Un progetto di cogestione del Punto Nascita con Sempeter tramite una troupe di medici, infermieri e ostetriche bilingui italo-sloveni appositamente creata e utilizzando il Punto nascita sloveno per i parti e il percorso Nascita italiano per il percorso preparto, mantendendo lo stato di ”nato a Gorizia”: questo il progetto che il direttore generale dell’Azienda Sanitaria Isontina, Marco Bertoli, ha illustrato ieri al candidato alla Camera per il Partito Democratico Giorgio Brandolin. Solo in questo modo, infatti, Gorizia potrà mantenere una struttura ostetrica sul territorio. «La sanità trasfrontaliera è già allo studio» ha confermato il direttore.
Progetto, quello della sanità trasfrontaliera, che Brandolin ha detto di apprezzare e sostenere. «A distanza di tanti anni non siamo riusciti ancora a capire le potenzialità della caduta del confine – ha spiegato – e lo dimostrano le infelici dichiarazioni di Gergolet e le altrettanto infelici reazioni di oggi. Invece mi auguro che il prossimo governo regionale supporti fortemente questo progetto. Da parte mia, mi impegnerò a sostenere questa sanità transfrontaliera all’interno del Gect». Proprio da lì infatti potrebbero arrivare i fondi per la realizzazione del progetto, come ha spiegato il direttore Bertoli: «Un punto nascita transfrontaliero sarebbe una vera novità in Europa, e metterebbe assieme le eccellenze italiane e slovene».
Per Monfalcone, invece, si potrebbe fare un discorso analogo con il Burlo triestino. «In questi tempi non si possono sostenere doppioni di attività – ha spiegato Bertoli – bensì sviluppare le eccellenze, specializzando le diverse strutture». Questo, anche e soprattutto nell’ottica della prevista fusione con Trieste. E, a tal proposito, Brandolin ha anche sottolineato la necessità di garantire una rappresentanza goriziana nell’alta dirigenza di una futura Azienda unica.
A chiusura dell’incontro, Brandolin e Bertoli hanno anche auspicato un prossimo allargamento a tutta la regione del progetto che vede la presenza dei defribillatori nelle strutture sposrtive, proseguimento naturale dei corsi per insegnare ai dirigenti sportivi l’utilizzo dello strumento, già in corso grazie alla collaborazione di Carigo e della stessa Azienda sanitaria.
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Io non ci ho visto nulla di infelice in quello che ha detto Gergolet. Gli interventi dei politici locali invece sono veramente dei provinciali. Dovrebbero documentarsi meglio. C’è da domandarsi se hanno dei figli.
Proprio oggi l’ex primario di Gorizia C. Gigli come presidente della FESMED ha rilasciato un intervista sulla sicurezza dei punti nascita che, rilasciata da lui, è tutta un programma…
Eh quante cose transfrontaliere avremmo potuto fare e vantarcene in Europa: gestione fognature, gestione rifiuti, gestione cicloturismo, gestione cultura….speriamo almeno nella gestione sanità, oltrechè punto nascita. Così forse il Gect non sarà una satola piena di sole parole. Pietosa la questione del “nato a Gorizia”: nato forte e sano e adeguatamente assistito, questo solo conta.
Le infelici dichiarazioni di Gergolet rappresentano la realtà.
bello, noi dovremmo andare a far nascere i nostri figli in Slovenia e loro, in cambio, ci aprono e chiudono come un rubinetto l?Isonzo, dopo averlo avvelenato con gli scarici fognari nel Corno e nel Vipacco.
Io preferisco nascere in Italia.
Dovremmo? Vai a udine. Dovresti ringraziare invece la Slovenia che è disposta a collaborare e condividere un ospedale con voi.
@3
Ovvio che rappresentano la realtà, e una volta era ancora peggio. Gergolet ha messo il dito nella piaga e le reazioni dei valorosi goriziani lo dimostrano. C’è razzismo, e inutile far finta di niente. Perchè di infelice, caro brandolin, qua c’è solo la necessità di avere a tutti i costi lo stato di ”nato a Gorizia”. Perchè bisogna chiedersi da dove nasce quaeta necessità! O no?
Infelici le dichiarazioni? Infelice è la situazione che ha descritto puntualmente ed esattamente.
Sinceramente non capisco questo fermo interesse a dire sono nato qui piuttosto che là: credo che in quel momento la cosa più importante sia nascere in un posto dove si possa avere il massimo dell’assistenza.