28 Maggio 2012

Cernigoi (UGL): “Fondamentale che la Regione inizi a ragionare per un nuovo piano energetico”

UGL FVG e il coordinamento regionale di FareAmbiente si sono confrontati sui temi di energia per imprese e lavoro, e politiche ambientali, toccando il tema dei rigassificatori.

“Serve una nuova legge ed un adeguato Piano Energetico Regionale, – così Giorgio Cecco Coordinatore per il Friuli Venezia Giulia di FareAmbiente “ è prioritario aggiornare le strategie dell’Amministrazione Regionale in merito, considerata la necessità di contenere i costi e valutare bene gli impatti ambientali. In mancanza di una Strategia Energetica Nazionale, di fatto bloccata dal risultato del referendum e dalla difficile situazione economica, la Regione si attivi nella sua autonomia istituzionale. E’ evidente il bisogno di una nuova pianificazione e nuove infrastrutture, che devono tener conto di una sostenibilità con il territorio e le richieste energetiche della popolazione e delle imprese.”
Tenendo ben presente il fatto che le imprese italiane pagano mediamente più del 30% l’energia elettrica rispetto alla media europea e nella nostra regione il costo è fra i più alti a livello nazionale. “E’ fondamentale quindi riprendere in mano tale strumento, o, ancora meglio partire da una nuova legge,” sottolinea Cecco “visto che l’attuale è ormai datata e non tiene conto delle nuove esigenze. Inoltre sarà importante il rispetto del progetto europeo denominato 20/20/20 per il clima, che si prefigge di ridurre del 20% le emissioni di gas serra, di aumentare del 20% il risparmio energetico e del 20% la produzione di fonti rinnovabili.
Ritardare gli interventi nel settore energetico significa più costi e più inquinamento, auspichiamo che si pianifichi rapidamente ed adeguatamente, oltre che in ambito nazionale, conclude Cecco – anche in ambito regionale e poi di conseguenza locale, perché pure i comuni riteniamo debbano dotarsi di appositi strumenti di programmazione, con i Piani Energetici Comunali, spesso assenti come, per esempio, nel capoluogo di regione.”

“Con costi energetici troppo elevati è naturale che nella nostra regione, diverrà insostenibile fare impresa in modo competitivo, salvaguardando altresì i posti di lavoro e l’ambiente circostante. “ afferma Matteo Cernigoi, segretario regionale di UGL, Siamo nelle condizioni, visto il progresso tecnologico, per poter ottemperare ad entrambe le cose.Fondamentale che la Regione inizi a ragionare per un nuovo piano energetico, in sintonia con quanto prescritto dalle norme nazionali e, in caso d’ inerzia del Governo centrale, il Presidente Tondo si faccia parte attiva attraverso il suo pressing istituzionale. Anche recenti dichiarazioni di aziende che chiedono interventi strutturali sul territorio, per avere energia a basso costo, sono lecite richieste d’aiuto che non si possono ignorare. Investire su Krsko? Un errore, se non arriva nulla in cambio al nostro territorio. In tema di rigassificatore, tanto difeso dal Presidente Tondo, ci sono troppe ombre sul progetto e oramai valide alternative di minor impatto ambientale e soprattutto maggiore sicurezza per i cittadini. Se Trieste vuol continuare ad investire sul turismo e sulla portualità,” conclude Cernigoi “ quella del rigassificatore non è certo la scelta migliore. “

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13 commenti a Cernigoi (UGL): “Fondamentale che la Regione inizi a ragionare per un nuovo piano energetico”

  1. Kaiokasin ha detto:

    Fare Ambiente non sono quelli che volevano far annullare il referendum sul nucleare?

  2. slowfoot ha detto:

    Le ricorrenti affermazioni degli Industriali, secondo le quali “…in Italia il costo unitario del gas è superiore rispetto a quello degli altri Paesi europei”, merita una riflessione.
    I dati disponibili (della fonte più autorevole, cioè Eurostat) mostrano una realtà differente. Negli ultimi anni (2000-2012) il costo del gas in Italia – per le industrie, al netto delle tasse – è quasi sempre stato inferiore sia alla media dei 27 Paesi dell’UE che di quelli dell’area Euro.
    Nel dettaglio, un maggior costo del gas per le industrie (€/Gigajoule) si è registrato nel 2005 (Italia: 6,094 vs. EU 27: 6,01) e nel 2004 (Italia: 5,595 vs. Zona Euro: 5,55).
    Questo, almeno, per quanto concerne i prezzi al netto delle imposte.
    E’ verosimile che la situazione cambi alquanto aggiungendo ai prezzi suddetti il peso delle imposte, che è probabile siano più alte in Italia rispetto ad altri Paesi. Se le accise rendono insostenibile il costo dell’energia, pare ovvio che la battaglia degi industriali dovrebbe concentrarsi semmai nel indurre il Governo a ridurre l’incidenza delle imposte sui prezzi del gas, anziché sulla costruzione di rigassificatori. I quali rigassificatori possono certo rappresentare una garanzia di diversificazione dei fornitori, rispetto al rischio che qualcuno “chiuda i rubinetti” dei gasdotti, ma ben difficilmente potranno mia rappresentare un fattore di calmieramento dei prezzi, per la semplice ragione che la filiera del GNL implica costi rilevantissimi (per la costruzione e gestione degli impianti di liquefazione e di rigassificazione, nonché delle navi gasiere), i quali sono poi ovviamente scaricati dai gestori sul prezzo finale del gas.

