18 Dicembre 2012

Rosolen: ” No all’ATER unica”

“Il Presidente Tondo ad ottobre 2011 annuncia l’Ater unica, a luglio 2012 differiscono lo scioglimento dei consigli d’amministrazione per salvare qualche posto politico e decidono che un esame tecnico porterà alla riforma.” Questo il commento del consigliere Regionale di Un’Altra Regione Alessia Rosolen alla riforma dell’ATER.
“Arriviamo adesso all’approvazione della Finanziaria e la norma per la riforma ATER non sarà altro che un emendamento di Giunta su cui non si è raggiunto l’accordo politico. Non solo, fino a ieri erano previste due Ater (Trieste e Gorizia una, Pordenone, Udine e Tolmezzo l’altra), ma è arrivato lo stop politico e oggi si parla nuovamente di Ater unica. Per la serie, la coerenza dell’incoerenza – il riferimento al rigassificatore di Zaule non è puramente casuale.
“Riportiamo qui sotto, un abstract di un nostro comunicato stampa del 12 aprile 2012. Il dato politico e amministrativo della Ater unica si commenta da solo.”

ATER UNICA – Proprio a dimostrazione che per quasi due anni l’assessore e la Giunta non si sono occupati del “sistema casa” regionale, assistiamo in questi giorni a proclami populistici sul taglio dei costi della politica senza conoscere (né la pubblica opinione, né i consiglieri regionali e neppure i consiglieri di amministrazione delle stesse Ater) quali siano le regole che dovranno portare un commissario alla realizzazione dell’Azienda unica. La politica rinuncia al suo ruolo di governo ed affida ad un commissario lo studio di ciò che dovrebbe già conoscere bene. Premettendo che nessuno può essere contrario alla razionalizzazione del patrimonio abitativo, legislativo e regolamentare di edilizia popolare riteniamo allucinante il modo in cui si intende procedere. Ater unica significa in primo luogo la messa in comune dei beni immobili, dei bilanci e del patrimonio. Un caso vuole che a Trieste ci sia (non per merito della Regione ma per tradizioni risalenti all’Impero Asburgico) il patrimonio immobiliare più cospicuo e più vecchio e che al momento, l’assessore Riccardi, non abbia mai voluto mettere nero su bianco la garanzia che i proventi derivanti dalla vendita del patrimonio verranno reinvestiti sul territorio di pertinenza. La creazione del Consiglio di amministrazione unico, poi, farà sì che Trieste – come purtroppo già avviene in Regione – si ritroverà con un patrimonio di 13.000 alloggi e un bilancio di centinaia di migliaia di euro a non contare nulla. Nessuna norma a tutela dei territori, delle loro diversità, delle loro esigenze, è stata scritta dall’assessore Riccardi. Ha voluto fare una cosa, però – pensando forse un giorno di dover andare a prendere i voti che finora non ha preso mai – si è occupato di garantire che l’erogazione dei contributi alle cinque Ater (e forse quella di Tolmezzo poteva anche essere accorpata con quella di Udine) non venissero più dati secondo la tensione abitativa dei territori (il reale fabbisogno che avrebbe aiutato non solo Trieste ma anche Udine) come hanno sempre fatto l’Amministrazione regionale e i Governi succedutisi (Berlusconi docet), ma in base alla popolazione residente. Risultato: ci sono Comuni della Regione dove le Ater hanno un patrimonio di case sfitte perché nessuno ne fa richiesta mentre a Trieste ci sono liste di attesa di anni.

Insomma, ben venga qualsiasi riforma purché non produca, come dalle premesse potrebbe fare questa, danni al territorio e all’economia. Lo dichiara il Consigliere regionale di Un’Altra Regione, Alessia Rosolen.

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