21 Giugno 2012

Studi di Nomisma e Rina: la risposta del Tavolo Tecnico

Troppe volte la scienza viene usata, dai media e dai politici, per dimostrare quel che si vuol dimostrare. Questo atteggiamento danneggia gli interessi dei cittadini. Ne sono convinti i professori del Tavolo Tecnico Rigassificatori, oggi transazionale, i quali contestano l’utilizzo improprio di dati scientifici provenienti da Nomisma e Rina che “poco hanno a che fare con la vera disamina scientifica al progetto del Rigassificatore di Zaule”.

Il TTRT è composto da più di venti docenti e ricercatori dell’Università degli Studi di Trieste, del OGS, dell’ISMAR,. del CNR, tra i quali alcuni dei migliori oceanografi e modellisti idrodinamici italiani.

Pubblichiamo integralmente la lettera, inviata nei giorni scorsi agli organi di stampa:

 

Rigassificatore di Zaule: note sulle relazioni della Nomisma e del Registro Navale Italiano fornite da Gasnatural.

Dai riscontri che abbiamo, l’Opinione pubblica attenta al progetto del rigassificatore ha notato come Gasnatural non abbia mai replicato alle analisi tecniche della ventina di ricercatori e docenti del Tavolo tecnico dei Vigili del Fuoco della UIL, che hanno individuato nel progetto dati e relazioni non corrispondenti alla realtà (per i dettagli, vedere qui: http://www.uilvvf.fvg.it/disamine_tavolo_rigassificatori_ts.zip).

Ora Gasnatural ha fornito una relazione della società Nomisma ed un’altra del Rina (Registro Navale Italiano). Vediamole in breve. Notoriamente, Nomisma venne organizzata scientificamente 30 anni fa da Romano Prodi.
Molti di noi ne sono estimatori, ma il pubblico deve sapere che quella società non spende il proprio nome a garanzia della sicurezza di Trieste e della tutela ambientale del Golfo (né lo potrebbe fare, perché non ha competenze in merito).

Nomisma ha trattato – legittimamente, a pagamento – solo aspetti economici; dal punto di vista burocratico, il progetto aveva infatti le carte ambientali e di sicurezza già in regola, Nomisma non poteva che prenderne atto e passare agli aspetti di propria competenza.

Siamo noi, tutti noi che ci siamo in mezzo, che dobbiamo ricordare come le carte approvate a Roma non presentino e valutino le vere situazioni di rischio, per l’uomo e per il Golfo (i lettori lo possono verificare personalmente attraverso il sito citato) e che è questo il grave problema della città e del suo mare.

Davvero qualcuno non ha ancora capito che i progettisti hanno dribblato in tutti i modi la verifica dell’Effetto domino (la compatibilità con altri impianti pericolosi)?
E omesso di valutare a fondo il rischio per i quartieri residenziali in zona?
Non solo, hanno sbagliato e inventato i dati meteomarini utilizzati per calcolare la manovrabilità in sicurezza delle navi gasiere (calcoli, oltrettutto – incredibile ma vero – anonimi e non firmati).

Hanno dichiarato che non esistono dati di temperatura rappresentativi della Baia di Muggia – ma figuriamoci! – e continuato ad usare le più favorevoli temperature a nord di Ancona, e poi hanno solo fatto finta di calcolare il raffreddamento della baia, nascondendo che in inverno l’impianto dovrà ricorrere ad altre tecniche di riscaldamento del gas, per evitare il congelamento del mare a partire dal fondo baia.

Tutto pur di non farlo sapere alla popolazione. Come è stato possibile? Bisogna dirlo chiaro, finalmente: grazie a leggi fatte male e alla sciatteria degli uffici e degli Enti pubblici, che dovrebbero tutelare la Comunità.

Nomisma può dire di non saperlo perché non è di sua competenza, sono le regole del “gioco” di una società di consulenza.
Quello che è mancato è un competente controllo pubblico.

Passiamo alla relazione del Rina (di cui sono note solo singole frasi passate alla stampa dagli interessati).
E’comunque importante sapere che il Rina non è più il Registro Navale Italiano di una volta, con competenze molto specifiche.

“Deregulation” e privatizzazioni lo hanno trasformato in una SpA, che vende sul mercato le più varie certificazioni e consulenze ingegneristiche, anche non di carattere navale.
Desiderate che un banalissimo dato sul traffico («109 metaniere/anno portano a un incremento dal 21 al 26%» come riportato dalla stampa) venga riportato su carta intestata di Rina SpA, in modo da “far più scena”?
Date un incarico, pagate ed intascate il pezzo di carta da passare ai giornali.
Quanti lettori capiranno che trattare l’argomento del passaggio delle navi gasiere in questo modo significa considerare la carica di rischio di questi navigli alla
stregua di quella delle bananiere?

Per quel poco che se ne sa, la relazione di Rina SpA si occupa solo del numero di navi in transito; non tiene conto nè degli impatti sulla sicurezza della popolazione civile e degli addetti alle operazioni portuali, né della circostanza che «un terminale di rigassificazione comporta dei vincoli per il territorio circostante e per la movimentazione dei traffici del porto».

Non lo abbiamo detto noi, lo ha dichiarato più volte l’attuale Ministro per l’Ambiente.
Secondo il presidente degli industriali, «il rigassificatore è utile, ma in sicurezza, con accettabile impatto ambientale, senza confliggere con le attività portuali». Presidente Razeto, purtroppo sono “ma” impossibili in quel sito!

Perché la Regione, la Capitaneria di Porto, l’Autorità Portuale non hanno mai chiesto all’IMO di Londra se le aree di interdizione alla navigazione attorno alle navi gasiere in manovra, ed anche all’attracco in fase di scarico, bloccheranno la baia e il canale sud?
Perché qualcuno di questi enti non accerta se il rigassificatore sia compatibile col raddoppio del molo VII, il nuovo VIII, il terminal alle Noghere, la stessa piattaforma logistica? Perché?

Tavolo Tecnico Rigassificatori Trieste della UIL-Vigili del Fuoco

 

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75 commenti a Studi di Nomisma e Rina: la risposta del Tavolo Tecnico

  1. Stefano Bertuzzi ha detto:

    @Si può fare… e si può anche dire ciò che si vuole senza portare dati concreti alle proprie tesi. Il Tavolo tecnico i dati concreti li ha portati più volte e non ha di certo bisogno di dimostrare ulteriormente la credibilità che si è guadagnato con un lavoro lungo e certosino. Ma tanto la tastiera si lascia scrivere: possiamo anche dire che le mele sono blu e le banane viola ma ripeterlo di continuo non lo fa diventare per forza vero!

  2. Stefano Bertuzzi ha detto:

    @si può fare, sono abbastanza maturo da non rispondere alle provocazioni proprio perchè ho ben altri scopi nella vita. Come già detto e ribadito non è compito mio difendere un Tavolo che si difende tranquillamente con la forza delle argomentazioni e non con quella delle illazioni gratuite e mai argomentate che leggo da parte di altri.

