11 Gennaio 2013

Comitato Portuale di Trieste: “Il rigassificatore non è compatibile con lo sviluppo del porto”

Il rigassificatore di Zaule non e’ compatibile con le previsioni di sviluppo del porto giuliano: questo il parere del Comitato portuale di Trieste, espresso con una delibera approvata a maggioranza. La delibera ”da’ mandato al presidente dell’Autorita’ portuale di esprimere parere non favorevole al progetto alla conferenza dei servizi al Ministero Sviluppo economico e ulteriori sedi competenti”. Inviate oggi al ministero Ambiente le integrazioni per la riapertura della procedura di Via.

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9 commenti a Comitato Portuale di Trieste: “Il rigassificatore non è compatibile con lo sviluppo del porto”

  1. britto ha detto:

    Bersani a Illy: rigassificatori, nessun tetto massimo

    27 agosto 2006

    UDINE «Il governo non intende porre alcun limite al numero dei rigassificatori». Il ministro per lo Sviluppo Economico Pierluigi Bersani rassicura Riccardo Illy. «Non può esistere un criterio di limite – precisa il ministro – ma di fabbisogno minimo che ci fa dire che nei prossimi anni abbiamo bisogno di quattro impianti di rigassificazione per far fronte alla domanda di consumi». Ma, se la domanda di gas sarà sufficiente e ci saranno le forniture dall’estero, Roma non vieterà altre realizzazioni. «A decidere – chiarisce il ministro – sarà il mercato».
    Il presidente della Regione non si stupisce della posizione di Bersani: «La conosco bene e non posso che dirmi totalmente d’accordo con lui. D’altra parte, a parlare di limite, era stato un altro componente del governo Prodi…».
    CORSA SUL FILO Un passo avanti, certo, ma la corsa ai rigassificatori in regione rimane comunque complicata. Si gioca sul filo. L’impressione, racconta il sottosegretario agli Interni Ettore Rosato, è confermata anche da una chiacchierata informale con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Enrico Letta, «nella quale – precisa Rosato – è emerso che l’autorizzazione già data al terminal di Rovigo rende la battaglia più dura. Dipenderà dalla capacità dei proponenti ma anche da uno sforzo bipartisan delle istituzioni regionali».
    I CONTRATTI Un impianto del genere «serve allo sviluppo del Paese e all’economia del Friuli Venezia Giulia: le nostre aziende, per essere più competitive, si devono vedere ridotti i costi energetici». E Rosato invita dunque a non perdere tempo. Vista la competizione in Italia, è necessario muoversi subito, «il quadro va definito entro settembre». In particolare, sarà importante arrivare primi sui contratti di approvigionamento, quelli che consentono di importare il gas dai paesi produttori. «Contratti in mano, le chance aumentano. Da questo punto di vista, tuttavia, la presenza di due solidi gruppi come Endesa e Gas Natural ci rassicura».
    GARANZIE La Regione, aggiunge il sottosegretario triestino, «sta facendo le mosse giuste». Con la richiesta di documenti integrativi alle due società interessate a installare rigassificatori in provincia di Trieste, anche dal punto di vista di sicurezza e ambiente. «Le accelerazioni su queste tematiche sarebbero state sbagliate – dice ancora Rosato –. E’ certo che questi impianti portano ricchezza ma è vietato trascurare anche il minimo dettaglio sulla salvaguardia ambientale e le garanzie della sicurezza».
    ALTRI PAESI Ma quanti rigassificatori, alla fine, si faranno? «Certo non i dieci progettati – afferma il sottosegretario –: non c’è tanto bisogno di gas in Italia e non si potrà correre il rischio della sovrabbondanza». Di qui una proposta: «Il rigassificatore del Friuli Venezia Giulia dovrebbe essere pensato per servire anche i Paesi vicini». Preferenze per il progetto in mare o per quello al suolo? «Ce l’ho, ma la tengo per me. In questa fase è sbagliato fare il tifo, meglio verificare il rispetto delle regole e spingere per entrambi: se sono tutti e due in corsa, la speranza è che almeno uno ce la faccia».
    Marco Ballico

  2. bruno ha detto:

    i ne stà ciolendo per el cul….e non se tratta di colori, ma proprio de metodologia…..

  3. bruno ha detto:

    era riferito al commento di britto…..ma spero che anche le istituzioni contrarie siano CONTRARIE!

  4. Slowfoot ha detto:

    Non solo Bersani, ma anche Di Pietro:
    «l’Italia ha bisogno di undici rigassificatori di cui almeno quattro dovrebbero essere avviati subito».
    Intervistato da Adnkronos, 19 agosto 2006.

  5. Slowfoot ha detto:

    Ah, sicuro che
    «impianti del genere servono allo sviluppo del Paese e all’economia del Friuli Venezia Giulia: le nostre aziende, per essere più competitive, si devono vedere ridotti i costi energetici».
    A Rovigo il gas lo pagano lo stesso che nel resto d’Italia, mi sa.

  6. capitano ha detto:

    Evviva le giravolte.

    Fatto sta che per il ministero guidato dal signor Passera (ex-ministero Bersani) i dati ufficiali di consumo di gas in Italia non sono quelli auspicati.

    http://dgerm.sviluppoeconomico.gov.it/dgerm/consumigas.asp

  7. Slowfoot ha detto:

    Di Pietro come Fornero: NO agli “schizzinosi” !
    ‘’Sono amareggiato e un po’ indignato con chi fa lo schizzinoso verso opere che non possono aspettare. Vorrei invitare chi fa sottili e spregiudicati giochi elettorali, a capire che il nostro paese rischia non solo di rimanere al freddo per un altro inverno, ma anche di non poter competere sul fronte internazionale se non avrà energia a sufficienza’’
    http://www.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2006/08/19/Economia/Energia/GAS-DI-PIETRO-A-ITALIA-SERVONO-SUBITO-4-RIGASSIFICATORI-E-11-IN-TUTTO_093209.php

  8. Triestin - No se pol ha detto:

    11 dicembre 2012
    La società Siot del gruppo TAL ha precisato che «non potrà tollerare alcun impatto negativo sulle installazioni del proprio terminale marino durante la fase di costruzione del rigassificatore e neppure nelle fasi di operazione dello stesso». SIOT, con nota ripresa nella lettera consegnata al ministro Clini, ha evidenziato che la società ricopre un ruolo strategico per l’approvvigionamento di energia per Austria, Germania e Repubblica Ceca, per cui «non potrà essere accettata nessuna interferenza che comporti ritardi nelle operazioni di scarico del greggio sui pontili in concessione». «Aumenta – ha rilevato inoltre SIOT – il rischio terroristico in relazione alla presenza di strutture di tale valenza strategica».

  9. bonalama ha detto:

    diciamo che potrebbe essere un’ottima occasione per far uscire allo scoperto chi ci guadagnerebbe affossando il porto…… e a ruota Ts….

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