6 Luglio 2012

Parte Sf(o)gati, rivoluzione in punta di penna di giovani precari

La triestina Marta Zacchigna, già autrice di Milano da bare, dà il via al progetto “Sf(o)gati” – La tua storia ha trovato un posto fisso. Di cosa si tratta? Di raccogliere le testimonianze della nuova generazione di precari per poi farne un libro, che verrà pubblicato in formato cartaceo o e-book.
Questa la presentazione del progetto:

Siamo noi, un popolo, una generazione. Con la Laurea Triennale, e Magistrale, e il Master di primo livello, e quello di secondo.

Privato. Pubblico. Iper-professionalizzati e pronti a partire.

Ci hanno insegnato a leggere, a scrivere, a pensare. Il Liceo Classico è importante, diceva mio padre.
E sì, aveva ragione.
Noi con l’esperienza all’Estero.
Finita.
E il Dottorato senza borsa.
Scaduto. L’Università non ha fondi.

Noi che La Scuola apre la testa, l’abbiamo aperta, ci hanno chiesto di richiuderla, ma era troppo tardi.
Noi e il Grande Fratello, che è il nostro ed è quello che ci presta 500 euro per l’affitto di questo mese.
Noi, che firmiamo Cocopro umilianti. Troppi. Consecutivi. Illegali.
Noi che accettiamo orizzonti di autonomia trimestrale, sì, intanto così, poi si vede.
Dopo. Domani. Futuribile.
Noi con le bollette da pagare e il doppio part time. Noi pochi soldi, ma meglio di niente.
Noi, al momento non ci sono opportunità. Noi, richiami tra un mese. Noi, le faremo sapere.
Noi, ci dispiace, non è in linea con le nostre esigenze.

Noi e questa parola: spiacente.
Noi e questo gesto: spallucce.
Noi e questa risposta: silenzio.

Noi e l’ignoranza contro cui non si può niente.
Noi e l’indifferenza contro cui non si può niente.
Noi del mutuo impossibile.
Noi che il profilo, la professionalità, la competenza…
Noi il training, lo switch e lo start up.

Noi innamorati, ma ognuno a casa sua.
Noi che consegniamo il curriculum a gente che esclama: “Mi dispiace, siamo sommersi di curriculi!” Curricula.
È latino…
Noi che siamo troppo giovani per chiedere di più, e il giorno dopo troppo vecchi per chiederne ancora.
Noi con i figli in ritardo.
Noi che la pensione.
Eh?
Pensione.

Noi che accettiamo di recitare la parte della scimmia ammaestrata al call center, perché la sera c’è un libro che salva la vita.
Noi col futuro rubato, ucciso, sotterrato, dissacrato.
Noi a guardare i vecchi sulle nostre scrivanie.
Noi dei volantinaggi, delle vendite porta a porta.
Noi schifati all’idea di vendere aspirapolveri o barrette energetiche con dignità in omaggio.
Noi che ci inventiamo la vita ogni giorno, professori ordinari in Scienze dell’equilibrio.
Noi giovani del quotidiano, del tempo che passa, prendiamo la vita che c’è.
Noi tutti: quelli della rabbia, della rassegnazione, dell’indignazione, dell’impotenza.
Noi invisibili.

Noi fregati.
Sfregati.
Sfregiati.
Sfruttati.
Sfigati?

Noi e tutto quello che non possono portarci via.
SEI ANCHE TU UNO SF(O)GATO? VUOI INVIARE LA TUA STORIA?
SCRIVI IL TUO RACCONTO!

Scrivi e invia il tuo racconto, o la tua esperienza, o anche solo una riflessione sul mondo del lavoro e su come questo ha condizionato la tua vita di giovane cittadino: il rapporto con I genitori, le aspettative, i sogni, le speranze, la progettualità di coppia, i figli, gli affetti, i sentimenti.

Il tono del racconto è a tua discrezione, ma l’idea di fondo è quella di raccogliere contributi che parlino ancora di una generazione vitale: leggeri ma non superficiali, grotteschi ma non penosi, cinici ma non completamente disillusi, scanzonati, provocatori, autentici.

E se qualcuno ha qualche idea costruttiva e salvifica ben venga.
La mia?
Scappare tutti. Insieme. Lo stesso giorno. Alla faccia delle partenze intelligenti.

