7 Novembre 2012

Pustetto: “Come affossare la sanità fingendo di riformarla”

Qualche giorno fa è iniziata in Commissione la discussione sul progetto di riforma del Sistema sanitario regionale, con il quale questa maggioranza vuole rivedere il sistema complessivo di governo della sanità senza proporre alcuna soluzione delle evidenti criticità.
Lo afferma Stefano Pustetto, consigliere regionale SA-SEL, che aggiunge. Si vorrebbe che votassimo a favore di una legge i cui contenuti sono tutti da definire, ma che proprio per questo risulta altamente pericolosa, tanto più nel momento in cui si concentra il potere decisionale nelle mani di pochi direttori generali.

Per oltre due – fa presente Pustetto – ore ho argomentato in Commissione quanto emerso in un convegno fatto dal dott. Basaglia il 1 marzo 2010, citando dati della Bocconi e dell’AGENAS (certamente non arruolabili alla mia parte politica) nel tentativo di evidenziare le contraddizioni di questo disegno di legge e tutti i punti di forza della nostra sanità.

Considerato che la sanità del Friuli Venezia Giulia risulta, proprio da quei dati, essere una delle migliori d’Italia sia per quanto riguarda i costi che per la qualità del servizio erogato, è evidente che mettendo le mani in modo sconsiderato in un meccanismo che funziona così bene si rischia di procurare solo danni. Se poi si omette di dire quali e quanti sarebbero i vantaggi e i miglioramenti fruibili dai pazienti, il sospetto che si voglia semplicemente tagliare prende sempre più corpo.

Per questi motivi – anticipa Pustetto – farò il possibile perché non si arrivi a varare questa riforma il cui iter, per la complessità del sistema, andrebbe attentamente monitorato, cosa certamente non fattibile in corso di elezioni, con un assessore inesperto perchè appena nominato, con in direttore centrale della salute che è in carica da solo un anno e mezzo,

A detta dei consiglieri del Pdl – conclude Pustetto – il mio argomentare tanto puntuale da essere fastidioso sarebbe privo di senso stante l’accordo che sarebbe stato raggiunto con il Partito Democratico, che avrebbe garantito un atteggiamento non ostruzionistico. Sono convinto che le affermazioni dei consiglieri Blasoni e Marini si riferissero esclusivamente a un accordo sulla data per la prossima seduta di Commissione e del resto basterà attendere venerdì prossimo per valutare le reali intenzioni del maggior partito di opposizione. Da parte mia
continuerò, dati alla mano, a cercare di impedire che si affossi la sanità regionale per un mero calcolo elettorale del Pdl.

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28 commenti a Pustetto: “Come affossare la sanità fingendo di riformarla”

  1. italiano ha detto:

    Primo contributo di Pustetto per non affondare la Sanità:

    devolvere – pubblicamente – metà del suo lauto stipendio da consigliere regionale a qualche famiglia disagiata

    Ovviamente non lo farà mai. Dai Pustetto, prendi coraggio e non abboffarti di 12mila euro mensili e fare il comunista da desktop

  2. sfsn ha detto:

    taljan,
    se li devolvessi tondo sarìa più coerente, visto che el taia tuto meno che el proprio

  3. italiano ha detto:

    @ sfsn

    Non so dove vivi (Bielorussia?), ma tutto il mondo sta tagliando.
    Non vedo opere di bene e segnali in tal senso autonomi dai Comunisti. Solita ipocrisia: cuore a sinistra e portafoglio a destra.

  4. Sandi Stark ha detto:

    Tra zento anni la presidentessa della Nova UE farà una serie de provvedimenti per migliorar la Sanità pubblica, la Scola, la Giustizia eccetera.

    La farà anche costruir un ospedàl a Trieste, che curerà generazioni e generazioni de citadini, per zentinera e zentinera de anni.

    La farà anche risorger l’antica città de Trieste, ormai ridotta a un paesotto de 5 mila abitanti.

    La Presidentessa se ciamerà Maria Theresia von Habsburg.

  5. ufo ha detto:

    Tutto il mondo sta tagliando? No, solo gli imbecilli che aspirano a seguire la Grecia nella spirale recessiva.

  6. Federica ha detto:

    La proposta che Tondo ha fatto per la riforma della sanita’ avra’ ripercussioni molto negative per la regione. D’altra parte, cosa ci si puo’ aspettare da persone ignoranti e incompetenti?

