27 Marzo 2013

Secondo l’Istat In Regione più donne che uomini, ma..

L’Istat nel mese di febbraio del 2013 ha presentato il censimento generale della popolazione e delle abitazioni avendo come riferimento l’anno 2011.
E’ emerso che al 9 ottobre 2011, data di riferimento del 15° Censimento generale della popolazione e delle abitazioni, la popolazione residente in Friuli-Venezia Giulia ammonta a 1.218.985 unità.
Tra i dati più significativi certamente vi era quello con riferimento alla popolazione straniera, infatti l’Istat a tal proposito scriveva che nel corso dell’ultimo decennio la popolazione straniera residente in Friuli-Venezia Giulia è più che raddoppiata, passando da 38.120 a 96.879, con una crescita pari al 154,1%. Ma uno dei dati che mi ha colpito di più è che in FVG risultano più femmine che maschi . In Friuli-Venezia Giulia risiedono 93,2 uomini ogni 100 donne (588.025 uomini, 630.960 donne). Il dato è in linea col valore nazionale di 93,7 uomini ogni 100 donne. La variabilità interprovinciale non è trascurabile. In provincia di Trieste il rapporto di mascolinità scende a 89,0% (109.555 uomini, 123.046 donne), a Udine sale a 93,5% (258.689 uomini, 276.741 donne), si attesta a 93,8% a Gorizia (67.830 uomini, 72.313 donne) mentre raggiunge il 95,7% a Pordenone (151.951 uomini, 158.860 donne).
Certo vi sono comuni dove il rapporto di mascolinità risulta sbilanciato a favore della componente maschile, con il primato che spetta a Barcis (113,9 uomini ogni 100 donne) e Comeglians (112,8 uomini ogni 100 donne). Al contrario, si contano solo 78,7 uomini ogni 100 donne a Drenchia e 84,4 ad Amaro, entrambi in provincia di Udine. In due comuni, Trasaghis e Zuglio, maschi e femmine si equivalgono. Nei quattro comuni capoluoghi di provincia, il rapporto di mascolinità è sempre sbilanciato a favore della componente femminile.

Eppure nonostante questo dato sia in linea con quello nazionale, dove ci sono 93,7 uomini ogni 100 donne (28.745.507 uomini, 30.688.237 donne), la situazione, ad oggi marzo 2013, continua ad essere fortemente discriminatoria verso il genere femminile. Discriminatoria sul lavoro, nella politica, nella società.
Per esempio il RAPPORTO SULL’ECONOMIA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA , di Unioncamere del 2012, dal titolo “I tempi lunghi della ripresa”, alla voce le caratteristiche degli imprenditori, segnala che nella nostra regione le cariche che risultavano attive a fine 2011 erano 157.730. Dai dati disponibili è possibile distinguere le cariche innanzitutto secondo il genere: in Friuli Venezia Giulia le cariche al femminile erano 44.175 pari al 28,0% del totale. La provincia del Friuli Venezia Giulia con più spiccata presenza femminile è Udine, con il 28,7% delle cariche. All’estremo opposto si colloca Trieste, dove le cariche femminili rappresentavano solo il 26,5% del totale provinciale. A livello nazionale le donne con cariche sono il 27,0% del totale.
Per non parlare di quello che accade in politica per esempio nel 1998 furono presenti 5 donne su 60 maschi nel Consiglio Regionale, nel 2003 invece 7 su 59, nel 2008, 3 su 59. Nel 2013? Capiremo a breve.
Ma le cattive notizie vengono confermate, a livello generale, anche dal recente rapporto redatto congiuntamente dal Dipartimento della Funzione Pubblica e dal Dipartimento per le Pari Opportunità che ha per oggetto il monitoraggio sullo stato di attuazione delle politiche di parità e pari opportunità nelle amministrazioni pubbliche ai sensi della direttiva sulle “Misure per attuare parità e pari opportunità tra uomini e donne nelle amministrazioni pubbliche”.
Si denuncia che permangono amministrazioni dove non ci sono dirigenti di I fascia donne(ministero della Giustizia Dipartimento Archivi Notarili, ministero della Difesa, ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare , Corte dei Conti). Nelle restanti amministrazioni la percentuale più bassa si registra nel ministero delle politiche agricole con il 10%, quella più alta, con il 50%, nel ministero della Giustizia – Dipartimento dell’Organizzazione dove viene anche raggiunta la tanto richiesta parità di genere. Si conferma, anche nella rilevazione per il 2012, che i differenziali retributivi nella maggior parte dei casi sono a sfavore delle donne. Tra le amministrazioni che hanno inviato dati al riguardo, risulta che il differenziale è maggiore per gli incarichi di direzione generale rispetto a quelli di direzione non generale. Inoltre, si rileva una maggiore frequenza dei differenziali a sfavore delle donne nelle retribuzioni massime, piuttosto che nelle medie o nelle minime. Nella maggior parte dei casi si tratta di posizioni in cui le lavoratrici sono in maggioranza. In alcuni casi le dipendenti donne sono sotto-rappresentate, in particolare modo nelle posizioni dirigenziali o apicali.
E se lo dice lo stesso Ministero…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *