12 Dicembre 2012

Rigassificatore di Trieste: incognita di sicurezza. La parola all’esperto

Si continua a parlare di rigassificatore, tema caldo delle ultime settimane visto l’acceleramento dell’iter di approvazione. Scrive Paolo Fedrigo su Oggiscenza: “È da due anni che a Trieste, appare e scompare, la notizia della costruzione di un rigassificatore onshore nella zona di Zaule, a una manciata di chilometri dal centro cittadino. Dopo una serie di false partenze, smentite e apparenti retro-front, da qualche settimana, l’impianto a mare, proposto dalla multinazionale spagnola Gas Natural Fenosa, attraverso la società Gas Natural Rigassificazione Italia, sembra più vicino alla sua realizzazione. Il rigassificatore di Trieste che rientra tra le scelte energetiche dell’attuale Governo (almeno da quanto si legge dalla bozza della SEN – Strategia Energetica Nazionale), è stato criticato, sia a Trieste che nella vicina Slovenia, specialmente per quel che riguarda l’impatto ambientale sull’ecosistema marino e la convenienza economica, tutta da dimostrare. Ma un altro aspetto che preoccupa è il problema della sicurezza dell’impianto che, in caso di incidente andrebbe a colpire in modo pesante le aree industriali (a rischio d’incidente rilevante) presenti nella zona e i centri abitati della costa, come la cittadina di Muggia.”

Di questo ed altro Fedrigo ne parla in un’intervista con il prof.Ing. Marino Valle, esperto di sicurezza e pianificazione energetica.

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3 commenti a Rigassificatore di Trieste: incognita di sicurezza. La parola all’esperto

  1. Dag ha detto:

    Ecco, bisognerebbe sentire più esperti di questo settore. Invece tanti parlano senza sapere molto dei rigassificatori

  2. Rigassificatori
    http://trieste-rigassificatore.jimdo.com
    In tema di Rigassificatori non contesto la loro utilità “ma i miei dubbi sono sul dove e sul come debbano essere realizzarli” poiché non essendo fabbriche di caramelle penso siano potenzialmente in grado di creare qualche problema sia per l’ambiente che per quello che vorremmo possa essere il futuro sviluppo della Portualità Triestina http://triestesuperporto.jimdo.com e che quindi sarebbe auspicabile un sincero e sereno approfondimento in merito anche con le vicine repubbliche di Slovenia e Croazia per verificare se ci potrebbe essere un interesse comune per realizzare/sfruttare un impianto Offshore.
    Doveroso approfondimento anche alla luce di quanto si sta facendo in giro per il mondo ed uno degli esempi più recenti è Rotterdam dove il nuovo impianto sorge in un’area appositamente riconquistata dal mare “Maasvlakte” posta all’ingresso dei bacini portuali alla foce del fiume Mosa e ben lontano da aree intensamente abitate e con i pontili orientati verso il mare aperto per consentire una rapida via di fuga alle motonavi gasiere in caso d’incidente.
    Brunello Zanitti Giuliano

  3. Barba Franco ha detto:

    Brunello Zanitti cita Rotterdam a sproposito. Il rigassificatore è stato costruito nel vasto impianto portuale denominato “Maasvlakte” che si estende su centinaia e centinaia di ettari ed è stato costruito a partire dal 1960 con la bonifica dei terreni del Mare del Nord. All’interno dell’Europort, a poca distanza dal terminal GN è presente uno dei più grandi terminal containers del mondo (al cospetto del quale il nostro molo VII impallidisce) ed un porto petroli. Tutte le navi in partenza o in arrivo dagli ormeggi di detti terminals (Yangtzehaven, Europahaven, Amazonehaven, Mississippihaven, 6e Petroleumhaven e 8e Petroleumhaven) transitano, attraverso il Beerkanal, a breve distanza dalle attrezzature del rigassificatore. Hanno creato una piccola lingua di sabbia per evitare che qualche nave, a causa di una possibile avaria, vada a collidere con una gasiera all’ormeggio. Il Beerkanal sbocca nell’ultimo tratto del fiume Maas confluendo nel traffico in arrivo ed in partenza da tutti gli ormeggi del Porto di Rotterdam. Non si può comprendere quindi per quale ragione un rigassificatore non crei problemi alla portualità di Rotterdam ed in vece possa crearli a Trieste ove i volumi di traffici presenti e futuri sono e saranno di centinaia di volte inferiori. Il quartiere di Hoek van Holland (quasi 10.000 abitanti) dista solamente 1800 metri dal terminale.
    In tutti i porti le navi petroliere e gasiere ormeggiano con la prora al mare come già succede alle navi cisterna alla SIOT. A Rotterdam tale direzione dirige verso il fiume Maas, perpendicolare all’asse di scorrimento di tutto il traffico diretto a Rotterdam.

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