7 Aprile 2013

Candidati alla presidenza e cooperazione sociale

I presidenti e i rappresentanti delle organizzazioni della cooperazione sociale regionale – AGCI, Confcooperative e Legacoopsociali – stanno affrontando in questi giorni a Udine una serie di incontri con i candidati alla presidenza regionale Deborah Serracchiani, Alessia Rosolen per Franco Bandelli, Saverio Galluccio e Renzo Tondo.
Il documento, firmato da Evelin Zubin, Giuliana Colussi e Gian Luigi Bettoli, che apre il dibattito sulla futura legislazione analizza nel dettaglio una serie di passaggi fondamentali per il settore ma ovviamente aperti sui grandi temi del lavoro, della sanità, della crisi. Quale premessa ci sono i numeri della cooperazione sociale regionale, che ne ssspiegano e ne sostengono il ruolo nell’ ideazione e gestione delle politiche di Welfare regionali: circa 10.000 occupati, tra i quali quasi mille persone con problematiche di svantaggio e di disabilità, in 234 cooperative sociali.
“ Riteniamo fondamentale – si legge nel documento – favorire lo sviluppo di distretti dell’economia sociale nel territorio regionale. Essi potranno riunire soggetti pubblici e/o privati orientati alla produzione di beni e servizi di interesse generale, adottare sistemi e strumenti di rendicontazione sociale e di sostenibilità ambientale, promuovere la crescita di conoscenza, competenza e responsabilità dei cittadini, al fine di renderli maggiormente coinvolti sia nei contesti decisionali istituzionali che nei sistemi di governance delle imprese sociali. A questo fine appare significativo favorire l’utilizzo di beni immobili di proprietà pubblica non utilizzati o dismessi, al fine di implementare progetti e iniziative imprenditoriali promosse dalle cooperative ed imprese sociali, anche prevedendo l’accesso a favore dei soggetti dell’economia sociale alle fonti di finanziamento specifiche previste dalle normative regionali.”
Ai candidati in lizza la cooperazione sociale regionale chiede di operare per “ impedire il crollo della coesione sociale, base insostituibile per costruire senso comune ed elaborare politiche di ripresa. Riteniamo prioritario il rifinanziamento degli interventi sociali, senza i quali assisteremmo inermi ad un’esplosione di povertà, esclusione e tensioni sociali.”
Sulla progettualità relativa alla sanità “più che politiche incerte di razionalizzazione istituzionale (che vedono comunque una riduzione solo relativa delle Aziende sanitarie, da 11 ad 8), va posto il problema della deistituzionalizzazione – con priorità al sistema ospedaliero ed a quello delle residenze per anziani – e dello sviluppo delle reti territoriali ad alta integrazione socio-sanitaria. Il passaggio dalla c.d. “Medicina d’attesa”, dove il bisogno si trasforma in domanda, alla “Sanità d’iniziativa”, non può essere svincolato da una nuova definizione di percorsi condivisi “territorio-ospedale-territorio” all’interno dei quali la cooperazione sociale ha, e avrà in futuro, una funzione di “cerniera” fondamentale.La prossima può essere pertanto una legislatura di sperimentazione dell’integrazione tra sanità comunitaria, le nuove società della salute, il sistema mutualistico in via di rinascita, la cooperazione sociale e la nuova cooperazione tra professionisti.”

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