  3. sergio Zerial ha detto:

    @ “si può fare”, tu che sei tanto sicuro e proteggi il progetto perchè non ti fai riconoscere con un nome e cognome???, Sarebbe cosa molto gradita che scrivessi le tue opinioni, mi danno fastidio quelli che per motivi così importanti per la città e in specialmodo per la popolazione si nascondono dietro un pseudonimo, suvvia fatti coraggio e dicci chi sei

  4. bonalama ha detto:

    ehm sembra si sia toccato un nervo scoperto! bene così!

  5. Redazione ha detto:

    @ Si può fare: commento cancellato, perché lesivo e non pertinente all’argomento trattato. Ricordiamo che di norma i commenti andrebbero firmati con nome e cognome, anche per dare modo agli interessati di replicare.

  6. sergio Zerial ha detto:

    @ Redazione

    sarebbe interessante sapere quello che ha scritto “si può fare” ci sono molti frequentatori che non hanno il coraggio di mettere il proprio nome e cognome, come già scritto a temi che non riguardano politica o altro, ma che riguardano il futuro della nostra città come fabbriche rigassificatori e altro, dovremmo noi e non la politica decidere del nostro futuro con studi sui progetti reali e non di parte, con tutto quello che succede nella politica italiana io sono sempre propensoa credere che ci siano interessi occulti, perciò la Redazione in questi casi dovrebbe obbligare a chi scrive il nome e cognome reale, di ipocrisia nelle persone ce ne già troppa

  7. Robin Manzotisca ha detto:

    Mi è arrivato questo articolo in condivisione su facebook, voi che ne pensate? io personalmente ero contrario sulla base di quanto letto dal TTRT, ora però francamente non lo so più. In ogni caso, che ne pensate? chi è questo tale che scrive? è qualificato?
    http://container.area.trieste.it/storage/06af63e826f3685dd27b324dd29b9435/Libera_informazione.pdf

  8. bonalama ha detto:

    ha dato dei pezzenti al tavolo ttrt e ha citato altre organizzazioni ritenute + credibili

  9. Robin Manzotisca ha detto:

    in che senso ha dato dei pezzenti? dove?

  10. bonalama ha detto:

    pezzenti in senso ampio, io ho capito che al tavolo tecnico sono degli incapaci e che altre istituzioni hanno ben altre credenziali, ma se il post è morto, de hoc satis

  11. si può fare ha detto:

    mi dispiace ma mi piace troppo il mio nickname, è una sfida all’immobilismo di una parte dei cittadini di Trieste, a quelli che dicono sempre “no se pol” semplicemente per partito preso, pechè vogliono decidere anche per gli altri, la maggioranza silenziosa. io a questo gioco non ci sto.

  12. bonalama ha detto:

    basta fare un po’ (o un tanto) di net-surfing per farsi un’idea se lo scritto è ok. o meglio uno surfa e poi decide

  13. si può fare ha detto:

    il documento di Cristiano Zambon (che è ingegnere e lavora come tale ndr.) è risultato di un lavoro di ricerca approfondito, ben fatto, che smentisce le follie che si vanno raccontando sul rigassificatore. e siccome è ben argomentato, con fondamenti scientifici e citando le fonti, crea fastidi. vi consiglio di leggerlo, pur essendo un documento tecnico è scorrevole e comprensibile da tutti.

  14. si può fare ha detto:

    piccola nota per il moderatore della discussione: da una redazione che pubblica un articolo del tavolo in questione dove, fra le righe, dicono che basta pagare per avere i risultati ad hoc da diffondere fra le persone “che non sanno” non accetto lezioni di etica.

  15. Dario Predonzan ha detto:

    Il documento di quell’ing. Zambon è tanto ben fatto che spaccia una balla colossale: scrive infatti che la Repubblica Slovena si oppone al rigassificatore di Trieste ma ne proposne contemporaneamente uno a Capodistria. Falso, perché quel progetto di Capodistria, presentato da una società tedesca (non dalla Repubblica di Slovenia…), è stato respinto da tutte le istituzioni slovene e non compare infatti nel Piano Energetico Nazionale della Slovenia. La quale Slovenia non è certo immune da critiche (il P.E.N. – loro almeno ce l’hanno e l’Italia no… – punta al raddoppio della centrale nucleare di Krsko e al mantenimento in funzione di quella attuale fino al 2043!), ma pare comunque un po’ più seria del nostro Paese.
    Se l’ingegnere, che di cose ambientali deve capire pochino, si prendesse la briga di analizzare seriamente come il Ministero dell’ambiente ha gestito la VIA sul progetto di GasNatural, lo capirebbe. Invece preferisce prendere per oro colato le conclusioni del decreto VIA, senza il minimo approfondimento.
    Meglio forse che dedichi il suo prezioso tempo al lavoro, dove potrà fare certo qualcosa di buono.

  16. Cristiano Zambon ha detto:

    Carissimo Sig. Predonzan,
    le confermo assolutamente che “di cose ambientali” capisco pochino. Del resto, la “coseambientalilogia” non è una scienza di cui sia facile essere esperti.
    Proprio perchè non sono esperto, lascio che chi è esperto sul serio faccia il suo lavoro. Se lo Stato Italiano ha approvato la VIA, visto che non è il mio campo non posso fare altro che fidarmi della competenza di chi l’ha data. Esistono delle leggi e delle norme, quando un progetto le rispetta, o si contestano le norme, o si tace. Se poi vuole presupporre che il Ministero dell’Ambiente abbia concesso la VIA per motivi differenti da quelli previsti dalle norme e dalla legge, allora presenti un esposto e denunci i responsabili. Star qui a parlare di aria fritta non ha senso alcuno. Se invece ritiene che le norme e le leggi vigenti siano inadeguate, allora ne proponga una di nuova. La GN o il rigassificatore di Zaule con questo non c’entrano. E non mi venga a dire che il ricorso WWF + Slovenia al TAR del Lazio è appunto una denuncia, perchè il testo dell’esposto contiene una marea di inesattezze che se ha piacere posso elencarle, ma che trova comunque nel mio scritto.
    Per quanto riguarda la Slovenia, ho letto un articolo un paio di mesi fa che diceva l’opposto di quanto afferma lei: la Slovenia sta cercando di far approvare il progetto che, come dice lei, è tedesco (così come quello di Zaule è Spagnolo). La notizia che Lubiana ha bocciato il progetto è del 29 maggio, successiva quindi alla stesura dell’articolo. Cmq, se su 17 pagine quelle 2 righe (due righe) le danno tanto fastidio, è libero di sbianchettarle (così il TTRT è felice) e leggere il resto. Trovo curioso e interessante che su tutte le rimostranze che ho esposto, abbia trovato da ridire solo su quelle due righe….evidentemente non ho fatto un lavoro così pessimo, per uno che di “cose ambientali ne capisce pochino”…non le pare?