Per partecipare e raccontare la propria esperienza di precario basta mandare una mail a: sfogati@microclismi.com
Qua la pagina facebook del progetto.

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36 commenti a Parte Sf(o)gati, rivoluzione in punta di penna di giovani precari

  1. Jasna ha detto:

    Preferisci laurearti e divenire l’ennesimo colto precario senza donna, senza reddito e senza lavoro, o divenire capo reparto in fabbrica a sedici anni e vivere “con la tua donna” già a 30, come farebbe un uomo vero?

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/07/09/meno-studi-meglio-vivi/288403/

  2. Tergestin ha detto:

    Una volta la laurea iera l’ ascensor sociale, ogi le robe xe cambiade. E oltretuto dipendi sai dal corso de studi che te intraprendi, inutile dir che se te fa ingegneria xe una roba, scienze sociali un’ altra.

  3. sfsn ha detto:

    el problema xe anche che se te fa ingegneria o economia o roba del genere, i te insegna a esser economista o ingegner E BASTA, senza una visione d’insieme del mondo e dela società, che porta a una sapere unicamente tecnico. A questio tecnici ghe manca in genere el senso critico e la capacità de contestualizar socialmente el loro lavoro, per cui i fa errori mostruosi. Credo che l’attuale crisi economica sia fia de una visione tecnicistica dell’economia, che no xe in grado de guardar le conseguenze del proprio agir sul mondo e sulla società)

  4. Jasna ha detto:

    @3 sfsn Guarda che la specializzazione è un bene, la visione d’insieme arriva con l’esperienza. Hai mai visto un laureato in economia messo a dirigere i FMI a 24 anni? Dai su po.

  5. nick ha detto:

    @3: grazie per averci illustrato in tre righe le ragioni che hanno determinato l’attuale crisi economica. Molto gentile.

  6. steve ostin, l'uomo bionico ha detto:

    l’economista è colui che domani spiegherà perchè le sue previsioni del giorno prima erano sbagliate. il problema della crisi sono gli economisti, non gli ingegneri o altri presunti prodotti universitari autistici, ma solo gli economisti: la vera catastrofe del XX secolo.

  7. sfsn ha detto:

    beh, BerluscoNick, ti te la gavessi risolta disendo “xe tuta colpa del socialismo di stato che per 50 anni ghe ga impedì al libero mercato de esprimerse”.
    vedi un poco ti quale spiegazion xe migliore

  8. sfsn ha detto:

    Jasna,
    nei economisti che guida le sorti dell’economia mondiale no vedo nissun tipo de visione d’insieme. epur no i xe neolaureai…

  9. Jasna ha detto:

    Sì ma, sfsn, ti rendi conto che il tuo commento non apporta nulla? E’ un commento qualunquista, non spiega niente ma sembra dire tutto, e invece non comunica una ceppa.
    Tu sei laureato? Se sì, sei di quelli che ritengono la vecchia università più valida della presente? Oppure sei un non laureato che spara a zero sui laureati a prescindere?

  10. nick ha detto:

    però, sai anche leggermi nel pensiero, wow. Sono molto ammirato….

  11. nick ha detto:

    Intanto, non sono gli economisti a guidare l’economia mondiale. Magari fosse così. Farei la firma per un Krugman o uno Stiglitz a capo del Fondo Monetario Internazionale.
    Quanto al tanto vituperato mondo della finanza, il problema – a mio modestissimo modo di vedere – è che sono mancate le regole per impedire che in nome del profitto si spingesse così tanto sull’acceleratore.
    E questa è una responsabilità della politica.
    E comunque, chi guida i grandi gruppi finanziari ha perfettamente presente che cosa sta succedendo e che cosa succederà. Sono super geni, ahimè, che però mettono a frutto le competenze per assecondare il concetto di “creazione di valore”. E nient’altro.
    C’è un problema di etica, non di scarse competenze.