    Badate bene: la Serracchiani, se mai vincesse le elezioni, non sara’ da meno. Per cui, che la sinistra cerchi un candidato di sinistra sul serio, non questi finti proposti dal PD

  7. italiano ha detto:

    @ ufo

    Penso che tu neanche legga i giornali. E’ inquietante.

  8. giorgio (no events) ha detto:

    @6 Federica: condivido tutto. Candidati diversi, ma pensiero unico…

  9. isabella ha detto:

    Purtroppo la riforma riguarda tutto lo stato.
    Tagliare migliaia di posti letto senza aver potenziato l’assistenza territoriale non vuol dire riformare, vuol dire mettere il cittadino in seria difficoltà.

  10. ufo ha detto:

    Caro talian (con o senza la -cich finale), la stampa italiana la leggo con grande gusto: il mio sport preferito è quello di leggere gli articoli per poi andare a cercare il materiale originale e verificare se qualche volta ve la contano giusta.

    Io penso che tu legga solamenti i giornali italiani, e francamente ti consiglio di allargare le tue fonti d’informazione. Prova a leggerti, per esempio, il World Economic Outlook di ottobre del Fondo Monetario Internazionale – specialmente la parte dove il Olivier Blanchard scrive del moltiplicatore fiscale. In campo economico non si è parlato d’altro nell’ultimo mese – tranne che in Italia, dove tutti fanno finta di non averne mai sentito parlare.

  11. italiano ha detto:

    @ ufo (ufic)

    Caro ufo (o ufic..o forse ufovic) sono felice di avere a che fare in cotanto forum con un futuro premio Nobel per la macro-economia.

    E’ sempre un piacere quando un ufovic caduto dal cielo ha uno spessore cul-turale di siffatte argomentazioni. Anzi, visto che Obama non ha ancora ufficializzato la squadra, chissà che non ci sia posto anche per Te.

  12. bananov ha detto:

    Te dovessi spiegarlo anche a Lavagnovic

  13. Io vorrei... ha detto:

    Devo segnarmela questa: ufo che cita il FMI come la Sacra Bibbia.

    Bananov: piccolo particolare non raccontato dal Fatto: il Lavagnovic taglio il 70% (dicasi: settantapercento) del proprio debito pubblico, semplicemente rifiutandosi di pagarlo a tutti quanti: banche e risparmiatori. Comprese alcune decine di migliaia di risparmiatori italiani, che si trovarono il proprio capitale segato. Il mio fondo pensione, la mia polizza vita e un po’ dei miei risparmi sono in titoli di stato italiani. Mi seccherebbe un filino perderli, così credo che seccherebbe al pensionato che ha messo i suoi soldi nei buoni postali.

  14. bananov ha detto:

    Il consiglio sul taglio delle spese della difesa lo hai evidentemente saltato.
    Buona rilettura.

  15. italiano ha detto:

    @ bananov

    Peccato che bananov non sappia che tecnicamente la Repubblica Argentina è da giorni di nuovo in default.. notizie vecchie ed estrapolate male quelle su Lavagna..il suo salvataggio è già ri-rifallito..

  16. bananov ha detto:

    significato della puntualizzazione pari a zero. l’ unica conclusione ricavabile è che per uscire dalla crisi bisogna uccidere il povero. questo è ciò che pensi.

  17. italiano ha detto:

    @ bananov

    Mi pare tu non capisca e non voglia capire.

    Esempio affinchè tu capisca:
    una famiglia guadagna 2mila euro; se spende 2.200, ci sono due strade:
    a) si tagliano gli eccessi e si torna sotto i 2mila
    b) bisogna guadagnare da 2.200 in su

    E’ tutto molto semplice:
    se una famiglia non ce la fa, prima si domandi se è il caso di dare il cellulare al bambino di 8 anni, se è il caso che la moglie pensi di essere Belen e debba andare dall’estetista ogni settimana, se il capofamiglia non possa tagliare l’acquisto di sigarette e calici e caffè al bar.

  18. isabella ha detto:

    Siamo un po’ fuori tema: qui si parla di persone che faranno sempre più fatica ad avere un posto letto in ospedale e saranno curate a casa da un sistema territoriale ancora carente.

  19. Rosi ha detto:

    dice il Roberto Lavagna:
    … potete decidere di avere il coraggio di intervenire con tagli molto precisi e molto decisi nei settori meno legati alla crescita. Penso per esempio alle spese per la Difesa. Solo quando c’è potere di acquisto c’è aumento della domanda e come si esce dalla recessione se non si pensa ad aumentare la domanda di beni e servizi da parte della popolazione? Quale senso economico ha distruggere il welfare state per tutelare gli interessi di settori di potere che non producono ricchezza? Pensare che uscirete dalla crisi attuando le politiche che vi raccomanda la troika è un errore gravissimo. Credere che si recupera competitività riducendo il potere di acquisto della popolazione è folle. Vi va male? Se seguite quelle ricette vi andrà peggio.