  17. Cristiano Zambon ha detto:

    mi correggo da solo. Se ho ben capito da una ricerca un pelo più accurata, la bocciatura del rigassifictore a Capodistria risale al 29 maggio del 2009. Sono abbastanza certo di aver avuto notizie più recenti di un cambiamento di rotta, ma visto che non riesco a ritrovarle (per ora…sono le 2 di notte, vedremo domani) possiamo lasciar cadere la questione. Cancellerò quelle due righe dallo scritto se non trovo nulla, tanto erano un inciso che poco o nulla aveva a che fare con il discorso generale.
    Se poi il sig. Predonzan, che di “cose ambientali” evidentemente ritiene di capirne molto, ci spiega quali sarebbero le sue rimostranze magari possiamo discuterne, visto che di discussione si è sempre trattato fino agli ultimi inaccettabili articoli del TTRT, che sono usciti dalla via del dibattito per andare in quella delle offese.

  18. Redazione ha detto:

    @14:
    non si tratta di lezioni di etica, ma di regolamento del’uso di questo sito espresso chiaramente nel form per l’inserimento dei commenti:
    nome e cognome sono obbligatori.
    l’anonimato viene tollerato in caso di commenti civili e costruttivi. in caso di commenti offensivi o lesivi, gli utenti anonimi vengono considerati totalmente privi di alcun diritto.
    al prossimo commento anonimo lesivo, l’utente “si può fare” sarà bannato.

  19. Si può fare ha detto:

    Al redattore: pur di scrivere su di questo spazio, dove mi sto divertendo molto, cercherò di trattenere il mio sarcasmo nei confronti dei tavolieri…

  20. Dario Predonzan ha detto:

    Veda caro ing. Zambon, se le sue fonti di informazione sul rigassificatore sono gli articoli di giornale di qualche anno fa, magari solo IL PICCOLO, ben poco c’è da discutere…
    Io ho citato il P.E.N. sloveno (che è del 2011), dove, ribadisco, il rigassificatore di Capodistria non c’è.
    Quanto alla questione di come è stata gestita la procedura VIA, si legga – se ne ha il tempo – quello che il WWF ha scritto in proposito (cfr. il sito http://www.wwf.it/friuliveneziagiulia, sezione “documenti”, ma anche “archivio news”). Sarà una lettura un po’ faticosa e lunga, e di ciò mi scuso, ma vede la questione si trascina da oltre sei anni ed è alquanto complessa… Troverà lì anche altri elementi interessanti, da confrontare con quanto ha scritto lei nella sua relazioncina.
    Quanto all’esposto, la tranquillizzo: lo abbiamo presentato, come hanno fatto i Comuni di Muggia e Dolina.
    Mi permetto di segnalare – non se ne adonti – un’altra sua inesattezza: non abbiamo mai presentato alcun ricorso insieme alla Slovenia.
    Il primo ricorso (2009) al TAR del Lazio contro il decreto VIA è firmato da WWF e Legambiente. Poi ne sono seguiti altri: Comuni di Muggia e Dolina, Comune di Capodistria, l’associazione Greenaction. Tutti indipendenti l’uno dall’altro. La Slovenia non ha presentato alcun ricorso, né lo poteva fare essendo scaduti i termini, ma si è affiancata ad adiuvandum – nel 2011 – ad alcuni di quelli già presentati (quelli dei Comuni, a quanto mi risulta).

  21. Carlo ha detto:

    @ Cristiano,
    Nel tuo scritto indichi che la gasiera viene svuotata in 12 ore. Risulta anche a me, secondo quanto indicato dall’impianto di Porto Viro, che tratta navi di dimensioni analoghe a quelle del progetto per Zaule.
    Però poi prosegui indicando che la gasiera permarrà all’ormeggio – complessivamente – per 24 ore. Sai dirci, pfv, la fonte di questo dato ?
    Sempre Porto Viro indica in 54 ore la durata di un suo “slot di discarica”. La differenza tra i 2 tempi è sensibile, se da questa deriva un blocco del canale Sud del porto di Trieste per motivi di sicurezza.

  22. Cristiano Zambon ha detto:

    @20: se le mie fonti di informazione fossero il solo Piccolo, sarei d’accordo con voi, visto che pubblica una ed una sola voce. Quello che ha scritto il WWF a proposito l’ho già letto in lungo e in largo, non tema.
    E direi che lo dimostra il fatto che le sue uniche rimostranze continuano ad essere sul ricorso sloveno, e cioè sulle stesse uniche due righe di ieri.

    @21:nell’articolo tutte le fonti non documentate sono documenti resi pubblici da GN. Se vuoi sapere esattamente quale te lo ritrovo.
    Non so onestamente per quale motivo vi sia tale differenza, posso solo supporre che sia causata dalle operazioni di aggancio del braccio di scarico, che essendo molto più complesse (e pericolose) in mare aperto forse richiedono un’attesa media lunga.

    in ogni caso, non mi risulta che la presenza all’ormeggio delle gasiere comporti alcun blocco per ragioni di sicurezza.

  23. Carlo ha detto:

    @ 22
    Si, ok se metti a disposizione il documento GN o altra fonte con tempi di permanenza della nave all’ormeggio.
    A P.to Viro la nave è ormeggiata a una serie di briccole (che sorreggono un pontile) parallele al lato lungo dell’impianto – ma distaccate da questo – analogamente a quanto viene proposto per Zaule. Li siamo in mare aperto, qui siamo nel canalone della Bora e a ridosso di abitazioni ed industrie: sarebbe logico pretendere la stessa meticolosità ed attenzione per le operazioni di aggancio del braccio, anche a costo di allungare i tempi portandoli da 24 a 54 ore !
    Relativamente ad un’eventuale interdizione di transito nel canale Sud in presenza di metaniere, questo è il nodo della questione “blocco del traffico navale all’interno del porto”. In sintesi: la metaniera dovrebbe sempre essere in grado di prendere il largo, in qualsiasi momento, se scoppia un incidente in impianto. Indi dovrebbe avere il canale sempre libero.
    La Capitaneria dovrà esprimersi e intanto non l’ha ancora fatto. E’ una posizione pericolosamente attendista, che va stanata !

  24. Cristiano Zambon ha detto:

    @23: ok te lo cerco. Cmq, la bora soffia verso il mare, non dal mare, quindi non crea onde…purtroppo, Trieste sarebbe meta per tutti i surfisti del mondo 🙂

  25. Dario Predonzan ha detto:

    Mi permetta di dubitare, Zambon, che lei abbia davvero letto i documenti del WWF sul rigassificatore. Altrimenti si sarebbe reso conto del fatto che una delle nostre principali critiche al progetto – e alla procedura VIA – è relativa alla sterilizzazione di grandi masse d’acqua marina, conseguente alla combinazione del trattamento con cloro (e produzione di grandi quantità di cloroderivati tossici, altro argomento ignorato da GasNatural e dalla VIA) e allo scarico in mare delle frigorie “prelevate” dal GNL.
    Le consiglierei di leggere, o rileggere meglio, il documento del Comitato scientifico del WWF Trieste (4/10/2011) “L’utilizzo di acqua di mare negli impianti di rigassificazione del GNL”.
    Vista la superficialità e l’approssimazione con cui ha letto il nostro ricorso al TAR e l’inattendibilità delle informazioni giornalistiche su cui pare lei si sia principalmente basato, un ripassino direttamente sule fonti primarie non guasterebbe. Sempre che ne abbia il tempo, è chiaro.