  12. aldo ha detto:

    L’uomo “vero” a 30 anni capo reparto in fabbrica e che vive con la “sua” donna, a 40 anni…

    …ha il 50% di probabilità di essere divorziato con un figlio affidato alla ex moglie, sbattuto fuori dalla casa per la quale sta ancora pagando il mutuo, con quasi tutto lo stipendio che gli va in alimenti per il mutuo della casa in cui non abita più e con la necessità di chiedere ai vecchi genitori di tornare a vivere con loro o di aiutarlo economicamente, per cui…

    …al 50% a 30 anni è meglio essere un laurato precario, vivere con i genitori e andare a Barcola

  13. aldo ha detto:

    @12
    “in alimenti e per il mutuo…”

  14. nick ha detto:

    insomma, l’importante è poter andare a cazzeggiare a Barcola…..
    ecco, io credo che se non esistesse Barcola, a Trieste molte cose andrebbero meglio

  15. sfsn ha detto:

    BerluscoNick,
    allo stesso modo se podessi dir che el comunismo xe fallì perchè i apparatchiki ga esagerà e ga fracà tropo el fren… xe una responsabilità politica…
    Quanto al fato de quei che guida l’economia xe super geni, me par de sentir el stesso fideismo dei comunisti nei anni ’40 e ’50 che diseva che Stalin iera l’omo più intelligente del genere umano.
    L’unica roba che son d’acordo con ti xe che xe un problema de etica. E la mancanza de etica – a mio avviso – xe una scarsa competenza

    A Jasna: son laureà col vecio ordinamento e lo ritengo migliore de quel attuale (i crediti me ga sempre fato cagar: no se pol ridur el sapere a un numero de crediti acquisidi). Dopo me son anche dotorà al estero. E devo dir che all’estero go visto una maggior attenzion ai saperi che definirìa “non euclidei” (per esempio – per quanto riguarda l’economia – seminari ed esami sulla decrescita de Latouche, esami sula Tobin Tax, su alcuni esperimenti economici fatti in Argentina dopo la crisi, sull’Islanda post referndum, e anche sul tanto vituperà marxismo. No me risulta che ste robe vegni studiade nelle università italiane -me par che adiritura no se studia più el Capitale de Marx-, dove impera un “bocconianesimo liberista” e se studia solo quel. Spero de sbagliarme

  16. capitano ha detto:

    Come dixevo ad una mia collega quando raccoglievo mele d’estate per pagarme le tasse universitarie: odio il cottimo, mi fossi per un salario minimo sicuro.
    Me gà risposto che iero nato tardi e il socialismo reale iera falido.

  17. nick ha detto:

    nessun fideismo nella definizione super geni. Dico solo che chi guida i grandi gruppi finanziari è preparatissimo ma utilizza le competenze acquisite per generare profitto nel modo più rapido possibile e basta. Sono dei geni del male, se preferisci. Nel senso che non sono sprovveduti o incapaci, ma anzi capacissimi. Solo che si tratta di una capacità che produce esiti devastanti. Tutto qui
    L’etica una competenza? Se ne può discutere…

    Comunque, anche alla Bocconi si fanno i seminari sulla decrescita o sulla nuova costituzione islandese post crisi.
    Ma si tratta di chiacchiere scarsamente applicabili nel mondo reale.

  18. aldo ha detto:

    @14 nick

    buuhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!

    vara che a Barcola ciapando sol fazo trading sui derivati col celulare e co quel che guadagno invito una squinzia a zena e in disco la sera

  19. aldo ha detto:

    nick, a parte gli scherzi…

    i profitti dei grandi gruppi finanziari mondiali non c’entrano niente con le competenze e con la genialità, ma con il capitalismo oligopolistico e relazionale…

    …il mercato dei derivati, che vale circa 10 volte tanto l’economia reale, è gestito da pochi grandi gruppi (5-10 a seconda delle valutazioni) che tendenzialmente si muovono tutti insieme long o short su un obiettivo (per esempio i nostri Btp) determinando l’andamento del mercato per ottenere profitti sia dai rialzi che dai ribassi dei tassi d’interesse e degli indici azionari, ma…

    …e quando qualcosa va storto allora scatta il meccanismo relazionale col potere politico che assicura la socializzazione delle eventuali perdite con interventi pubblici per evitare il tracollo dell’intero sistema

    questo meccanismo da Robin Hood alla rovescia è quello che tiene l’economia mondiale sotto la minaccia perenne di una devastante crisi finanziaria e finora non si è fatto nulla per disinnescarlo attraverso la regolamentazione perchè evidentemente il peso dei politici è minimo in confronto a quello della finanza globale

    sono tutte cose dette, anche, sai da chi…

    …da Giulio Tremonti che non è proprio un fan del socialismo reale, e allora…

    …piuttosto che farsi in quattro per alimentare questo meccanismo da Robin Hood alla rovescia, stare a Barcola, nei limiti del possibile, è la cosa più intelligente da fare e infatti…

    …adesso prendo asciugamano e havaianas e vado!

