27 Luglio 2012

Trieste: fermo il fotovoltaico, avanti con rigassificatore, centrale biomasse & co.?

A scorrere i titoli di questo sito e del quotidiano locale, oggi, si viene proiettati in una realtà inimmaginabile poco più di un anno fa. Lo scenario che si sta profilando davanti ai triestini è quello di una destrutturazione ambientale ai limiti del paradosso con una serie di progetti che la possono trasformare dalla “Vienna sul mare” a “Pattumiera del Nord-Est”.

Si parte dal rigassificatore di Zaule presentato dalla spagnola Gas Natural: il ministro Passera dice “si farà”, il Comune di Trieste dice “siamo contrari”, quella che sembrava una questione dimenticata sta quindi tornando di drammatica attualità.

La TAV, voluta da burocrati e lobby sovranazionali: il Comune, nello sbigottimento generale, ha espresso parere favorevole, nonostante la documentazione sull’impatto ambientale sia estremamente carente.

La cessione di Acegas-Aps alla emiliano-romagnola Hera: La seduta del Consiglio Comunale di ieri (che doveva essere secretata ma all’ultimo momento è stata resa pubblica) ha formalizzato la cessione della municipalizzata attualmente controllata al 50,1% dal Comune. Il passaggio riduce la presenza del Comune al 5,3%, con un solo posto nel consiglio di amministrazione. Tra vantaggi e svantaggi vari, il risultato di questa fusione va, di fatto, ad “annacquare” il risultato ottenuto dal referendum sull’acqua pubblica, ovvero il potere decisionale del Comune sul più prezioso dei suoi beni pubblici.

La centrale a biomasse di Opicina: Il progetto presentato dalla società Iniziative Industriali Triestine Srl con sede a Roma, prevede la costruzione a Opicina di una centrale elettrica di cogenerazione alimentata a biomasse, principalmente olio di palma, della potenza complessiva di 37MW. Al di là dell’impatto ambientale di una centrale in pieno carso, il suo combustibile, l’olio di palma, è una delle principali cause della deforestazione, ed è stato recentemente cancellato dalla lista dei combustibili definiti rinnovabili dall’U.S. Environmental Protection Agency (EPA). Il rischio è quello di avere un epiosdio analogo al progetto della centrale di Staranzano, approvato senza passare dal VIA.

La ferriera di Servola (la cui proprietà girovaga tra Brescia, la Russia e istituti bancari): Due mesi fa, il sindaco Cosolini ha auspicato il coinvolgimento governativo affinché vi possa essere un confronto con la proprietà dell’opificio, necessario per cominciare il processo di riconversione ambientale e di ripresa occupazionale. Di oggi è la rassegnata dichiarazione del rappresentante sindacale Salvaneschi (Fim-Cisl) “Adesso è tardi, l’unica via è proseguire con la siderurgia”.

Tutto ciò accade mentre la nuova soprintendente provinciale sta bocciando tutte le richieste di realizzazione di impianti fotovoltaici. Non impianti a terra al posto delle coltivazioni, ma innocui impianti domestici installati sui tetti delle case. La motivazione è che deturpano l’ambiente, quindi chi vuole realizzare un impianto fotovoltaico deve per forza farlo con il sistema a tegola fotovoltaica (prodotto da una sola azienda in Italia), oppure ripiegare sul poco efficiente pannello in silicio amorfo color tegola.

Ora, ad un elettorato che si è ritrovato tradito nei più profondi sentimenti, non è ancora ben chiara quale sarà la ricaduta economica di tali scelte.
E’ questo il risultato di una campagna elettorale condotta a suon di volantini pieni di pale eoliche e tetti ricoperti di pannelli solari?
Anche la più semplice delle analisi porta ad un risultato certo, ovvero che l’unico reale beneficio economico di tali non lo riceveranno gli elettori. A fronte appunto di un impoverimento dell’unico bene rinnovabile che abbiamo ovvero il nostro ambiente.