  20. Rosi ha detto:

    i radicali hanno proposto di chiudere con le Frecce tricolori, che costano un sacco di bori.
    Si potrebbe fare anche di più, oltre che finirla con quelle parate del 4 novembre.
    Che le facciano sulla piazza Rossa…

  21. bananov ha detto:

    19,20,21 3 interventi condivisibili.

  22. bananov ha detto:

    Per quanto riguarda #18 che non vuole capire, in #1 chiede che il consigliere regionale, reo di aver denunciato tagli sulla spesa sociale in regione, si tagli egli stesso lo stipendio. Pena comminata a seguito di quale reato? Aver detto una verità scomoda? Il re è nudo ergo viva Erode?

  23. italiano ha detto:

    @ 23 bananov (dalla repubblica di Bielorussia)

    Chi pontifica come Pustetto e bananov – , deve dare l’esempio e tagliarsi il lauto emolumento. Sennò è fuffa.

  24. ufo ha detto:

    Caro talian, ufič va benissimo e mi pare anche simpatico come vezzeggiativo. Niente Obama per me, sorry. La mia occupazione attuale è già impegnativa e complicata quanto basta di suo, non sento la necessità di supplementi. E poi alla Casa bianca non sanno fare i čevapčiči, mi dicono.

    Mi pare che qui ci sia effettivamente qualcuno che non capisce e non vuole capire anche quando gli viene indicato esattamente dove informarsi, e non sto parlando di bananov.

    Usare il bilancio familiare come metafora dell’attuale manovra economico-politica è sbagliato; e che tu lo apprezzi o meno vado anche a spiegarti il perché. Assunto implicito ma fondamentale della tua metafora patriarcale-familiare è che le entrate siano indipendenti dalle uscite: in questo caso diminuire le uscite di un importo X produce un miglioramento di bilancio di uguale misura. Nel caso di una famiglia questa condizione è soddisfatta: tagliare la gita domenicale fuori porta non ha alcun effetto sui guadagni, portando all’effetto desiderato – visto che sia entrate che uscite sono flussi finanziari da e verso l’esterno del sistema. Comprare un cellulare in meno, per usare il tuo esempio, avrà certamente un effetto sul bilancio dei venditori e produttori di cellulari, ma le buste paga dei percettori di reddito all’interno della famiglia non varieranno per questo.

    Purtroppo nel caso del bilancio di uno Stato sovrano la situazione è differente. Anche in questi tempi di conclamata e presunta globalizzazione la stragrande maggioranza dei flussi finanziari di un bilancio statale restano all’interno del sistema-Paese. Le uscite dello Stato rappresentano entrate ed in parte reddito di chi fornisce prodotti e servizi allo Stato stesso, reddito che a sua volta viene speso diventando entrate di altri soggetti ancora, e via di seguito a cascata. Una parte di tutto questo torna infine allo Stato sotto forma di tasse ed imposte, chiudendo il cerchio.

    Fino a qui la descrizione del sistema per grandi linee, istruttiva ma inutile ai fini della pianificazione. Ed ora veniamo alla parte quantitativa: esiste una correlazione tra la variazione del bilancio di uno Stato ed il corrispondente effetto su entrate e redditi del resto del sistema, e si chiama moltiplicatore fiscale. Non a caso, proprio l’argomento riguardo a cui invitavo le Signorie vostre ad andarsi ad informare sul rapporto che avevo linkato. Mi par di capire che una certa pigrizia intellettuale abbia favorito le battute spiritose rispetto all’andare a leggerselo e possibilmente capirlo, per cui ve lo riassumo terra terra.

