31 Ottobre 2012

La riforma regionale della sanità: “Una polpetta avvelenata”

La riforma sanità targata Tondo è un contenitore privo di contenuti, dove non si parla di né prevenzione né di appropriatezza né di riordino della rete ospedaliera, ma si indebolisce l’assistenza ai cittadini sul territorio, riducendo il numero dei distretti e dei dipartimenti delle dipendenze, di salute mentale e di prevenzione. Lo afferma Sergio Lupieri, consigliere regionale del PD e vicepresidente della III Commissione sanità, che evidenzia come ci si trovi di fronte a un intervento di riorganizzazione del sistema senza che ne siano esplicitati i motivi e gli obiettivi di miglioramento, che va a disallineare quell’integrazione socio sanitaria tra distretto e servizio sociale dei Comuni deputata a dare le risposte ai più importanti bisogni di salute della comunità.

Una polpetta avvelenata – aggiunge Lupieri – che Tondo intende consegnare a chi verrà dopo di lui, e che si contretizzerà nel 2014-2015, quasi che gli attuali bisogni possano attendere sino ad allora. Quindi una proposta assolutamente inadeguata sotto ogni punto di vista, non condivisibile, perché va contro la cronicità che aumenta, e inaccettabile perché va a scardinare quel servizio sanitario ancora efficace, costruito nel 1996, e sempre governato con grande attenzione.

Solo negli ultimi cinque anni la Giunta Tondo ha invece trascurato la sanità regionale lasciandola senza manutenzione ordinaria e straordinaria. Ha rimandato infatti a chi verrà il piano materno infantile, il piano dell’emergenza, il piano della
riabilitazione, il piano oncologico, il piano ambiente-salute, pensando con questa riforma di accreditarsi di un puro beneficio elettorale, seppur dannoso e pericoloso per la salute dei cittadini.

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12 commenti a La riforma regionale della sanità: “Una polpetta avvelenata”

  1. ufo ha detto:

    Fiato sprecato. Ai sudditi regionali ben poco importa se la sanità regionale viene impoverita di un centinaio di milioni circa. L’unica cosa ritenuta degna di discussione è il numero delle province – e se proprio avanza tempo i rimborsi chilometrici dei consiglieri regionali. Cercare di sollevare l’attenzione su problemi veri è, come s’è visto, inutile.

  2. Alessio ha detto:

    @ ufo
    E spero bene che si discuta anche di numero delle province, visto che se salta questo ente saltano anche tribunale, agenzia delle entrate, comando provinciale dei carabinieri, comando provinciale dei vigili del fuoco, inail, prefettura, questura e tutte le altre sedi periferiche dello stato.

  3. ufo ha detto:

    Come volevasi dimostrare. Prima tutti addosso alle province, assolutamente unanimi sulla loro inutilità; dopo un po, quando si prospetta di abolirne solo alcune, viene fuori che dopotutto non sono proprio tanto inutili. Perchè come puo esistere la civiltà moderna senza un comando provinciale dei carabinieri, o qualcosa di simile. E senza l’agenzia delle entrate? Rabbrividisco al solo pensiero…

    Resta il fatto che la maggior parte di noi probabilmente non avrà mai bisogno di frequentare tribunali e comandi provinciali dei vigili del fuoco; prima o poi (purtroppo, ed il più tardi possibile) avremo tutti invece bisogno di assistenza sanitaria – e qui sono allibito dall’assoluto disinteresse generale rispetto al macello che si sta prospettando in questo campo. Prima il dilettante allo sbaraglio (Renzo Tondo) si mette a giocare a monopoli con le aziende sanitarie, promettendo risparmi senza mai citare un numero e annunciando rivoluzioni senza mai mostrare al pubblico uno straccio di piano generale o di previsione finanziaria o operativa – e non una voce che si alzi a chiedere ragguagli, magari a far presente che visti i disastrosi precedenti (riforma delle aziende di soggiorno e turismo e riforma delle comunità montane) non è che ci fidiamo proprio tanto di farlo giocare in un campo così delicato. Poi ci vediamo piovere addosso tagli alle risorse da cento milioni al colpo – e di nuovo un assordante silenzio da parte del sudditame, impegnato a preoccuparsi piuttosto della prefettura sotto casa.

    Mi sa che qualcuno ha le sue priorità alquanto maldefinite. Ma sono più che disposto a proporre il trasferimento da Trieste a Gorizia di tribunale, carabinieri, agenzia entrate e quant’altro elencato in cambio di risorse immutate per l’ospedale di Cattinara.