Denis Furlan, agente commerciale nel settore delle energie rinnovabili

Per approfondimenti su:
RIGASSIFICATORE
TAV
CESSIONE ACEGAS
CENTRALE A BIOMASSE
FERRIERA

24 commenti a Trieste: fermo il fotovoltaico, avanti con rigassificatore, centrale biomasse & co.?

  1. Federica ha detto:

    Lo scrivo solo perche’ i media locali ci oscurano: la Federazione della Sinistra e’ l’unico partito a Trieste COMPATTO su no a rigassificatore, TAV e centrale a biomasse. Tutti gli altri partiti dell’area della cosidetta sinistra sono spaccati, in testa il PD.

  2. Marcus ha detto:

    Bravo Denis, un’ottimo articolo. Voglio magari aggiungere che il principale problema per sviluppare (creare lavoro) Trieste e hinterland sono gli investitori internazionali che mancano e questi mancano perché i politici e amministratori italiani non sono credibili e quindi chi vuole fare ed avrebbe soldi non investe a causa loro.
    Poi progetti come Centrali a Biomasse dove il carburante ovvero l’olio di palma lo devi importare dall’Indonesia, il Rigassificatore dove tutti sanno che non potraà mai funzionare poiché la legge lo vieta, la TAV che è ferma in Val di Susa e probabilmente rimmarra ferma li per altri 10 anni, la Ferriera dove basta aver visto il TG di ieri dove a Taranto devono chiudere l’impianto perché se no la popolazione si ammala e non per ultimo l’energia che deve essere al 100% gestita dalla collettività in quanto deve essere accessibile a tutti, che va finire in mano a privati (ma scherziamo),
    insomma è più che chiaro che i politici ed amministratori italiani non trovano investitori ne nazionali, ne esteri, perché il loro modo di amministrare è FALLITO.

    Comunque esiste un’alternativa e questa si chiama Porto Libero di Trieste, ma questo territroio deve essere gestito dai Cittadini del TLT e dalla comunità internazionale quindi gli attuali politici ed amministratori italiani non possono metterci le manine ed il popolo triestino ne sembra essere molto dispiaciuto poiché in caso contrario gli avrebbero già accompagnati al confine politico e territoriale tra Italia e Tettitorio Libero di Trieste a Duino.
    Speriamo che i triestini si svegliano presto, più non so dire.

  3. mutante ha detto:

    l’italia vuole fare secca trieste per eliminare la minaccia competitiva del suo porto. è ora che vi svegliate (anche grazie ad articoli come questo)

    http://triestelibera.org/it/

    altrienti l’unica alternativa sarà emigrare.

  4. Gino ha detto:

    Per risollevare le sorti dell’economia nazionale e stimolare la ricerca innovazione e competitività anche nel campo delle energie rinnovabili, forse sarebbe stato opportuno incentivare la produzione di pannelli fotovoltaici in Italia e perché no a Trieste nell’opificio “virtuoso” dell’Area Science Park e nell’indotto manufatturiero. Invece si è fatto massiccio ricorso a pannelli di origine cinese sì a basso costo, ma tuttavia prodotti utilizzando energie tutt’altro che rinnovabili.

  5. Denis Furlan ha detto:

    Ok, ma questa non è una bacheca per le associazioni che vogliano farsi pubblicità.

  6. Francesco ha detto:

    L’analisi che fai e’precisa e reale.
    Vengono i brividi a pensarci ma e’proprio così.

  7. Mauricets ha detto:

    io il fotovoltaico in bolletta non voglio pagarlo.

    che se lo paghi chi installa i pannelli e non spalmi sulla comunita gli oneri.

    da schifo questo sistema.

  8. denis furlan ha detto:

    Il peso del fotovoltaico in bolletta e’ irrilevante rispetto ad i CIP6 che ancora continuiamo a pagare. E’ stato solamente il pretesto per abbassare gli incentivi

  9. Mauricets ha detto:

    7

    denis furlan

    non è irrilevante.