    La parte del rapporto scritta da Olivier Blanchard, economista in capo del FMI, parte colla quantificazione finora data per adeguata del moltiplicatore fiscale, che per gran parte degli ultimi decenni veniva stimato empiricamente in 0,5. Tale valore vuol dire, in soldoni, che se un governo aumentava le sue uscite di un milione di euro il PNL di conseguenza aumentava della metà – dunque mezzo milione di euro. Uguale il caso di diminuzione delle uscite, altrimenti detto risparmio: tagliare un milione di euro di spese comporta una contrazione dell’economia di mezzo milione di euro. Tale valore, verificato come fondamentalmente esatto in condizioni normali e che si dava per scontato, si è rivelato invece sbagliato in certe condizioni particolari. Uno degli assunti base era ed è che in presenza di una determinata politica fiscale, sia espansionaria che restrittiva, la banca centrale corrispondente mettesse in atto una una politica monetaria complementare che compensasse parzialmente gli effetti delle variazioni di bilancio: un aumento del tasso d’interesse in caso di aumento delle uscite, volto a compensare i futuri oneri del costo del capitale così speso, una diminuzione nel caso di tagli. L’effetto netto sull’economia di tali operazioni monetarie è quello di compensare parzialmente gli effetti della manovra fiscale, smorzandone le conseguenze in entrambi i casi.

    Tutto bello e pulito finché funziona, si diceva, ma ci sono delle condizioni particolari in cui il giocattolo funziona diversamente: le parole chiave sono “zero lower bound”. Di che si tratta? Spiegazione necessariamente sommaria: quando un economia rallenta e comincia a perdere colpi di norma la corrispondente banca centrale tenta di farla ripartire nella direzione giusta (e di scongiurare il rischio di una deflazione della moneta) abbassando i tassi d’interesse, in modo progressivo e graduale fino a quando stima di aver fornito carburante a sufficienza, ma mai troppo per non correre il rischio di far ripartire anche l’inflazione. Facile da dirsi e da farsi quando i tassi sono alti abbastanza da aver spazio per abbassarli, ma tutt’altro quando questo spazio non c’è. Se uno sta con il tasso di riferimento al 5% e vuole stimolare l’economia può farlo portandolo al 4%, al 3%, al 2% (vi risparmio i quarti di punto) secondo necessità e poi stare a guardare soddisfatto l’economia che riparte. Se invece si trova già col tasso di riferimento al 0,75% e l’economia continua a picchiare verso la recessione di spazio per abbassare non ce n’è, perché a meno di zero non si può andare. Guarda caso è proprio la situazione dove ci troviamo noi. In questo momento un tasso nominale BCE del 0,75% (appena riconfermato) di fronte ad un tasso d’inflazione stimato appena sotto il 2% corrisponde ad un tasso d’interesse reale già negativo, ed anche se i fanatici dell’inflazione tedeschi glielo permettessero non può scendere ulteriormente senza mandare in crisi il sistema bancario già sofferente. Ergo, siamo messi male: perché il suddetto rapporto FMI ha verificato (e va specificato che non si tratta in questo caso di deduzioni teoriche, ma della misurazione sui casi reali ed attuali dei paesi che oggi mettono in atto politiche di austerità) che in presenza dello “>zero lower bound” il moltiplicatore fiscale cambia. A seconda dei singoli paesi una variazione di bilancio X, non più parzialmente compensata dalla variazione del tasso d’interesse, comporta una variazione del PNL che va da 0,9X a 1, 7X.

    Esempio pratico illustrativo con aritmetica al massimo da quinta elementare (giuro): se l’illustrissimo governo Monti taglia le spese per un milione di euro ed il moltiplicatore fiscale è nel nostro caso 1,7 (non spererete mica che ci tocchi l’estremità migliore, vero?), di conseguenza il PNL italiano diminuisce di un milione e settecentomila euro. Visto che in Italia l’imposizione fiscale è del 55% (circa, vabbè) le entrate dello Stato di conseguenza calano di novecento e trentacinquemila euro, pari al 55% del PNL così venuto a mancare. Ed il miglioramento netto del bilancio statale risulta essere di ben… sessantacinquemila euro.

    Proviamo ora a girare l’equazione dall’altra parte. Facciamo l’ipotesi che il buon governo che la Provvidenza ci ha dato in dono voglia, per qualsivoglia motivo, risanare il bilancio statale per un importo *netto* di un miliardo di euro – cosa deve fare? Deve tagliare le spese per quindici miliardi trecento e ottantaquattro milioni seicento quindicimila e spiccioli euro, con una conseguente diminuzione del PNL di ventisei miliardi cento e cinqantatre milioni eccetera di euro. Come vi suona? A quanti posti di lavoro e relativi familiari a carico corrispondono ventisei miliardi di euro di PNL?