  26. Carlo ha detto:

    @24
    Non crea onde d’accordo, ma tensioni sugli ormeggi si. Ursus docet (per ben 2 volte).

  27. Carlo ha detto:

    e comunque non è che a Porto Viro ci siano tante onde i più…

  28. Cristiano Zambon ha detto:

    @Dario Predonzan: non vedo per quale motivo, sempre, si debba passare dalla discussione al tentativo di screditamento. Ho letto della vostra preoccupazione sulla perdita di biomassa e l’ho anche riportato sull’articolo come punto aperto.

    un tanto per chiarirci, visto che qui sembra sia una caccia alle streghe più che una discussione, io non ho scritto quell’articolo nè sono qui a discutere con voi per difendere GN o il progetto. A me preme solo che non vengano dette fesserie e non vengano offesi dei professionisti da persone che non hanno le informazioni per valutare il loro lavoro.
    Nel ricorso WWF al TAR, che ho letto con attenzione, il WWF lamenta l’utilizzo di solfiti per abbattere la percentuale di cloro libero in uscita. E’ questa è una fesseria, quindi l’ho fatta notare nell’articolo. per quanto riguarda la perdita di biomassa, non ho trovato dati che certifichino esattamente questa perdita di biomassa, e a tal proposito ho inviato una mail con diverse domande all’ufficio preposto di GN (prensa@gasnatural.com, recuperabile facilmente dal sito http://www.gasnaturalitalia.com), nel momento in cui riceverò risposta la pubblicherò immediatamente.

  29. Triestin - No se pol ha detto:

    risposte da GN ? aspetta e spera

  30. Carlo ha detto:

    @ 28
    dici: “…il WWF lamenta l’utilizzo di solfiti per abbattere la percentuale di cloro libero in uscita. E’ questa è una fesseria”.
    No, non è una fesseria.
    La Scheda “D. MATERIE PRIME ED INTERMEDI – LOGISTICA MATERIE PRIME”
    (diponibile alla pagina http://container.area.trieste.it/storage/fcb47bda1e21564e57e352cb5796609d/Scheda_D.pdf) indica un consumo stimato annuale, per Zaule, di 550 ton/anno di metabisolfito di sodio, utilizzato nel “processo di neutralizzazione dell’ipoclorito”.

  31. Carlo ha detto:

    Sempre in merito alla clorazione ed all’impiego di bisolfito, GasNatural descrive in dettaglio il processo per l’impianto di Brindisi
    (http://container.area.trieste.it/storage/39bff7c93a25b85e02fa81a959163c58/Elettroclorazione_GasNatural_Brindisi.pdf).

    Il dosaggio di ipoclorito deve rispettare i seguenti criteri:
    – In caso di dosaggio ordinario (clorazione continua) l’acqua di mare
    arriva ai vaporizzatoricon un contenuto di cloro residuo di 0,6 ppm.
    – In caso di dosaggio eccezionale programmato (clorazione shock)
    l’acqua di mare arriva ai vaporizzatori con un contenuto di cloro residuo
    di 1,5 ppm. La clorazione shockdura 15 minuti e si effettua ogni 6-8
    ore.
    – Passaggio dell’acqua di mare nei vaporizzatori. La temperatura
    dell’acqua di mare diminuisce di 5ºC.
    – Si misura il cloro residuo all’uscita dai vaporizzatori. Quando il cloro
    residuo è più elevato di 0,2 mg/l, si realizza unariduzione dello stesso.
    La riduzione consiste nella miscelazione con bisolfito di sodio.

    Un tanto per rispondere a quanto affermi:
    “Secondo il WWF, infatti, tale concentrazione sarebbe superiore ai 2mg/litro, ma verrebbe poi abbattuta a valle, prima del reinserimento delle acque nel mare, mediante abbattitori chimici (solfiti). Questo è falso”.
    QUESTO NON E’ FALSO, E’ DOCUMENTATO !

  32. Carlo ha detto:

    Chiaramente Taranto, non Brindisi. Mi scuso per il lapsus.

  33. Carlo ha detto:

    E quando più sotto affermi:
    ” L’abbattimento chimico mediante
    solfiti è previsto solo ed esclusivamente come ulteriore sicurezza, nel caso in cui
    vi sia un guasto al sistema di clorazione. E’ quindi un espediente per inquinare
    meno, non un meschino tentativo di eludere le normative”,
    ti chiedo:
    550 TONNELLATE ALL’ANNO di bisolfito ti sembra un consumo “in sicurezza”, che scatta solo in caso di guasto ?

  34. Carlo ha detto:

    Ancora per rimanere sui temi che ho seguito io, desidererei chiarirmi/correggerti per quanto attiene la risospensione dei sedimnti ad opera delle navi.
    Il problema DOCUMENTATO – in area portuale – è la risospensione ad opera del flusso (d’acqua) delle eliche dei rimorchiatori, non delle navi.
    Questo per dire che non mi spaventa l’incremento del traffico navale in porto – anzi ben venga ! – ma quello delle navi che, pur con i motori al minimo, richiedono l’assistenza di 4 rimorchiatori (+ 1 di sicurezza).

  35. Poldo ha detto:

    ..se ben capiso alora, xe un enorme problema per barcola e le clanfe. Ciò, no se pol co’ l’acqua sporca..

  36. Carlo ha detto:

    Poldo, ti sei mai chiesto da dove arriva la schiumetta giallognola che regolarmente si presenta di pomeriggio, tra la pineta e Miramare ?
    Butta un cuck:
    http://container.area.trieste.it/storage/bb45a67014a5f1c6f3606cc9447e0705/Schiume_centrale_Elettrra.zip

  37. Stefano Bertuzzi ha detto:

    In merito all’interessante documento dell’Ing. Zambon ho scritto alcune considerazioni sul mio blog all’indirizzo: http://bertuzziinconsiglio.blogspot.it/2012/06/tornando-sul-rigassificatore-di-zaule.html.

  38. Dario Predonzan ha detto:

    Zambon mi consenta: un tentativo di screditamento non l’ha fatto anche lei? Cercando di accreditare la tesi, infondata, di una sorta di alleanza tra WWF e Slovenia (tanto da inventare d sana piante un inesistente ricorso al TAR, presentato assieme da un’associazione ambientalista e da un Governo, ipotesi già abbastanza assurda di per sè…) e lasciando intendere che saremmo perciò una sorta di strumento di un Governo straniero, per danneggiare gli interessi italiani a vantaggio di quelli sloveni.
    Se non è screditamento questo…
    Mi stia bene.

  39. bonalama ha detto:

    questa discussione è surreale, sembra fondata sul nulla tanto (le obiezioni al lavoro del ttrt sono inconsistenti, ) per stimare le forze in gioco E’ una mia impressione? L’Area è un serbatoio di informazioni, e il sito container ha un nome suggestivo…Tornando al punto: Avete presente Candide e il migliore dei mondi possibili? Caro Voltaire, avresti potuto scrivere CLORIDE…….