    è circa del 10%.

    su 100 euri di energia a bimestre sono circa 10.

    per 6 fanno 60 euri.

    che li mettano chi installa.

    e chi li installa di sicuro non sono pensionati alla minia o opera da 1200 euri mensili

    ripeto, un sistema da schifo.
    ingrassa chi gia ha molto.
    a scapito della comunita.

  10. Mauricets ha detto:

    denis furlan
    guarda su che tetti sono installati i pannelli.

    su bicocche da poveri pensionati?
    su stamberghe da operai?

    o su villette?
    oppure su capannoni industriali.?

    i disgrazziati ingrassano i benestanti.

    dovreste vergognarvi, fate pagare ai poveri.

    robin hood al contrario.

  11. Mauricets ha detto:

    ma di che elettorato parli!?!?

    dei diseredati che vedevano a sinistra un riscatto?

    o dei benestanti di sinistra che vedevano gli “incentivi”

  12. Mauricets ha detto:

    ripeto il concetto:

    guardate su quli tetti sono montati gli impianti.

    sono su dimore di pensionati alla minima e operai da poco piu di 1000 euri?

    prego di non cancellare visto che in italia vi è la libertaà di espressione e opinione.

    anche scala santa è in italia.

  13. mutante ha detto:

    gli operai a 1000 euro non ce l’hanno, la dimora.
    @denis: se qualcuno si muove per risolvere la situazione da te descritta, è un male?

  14. Mauricets ha detto:

    11

    mutante

    infatti, pero pagano in bolletta il balzello delle rinovabili.

    se la paghino i benestanti.

  15. Mauricets ha detto:

    11

    mutante

    si che è un male, e malissimo.

  16. Mauricets ha detto:

    te ga la pila?

    paga e no domandarghe i soldi ai disgraziai.

  17. Mauricets ha detto:

    se la sinistra si sogna di dare soldi ai benestanti con le ville, e far pagare agli operai in bolletta il conto, si è bevuta il cervello.

  18. denis furlan ha detto:

    Mauricets

    questo e’ un luogo di pubblica e civile discussione.
    Ulteriori commenti inappropriati verranno rimossi

  19. Pietro Casolin ha detto:

    E poi perché fotovoltaico sì e biomasse no, dato che sono entrambe rinnovabili?

    Mettere sullo stesso piano biomasse e rigassificatore mi sembra proprio assurdo!

    La solita disinformazione…forse interessata?

  20. capitano ha detto:

    Mauricets anche al ferriera si becca contributi per le rinnovabili. Abbi un minimo di decenza.

  21. fotovoltaico ha detto:

    Poi non pensiamo all’ultimo conto energia che ha abbassato ulteriormente gli incentivi: che stangata!

  22. Rigassificatori dove e come ???

    http://trieste-rigassificatore.jimdo.com

    Mi sembrano assolutamente condivisibili le ricorrenti affermazioni sulla necessità che un Paese come il nostro debba assolutamente cercare di diversificare le fonti d’approvvigionamento energetico, quindi deve essere presa in considerazione anche l’esigenza di pianificare la realizzazione di alcuni impianti, ma:

    · La loro localizzazione non deve essere potenzialmente in grado di creare condizioni di pericolo per le aree urbane circostanti e per il comparto industriale.

    · Considerate le particolari e notevoli esigenze funzionali del processo di rigassificazione non dovrebbe essere inseriti in siti con fondali non sufficientemente profondi, o comunque in bacini chiusi con scarso ricambio acqueo per non intaccare l’equilibrio dell’ecosistema.

    · L’impatto ambientale complessivo dell’opera rigassificatore e metanodotto dovrebbe essere contenuto e comunque attestato su valori accettabili per le ricadute economiche/occupazionali che l’impianto sarebbe in grado di generare sul territorio Provinciale.

