4 Luglio 2012

Maremetraggio: 3 cheers (e 9 storie) per l’energia positiva

Domenica 1 luglio, serata di energia positiva. Un energia figlia della speranza, che caratterizza tutte le storie proposte da Maremetraggio per l’appuntamento inaugurale del festival, giunto alla sua XIII edizione. In occasione della finale degli Europei, trasmessa su maxischermo in piazza Unità, le proiezioni serali sono state spostate al teatro Miela. L’evento si è fatto filo conduttore per un messaggio positivo, che passa dai cortometraggi tedeschi, a quelli irlandesifino  a quelli canadesi, toccando così i diversi continenti.

Tutte le pellicole protagoniste della prima serata sono portatrici di un significato  forte, a partire da quelle brevissime di Matthias Zuder e Martin Thibaudeau. Racconti di giudizi e pregiudizi, di ripensamenti, di rivincite.
Tanto ha da dire il surreale “Begengnug” di Matthias Zuder, con la sua semplice storia: Hanna, di classe borghese, scopre un senzatetto nel suo sottoscala. L’uomo comincia a vivere anche negli incubi che la donna fa ad occhi chiusi quanto aperti. Gli incubi finiscono con un incontro che sarà per Hanna rivelatore.
O ancora, bastano i 5 minuti di “Sang Froid” del regista Martin Thibaudeau per dire tutto. Proprio sulla comunicazione si basa questa clip: una donna disperata porta suo figlio in ospedale perchè doni il sangue alla sorellina. Quando il bambino si dichiara pronto a morire per la sorella, la donna capisce i propri errori.

Il rapporto genitori e figli è anche il tema di “Even gods” di Phil Harrison, anche se in questa pellicola si guarda alla figura paterna. Highie  viene contattato dalla figlia  dopo 13 anni di silenzio. I due si incontrano, e Highie conosce la sua nipotina. La distanza tanto tra Highie e la figlia, quanto tra lui e la nipote sembra incolmabile. Ma una poesia araba, messaggio di amore, lega i tre insieme.
La rivincita, invece, si trova in “Je vous prie de sortir” di Valérie Theodore. Remy, senzatetto, trova un invito per una cena gastronomica organizzata da un lussuoso ristorante. Come da copione, l’uomo si presenta con degli abiti eleganti.  La cena si rivelerà una pantomima insostenibile, tra gaffe e scambi di persona, dalla quale Remy ne uscirà dignitosamente riacquistando la sua identità.

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