  40. Triestin - No se pol ha detto:

    per ripassar un poco sul rigassificador de Zaule questi anni, no basta el container https://sites.google.com/site/amicigolfots/

  41. bonalama ha detto:

    40 grazie

  42. bonalama ha detto:

    40 tante grazie

  43. Poldo ha detto:

    #36 Carlo

    Lo sai quanto inquina una sruttura come l’ospedale di Cattinara? Lo sai quanti rifiuti “speciali” produce? Quanta “schiumetta” che però tu non vedi?
    Quanti abitanti fa Trieste? E quanto “schiumetta” produce solo dalle sette alle nove del mattino? E con quali cicli viene trattata? E dove vanno a finire, schiumetta e trattamento?
    E sono più o meno delle 550 TONNELLATE ALL’ANNO di bisolfito previste dall’impianto?

  44. Carlo ha detto:

    @ 43
    Diamine, Poldo ! Un desìo de liquami infetti e panuzze fetide che da Cattinara finissi dove ? Direttamente in centro-golfo, attraverso un tunnel per neutrini (appositamente modificato da qualche ingegnere dell’Area). E tutto questo sotto gli occhi di tutti e nella totale indifferenza….
    Altroché scarichi della centrale Elettra e del rigassificatore, bubole ! Ben altri sono gli scarichi “problematici” che affliggono questo golfo.
    E intanto ‘sti cocai de ambientalisti che va a contar col bilancin le tonelate de bisolfito…

  45. bonalama ha detto:

    la cosa sta degenerando,carino il cloro che disinfetti i liquami ospedalieri, ma il golfo non era pulitissimo? (da schifi vari ovvio) ben venga se si scoprono le tombe quanto è stato nascosto negli anni? quanto va tutto bene madama la marchesa? se qc dice che cattinara inquina denunci se ne ha le “p..le”, merce rara attualmente. Punti critici ce n’è altri? LAGUNE????

  46. Cristiano Zambon ha detto:

    …uno non può stare via un giorno che si trova decine di post interessanti! 😀

    allora, un pò di risposte che riesco a dare al volo che oggi è bello e vado a Barcola…:P

    @38: se ho dato l’impressione di voler screditare il WWF ne sono molto dispiaciuto, le assicuro che ho il massimo del rispetto per l’organizzazione e per quello che fa. In realtà volevo screditare la Repubblica Slovena, e magari ho sbagliato rigassificatore per farlo..mi conferma che la Slovenia ha partecipazioni economiche nel proposto rigassificatore di Veglia?

    @39: il container di Area è solo un file disposer che Area mette a disposizione dei suoi insediati/dipendenti.

    @Carlo: le 550 tonnellate all’anno sono lo stoccaggio, non il previsto utilizzo. Nelle simulazioni di GN sulla concentrazione di cloreo libero non è previsto l’uso di solfito. Ma quando si dimensiona un serbatoio, bisogna farlo in modo che sia grosso abbastanza da bastare anche nelle condizioni peggiori.

  47. Cristiano Zambon ha detto:

    @23, ancora per Carlo: la Capitaneria di porto si è espressa chiaramente dicendo che non ci sono problemi:
    http://container.area.trieste.it/storage/22739f2fee76c06742704db3cd7b6e29/Parere_Capinateria_Trieste.pdf

    Per quanto riguarda le 24-54 ore, ho trovato i seguenti dati:

    Navi in arrivo a Rovigo: Qatar gas del tipo Q-Flex o Q-Max da 210.000 e 266.000 m3 rispettivamente.

    Navi in arrivo previste a Zaule: 140.000m3

    questo, sommato alle maggiori difficoltà di manovra in mare aperto, credo giustifichi la prolungata permanenza all’ormeggio nel terminale di Porto Viro.

  48. bonalama ha detto:

    “Nelle simulazioni di GN sulla concentrazione di cloreo libero non è previsto l’uso di solfito”

    ma avrebbe dovuto esserci nelle simulazioni? e poi perchè fidarsi delle simulazioni? una volta le regine davano alla luce in pubblico, ebbene si faccia una simulazione aperta al pubblico (con repliche)in contemporanea con più laboratori e si veda se c’è stato qualche problema……..

  49. Carlo ha detto:

    @46, sull’impiego di solfito.
    Dissento: lo stoccaggio lo definisco come volume (metri cubi), passi la massa (tonnellate). Ma la scheda “materie prime ed intermedi” parla invece di tonnellate/anno: è un consumo, così come la stessa scheda definisce la produzione (per auto-consumo) di ipoclorito di sodio e lo quantifica in 2.250 ton/anno. Neanche questo è uno stoccaggio. E via dicendo per tutti gli altri materiali DI CONSUMO, incluso il GNL.
    Il documento di Taranto parla chiaramente dell’impiego di bisolfito – cosa che non è stata fatta per Zaule – ma il procedimento sempre quello è: analogo il proponente, analogo l’impianto, analogo il periodo di progettazione. Solo che qui “le carte”, quelle scomode, vengono scoperte alla fine.

  50. Cristiano Zambon ha detto:

    @48: intendo dire che le simulazioni dimostrano che la percentuale di cloro libero sarebbe al di sotto dei limiti di norma senza l’uso di solfiti come abbattitori. Le simulazioni pubbliche poi non sono da prendere in cosiderazione…sono cose che potrebbe capire forse l’1% della popolazione mondiale, che le fai pubbliche a fare. In ogni caso, come detto nel mio scritto, non sono state effettuate da GN ma dalla DHI, gruppo danese di tutto rispetto (http://www.dhigroup.com).

    @49: Carlo, capisco il tuo punto di vista, ma come dici tu non c’è evidenza dell’abbattimento chimico per l’impianto di Zaule, quindi ho interpretato quei dati come “consumi massimi”, non come “consumi previsti”. Le tue osservazioni però sono intelligenti, quindi continuo con le mie ricerche e vediamo se ne salta fuori qualcosa. In ogni caso, ti ringrazio per il tono costruttivo, è raro trovare persone che discutono senza attaccare e/o offendere, soprattutto quando si parla del rigassificatore.