    · Le manovre d’avvicinamento / ormeggio e la posizione del pontile d’attracco non dovrebbero assolutamente condizionare “con limitazioni più o meno temporanee l’operatività dello Scalo” e comunque nemmeno le attività nautiche comprese quelle da diporto.

    Comunque rimanendo sempre in tema dell’assoluta esigenza di dover diversificare le nostre fonti d’approvvigionamento energetico, sarebbe opportuno che nella nostra Regione venga debitamente – affrontato – approfondito – finanziato – lo sviluppo – -del solare/fotovoltaico – del geotermico – dell’eolico – della centrali idroelettriche cercando di ottimizzare lo sfruttamento delle non trascurabili potenzialità dei numerosi piccoli/grandi corsi d’acqua ed invasi naturali ed artificiali presenti sul nostro territorio-.

    Nb. In merito ai futuri programmi relativi al possibile sfruttamento dell’energia solare, forse a Trieste potrebbe essere preso in considerazione anche l’ampio anfiteatro della dismessa Cava Facanoni, che data la sua notevole estensione e la favorevole esposizione a Sud potrebbe accogliere “un impianto fotovoltaico” che per le sue caratteristiche (10/20.000 m2) oltre che dare un seppur modesto contributo alla diversificazione del nostro approvvigionamento energetico, possa diventare anche un valido strumento al servizio della vicina Area di Ricerca per consentire la sperimentazione e lo sviluppo di nuove tecnologie, per poter incrementare ed ottimizzare lo sfruttamento di questa inesauribile fonte energetica.

    Per concludere

    Penso sia comunque anche opportuno che in aggiunta alle doverose verifiche sull’idoneità e sulla sicurezza dei vari progetti presentati relativi alla realizzazione nel Golfo di Trieste in prossimità del Canale Navigabile di un impianto di rigassificazione, prima di concedere le varie ed indispensabili autorizzazioni per un impianto di questo tipo e del previsto gasdotto costiero sottomarino “Grado / Trieste” per potersi collegare poi con la rete di distribuzione Nazionale in prossimità di Villesse, venisse valutata attentamente soprattutto la compatibilità con quelli che dovrebbero essere i previsti futuri sviluppi della Portualità Triestina http://triestesuperporto.jimdo.com poiché va preso in debita considerazione il fatto che già l’attuale presenza e l’operatività dei pontili della S.I.O.T. generano una serie di vincoli e limitazioni sulla libertà di navigazione in questo ristretto specchio di mare, e quindi la presenza degl’ulteriori vincoli e limitazioni che normalmente sono previsti in prossimità di un impianto di rigassificazione come la delimitazione in prossimità dei pontili di un’ampia area di sicurezza avente un raggio quantificabile in alcune migliaia di ml, e la presumibile obbligatoria creazione di un corridoio di fuga per consentire alle gasiere di poter raggiungere rapidamente in caso d’incidente il mare aperto, non sarebbero certamente compatibili con l’operatività e lo sviluppo dello Scalo Triestino.
    Considerato che nelle citate aree purtroppo sarebbe previsto l’assoluto divieto di transito e ancoraggio per tutti i natanti almeno per il periodo relativo alla movimentazione ed allo scarico delle motonavi gasiere, credo sia impensabile poter supporre che questa rilevante serie di vincoli/limitazioni siano in grado di generare le condizioni ideali per poter favorire l’eventuale insediamento e l’operatività delle nuove infrastrutture portuali pianificabili e realizzabili in futuro nel Vallone di Muggia “siano esse un moderno Terminal Contenitori realizzabile al posto della Ferriera di Servola oppure il nuovo Hub Ro/Ro da porre al servizio delle autostrade del mare previsto nell’area Ex Aquila”.

    BRUNELLO ZANITTI Giuliano

  23. Denis Furlan ha detto:

    Grazie per ilsuo intervento Sig. Brunello Zanitti

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