  4. Alessio ha detto:

    @ ufo
    Al breve elenco fatto qui sopra aggiungici pure la Camera di Commercio, la sede provinciale delle Poste, quella della motorizzazione civile, quella della Regione, l’ispettorato del lavoro etc. etc.
    Dubito che una persona non abbia mai dovuto avere a che fare con nessuna di queste amministrazioni.
    E poi, secondo te, una volta cancellati questi uffici periferici, a quanto ammonterebbe la popolazione di Gorizia? Quali servizi potrebbero venire garantiti? Visto che già oggi siamo messi bene, chi se la sentirebbe secondo te di impiantare una attività in una città ospizio di questo tipo?

  5. ufo ha detto:

    Tutto qui?

    Se ho capito bene la tesi che stai spingendo, sia l’economia che la demografia di Gorizia dipendono dalla volontà del resto d’Italia di mantenere a spese della collettività costose strutture sproporzionate rispetto al bacino di utenza – non perché servano a qualcuno, ma solamente per mantenere il numero di abitanti e di consumatori in precario ecquilibrio sopra al suo livello naturale. Brillante, finche Pantalone paga. Chissà perché mi viene in mente la Cassa per il Mezzogiorno? E, domanda sponranea, chissa come fanno i vostri vicini di casa oltre la sbarra a tenere comunque in piedi una città senza essere provincia (dato che di la non esistono)?

  6. Alessio ha detto:

    E, di grazia, lo studio per stabilire quale sia il corretto bacino di utenza lo hai per caso fatto tu di persona?

  7. Luca ha detto:

    ufo, la tesi vera è che con la diminuzione delle province non si ottengono risparmi, ma addirittura maggiori costi. Se non ricordo male, una ricerca della Bocconi era giunta proprio a questo risultato. Purtroppo non ho i riferimenti a questa ricerca, magari qualche altro utente ce li ha. Direi che in generale mi fido di più di chi studia queste cose, piuttosto che limitarsi a proclamarle…

    A mio avviso è da ripensare tutto l’impianto organizzativo nazionale, e studiare alternative per valutarne rispettivi vantaggi e svantaggi (costi, rappresentatività, servizi, ecc…). Esempio: Stato -> Regioni con meno poteri -> Contee con grandi poteri -> “Zone” o “quartieri”. Le contee di fatto andrebbero a sostituire province e comuni formando dei “ampi comuni” per eliminare lo spreco dei micro-comuni, ma senza togliere loro rappresentatività mediante un apposito sistema elettorale e mediante l’istituzione di consigli di zona o di “quartiere” (tra virgolette in quanto non sarebbero come quelli odierni, rappresenterebbero zone più ampie proprio visto l’accorpamento dei comuni in contee). Il vantaggio principale starebbe nel togliere potere centrale alle regioni per rilocarlo localmente alle contee, nell’ottica che è sempre più facile controllare ed eventualmente andare a prendere a calci nel culo Gherghetta piuttosto che Tondo… La regione a quel punto fungerebbe da “coordinatrice” delle contee.

  8. dimaco il discolo ha detto:

    luca, me par che quei che guida sto paese xe tuti boconiani o sbaio?

  9. ufo ha detto:

    Pezo. Xe tuti convinti…

  10. ufo ha detto:

    Interrompiamo le trasmissioni per una breve nota informativa: nella rubrica notizie che passeranno inosservate oggi il Piccolo pubblica un pezzo intitolato a href=”http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2012/11/04/news/tagli-in-fvg-del-40-alle-scuole-e-alla-ricerca-1.5967786″>Tagli in FVG del 40% alle scuole e alla ricerca.

    Riprendiamo le trasmissioni scusandoci per l’interruzione: continuate pure a tenere impegnati tutti i canali col dibattito sui rimborsi chilometrici dei consiglieri e l’importanza di avere una sede provinciale delle Poste…

  11. Luca ha detto:

    dimaco appunto, se persino chi lavora per la Bocconi dice certe cose in contrato con “il capo”, c’è da pensarci un po’ riguardo a questi risparmi che il governo non è mai stato in grado di illustrare… è un po’ come se un “vecchio saggio” venisse a casa tua e ti dicesse di fare certi interventi a casa perché così risparmi sicuramente, liberandoti di cose che lui ti dice essere inutili, ma non sa provarti i risparmi né l’inutilità di ciò che hai. Poi arriva il figlio giovane e, scusandosi, ti dice “No, guarda, ho fatto due calcoli, alla fine rischi di pagare pure di più…”. Tu a chi dai retta? Al vecchio saggio che va a spanne o al giovane studioso che ha studiato la cosa?

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