27 Ottobre 2012

I Sofa Surfers ed il sogno di una Mitteleuropa che non c’è più

C’è stato un periodo, (tra 1996 ed il 2002 per l’esattezza), in cui Vienna è stata assieme a Berlino la capitale della musica elettronica europea. Gruppi di artisti e singoli dj chiusi nelle camerette o negli studi, forgiavano quasi inconsapevolmente quella che da lì a poco sarebbe stata ricordata come la scena viennese. Una torbida miscela tra ritmiche lente e ripetitive, lontanissimi echi jazz e trattamenti del suono di matrice dub giamaicana. E’ stato proprio l’incontro tra il rigore classicistico austriaco e la comunità nera che frequentava club come il Flex a determinare quel suono unico ed affascinante, il tutto condito con dosi massicce di fumo denso. I prinicpali esponenti di tale scena sono tuttora Kruder + Dorfmeister ed i Sofa Surfers, questi ultimi esibitisi al Kino Siška di Ljubljana nel tour di presentazione del loro settimo album “Superluminal”. Sul palco si presentano in sette, incluso il visual artist, figura che usualmente rimaneva relegata nelle retrovie ma che qualche gruppo ha deciso di promuovere sul palco. Più che di una band, si tratta di singoli strumentisti chiamati a fare la loro parte come se fossero macchine liberamente programmabili. Non che manchi il piacere di vedere ed ascoltare, ma dopo venti minuti passati a gustare le favolose parti di batteria e constatare che il cantante ha più di qualche limite tecnico, il tutto diventa noioso. Il picco massimo di coinvolgimento lo si è avuto infatti quando il “singer” si è fatto da parte per lasciar posto ad una cavalcata acustica ed elettronica degna dei massimi esponenti del genere. Rimane il fatto che questo è un sound trito e ritrito, il raduno di questa sera è fatto in parte da nostalgici che trascorrevano le domeniche pomeriggio di metà anni novanta a fare “chill-out”. Il mondo si evolve, così come i suoni e le abitudini, ma fa riflettere come la nostalgia di un’Austria che non c’è più si ripresenti in frangenti sinora insospettabili.

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