ed internazionali che crea. Aumentare poi l’attenzione per le produzioni.

• Residenze creative: l’Italia manca di un’iniziativa pubblica coordinata e di un sistema organizzato di residenze creative che all’estero sono diffuse. La nostra Regione può misurare proprio la sua dimensione internazionale distinguendosi per ridurre qui lo squilibrio tra l’Italia e il resto d’Europa che si trasforma sempre più spesso nella fuga di talenti e di creatività: creativi in fuga dal nostro paese che finiranno per fornire ai nostri concorrenti esteri le capacità di ideazione e progettazione necessarie per competere.

• Le residenze creative di produzione e ricerca (destinate ad artisti visivi e performativi, per musicisti, fotografi, per attori e registi, per scrittori) devono essere uno degli strumenti cardine del sostegno pubblico in quanto incubatori di sperimentazione e innovazione. Va identificata una rete di strutture attrezzate e disponibili a costi contenuti per gli artisti, alle quali si acceda attraverso bandi promossi da organismi pubblici e privati.

•L’arte contemporanea è forse l’ambito nei cui confronti, ancora più che in altri settori della produzione culturale e creativa, l’Italia ha dimostrato una specie di schizofrenia catatonica. Più che mostre ed eventi dobbiamo prevedere apparati residenziali per accogliere artisti italiani e stranieri e erogare borse di studio per il sostegno dei giovani talenti.

• Il paesaggio e il rispetto del territorio sono un altro tema che rientra nel complesso disegno culturale: è improrogabile che la Regione provveda all’elaborazione del Piano Paesaggistico Regionale. Anche se le leggi dello Stato, pur prevedendo forme di concertazione e di cooperazione con le Regioni, non hanno stabilito le sedi di confronto e di codecisione sugli indirizzi dobbiamo andare avanti.

 Cosa fare da subito: prima di tutto fin dal prossimo assestamento di bilancio 2013, integrare le risorse al sistema culturale perché non collassi. Darci l’obiettivo, sostenibile, dell’1% del bilancio regionale da dedicare alla cultura (per precisione alle risorse libere della finalità 5, funzioni 2 e 3 del bilancio) già dal 2014. Contemporaneamente bisogna riformare, con seria progressività, i criteri con i quali avviene la ripartizione dei sostegni: premiando la qualità delle produzioni artistiche, le capacità produttive, la ricerca, il rapporto con i network internazionali, l’innovazione, il ricambio generazionale e l’investimento sul lavoro dei giovani, la progettualità, la circuitazione e la diffusione delle produzioni, la capacità di sviluppare nuovi modelli di organizzazione della cultura. Vanno rapidamente rivisti i ruoli di Villa Manin, della Fondazione Aquileia e di Mittelfest.  Più in generale alcune leggi regionali (la legge sul cinema 21 del 2006 e la mai applicata legge 5 del 2008 sullo spettacolo dal vivo) sono già un punto di partenza efficace.

Si devono definire finanziamenti triennali e adeguati per Biblioteche, Musei, Teatri, Musica, Cinema, Fotografia, Istituti e quelli per le minoranze linguistiche. Impostare relazioni stabili ma innovative tra i centri di ricerca scientifici, le università e gli enti culturali, non burocratiche ma sostanziali. Bisogna distinguere i soggetti professionali, che muovono migliaia di lavoratori e centinaia di migliaia di utenti dai soggetti amatoriali. Premiare la via dell’aggregazione, del rafforzamento e delle vere sinergie, economiche ed intellettuali. Delegare agli enti locali le attività amatoriali, rivalutandole e dando loro un sostegno. Dare, in attesa di una legge specifica sui musei, piena attuazione all’Atto di indirizzo sui criteri tecnico-scientifici e standard per i musei ( D.L. 112/98 e approvato con D.M. del 10 maggio 2001) che prevede l’accreditamento dei musei (ovvero il rispetto di standard minimi di funzionamento), la definizione dei profili professionali nel rispetto della Carta nazionale delle professioni museali, la promozione di corsi di formazione specifici e qualificati, la promozione di reti, di sistemi e, in generale, di forme di gestione associata. Monitorare le attività di chi riceve il sostegno pubblico in ragione degli obiettivi culturali perseguiti. Dare trasparenza ai bandi e assistenza per ottenere i contributi europei.