  51. Carlo ha detto:

    @ 47
    La questione del parere della Cap. Porto (nota 35366 del 15.11.2006) e della citata ordinanza (08/06, 11/05/2006, aggiornata con ord. 70/11) è stata dibattuta su Bora.la all’interno dell’articolo “Zanzottera – Niente scaricabarile sui vincoli legati al rigassificatore: è in gioco il futuro del Porto”, il 23-30 aprile scorsi, con un buon argomentare tra Spread, si può fare, Dario Predonzan, Triestin – No se pol e me.
    Non voglio tornare sulle stesse argomentazioni, per cui riporto di seguito quelli che per me sono stati i punti salienti.
    – (si può fare) la Capitaneria di Porto di Trieste con nota 35366 del 15.11.2006 ha comunicato che “il posizionamento del terminale GNL proposto dalla Gas Natural Internazionale SDG nell’ambito portuale di Trieste risulta essere compatibile con le misure di sicurezza per la navigazione in ambito portuale adottate con Ordinanza n. 08/06 in data 11 maggio di questa Capitaneria di Porto”.
    – (Carlo) L’ordinanza della Capitaneria di Porto [disponibile in rete] parla, all’articolo 6, della disciplina della navigazione nel Canale Sud e nell’adiacente area del Vallone di Muggia. Dice:
    6.2 Il Canale SUD in nessun caso potrà essere impegnato contemporaneamente da due navi.
    6.4 Non è consentito iniziare la manovra di entrata di una nave cisterna fino a quando non sia stata completata la manovra di uscita di un’altra unità.
    6.5 Quando una nave cisterna è in manovra è fatto divieto di iniziare qualsiasi altra manovra di navi ormeggiate nell’area Vallone di Muggia.
    Torno al punto che sollevavo [e che l’ordinanza non affronta] : la gasiera, in caso di emergenza, può trovarsi il canale “ostruito” da un’altra nave in transito ?
    – (Spread) agli scenari apocalittici descritti sopra mancano solo un meteorite dallo spazio e l’invasione degli alieni. Vorrei ricordare che: 1. l’ordinanza della capitaneria contempla già il traffico delle gasiere e fornisce le regole per la navigazione nel canale sud. E questo ha valore assoluto per legge. nessuna nave può navigare in quel tratto se non seguendo quelle regole.
    2. la capitaneria di Trieste prevede il passaggio di una sola nave (di qualsiasi tipo anche quelle con un carico di banane) alla volta perchè è particolarmente fiscale. Negli altri porti due navi possono passare contemporaneamente e i comandanti si salutano con la manina da quanto sono vicini.
    – (Carlo) gli scenari apocalittici prendono spunto dalla simulazione presentata da G.N. nel suo studio d’impatto ambientale. E’ la simulazione di una manovra d’emergenza [ovviamente con il canale Sud libero] e viene fornita una mappa con la successione della posizione della gasiera in sequenza temporale. Serve a dimostrare che la gasiera ha gli spazi sufficienti per manovrare – da sola senza l’ausilio dei rimorchiatori – e abbandonare l’ormeggio ed il porto.
    Meteoriti e alieni niente, ma lo scenario di una manovra d’emergenza si. Diciamo che è il minimo che uno si potrebbe aspettare, no ?
    Torniamo alla regolamentazione del traffico nel canale Sud. Quando una nave si muove, tutte le altre devono stare ferme. Questo viene detto, e su questo siamo entrambi d’accordo.
    Torno a chiedere: mi sai dire cosa succede quando una gasiera è ormeggiata al molo del terminal GNL ? Cosa garantisce che un requisito basilare che supporta lo schema di sicurezza presentato da G.N. [il canale è libero] sia rispettato ?

  52. Dario Predonzan ha detto:

    @ Zambon
    E’ vero, non è un mistero, la slovena Geoplin ha una partecipazione dell’1% (uno per cento) nella società che propone il progetto del rigassificatore di Omisalj, sull’isola di Veglia. Si può definire una partecipazione decisiva e strategica?
    Certo che confondere il progetto del rigassificatore di Capodistria con quello di Omisalj la dice lunga sull’approfondimento e sulla verifica delle sue fonti di informazione, non le pare?
    Davvero non voleva screditare il WWF, bensì la Slovenia, nel suo scritto? Mi risulta difficile crederlo, a giudicare da quello che si legge nel testo e dal tono dei suoi successivi interventi.
    In ogni caso io non ho invece alcun interesse a screditarla, anche perché lo trovo inutile: ci riesce benissimo da solo.
    Et de hoc satis (significa che non ho più intenzione di intervenire in questa discussione, per manifesta inutilità).

  53. Cristiano Zambon ha detto:

    @52: alla faccia..pensavo che l’ironia della frase “magari ho sbagliato il rigassificatore per farlo” fosse evidente, penso a questo punto di aver sopravvalutato il mio interlocutore. In ogni caso, mi sembra chiaro che Lei voglia abbandonare la discussione, visto che non ha nulla da dire, e mi riempie anche di felicità, visto che come interlocutore è capace solo di offendere. La mia credibilità come ingegnere la può chiedere a chi ha lavorato come me, le basta una telefonata in Area di ricerca per avere conferme. In ogni caso, mi metto un appunto di non leggere mai più ne di rispondere mai più ad alcun suo intervento. La ringrazio anche per la traduzione dal latino, in effetti 5 anni di liceo classico non mi erano assolutamente bastati per conoscere le 4 locuzioni che anche i più ignoranti conoscono. Se vuole ne so anche altre…ad captandum vulgus, homo homini lupus, mens sana in corpore sano, per aspera ad astra..contento così? se vuole le metto le traduzioni, ma tanto le trova su wikipedia alla stessa pagina dove ha trovato la sua.

    venendo invece ai discorsi fra persone moderate e aperte alla discussione:
    @Carlo: mi leggo tutto il thread che hai segnalato e ti rispondo, però domattina scusa ma ora ho un certo sonno 🙂

  54. Triestin - No se pol ha detto:

    Zambon, gavemo capì che te son sponsorizzà da Gas Natural, quindi no ga senso cercar de discuter e spiegarte le questioni tecniche o de cosa xe successo in questi anni che riguarda el rigassificador, xe solo tempo perso….per quanto riguarda Porto Viro te se devi ancora documentar : Terminale GNL Adriatico è impegnata nel gestire il Terminale di Rigassificazione e le
    operazioni di ormeggio e discarica delle Navi Metaniere nel rispetto delle norme e dei
    regolamenti internazionali come l’ International Convention for the Safety of Life and Sea (SOLAS) , convenzione internazionale dell’ Organizzazione Marittima
    Internazionale (IMO), volta a tutelare la sicurezza della navigazione mercantile, con
    esplicito riferimento alla salvaguardia della vita umana a bordo, ed i Regolamenti
    Marittimi locali, come l’ Ordinanza di sicurezza della Capitaneria del Porto di
    Chioggia n. 63/2008, che definisce tra l’altro regole precise per la navigazione nelle acque antistanti il terminale, con l’obiettivo di garantire la sicurezza.
    Con lo stesso intento, è stata istituita un’area di interdizione al volo sopra il terminale. Terminale GNL Adriatico ha implementato piani e procedure ed addestrato il suo personale a misure di prevenzione contro le minacce alla sicurezza del terminale e delle Navi Metaniere all’interno del sistema SHEMS. ( esisti anche un’area de interdizion al volo sopra el terminale, che strano ing. Zambon ) http://www.autorita.energia.it/allegati/operatori/gas/codicerigass_terminaleGNLAdriatico.pdf

  55. Carlo ha detto:

    @ Materie prime e prodotti intermedi
    Dalla Relazione Tecnica AIA, Allegato 1, pag. 48 – Maggio 2012:
    Metabisolfito di sodio per neutralizzazione dell’ipoclorito (550 ton/anno) contenuto in serbatoio in HDPE di capacità 20 m3.

