23 Ottobre 2012

Dall’urbanistica alla democrazia: tutta mia la città

Sotto i titoli apparentemente frivoli scelti dal Forum cultura per designare un ciclo di incontri si manifestano temi e intenzioni di poderoso spessore culturale e politico: “ Tutta mia la città” trova nell’urbanistica la chiave di lettura, applicata a Gorizia ed estesa a Nova Gorica, per riportare alla ribalta la necessità di uno spazio pubblico di partecipazione democratica dove ricomporre la frattura tra cittadini e politici. Presentata oggi alla stampa, l’iniziativa si articola in tre appuntamenti.
Il primo, giovedì 25 ottobre, è “ Città vuota”, ovvero Gorizia, città in declino. Patrimonio edilizio storico in abbandono, aree dismesse, ambiente naturale sacrificato, consumo scellerato di suolo, progressiva cementificazione a generare un unicum urbano tra la città e le sue frazioni, visioni nuove dello sviluppo che ci mostrino quanto siano logori e controproducenti i modelli di crescita su cui ancora si imperniano per tanta parte scelte amministrative, locali e no: ne parleranno, nella sala Della Torre della Fondazione Carigo, in via Carducci 2, con inizio alle 17.30, Luca Cadez di Legambiente, Aleksandra Toplica, del Društvo Primorskih arhitektov ( Associazione architetti del Litorale) e Ramon Pascolat, dello studio mod Land di Gorizia.
“Parole, parole, parole” è il titolo del secondo incontro, giovedì 15 novembre ( stessa ora, stessa sede), con la precisazione “ Gorizia e Nova Gorica, le città del Novecento”. Verrà ripercorsa la storia dei piani urbanistici delle due città, osservando cosa era stato previsto e cosa è stato realizzato, tra risultati positivi ed errori,immaginando un sistema in cui le parti del territorio siano integrate tra loro ed i progetti futuri concorrano a sottolineare l’unicità urbanistica della situazione di due comunità affiancate, e per molti versi in continua osmosi, sul confine tra due stati. Relatori saranno gli architetti Luisa Codellia e Barbara Delpin, insieme al loro collega di Nova Gorica, Niko Jurca.
“Pazza idea”, ovvero è possibile una collaborazione e una effettiva integrazione delle politiche di pianificazione delle due città? Questo il tema del terzo incontro, ripercorrendo la storia delle relazioni tra le due amministrazioni , guardando al futuro, e ammonendo che i tempi della politica sono sempre molto brevi mentre quelli nei quali giocoforza si configurano i progetti urbanistici sono per loro natura molto più lunghi. Interverranno docenti universitari e architetti: Alessandra marin, Nejc Koradin e Luigi Di Dato.

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4 commenti a Dall’urbanistica alla democrazia: tutta mia la città

  1. Marilisa ha detto:

    I titoli dei tre incontri mutuano i titoli di tre canzoni di successo degli anni 60 o giù di lì. E’ chiaro che la scelta è stata voluta. Peccato non ne sia noto il motivo (o forse sì)? Se così non fosse, a me pare che la scelta di titoli “apparentemente frivoli” non sia stata tanto felice per presentare un’iniziativa “seriosa”. A meno che non si pensi,fin da ora, che ogni discorso serio andrà come sempre a finire a tarallucci e vino.

  2. Kaiokasin ha detto:

    Nel pieghevole si spiega così il richiamo agli anni ’60:
    “Negli anni sessanta del secolo scorso, l’urbanistica era la costruzione delle scelte di uso del territorio e la cura dei bisogni sociali delle comunità; i programmi per il futuro dei cittadini erano argomenti di dibattito culturale e battaglie sociali”. A me la provocazione non dispiace… E soprattutto sono contento che si parli di urbanistica, una volta tanto.

  3. itala furlan ha detto:

    no me par frivola l’idea de i titoli dei 3 incontri, ma come spiegar in do parole? se un no vede drio al significato che no me par tant “recondito” … al primo incontro me xè pars bon, bela la presentazion, argomento forse difficile ma trattà con competenza evitando de parlar solche par adetti ai lavori …

  4. Martina Luciani ha detto:

    Si interessante. Ma devo dire una cosa, senza voler far polemica. Abbiamo saputo che Nova Gorica vuole ripensarsi, vuole riorganizzarsi dal punto di vista urbanistico. Comiciare dal depuratore delle fognature cittadine – quelle fognature che finiscono nel Corno e da lì in Italia,senza costi di depurazione ma con costi ambientali spaventosi – sarebbe un bell’inizio di pianificazione territoriale: visto che il territorio va osservato e gestito come un sistema,in cui ogni punto influenza gli altri punti! Altrettanto dicasi per le amministrazioni italiani, che invece di fare ascensori avrebbe potuto rendere adeguato e efficiente il depuratore cittadino.

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