30 Maggio 2012

I Kyuss vivono! Nonostante la crisi e Josh Homme

foto Roberto Lisjak

L’appuntamento al Kino Siška di Ljubljana con una delle band più influenti degli anni ’90 ha fatto registrare il pienone ed ha sorpreso positivamente per la potenza e la qualità del concerto intero.

 

 

I Kyuss (originari di Palm Desert, South California) sono stati gli alchimisti che all’inizio degli anni ’90 hanno saputo dare nuova vita alla tradizione hard rock, che in quel momento non godeva di buona salute. In 4 album pubblicati hanno saputo fondere le visioni lisegiche dei Grateful Dead con la potenza espressa dai Black Sabbath, facendo risultare il tutto molto attuale, ed avvicinando a quelle sonorità anche frange di pubblico lontane per affinità. Da loro è partito un intero filone musicale, attualmente catalogato come “Stoner Rock”, mentre il nucleo originario del gruppo si scioglie nel 1997. Il chitarrista originario, Josh Homme ha fondato poi gli acclamatissimi Queens of The Stone Age, mentre gli altri hanno proseguito con cariere soliste di poco risalto. Da un paio d’anni il cantante John Garcia ed il batterista Brant Bjork stanno girando il mondo con il nome Kyuss Lives!. Affiancati dal chitarrista Bruno Fevery e dal bassista Billy Cordell ripropongono il materiale della storica band, anche per questo, quando mi trovo di fronte ad una sorta di “reunion”, i dubbi e le perplessità superano a volte l’entusiasmo.

foto Roberto Lisjak

Il concerto di Ljubljana è aperto dai Carnaval, rispettabilissima band stoner slovena dal sound potente e pulito, assolutamente degni dei loro successori sul palco. Quando arriva il turno dei Kyuss Lives, i dubbi vengono immediatamente polverizzati da una band in gran forma, ma sopratutto per la performance vocale di John Garcia, pulita e preparata come non mai. I primi due brani sono quelli che aprono anche il loro ultimo album del 1996 “And The Circus Leaves Town”, pezzi che trascinano e rimandano a ricordi di più svariata natura, quelli di chi all’epoca li ascoltava in auto sotto nubi di fumo denso e di chi animava i festini casalinghi con le loro cassette. I brani sono matematicamente suddivisi pescando in egual misura dagli ultimi tre album pubblicati, nessun inedito, nessuna chicca nascosta, solamente i successi che il numeroso pubblico dimostra di conoscere a memoria. L’alternanza tra pezzi cantati e qualche strumentale da la possibilità a Gracia di recuperare fiato, dato anche il suo fisico non più asciutto come un tempo. Dai commenti che intercetto, c’è lo stupore generale per una voce sana e potente, chi li ha visti in concerto 15 anni fa dichiara che all’epoca non fosse così. Dopo il brano “100°” salutano per ritornare con il bis di “Molten Universe”, la lunga “Spaceship Landing” e la conclusiva “Odyssey”. Si esce dal concerto soddisfatti pienamente, e sono le 23.30, anche questo è sinonimo di qualità, visto che si tratta pur sempre di un Lunedì sera. L’ultima notizia di cronaca è che il chitarrista originario, Josh Homme ha intentato causa ai componenti per l’uso improprio del nome Kyuss, proprio come fece Roger Waters con i Pink Floyd di Gilmour, c’è quindi la speranza di rivederli tra vent’anni di nuovo tutti assieme per un ultimo concerto.

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