12 Novembre 2012

Direttiva decoro: riprendiamoci la città

Se alle gomme da masticare gettate a terra, nessuno ormai ci fa più caso, se i cassonetti lungo la strada sono rotti da tempo e nessuno pensa minimamente di aggiustarli, se le piante (o meglio sarebbe dire gli stecchi di tuja) al cimitero si sono tutti seccati perché nessuno li ha bagnati, se i ciclisti pedalano in corso sui marciapiedi (anziché sulle piste ciclabili e guai a redarguirli perché ti rispondono male) per fortuna, a ridarci un po’ di speranza, ci pensa lo Stato.
Insomma, saranno forse parole gettate al vento, quelle del Ministro Ornaghi, ma perlomeno ci ha messo un po’ di buona volontà. Un po’ di decoro please.
Sulla Gazzetta ufficiale di venerdì 9 novembre è stata pubblicata la cosiddetta “Direttiva decoro”
Si tratta di un provvedimento che, seppur diretto agli uffici periferici del Ministero ai beni culturali e ambientali, interessa direttamente i comuni. Ciò in quanto è ai comuni che compete la concessione delle aree pubbliche e, di conseguenza, l’applicazione diretta delle disposizioni contenute nel codice urbani. Insomma, una cosa deve essere chiara: non sono da tutelare soltanto i monumenti, le zone archeologiche e gli edifici antichi. Ma anche le pubbliche piazze, vie, strade e altri spazi aperti urbani realizzati da oltre settanta anni, per i quali non sia stata, formalmente, accertata e dichiarata, la mancanza di qualsivoglia interesse storico, artistico o architettonico.
Via quindi, tavolini, sedie, ombrelloni indecorsi, non soltanto se deturpano il contesto urbano, ma anche se, ed è questa la grande novità, non consentono a qualsiasi cittadino di godere delle bellezze. Perché l’ambiente urbano è una proprietà collettiva, con la conseguenza che chiunque ha dirittto di goderne.

Chi conosce WE DU?
Crediamo che la partecipazione sia la forza motrice di ogni cambiamento, il modo migliore per consentire ad ogni idea innovativa di incidere positivamente sulla qualità della nostra vita. Questo l’incipit di presentazione del sito http://www.decorourbano.org/ che dovrebbe essere finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri vista la lodevole finalità (e che essendo autofinanziato si spera tanto non sia costretto a chiudere per mancanza di risorse) perché è una di quelle straordinarie intuizioni (ed iniziative) alle quali non è possibile non aderire.
In attesa, quindi, cellulare alla mano di scoprire fatti e misfatti dei con-cittadini che pare abbiano solo diritti e non doveri, prendo carta e penna per iniziare a compilare l’elenco che, ahimè, sarà alquanto lungo.

Tag: .

4 commenti a Direttiva decoro: riprendiamoci la città

  1. Rosi ha detto:

    Bene, finalmente, era ora.
    E adesso via i tavolini da piazza Unità!

  2. Marilisa ha detto:

    Io non sarei così drastica. Il senso della direttiva non è questo. E’ che tavolini e sedie siano dedcorosi e non incompatibili con la qualità dell’ambiente urbano. Insomma, via la plastica. Grado docet.

  3. Claudio ha detto:

    E fu cosi che 250.000 persone finirono senza lavoro per colpa dell ennesima legge ad hoc fatta in Italia. “ERA ORA” continuate così, fermatevi all apparenza. Un governo che toglie posti di lavoro nn è un governo. Vorrei solo potervi raccontare il vero motivo di questa legge…per far mangiare un altro capoccione di turno, che mangiando lui da da mangiare a chi fa queste leggi.

  4. Rosi ha detto:

    Monti? Ornaghi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *