9 Agosto 2012

Rigassificatore di Zaule, il WWF: “Affermazioni contraddittorie dei ministri Passera e Clini”

Subito dopo le interviste ai ministri Passera e Clini apparse su IL PICCOLO alla fine di luglio, Dario Predonzan, responsabile energie e trasporti del WWF, ha inviato al quotidiano locale la lettera che segue, mai pubblicata.

Con sorprendente costanza i ministri “competenti” ripetono, anche a distanza di molti mesi, sul rigassificatore proposto a Zaule, le stesse generiche cose. Contraddicendosi l’un l’altro e senza che si possa capire le intenzioni del Governo di cui fanno parte. Il che, trattandosi di ministri “tecnici”, allarma alquanto, in un contesto come l’attuale.
Perché se con la stessa superficialità, contraddittorietà e sostanziale incapacità di scegliere il Governo affrontasse le vicende economiche e finanziarie – spread, tempeste borsistiche, ecc. – in cui siamo coinvolti, ci sarebbe di che aver paura.
Il ministro dello sviluppo economico Passera, ad esempio, sul PICCOLO del 22 luglio dichiara che il rigassificatore di Zaule è necessario ed urgente, perché la bolletta energetica costa ai cittadini italiani il 20-25 % in più della media europea “anche perché l’Italia non dispone di un numero sufficiente di infrastrutture come questa”. I dati di Eurostat dimostrano però che – al netto delle imposte – i costi del gas per le industrie sono inferiori dell’8,24% in Italia rispetto alla media UE, mentre quelli per le famiglie superano la media solo del 2,34%. Quanto all’elettricità, il costo medio del kwh per le industrie in Italia supera del 22,6% la media, quello del kwh per le famiglie del 9,1%.
Passera dovrebbe però dire anche che in Germania i costi dell’energia sono ben superiori ai nostri – ne ha scritto anche il PICCOLO il 28 giugno – e che l’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas (AEEG) ha di recente avviato un’indagine sulla mancata competizione nei prezzi del mercato elettrico. La liberalizzazione ha fatto flop, insomma, ma il ministro non sembra accorgersene e continua a parlare soltanto di carenze infrastrutturali. Come possa, qualche rigassificatore in più, risolvere il problema, non è chiaro. Specie se si considera che i gestori di questi impianti possono contare (a spese dei consumatori) su un ricavo garantito pari al 71,5% di quello teorico, anche se il gas da rigassificare non c’è!
Meglio sorvolare poi su quanto Passera dichiara sull’Italia destinata a diventare l’”hub europeo del gas”: affermazioni degne dell’ufficio stampa di SNAM (che infatti ha impostato su questi slogan una recente campagna pubblicitaria), più che di un ministro della Repubblica.
Del resto il presidente dell’AEEG ha aggiunto che “è ora di spostare le risorse su altre fonti: energie rinnovabili ed efficienza energetica”. Proprio quello che predicano da anni gli ambientalisti…
Il ministro dell’ambiente Clini, invece, sul PICCOLO del 24 luglio da un lato si dichiara d’accordo col collega Passera e conferma la valenza “strategica” dei rigassificatori, ma dall’altro lamenta che il rigassificatore di Zaule non sia inserito “nel piano di sviluppo regionale” (qualcuno lo avvisi che tale piano non esiste più da anni…). Dopo di che, per l’ennesima volta, Clini ripete che la decisione finale spetta alla Regione. Eppure i rappresentanti di ben due uffici del suo ministero, insieme a quelli di due uffici del ministero dello sviluppo economico (quello di Passera) e di quattro uffici del ministero delle infrastrutture, più quelli di altri quattro ministeri (salute, interni, economia e beni culturali) partecipano alla conferenza dei servizi che dovrebbe rilasciare l’autorizzazione alla costruzione dell’impianto proposto da GasNatural. Tutti faranno scena muta e solo il parere della Regione conterà? Difficile crederlo.
Clini aggiunge che si sarebbe dovuto fare una valutazione ambientale strategica sulla localizzazione dei rigassificatori in Alto Adriatico, all’interno di un piano energetico nazionale (altra storica richiesta degli ambientalisti…). Al quale piano, conclude Clini, “ora stiamo lavorando”. Alla buon’ora! A chi, se non al Governo, competono infatti i piani per le infrastrutture “strategiche” di interesse nazionale?
Che senso ha però, allora, rimandare le decisioni alla Regione o all’Autorità portuale di Trieste per il progetto di GasNatural? Decisamente poche idee, e ben confuse, paiono albergare nelle menti dei “tecnici” governativi. I quali, tra l’altro, dimenticano un altro particolare: il rigassificatore di Zaule non può funzionare senza un gasdotto che lo colleghi alla rete nazionale dei metanodotti. Un progetto esiste – chissà perché il suo iter approvativo è stato separato da quello del rigassificatore, benché i due impianti non abbiano alcun senso l’uno senza l’altro – ma mentre il progetto di GasNatural ha ottenuto l’ok ambientale già nel 2009, il gasdotto ancora no, perché evidentemente i problemi che la sua costruzione implicherebbe sono ardui da risolvere. Un’ottima carta da giocare, per gli enti locali triestini, se volessero davvero far capire ai ministri, “tecnici” sì ma forse male informati, che proseguire l’iter del progetto di GasNatural non ha senso. Eppure nessuno a Trieste pare ricordarsene: perché?

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