    @ Calcolo permanenza gasiere.
    Premesso che i 2 impainti (Porto Viro e Zaule) hanno la stessa capacità nominale di rigassificazione, dal sito del terminal Adria di Porto Viro (documento “Codice di Rigassificazione”) sappiamo che:
    “Slot di Discarica” significa il periodo di tempo durante il quale è programmato che una Nave Metaniera arrivi, effettui la Discarica e lasci l’ormeggio, restando inteso che in ogni caso tale periodo avrà inizio alle ore 12,00 e terminerà (a) decorso un periodo di 78 ore consecutive, per le Navi Metaniere che caricano GNL presso un porto non situato nel Mar Mediterraneo, o (b) decorso un periodo di 54 ore consecutive, per le Navi Metaniere che caricano presso un porto situato nel Mar Mediterraneo o (c) per la Capacità Spot, al momento specificato dal Gestore ai sensi dell’articolo 2.3 (e) del capitolo II (http://www.adriaticlng.com).
    Lo stesso documento specifica che la portata di discarica delle navi metaniere è di 12.000 m3/h. e che i sistemi di Discarica (3 bracci di discarica) permettono la discarica completa di una Nave Metaniera a pieno carico nell’arco di 12 ore di pompaggio ad una portata non inferiore ai 12.000 m3 all’ora.

    Tu dici che:
    – Navi in arrivo a Porto Viro: Qatar gas del tipo Q-Flex o Q-Max da 210.000 e 266.000 m3 rispettivamente.
    – Navi in arrivo previste a Zaule: 140.000m3

    Vorrei dimostrarti che a Poro Viro arrivano navi delle 2 tipologie, “piccola” e “grande”, così come già si deduce dalle 2 diverse tempistiche (54 ore per le piccole, 78 ore per le grandi).
    Zaule
    109 toccate (da progetto) * 140.000 m3 di GNL * 600 (dilatazione x passaggio di fase) = 9,156 miliardi m3 metano (+/- capacità nominale dell’impianto)
    Porto Viro
    1 anno = 8760 ore
    8760 ore / 54 (durata di uno slot di discarica) = 162 toccate
    162 toccate * 210.000 m3 * 600 >> 8 miliardi m3 metano (capacità nominale dell’impianto)

    Con questo, voglio dire che a Zaule l’ormeggio potrà essere impegnato per 54 ore consecutive per 109 toccate, quindi per 5.886 ore all’anno (67,2% del tempo).
    Ne consegue la classica mia domanda che ripeterò sino alla noia: il Canale SUD rimarrà transitabile solo per il restante 32,8% del tempo ?

    Bon, vado in busta anca mi….

  56. Carlo ha detto:

    P.S. – Controprova
    Porto Viro:”…la portata di discarica delle navi metaniere è di 12.000 m3/h. e che i sistemi di Discarica (3 bracci di discarica) permettono la discarica completa di una Nave Metaniera a pieno carico nell’arco di 12 ore di pompaggio ad una portata non inferiore ai 12.000 m3 all’ora”.
    12 ore * 12.000 m3/h = 144.000 m3 (capacità di una gasiera “piccola”)

  57. Cristiano Zambon ha detto:

    @54: sponsorizzà de gas natural un CA_ZO (trova la lettera mancante), e no sta permetterte mai più. Come ogni volta, chi ga un’opinion divrsa, xè automaticamente pagà.

    A ti chi te paga per scriver ‘ste monade, pure offensive?

    Quel che te ga scritto no ga senso alcuno e xè completamente offtopic.

  58. Cristiano Zambon ha detto:

    ps per la redazione: ma non sarebbe obbligatorio mettere nome e cognome?

  59. Carlo ha detto:

    @ Stoccaggio / consumo bisolfito
    Il Metabisolfito di sodio per neutralizzazione dell’ipoclorito (550 ton/anno) è contenuto in serbatoio in HDPE di capacità 20 m3.

    @ Permanenza nave gasiera
    I 2 impianti di Porto Viro e di Zaule sono caratterizzati dalla stessa capacità nominale di rigassificazione: 8 miliardi di m3/anno.
    Dal “Codice di Rigassificazione” disponibile per il terminal Adria di Porto Viro (link @54) sappiamo che:
    “Slot di Discarica” significa il periodo di tempo durante il quale è programmato che una Nave Metaniera arrivi, effettui la Discarica e lasci l’ormeggio, restando inteso che in ogni caso tale periodo avrà inizio alle ore 12,00 e terminerà (a) decorso un periodo di 78 ore consecutive, per le Navi Metaniere che caricano GNL presso un porto non situato nel Mar Mediterraneo, o (b) decorso un periodo di 54 ore consecutive, per le Navi Metaniere che caricano presso un porto situato nel Mar Mediterraneo o (c) per la Capacità Spot, al momento specificato dal Gestore ai sensi dell’articolo 2.3 (e) del capitolo II.
    Lo stesso documento specifica che la portata di discarica delle navi metaniere è di 12.000 m3/h. e che i sistemi di Discarica (3 bracci di discarica) permettono la discarica completa di una Nave Metaniera a pieno carico nell’arco di 12 ore di pompaggio ad una portata non inferiore ai 12.000 m3 all’ora.

    Tu dici che:
    – Navi in arrivo a Porto Viro: Qatar gas del tipo Q-Flex o Q-Max da 210.000 e 266.000 m3 rispettivamente.
    – Navi in arrivo previste a Zaule: 140.000m3

    Ti vorrei dimostrare che a Porto Viro arrivano anche navi “piccole” (come quelle di Zaule), così come si potrebbe dedurre dalle 2 diverse durate degli slot di discarica, 54 oppure 78 ore.
    – Zaule:
    109 toccate (dato di progetto) * 140.000 m3 * 600 (dilatazione per trasformaz. di fase) = 9,16 miliardi m3 metano (+/- capacità nominale impianto)
    – Porto Viro:
    1anno = 8760 ore
    8760 / 78 (durata slot “lungo”) = 112 toccate
    112 toccate * 210.000 * 600 = 14 miliardi m3 (>> capacità nominale impianto)

    Quindi a Porto Viro arrivano tipologie “grandi” e “piccole” di metaniere.
    Controprova:
    “ i sistemi di Discarica permettono la discarica completa di una Nave Metaniera a pieno carico nell’arco di 12 ore di pompaggio ad una portata non inferiore ai 12.000 m3 all’ora”
    12 ore * 12.000 m3/h = 144.000 m3 (capacità di una metaniera “piccola”).

    Tutto questo per dire che, a Zaule, il terminal (e il canale Sud) sarebbero impegnati per:
    109 toccate/anno * 54 ore = 5886 ore/anno (67,2% di un anno)
    La domanda – che ripeterò sino alla noia – è: per tutti gli altri traffici, il Canale SUD sarà disponibile solo per il restante 32,8 % del tempo ?

  60. nick ha detto:

    trovo insopportabile che chi sul rigassificatore ha un’opinione diversa dal “no senza se e senza ma” venga tacciato di mercenarismo.

  61. Robin ha detto:

    @Carlo: una domanda..mi sai dire quanto tempo impiegherebbe la gasiera per effettuare la manovra di emergenza? intendo..distacco dal molo e inversione di rotta. Credo siano piuttosto lente, no?

