Il bianco e nero conserva sempre un fascino di solenne eleganza. Solenne tanto di più quando compare nela fotografia, in particolare nei ritratti. Giochino di associazioni: con la parola “classicità” affiorano alla mente gli scatti di Irving Penn, le sue riprese “costrette” in un angolo, le severe espressioni dei personaggi “catturati” nella fotografia, la loro compostezza. O, ancora, a Cartier-Bresson, alle sue immagini che “colgono l’attimo”.
Ai ritratti “da cani”, invece, pensa Elliott Erwitt. Con il 1° settembre sarà inaugurata la 3° edizione di Bianco&Nero, rassegna udinese dedicata all’espressione artistica in tutte le sue forme, esclusivamente in b&w. E all’interno di questa cornice si inserisce l’esposizione del fotografo statunitense, un excursus nel suo operato “Dedicato al cane”. Ad un alto esponente della fotografia contemporanea una alta location (nel senso letterale del termine): lo spazio riservato alle fotografie di Erwitt è, infatti, il salone del Parlamento del castello di Udine. La mostra canina, realizzata in colaborazione con Contrasto srl magnum photos e l’associazione culturale fotografica signum, è l’appuntamento d’apertura ufficiale del festival (l’inaugurazione e per il 1° settembre alle 10) e sarà aperta al pubblico fino al 30 settembre.
Il fotografo sceglie di consacrare, con la regalità del b/n, una delle sue più grandi passioni: il cane. Come lui stesso ama ricordare <A Elliott Erwitt piacciono i bambini e i cani>. 55 scatti, eseguiti dallo shooter americano in diversi momenti della sua carriera, tutti aventi come fulcro il miglior amico dell’uomo. Tutti veri e propri ritratti, realizzati per le strade del mondo, sia che siano “rubati” o “posati”. Esempi canini unici, che siano esempi di fierezza o di comicità, di possenza o di esilità, animali comunque irrepetibili. La tecnica è la preferita da Erwitt, quella con cui si è reso celebre: l’istantaea, un’istantanea ricca di intensità espressiva e spesso di ironia. Ancora, una fotografia frutto della velocità d’esecuzione ma che conserva, per l’appunto, quella solennità tipica degli scatti di Cartier-Bresson, maestro di classicità a cui Erwitt si ispira.
ma xe fotografade anche le merde o solo i cani?