  20. nick ha detto:

    “i profitti dei grandi gruppi finanziari mondiali non c’entrano niente con le competenze e con la genialità, ma con il capitalismo oligopolistico e relazionale…”

    domanda: ma tu sai cosa è un ETF? E come funziona?

    Quali sarebbero i 5 – 10 grandi gruppi ai quali fai riferimento? Sono curioso….

  21. capitano ha detto:

    Guardatevi Cosmopolis di Cronenberg alla fine del film c’è un interessante monologo sulla prostata asimmetrica. Il protagonista pensava che lo yuan avesse un andamento deterministico, ma l’economia come la natura non ama la simmetria e la società odierna, troppo dipendente dalla tecnologia, non si ritrova nell’asimmetria, sia essa quella del proprio corpo sia essa quella dei rapporti a cui si sono ridotti gli esseri umani (l’economia).

  22. aldo ha detto:

    Nick, so perfettamente cosa è un banalissimo ETF, un fondo a basso costo che clona un indice e che si può comprare e vendere in tempo reale con un click dal computer o dal cellulare, e allora?

    Tu pensi che i grandi profitti si fanno sapendo con la competenza di sapere come funzionano gli strumenti finanziari e con la genialità di “indovinare” come si muoveranno in futuro?

    Ah, Nick, beata ingenuità! I mercati sono fatti di domanda e offerta e il prezzo varia in funzione della quantità di domanda e offerta e chi determina la quantità di domanda e offerta se non quei 5-10 gruppi globali di banche d’investimento (tra i primi 5, 4 americani e 1 tedesco) che controllano il mercato?

    Non posso svelarti quali sono perchè è un segreto…ho preparato la sacca e adesso vado a Barcola!

  23. nick ha detto:

    bè, creare un ETF, per esempio, non è proprio una cosa banale.
    Le banche d’investimento? a parte che sarei curioso di sapere quale è quella tedesca…
    ma gli hedge funds non li prendi in considerazione? E chi fa high frequency trading?
    Nemmeno?
    E anche lì non si tratta di una cosa proprio banale…
    Magari fosse solo una questione di domanda e offerta….

  24. Jasna ha detto:

    @sfsn

    Sui crediti: dovrebbero corrispondere alla mole di lavoro intesa come ore di studio e lezione frontale, una sorta di unità di misura. Purtroppo in 5 anni di università posso garantirti che raramente un esame da 6 CFU si differenzia da uno da 10, anzi: studi un casino per un peso percentuale sulla media irrisorio. Credo che gli esami fossero ancora “pesati” quando ho fatto la triennale, alla specialistica hanno fatto la media e basta. Spero di aver interpretato correttamente quello che volevi dire.

    Per quanto riguarda la qualità di un ordinamento rispetto all’altro non parlo: io ho fatto il nuovo e non conosco il tuo, ma almeno non sparo a zero. Come ben saprai la qualità cambia molto anche tra facoltà di una stessa università, figuriamoci se un ordinamento pesa davvero rispetto all’impronta che danno i docenti ai corsi.

    Per quanto riguarda i programmi di economia, non ti so aiutare perché ho fatto qualche esame ma non era la mia materia principale.

    Infine, per i corsi all’estero, in Austria ho visto che il livello di difficoltà dei corsi è da scuola superiore italiana (non dottorato, laurea).

