31 Luglio 2012

Cherso: presentato il nuovo libro di Tarcisio Bommarco sulla storia dell’isola

di Mariano L.Cherubini

Affollatissima all’inverosimile l’altra sera l’aula magna della locale Scuola Elementare “Frane Petrić”, per la presentazione del libro del chersino Tarcisio Bommarco “L’Isola di Cherso. La presenza veneziana e le diverse dinastie popolane”. Sotto l’egida della Comunita’ degli Italiani di Cherso si e’ svolta questa presentazione, grazie alla gentile concessione della sala per opera del preside della Scuola, Josip Pope. Il volume è stato presentato dall’archeologa dott. Jasminka Ćus Rukonić nel suo intervento ha citato anche la casa editrice italiana “Umberto Del Bianco” di Udine che inizio’ la sua attivita’ a fine del 1800 e pubblica opere che provengono per la maggioranza dalla Regione Friuli Venezia Giulia, di importanza nazionale. Si occupa di lavori che trattano aree italiane del Nord-Est ma anche trattano i confini dell’Est per gli italiani dal punto di vista storico, filologico, linguistico, etnografico e filosofico.
L’opera di Tarcisio Bommarco parla della storia di Cherso come citta’ e come isola, attraverso la storia della famiglia Bolmarcich, un lavoro estremamente scientifico e professionale. Lo scrittore associa ai suoi antenati i quali si sono espressi con successo in diverse professioni soprattutto in quelle intellettuali , come preti ed insegnanti. Molto importante rappresentante della famiglia Bolmarcich e’ sicuramente Ivan Kvirin, il primo archeologo dell’arcipelago ed esploratore di Ossero, fondatore della raccolta del primo Museo di Ossero. La Citta’ di Cherso, a parte le sue famiglie nobili Petris, Draža, Mitis, Colombis, Antoniazzo, Bocchina aveva anche le sue onorabili famiglie popolane tra le quali i Bolmarcich, Bolmarčić, Bommarco. L’autore Tarcisio Bommarco nasce a Cherso nel 1938, figlio piu’ giovane della famiglia di Nicolo’ Bommarco agricoltore, detto Garina e Antonia Filipas detta Terera.
Nel 1947 si trasferisce con la famiglia in Italia dove, terminata la scuola, si diploma come Capitano di lungo corso presso l’Istituto Nautico di Trieste. Dopo una breve carriera marittima, conosce la sua futura moglie Brigita e nel 1963 si trasferisce a Lundo in Svezia dove forma famiglia, cinque figli e tredici nipoti, iniziando una nuova carriera accademica. Il suo interesse per le ricerche scintifiche – ci dice la Ćus Rukonić – nasce da una naturale curiosita’ per il conoscere, in seguito coltivata esaminando la sociologia filosofia teoretica e geografia umana nella quale prende il Master, molto utile e determinante per le ricerche per le citta’ di Malmo in Svezia e Basso del Friuli in Italia. L’autore si e’ soffermato brevemente sui particolari relativi alla sua famiglia Bolmarcich, Bolmarči, Bommarco ringraziando quanti lo hanno incitato a pubblicare il suo volume “L’Isola di Cherso. La presenza veneziana e le diverse dinastie popolane”.