    A parziale consolazione va altresì detto che nessuno sa per certo a quanto corrisponda effettivamente il moltiplicatore fiscale italiano. Se ho ben capito a nessuno interessa misurarlo. Potrebbe essere a 0,9, e vi autorizzo a rifare i conti con questo parametro, e magari poi a crederci. Potrebbe essere pari a quello britannico, attualmente stimato a 1,3. E potrebbe benissimo essere 1,69, per quel che ne sappiamo. Secondo me sarebbe bello se qualcuno dasse un occhiata alla faccenda, giusto per capire dov’è che si sta andando – visto che per qualsiasi valore superiore a quello britannico viene spontaneo andare a rileggersi la definizione di spirale nel dizionario. Il governo dei tecnici? Improbabile. Finora le uniche cifre che hanno fornito sono quelle dei tagli, non mi pare che abbiano mai fatto una sola previsione eventualmente verificabile nel futuro. Chissà perché si fanno chiamare tecnici. A me l’aggettivo fa venire in mente gente che con un mestiere alle spalle è in grado di fare previsioni ragionate e razionali sulle conseguenze delle proprie azioni e decisioni, per esempio un ingegnere che sa che facendo costruire un ponte con una determinata struttura portante e materiali dalle caratteristiche conosciute sarà poi in grado di garantire che la struttura finita sopporterà con margine adeguato il peso di un numero calcolabile di autoveicoli. Questo governo mi pare avere una certa antipatia per i numeri, specialmente se proiettati nel futuro. D’altro canto nessuno può rimproverarli per aver sbagliato delle previsioni, visto che si rifiutano di farne una che sia una. Questione di opinioni, ma “chi vivrà, vedrà” mi pare un criterio poco prudente per guidare la quinta economia dell’Occidente.

    Nota 1: la buona notizia (almeno qualcuno dei presenti sono certo la riterrà tale) e che se dove ho scritto Monti e Italia scrivete Janša e Slovenia il risultato è uguale: sia gli uni che gli altri stanno praticando esattamente la stessa politica con la stessa granitica certezza, ed anche i risultati suppongo saranno uguali. La cattiva notizia è che l’ultima volta che i “tecnici” hanno guidato le economie occidentali in questa trappola l’hanno chiamata la Crisi del ‘29’ ed è durata fino a ben dentro il secondo decennio successivo (vivacizzando al contempo la storia europea con una sfilza di personaggi poco raccomandabili), e noi siamo appena al quinto anno.

    Nota 2, per il saputello: leggo l’affermazione (ovviamente senza fonti o link) che “la Repubblica Argentina” sarebbe di nuovo in default, e per cui dovremmo considerare le affermazioni del Lavagna come non supportate dalla realtà dei fatti. A me risulta invece al massimo che una provincia argentina, quella del Chaco, nell’impossibilità di acquistare dalla banca centrale argentina la valuta straniera necessaria a rimborsare un prestito in dollari (e non perché non avesse il controvalore il valuta locale per l’acquisto, ma perché la banca centrale non voleva vendere) ed abbia rimborsato comunque il prestito in valuta locale, come espressamente previsto ed autorizzato dalla legge che regola quel particolare prestito. Per chi volesse verificare, ne scrivono l’Economist del 14 ottobre (titolo: A matter of time) ed il Financial Times del 9 ottobre in un post scritto da Jude Webber nel blog beyondbrics. Ma non puoi controllare queste cose da solo prima di esternare?

    Altre domande?

  25. italiano ha detto:

    @ ufic (ormai non è più ufo per mancanza di prove)

    Hai fatto una masturbazione letteraria – tipico pistolotto di chi dice tutto e niente per confondere le acque – di un’ora per aggiornare la finanza al 9 ottobre?
    Siamo al 12 novembre, bellezza.

    Meno studi e più pragmatismo. E tempismo.

    PS – saluti pregressi anche dal mese di ottobre

  26. Antonio ha detto:

    @ 25
    Vero: la Provincia del Chaco ha rimborsato in pesos due emissioni obbligazionarie venute a scadenza all’epoca emesse in dollari.

  27. cita demone ha detto:

    dunque qua sembra che se la gente slunga la vita deve star ben per forsa e ga colpa i veci che dovessi crepar de pici visto che l’ospedal xe fato a fete a forza de taiar e quindi guai amalarse aposta.xe de galera!
    ma una sana guera sensa prigionieri(con bombe a man,triche balache,kalasnikov,trapole esplosive ecc..) che fa vedove e mete a posto un do conti con un pochi de lori per ripartir de novo de zero no fossi la soluzion politica giusta?la storia del’omo insegna questo.
    ma ‘deso basta,già me gira e buta tremas,via col cicheto per rilassarse e distenderse i nervi,hic!

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