DEL LAVORO CHE NON C’È MA CHE SI PUÒ CREARE
di Laura Marcucci, 30 anni, candidata alle elezioni regionali con il PD
Delle molte emergenze create dalla crisi la mancanza di lavoro è la prima in ordine di importanza dati ormai i numeri e l’incapacità della nostra classe dirigente di reagire al blocco economico in cui ci ritroviamo a vivere.
Il lavoro, la possibilità che abbiamo di crearci una vita onesta con le nostri mani è ormai un miraggio per giovani e meno giovani, spesso disposti a subire qualsiasi ricatto pur di poter provvedere alla propria sussistenza.
Drammaticamente negli ultimi anni le uniche timide risposte date da una classe dirigente fossilizzata sono state passive e di emergenza. Si è corsi dietro al problema cercando di salvare il possibile con indennità di sussistenza ma non affrontando il nodo della questione, come creare lavoro.
In particolare nella nostra Regione già molto si sarebbe potuto fare semplicemente evitando di sprecare denari tra vizi privati e polverizzazione dei finanziamenti.
Premiare le aziende virtuose che investono in ricerca, in rinnovamento, in specializzazione e buon lavoro.
Favorire i trasporti all’interno della Regione, proponendo anche accordi pubblico/privato con le aziende che operano in loco, sostenendo la mobilità anche lavorativa all’interno del territorio.
Fare grandi investimenti mirati alfine di aiutare il sistema economico a fronteggiare la crisi e rimettendo in
tasca i soldi ai cittadini.
Non c’è bisogno della bacchetta magica, già molto si potrebbe fare evitando di dividere i soldi tra piccoli e inutili rivoli di finanziamenti dati agli amici degli amici alfine di garantirsi la rielezione (come fatto fin’ora!).
Mi sono candidata per questo, è vitale in questo momento di crisi avere visioni e proposte nuove. Io ci metto la faccia, il mio entusiasmo dei 30 anni e le mie capacità tecniche… l’impegno però sarà di tutti noi.
Non usa paroloni, non scrive in politichese. Pur non conoscendola devo dire che mi sembra una persona di buon senso:
1. Ha capito che creare posti di lavoro é piú importante che finanziare la disoccupazione
2. Gira il dito nella piaga dei finanziamenti clientelari agli amici degli amici, vera piaga della regione
Sui “grandi inestimenti” mi interesserebbe sapere concretamente quali intende, sperando che non siano rigassificatore e TAV.
Spero che in caso di elezione resti cosí e non si faccia fagocitare dalla “classe dirigente fossilizzata”
Per grandi investimenti intendo in particolare quelli rivolti alle aziende virtuose (specializzate quindi più competitive, start-up…) sul territorio. Bisogna creare lavoro altrimenti facciamo una brutta brutta fine.