Aiutare infine con forza e convinzione a sviluppare quel ruolo internazionale che Trieste e la Regione possono avere, che i Paesi vicini si attendono da noi. Perseguendo una presenza costante e vivace, relazioni stabili sia istituzionali sia attraverso le associazioni, facendo anche piccoli passi ma in una direzione precisa per definire il ruolo del Friuli Venezia Giulia e di Trieste nel contesto sia Mitteleuropeo sia Mediterraneo.

Ed è in questo contesto che si possono poi sviluppare i grandi progetti ambiziosi, con basi più robuste, e per ambiziosi non intendo dire solo costosi, ma che si rivelino tali davvero per spessore culturale e interesse generale ed economico.

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5 commenti a Speciale Elezioni FVG 2013 — Si presenta Gianni Torrenti, candidato del PD a Trieste

  1. Valerio Fiandra ha detto:

    ” bisogna riformare, con seria progressività, i criteri con i quali avviene la ripartizione dei sostegni: premiando la qualità delle produzioni artistiche, le capacità produttive, la ricerca, il rapporto con i network internazionali, l’innovazione, il ricambio generazionale e l’investimento sul lavoro dei giovani, la progettualità, la circuitazione e la diffusione delle produzioni, la capacità di sviluppare nuovi modelli di organizzazione della cultura. Vanno rapidamente rivisti i ruoli di Villa Manin, della Fondazione Aquileia e di Mittelfest. Più in generale alcune leggi regionali (la legge sul cinema 21 del 2006 e la mai applicata legge 5 del 2008 sullo spettacolo dal vivo) sono già un punto di partenza efficace.”

    Sottoscrivo. In più, a mio parere: va riconfigurata la ripartizione stessa dei fondi. Distinguendo fra Cultura e Formaziome come servizio sociale e pubblico ( dunque prendendo risorse da quelle fin qui destinate al Sociale/Formativo/Assistenziale ) e Cultura in senso stretto ( anche qui distinguendo però fra Spettacolo e Lavoro Culturale ) . Ho proposte semi lavorate su questo tema. A disposizione. Oppure…Accetterò la nomina ad Assesore alla Cultura… ( si capirà che questa è una battuta, magari loffia ? )

  2. Gabriella Valera ha detto:

    Mi convince tutto. Ho una sola perplessità: attenzione a chiarire bene che cosa è “amatoriale”. Ci sono progettualità importanti sostenute attualmente con enorme difficoltà da associazioni. Stiamo attenti a non considerare “amatoriale” tutto quello che è stato costretto nella precarietà e ha dovuto fare appello per resistere alle forze del volontariato e di sostenitori privati (bello sarebbe se si potesse parlare di sponsor privati) impegnati culturalmente. occorre anche spingere proprio da parte delle istituzioni verso un sistema che comprenda pubblico-privato negli investimenti a vari livelli per la cultura.

  3. porto ha detto:

    e pel rockenroll nianca una parola.
    ecolo.
    si bon , propio ogi sul picolo legevo le firme de sostegno…quei del miela, bravi e ciò , però dei …ma chi te ga mai visto dei.ndemo.

  4. Egregio Assessore,
    vorrei scriverLe per augurarLe Buon Lavoro. Lo sport ha bisogno della Sua attenzione, in particolare per i temi del post-agonismo trattati in dei Convegni appositi con il sostegno della Regione.
    Ma tante altre cose, posso avere l’indirizzo E-Mail?
    Grazie
    Marcella Skabar Bartoli – Pres. ANAOAI TS

  5. Dino Munini 1938 ha detto:

    A mio avviso,per superare la crisi, dobbiamo A mio avviso, dobbiamo ripartire dalle avviamento professionali che preparano i quindicenni ad affrontare l’apprendistato, avendo appreso nozioni di disegno e pratica lavortiva,in linea per l’istituto tecnico e l’università che sforna ingegneri .Chiedo all’assessore 1 appuntamento.Cordiali saluti

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