Di grande rilievo i consigli portati all’autore dalla gentile signora Maria Žic – Rogić amimatrice e divulgatrice della vita culturale di Cherso, moglie di Pino, amico d’infanzia dll’autore Tarcisio Bommarco. Il prof. dott. Giorgio Sepcić, primario emerito neurologico chersino, un uomo di scienza, ci ha fatto rilevare come le biografie silenziose e non narrate dei membri delle casate Bolmarcich/Bommarco si intrecciano , si legano saldamente alle alternanze storiche che hanno coinvolto la Citta’ ed Isola di Cherso abbracciando le vicende ed i rapporti che intercorrono tra tra la Serenissima e l’Isola durante piu’ di 400 anni del suo dominio e in seguito dopo la sua caduta i quello piu’ breve francese ed austriaco.
Il prof. Sepcić quando lesse il manoscritto di Bommarco asseri’ che documenta la cronistoria della stirpe dei Bolmarcich/Bommarco a Cherso e nel mondo dal 1500 al 19.mo secolo. L’intelaiatura genealogica delle generazioni di questa stirpe li lega strettamente al contesto storico, sociale , economico, al modo di vita che porta i Bolmarcich, pilipari nel 1500, alla vita politica di Stefano e Pietro, a Stefano Zorzi Zuane e loro successori, durante il secondo periodo veneziano, a Vido e gli altri Bolmarcic nel censimento del 1769 a quelli ecclesistici come don Ludovico Bolmarcich nel 1800, possidenti e professionisti nella seconda meta’ del 19.mo secolo, quando meglio vengono definite e appartenenze ai tre casati tuttora presenti nella toponomia chersina: i Panenostrich, gli Sciopetrić ed in fine i Garina. Una storia presentata in modo imparziale – quella di Tarcisio Bommarco – scientifico, senza squilibri tra le componenti che da sempre hanno animato i Chersini, quelli che hanno scritto su di Cherso: quella veneto-italiana e quella slavo-croata. L’argomentata valutazione dell’uso del dialetto slavo (croato) nei popolani e del glagolitico nella liturgia durante la dominazione veneta come pure la discussione sulla lingua d’uso (Umgangssprache) e lingua di insegnamento scolastico di Cherso durante gli ultimi due secoli, sono prgrafi che meritano attenzione particolare. Il testo svela informazioni rarissime ed importanti per svariati ricercatori. Cherso durante le provincie illiriche fece parte della Provincia della Croazia civile , con capitale Karisstadt (Karlovac). Il farmacista Borzatti e suo figlio medico chirurgo sono chersini e non veglioti, come li vuole in alcuni testi la nostra HAZU. Giorgia(Giorgina) Francesca Bonmarcich (n.1880) del ramo Panenostrich e’ stata moglie di Josip Orlić, il loro figlio Jose Orlich Bolmarcich fu presidente della Repubblica di Costa Rica dal 1962 al 1966, ecc. Il prof. Giorgio Sepcić a fine incontro ci ha fatto rilevare che il libro di Tarcisio Bommarco e’ un classico esempio di storia locale che contribuira’ ad una formazione piu’ completa della cultura storica della Comunita’ Chersina. Con soddisfazione ha rilevato anche che nel risvolto della copertina del volume il prof. Fulvio Salimbeni ordinario di storia conteporanea all’Universita’ di Udine e curatore per la “Del Bianco Editore” della Collana saggi “Civilta’ del Risorgimento” ha scritto con superba acrobazia stilistica, le stesse osservazioni, gli stessi pensieri, le stesse conclusioni.
Presenti numerose autorita’ alla presentazione del volume, il sindaco di Cherso Christian Juriaco, il presidente della Comunita’ degli Italiani di Cherso Gianfranco Šurdić, il preside della scuola elementare Josip Pope, la direttrice dell’Ente Turistico Sanja Živanović. Grande il successo rilevato da Barbara Šurlina, come traduttrice simultanea croato – italiano.

Mariano L. Cherubini

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14 commenti a Cherso: presentato il nuovo libro di Tarcisio Bommarco sulla storia dell’isola

  1. effebi ha detto:

    Dalla Svezia, il 17 maggio 2004 un esule scrive:
    Come eredi della cultura veneziana, da esuli, potremmo diventare
    portatori di nuovi indirizzi in un’Europa moderna
    Non so con precisione che cosa intenda dire il dott. Favrini nel suo articolo, ma mi sembra di capire che egli lamenta la mancanza dell’ideale di patria nel mondo d’oggi.
    Mi sembra di capire che anche la sig.ra Carmen Palazzolo Debianchi avverta, anche se in altri termini, la mancanza di questi ideali e lo scarso interessamento dei “giovani per la nostra causa”.
    Tengo a precisare che Patria e Nazione sono due entità distinte, anche se spesso sono state confuse, e talvolta si sono amalgamate nel corso di periodi storici diversi. Durante il 1800 e il 1900 i confini nazionali e i diversi progetti di purificazione della razza hanno contribuito in gran parte a confondere i due concetti. Si credeva che la libertà della repubblica e l’uguaglianza fra i cittadini comportassero l’omogeneità della popolazione.
    Filosofi e politologi antichi e moderni – da Machiavelli a Voltaire, Norberto Bobbio, Maurizio Viroli, Eric Hobsbawm, Jurgen Habermas – dividono nettamente i due concetti, dandone di conseguenza due differenti significati. Maurizio Viroli (professore di filosofia a Princeton, USA, e autore di diverse monografie), ad esempio, nel suo studio sul Machiavelli indica come per Patria il Fiorentino intenda una ordinata libertà nello Stato: il patriottismo è di conseguenza amore per la libertà e impegno nella politica del proprio paese. La nazione, in questo contesto, ha, al contrario, un’importanza marginale e indica l’attaccamento alla propria cultura e lingua. Ciò che oggi si chiama etnicità. Se l’amore per la nazione concepita in questo senso è ciò che si richiede come principale portante, si corre il rischio di ricadere in obsoleti desideri di omogeneità, intesa come stretta comunanza di sentimenti e di passato storico, che porta spesso all’esclusione degli altri. La nazione oggi deve essere analizzata invece in termini politici, tecnici, amministrativi ed economici.
    Per Eric Hobsbawm la nazione è entità sociale solamente quando correlata alla “Nazione-Stato”. La Nazione come fatto naturale avallato da Dio con un preciso destino politico, è un mito. Un “patriottismo repubblicano” è portatore di una comunità che si basa sulla politica (presa nel senso di partecipazione) ed è aperta al futuro e a tutte le svariate forme di partecipazione e di partecipanti.
    La mia condizione cosmopolita si ritrova maggiormente in queste seconde definizioni e voglio considerare il voto agli italiani all’estero in questo senso, anche se dubito poi sulle vere intenzioni di chi ha promosso questo provvedimento, che forse è frutto di calcolo elettorale.
    Cherso è da considerare Patria, Nazione o semplicemente come luogo di nascita?
    Per me Cherso rappresenta una nostalgia. Sono d’accordo con Sisinio Zueg: scaraventati in un mondo nuovo, sconosciuto e a volte ostile, qual è quello comportato dall’esilio, “ci si aggrappa al sogno giovanile, al sogno dell’infanzia, dove tutto sembrava che fosse azzurro e ridente”.
    Pur essendo chersino nato a Cherso, ho sempre incontrato difficoltà ad entrare nell’ambiente chersino di Cherso, e anche in quello chersino esterno a Cherso, a causa delle chiusure che da una parte e dall’altra ho incontrato su questioni riguardanti l’appartenenza della comunità o dell’isola all’una o all’altra etnia. A quanto detto si aggiunge anche un fatto generazionale: per i Chersini più anziani è stato semplice e forse anche naturale (considerati i fatti storici, educazionali) prendere una posizione; per me, chersino uscito già nella mia infanzia, è stato molto più difficile; per i giovani d’oggi, che dovrebbero essere educati “all’amor di patria”, è impossibile. Ma pur avendo scelto un modello di vita di impronta cosmopolita, amo il mio paese e la sua gente e sono vivamente interessato alle mie origini, al modo di vita dei miei antenati. Ma non per voler definire un’appartenenza etnica, bensì per far risaltare le diversità delle vicende storiche nelle quali erano vissuti. Penso sia più fruttifero, in particolar modo con riferimento alla situazione europea attuale, considerarsi come punto d’incontro fra un semi-occidente ed un semi-oriente, che oggetto di scontro con uno schieramento o l’altro.
    Lo storico americano William H. Mc Neill ha scritto un libro intitolato “Venice. The hinge of Europe 1081-1797”. Venezia come cerniera, cardine fra oriente ed occidente, intesa quindi non come portatrice di civiltà a senso unico, ma come punto di incontro e smistamento di culture diverse in direzioni diverse. Noi, che abbiamo una parte dell’eredità della cultura veneziana, possiamo essere portatori di nuovi indirizzi in un’Europa moderna. Il patriottismo che si forma in questa Europa avrà sempre meno il carattere nazionale ma sarà (come Habermas lo chiama) “Verfassungspatriotismus” patriottismo costituzionale, ed io aggiungo europeo, dove la fiducia alla nazione viene sostituita con la fiducia verso la costituzione e verso le istituzioni europee.
    I nostri figli e nipoti si sentiranno finalmente a casa loro.
    ——–
    Tarcisio Bommarco è nato a Cherso nel 1938 da Nicolò Bommarco (Mico Garina) e da Atonia Filipas (Tona Tarerca). Nel 1947, coi genitori, è andato esule in Italia, da dove è emigrato in Svezia nel 1963.

  2. effebi ha detto:

    tommaso o tarcisio ?

    “Nel 1947 si trasferisce con la famiglia in Italia…” …si trasferisce !? sic !

  3. ciano ha detto:

    scuola elementare “frane petric”? Xe un po’ come Andrija Motovunjanin

  4. edvard ha detto:

    @2 si, che cosa senno? diciamo le cose come sono andate veramente, in gran parte gente invitata dall’Italia a trasferirsi, con consegna casa e lavoro

  5. precisazione ha detto:

    La casa editrice è per la precisione:
    Del Bianco Editore Srl

    il link al sito internet:
    http://www.delbiancoeditore.it

  6. effebi ha detto:

    eh si… edvard la sa longa…
    i mandava i inviti per le case… de note…

  7. effebi ha detto:

    me gavessi piasso qualche commento furbo al 1

    come al solito, inveze, xe rivado el solito commento mona 2

    cussì xe…

  8. capitano ha detto:

    #6 nazione, patria, etnia. Purtroppo usa parole che non hanno senso.

  9. dimaco ha detto:

    Mi imvece trovo el primo comento sai interesante.

  10. capitano ha detto:

    voglio dire, prima che mi si dia dell’eretico, che il mondo di oggi ha altre basi e le aveva già nel 2004.
    La lettera che pubblichi nel momento in cui sembra arrivare a conclusioni condivisibili rielabora l’idea di un nuovo “patriottismo”. Me par tanto che da quelle quattro idee no volemo stacarse.

  11. Bibliotopa ha detto:

    #1 Sisinio ZUECH ( era il mio vicino di casa..)

  12. effebi ha detto:

    il mondo oggi ha altre basi ?

    che mondo ? che basi ? mi sembra un tantino generica come affermazione…

  13. effebi ha detto:

    già il mondo “merditerraneo” (di qua e di la delle sue sponde” al mattino si sveglia con altre …basi…

  14. cate de petris ha detto:

    a proposito di frane petric: ma tale intellettuale non nacque nel 1529 in provincia veneziana? già perchè Cherso era parte integrante della Repubblica di Venezia a quel tempo! Come faceva chiamarsi quindi frane petric allora?? Incredibile!!

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