  25. aldo ha detto:

    @23 Nick

    dal punto di vista tecnico gli ETF sono abbastanza banali perchè sono dei cloni che replicano un indice, mentre le high frequency trading sono molto sofisticate dal punto di vista tecnico, ma appunto sono delle tecniche e i profitti non vengono prodotti dagli strumenti finanziari, ma dal loro uso e allora, parlando dei derivati…

    …oltre il 90% del mercato dei derivati è controllato da 10 attori: Morgan Stanley, Bank of America, Citibank, Goldman Sachs, Berclays, Deutsche Bank, Ubs, Credit Suisse, Societè Generale, Bnp-Paribas…

    …e quindi si tratta di un mercato oligopolistico dove domanda e offerta sono create da pochi attori anche avvalendosi di tecniche come le high frequency trading, e…

    …secondo le stime della BIS di Basilea, che appunto elabora le stime sui derivati, a fronte di un PIL mondiale di 63 trilioni di dollari, la dimensione del mercato globale dei derivati quotati (futures e opzioni) è di 82 trilioni, ma questo non è niente perchè…

    …la dimensione dei derivati non quotati in nessun mercato (gli OTC-Over-The-Counter) supera i 700 trilioni (11 volte il PIL mondiale)che sfuggono a ogni supervisione esterna, istituzionale o dei mercati che sia, ma sono gestiti “privatamente” dagli attori citati all’inizio al fine di mantenere loro alti margini di profitto.

    Ma anche per i derivati di mercato (future e options) il giochetto non è difficile:
    ecco un piccolo esempio di come far salire i prezzi dei futures del petrolio se l’obiettivo è fare una speculazione long:
    le banche d’investimento tengono stoccati a terra e su navi cisterna milioni di barili fuori dal mercato e il prezzo sale, e se poi…

    …si vuole giocare al ribasso basta far entrare questi volumi stoccati sul mercato per far scendere i prezzi e dunque…

    …questi profitti non vengono da competenze tecniche e geniali previsioni sul futuro, ma dal controllo oligopolistico di scambi quasi il 90% non di mercato e per la parte di mercato facilmente orientabili nella direzione voluta, ma

    …il problema più grosso è che tutta sta roba che vale 12 volte il PIL mondiale è come una bomba atomica finanziaria sulle nostre teste e oggi in particolare sulle nostre teste italiane ed europee perchè il giochetto viene fatto oggi prevalentemente sui tassi d’interesse dei nostri titoli di stato.

  26. sfsn ha detto:

    Jasna, forse te me ga stracapì:
    no sparo a zero sui laureai de vecio ordinamento o neolaureai con laurea breve, lungi da mi! Anzi, penso che voi sé la generazion che più paga el malgoverno dell’italia e la cattiva gestion dele università. Mi inveze sparo a zero su come xe stada riformada l’università, perchè credo che el novo ordinamento sia una boiada rispeto a come iera el vecio, ribadisso che i cfu xe una cagada, e quando digo che i “tecnici” ga una formazion tecnica e basta, senza una vision generale del mondo xe un discorso che val per l’intero sistema educativo e de ricerca italian.
    Mi go notà che nell università italiana (ma se podessi tranquillamente estender ale università americane) ghe xe un’attenzion esclusiva ala materia che se studia senza che vegni fata un’analisi dell’impato che quela materia ga sul resto della società. E chi che inveze riva a far questo salto mentale lo fa solo perchè ga più glava e no perchè l’università lo porta a questo. Tanto per capirse, Einstein co el ga visto che l’atomica sarìa stada usada contro el Giapon e no contro i nazi, ga smesso de colaborar coi studi per meterla a punto, Oppenheimer inveze xe andà avanti. Secondo mi significa che el primo gaveva una visione globale del senso de quel che el fazeva, l’altro inveze iera un scienziato senza una vision generale e basta.

  27. nick ha detto:

    @25: certo, il funzionamento di un ETF, in termini teorici è abbastanza banale. Poi, voglio vederti quando vai a definire l’algoritmo che lo governa.
    Ma finiamola qui, che se no andiamo davvero troppo per le lunghe.
    Io resto convinto che nel mondo della finanza c’è un tasso di competenze altissimo. a riprova, provate a guardare “Capitalism, a love story”, di Michael Moore, nella parte dove evidenziamo come tre quarti dei phd in matematica e fisica, negli Usa, sono stati assorbiti dal mondo delle banche e della finanza. E lo stesso avviene in Europa, e anche da noi.
    comunque complimenti per quello che hai scritto sul petrolio: prova a costruirci sopra uno strumento finanziario che protegga chi compra grandi volumi (compagnie aeree, di navigazione, etc.) e vendilo in giro. Se funziona davvero, e non scherzo, diventi milionario.