  62. Carlo ha detto:

    Beh, nick, qualche post più sopra (17, 20, 38, 52) vedrai che il WWF era tacciato di “collaborazionismo” filo-sloveno finalizzato ad affossare il progetto di Zaule a favore di uno in Slovenia (oppure uno in Croazia ma con partecipazione Slovena).
    Basterebbe mettersi d’accordo per un progetto sostenibile (alternative esistono, sono già state discusse) e tutti quanti saremmo meno esasperati.

  63. Redazione ha detto:

    @58:
    sì.
    ma vengono tollerati anche commenti anonimi purchè costruttivi e civili.

  64. nick ha detto:

    @62: concordo. Il dibattito ha preso una piega “dura”. Sono d’accordo: serve un percorso condiviso. Io personalmente credo che nel futuro di Trieste non possa non esserci spazio per l’industria. Non siamo Firenze, e nemmeno Rimini. Non possiamo pensare di vivere di turismo, e nemmeno di convegnistica. Purtroppo il passato industriale della città ha una serie di pagine oscure, che pesano ancora oggi.

  65. Carlo ha detto:

    @ Robin
    mi dispiace, non ho idea. Sono “conduttore per il traffico marittimo locale” (entry level dei titoli professionali marittimi), ma qui dovrei azzardare. Preferisco non farlo.

  66. Robin ha detto:

    @Carlo: faccio questa domanda perchè, da inetto inesperto, immagino che le gasiere siano lente e che quindi, anche se il canale fosse occupato in caso di manovra di emergenza, lo si potrebbe sgomberare facilmente mentre la gasiera fa le sue manovre. Voglio dire…non credo ci siano navi che sostano in mezzo al canale, ma solo navi di passaggio che immagino possano sfilare la gasiera se già in posizione di “impegno”, o semplicemente fermarsi e lasciarla passare se più indietro…

  67. Carlo ha detto:

    Una considerazione riguarderebbe, per quanto dici, il “pescaggio” della nave che in quel momento occupa il canale. Una petroliera può andare solo avanti e indietro lungo il canale, che è dragato e mantenuto ad una profondità adeguata alle petroliere. Al di fuori del canale andrebbe ad arenarsi all’interno della baia, quindi sarebbe d’ostacolo per la gasiera “in emergenza”.

  68. Cristiano Zambon ha detto:

    @60, 62: questa è la frase per la quale vengo accusato di aver “tacciato il WWF di “collaborazionismo” filo-sloveno finalizzato ad affossare il progetto di Zaule a favore di uno in Slovenia “:

    “Il WWF, nel suo esposto al TAR del Lazio curiosamente firmato anche dalla Repubblica Slovena, che da una parte lamenta i danni ambientali del rigassificatore mentre dall’altra ne propone uno alternativo a Capodistria, ”

    a me pare evidente la critica non al WWF ma alla Slovenia, al massimo ho accusato il WWF di opportunismo, di aver cioè sfruttato l’appoggio di un paese straniero anche se le motivazioni di tale appoggio non erano ambientali ma di convenienza economica.Ma questo proprio “al massimo”, sono cose che ho pensato ma che non ho scritto.

  69. Carlo ha detto:

    Cristiano, credimi, non c’era alcuna vena polemica.

  70. Robin ha detto:

    @67: ma le petroliere si fermerebbero prima, non andando a intralciare la manovra di inversione di rotta della gasiera. Però…le gasiere devono anche loro usare lo stesso canale o pescando meno delle petroliere hanno navigazione libera?

  71. Cristiano Zambon ha detto:

    @69: Carlo, ti credo, però quello che ho scritto è esattamente quanto ho riportato nell’articolo, se non avessi replicato Nick dal tuo intervento avrebbe potuto pensare che avessi scritto chissà ché, cosa che onestamente non mi sembra.

  72. Carlo ha detto:

    @ 71: hai fatto bene a puntualizzare/ri-attualizzare la tua posizione. La prossima volta anch’io starò più attento a non giocare troppo con le parole.
    @72: le gasiere pescano qualcosa come 2-3 metri meno delle petroliere [e questo è un aspetto positivo per la risospensione dei sedimenti]. Indi a loro è possibile muoversi anche trasversalmente al canale, alle petroliere no.
    Il problema potrebbe porsi al momento in cui una petroliera è entrata al di qua delle dighe [a pieno carico, incanalata nel suo “fosso”] per andare alla SIOT. Farebbe da “tappo” ad una gasiera che dovesse uscire in emergenza.

  73. Robin ha detto:

    @Carlo: continuo a non capire…le petroliere non si fermano sui due pontili prima del sito scelto per il rigassificatore? in quel caso la bocca di accesso è larga, la petroliera avrebbe il tempo di fermarsi per lasciar sfilare la gasiera o di entrare fra i pontili facendosi passare da dietro..no?

    ma poi..quali sarebbero le “condizioni di emergenza” per le quali la gasiera dovrebbe staccarsi al volo dall’impianto? perdita di gnl dsai serbatoi? un guasto all’impiamnto?

  74. Carlo ha detto:

    Si, é come dici tu (scenari di emergenza e arrivo all’interno del bacino di evoluzione (davanti ai pontili di ormeggio). In quella zona le navi hanno la possibilità di girare su se stesse e ormeggiare con la prua rivolta al largo (per esigenze di sicurezza). Li gli spazi sono più agevoli e le 2 navi non si intralcerebbero più di tanto.
    Il problema sussiste nel tratto di navigazione prima della strozzatura tra le dighe foranee e Porto S. Rocco e poi da li verso il bacino di evoluzione. Se riesci a reperire in rete le 2 ordinanze della Capitaneria di Porto, gli estratti delle carte nautiche che le accompagnano ti potranno chiarire la topografia della zona.

  75. Triestin - No se pol ha detto:

    Cosa te pensi Carlo per quanto riguarda l’interdizion al volo sora l’impianto come a Porto Viro, cosa ghe ripristinemo le batterie de contraerea come nei anni 40 ?…( Nel Vallone di Muggia era presente una piccola flotta da guerra (MAS, motozattere, motovedette) con marinai croati e dalmati. Le motozattere avevano una importante funzione antiaerea, essendo fornite anche di mitragliere quadruple da 20 mm. “Flak”, utilizzate come ottima arma contraerea. Moltissime batterie contaeree si trovavano sulle alture intorno a Muggia, da Chiampore a Zindis. Il vecchio Forte Olmi era fortificato e anche attorno al Cantiere San Rocco vi erano delle fortificazioni in caverna, probabili ricoveri militari antiaerei. Altre batterie antiaeree si trovavano su Montebello, Kluc e Cattinara. Numerose le batterie contraeree anche in Carso e sul crinale carsico, tutto attorno alla città. Queste erano su piazzole di cemento, ancora oggi visibili, ed avevano un calibro abbastanza grande ) anche se oggi basta piccole unità lanciamissili…http://it.wikipedia.org/wiki/Missile_terra-aria

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