31 Luglio 2012

Overjam Festival: tra bassi, sorrisi e capannoni

Tre giorni di immersione nella cultura reggae, con ospiti di primo livello ed un’atmosfera che molti avevano dimenticato da queste parti. Overjam e’ stato un festival degno di questo nome, sia in termini di atmosfera generale che di qualita’ nell’offerta musicale. Dopo la dipartita del Rototom Sunsplash, questa è stata la miglior kermesse vista dalle nostre parti, un toccasana, a detta dei pertecipanti. Una vasta area camping e’ stata messa a disposizione gratuitamente, una prerogativa che ha fatto arrivare a Vrtojba automobili da Italia, Slovenia, Croazia ed anche Austria. All’interno dell’area si poteva scegliere tra i concerti del “main stage”, i set della “dancehall area” e la zona dub, dove ogni “crew” oltre ai dischi portava il suo intero sound system (ovvero il muro di casse, che nel migliore dei casi era capace di far vibrare lo stomaco). Giovedì, primo giorno di festival, protagonista del main stage è stato Ziggi Recado, artista che ha rimpiazzato la defezione all’ultimo minuto della star Sizzla. L’organizzazione è efficiente, un po’ meno la location, siamo infatti nel parcheggio di un’area doganale, quindi un misto erba/asfalto e poca ombra. Venerdì è stato Jah Mason a trainare un pubblico sempre più folto, ma l’attesa più forte era riservata alla serata del Sabato. Già nel tardo pomeriggio, I vari set dancehall ed il live degli sloveni Siti Hlapci fanno il loro dovere. Se c’è una cosa che mi ha lasciato stupito, è il fatto di non aver visto nessun ubriaco molesto o scene di umana distruzione, qui l’atmosfera è rilassata e ci potrebbero stare anche I bambini (più di qualcuno infatti è arrivato con prole al seguito). Bravi come sempre I carsolini Authentics, capaci di far ballare tutti reinventando la “Gusarska” (canzone popolare slovena, di autore sconosciuto). Frequenti i controlli della polizia in borghese all’interno dell’area, qualcuno è rimasto infastidito e qualche multa commissionata, d’altronde una manifestazione di queto tipo è come il miele per gli orsi. Nel frattempo, nell’area dub assisto al “clash”, ovvero la sfida a colpi di dischi e soundsystem tra Toffo Selekta e Rockers Dub Master, un bagno di frequenze basse che mi ha definitivamente convertito alla cultura rasta. E’ quasi mezzanotte quando sul palco sale quella che è considerata la leggenda vivente del dub, i Zion Train. Sono in quattro, voce, due fiati e controlli. L’impianto fa il suo dovere e le frequenze subsoniche rimbalzano nella pista e tra I capannoni circostanti creando un’atmosfera straniante, sotto il palco almeno un migliaio di persone bellano e si gustano la festa. Bilancio finale assolutamente positivo per questa prima edizione, lo staff comunica che per l’anno prossimo sta già cercando una location più “green”, nel frattempo si possono sfogliare alla pagina facebook del festival gli album fotografici della manifestazione.

 

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4 commenti a Overjam Festival: tra bassi, sorrisi e capannoni

  1. vico ha detto:

    Tutto eccezionale,
    sarebbe perfetto se il prossimo anno si trovasse una zona più ombreggiata per chi dorme lì.

  2. boris ha detto:

    @vico: ma scusa…ma non potevi chiedere a Martina Luciani di montare la tenda sotto il suo patio?? Sentivi la musica piú forte che sotto al palco e stavi al fresco… o stavi fresco… mah…

  3. Giordano Vintaloro ha detto:

    🙂 un po’ di allegria e buona organizzazione, meno male.

  4. dimaco il discolo ha detto:

    el tipo che ga in gestion la petrol iera anca contento. un’pò meno la mula che ancora prima de aprir ale 7 ga vui un’ordinazion de 40 capucini e relative brioches. e cussi tuto el giorno. quei che usava e bagno i insisteva a voer pagar. magari pochi spicci ma i dava anca se no iera e bisogno. e devo dir che ga lassa el posto neto. i muli se ga comporta ben e no ghe iera problemi.

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