  28. nick ha detto:

    e cmq le high frequency trading non sono “tecniche”. Sono società vere e proprie: Tower research capital, Tradeworx, etc. E non c’entrano niente con i derivati. Il famoso crollo di Unicredit a gennaio (-40% in 3 giorni), ad esempio, potrebbe proprio essere dovuto all’azione di queste società…

  29. Jasna ha detto:

    @sfsn O magari Oppenheimer aveva semplicemente un’opinione diversa da Einstein.
    Il NO ha certamente dei demeriti avendo favorito, con le triennali, il proliferare di corsi fatti per fare cassa, e un sacco di gente ci è cascata e continua a cascarci. Però non vedo che differenza ci sia per corsi che malgrado il 3+2 sono rimasti uguali, tipo giurisprudenza o ingegneria (nel senso che comunque se non fai 5 anni non diventerai mai ingegnere né avvocato, e pazienza se esiste la triennale). Vorrei capire di cosa parli, sul serio.
    In più pare che il 3+2 abbia favorito l’aumento dei laureati in corso.
    Personalmente mi ha semplicemente permesso di aggiustare il tiro dopo la triennale.

  30. ufo ha detto:

    @17 “Non sono sprovveduti o incapaci, ma anzi capacissimi“!

    Vero. Mi no savessi nianca dove cominciar, a perder nove miliardi de dollari. Se vedi che go sbaia scole…

  31. nick ha detto:

    bè, bisogna vedere anche quanto hanno guadagnato prima, però.

  32. sfsn ha detto:

    sicuramente i ga guadagnà prima: per esempio l’amministrator delegato della Lehman Brothers l’anno del fallimento ga guadagnà 10 milioni de dollari. E questo perchè el iera falli, altrimenti el suo compenso annuo se aggirava intorno ai 30.

  33. sfsn ha detto:

    jasna: mi el novo ordinamento me par una cazada perchè per esempio i crediti formativi i te li dà anche su corsi tenudi da enti esterni che xe gestidi da “tutor” del tutto impreparai e non titolai (però no so se sta roba succedi anche a trieste). Inoltre col novo ordinamento xe nate le università telematiche che xe una truffa bela e bona.
    Per quanto riguarda l’altra roba che scrivo (la mancanza de preparazion SOCIALE del università) xe una mia critica etica a questo sistema, che esula da NO o VO: semplicemente me piasessi – per esempio – che ai ingegneri i ghe fazessi studiar esami che riguarda impatti ambientali e sociali dele grandi opere, ai economisti le conseguenze sociali de forme de licenziamenti di massa, ecc.

  34. Jasna ha detto:

    @sfsn Non avevo mai sentito sta cosa dei corsi esterni, sinceramente, ho studiato a Udine e fuori regione ma ho tanti amici che hanno studiato a TS e queste cose non le ho mai sentite nemmeno da loro. Meglio così.
    Per quanto riguarda gli impatti ambientali, credo proprio che qualcuno li studi, se esistono cose come la valutazione di impatto ambientale (quella che IKEA Villesse ha saltato, per intenderci). Verosimilmente accade lo stesso anche per lo studio di altre situazioni.

  35. capitano ha detto:

    Un professor una volta gà dito che fossi stado necessario un corso de epistemologia obbligatorio al primo anno.
    Mi no go mai capì iera serio o ne cioleva pel fioco.

  36. sfsn ha detto:

    Sì, però me sa che sti studi de impato ambientale sia a uso e consumo de chi paga i ingegneri (vedi Ikea o rigassificator o Tav)
    Inoltre no parlo solo de impatto ambientale, parlo anche de impatto sociale. Se un tecnico studiassi ste robe all’università, probabilmente el gavessi un poco de più scrupoli a collaborar con multinazionali più o meno banditesche come Ikea, GasNatural,NTV, Impregilo, ecc.
    Ma forse xe solo speranze mie: i soldi ghe piasi a tuti e iera anche chi usava i ebrei dei lager per farli lavorar come schiavi nele proprie aziende.

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