  3. Dario Predonzan ha detto:

    @ slowfoot
    Giustissimo. Però quello che scrivi mi pare di averlo già letto poco tempo fa da un’altra parte… 🙂
    Citare la fonte?

  4. slowfoot ha detto:

    si, certo Dario. Ho riadattao e aggiornato uno spunto che veniva da te, che citava i dati al 2008. Da li ad oggi i costi – per famiglie e per industrie – sono sempre stati più bassi in Italia che per la media dei Paesi UE o di zona Euro.
    E’ bene ricordarlo, questo fatto, non solo ai Pedicchio e Razeto, ma anche ai sindacalisti ed in genere alla galassia dei politici tuttologi.

  5. Marisa ha detto:

    “Tenendo ben presente il fatto che le imprese italiane pagano mediamente più del 30% l’energia elettrica rispetto alla media europea e nella nostra regione il costo è fra i più alti a livello nazionale.”

    NELLA NOSTRA REGIONE IL COSTO (DELL’ENERGIA) E’ FRA I PIU’ ALTI A LIVELLO NAZIONALE : ma che stupidaggini dichiarano questi della UGL?

    Possibile che non sappiano che il prezzo per le imprese ( e le famiglie) è uguale in tutta Italia?

    Possibile non sappiano che qualsiasi nuovo elettrodotto venga costruito in regione non potrà portare alcuna diminuzione di prezzo (in regione) ma l’eventuale beneficio sarà uguale da noi come in Calabria?

    Ma “questi” si informano prima di fare dichiarazioni?

    http://comitat-friul.blogspot.it/2012/05/elettrodotti-lago-di-cavazzo-e.html

  6. Marisa ha detto:

    COMUNICATO STAMPA DEL SINDACO DI CERCIVENTO.

    C’è più di qualche cosa di profondamente sbagliato se il presidente della Giunta regionale, il carnico Tondo, anziché farlo nelle sedi istituzionali va per prima all’assemblea della Confindustria a dichiarare “Lo dico sapendo che mi gioco parte del consenso: vogliamo fare il gassificatore a terra e realizzare due elettrodotti, verso Somplago e verso il Friuli centrale”.

    Già, lo ha dichiarato davanti agli industriali, che per questo presidente regionale contano ben di più del Consiglio Regionale, dei Comuni, delle popolazioni interessate. Con ciò ha dimostrato di non aver capito e di aver superato in negativo la fase dell’esibito decisionismo craxiano trascurando cosa significhi il termine democrazia, partecipazione, concertazione.

    Di fronte a tanto assolutismo non si capisce cosa intendano fare i suoi alleati nel governo regionale, quali la Lega Nord, l’UDC , dichiaratisi contrari agli elettrodotti, sia dell’opposizione, in particolare quella del PD.

    Tondo ha preso questo impegno davanti alla platea degli industriali senza che vi sia uno straccio di piano energetico regionale, di bilancio energetico che ci dica se la nostra regione sia in deficit (di quanto) o in pareggio o in surplus di energia elettrica.

    A meno che non voglia elettrizzare anche il cielo che sta sopra di noi, non è possibile che, oltre al parco energetico esistente, siano necessari il rigassificatore, gli elettrodotti verso Somplago e verso il Friuli, il pompaggio nella centrale di Somplago, la miriade di centraline che stanno desertificando gli ultimi corsi d’acqua.

    Tutto questo serve solo agli speculatori, in barba all’ambiente ed alla popolazione.

    Il “carnico” Tondo ha dimostrato in più occasioni di avere un atteggiamiento punitivo verso la Carnia, che gli ha dato i natali e, conferma tale atteggiamento permettendo la sua deturpazione con un elettrodotto aereo.

    Ciò è tanto più grave dal momento che trattasi di un elettrodotto di carattere speculativo, proposto da privati imprenditori, che a suo tempo non hanno avuto la lungimiranza di acquistare la centrale di Somplago. Imprenditori, che alla variante interrata – che non trova opposizioni – privilegiano quella aerea solo per spendere meno e scaricare i costi sull’ambiente e sulle comunità attraversate.

    Per quanto riguarda il Comune di Cercivento ribadisco la ferma opposizione alla variante aerea dell’elettrodotto con una risoluta mobilitazione della popolazione, augurandomi che altrettanto facciano gli altri Comuni della valle attraversata e tutta la Carnia, lasciando ad altri il disonore di svendere il territorio per un obolo compensativo e per servilismo verso il sorestant di turno.

    Cercivento, 5 maggio 2012

    Dario De Alti
    Sindaco di Cercivento”
    —————–

  7. ernest eminguei ha detto:

    I prezzi di vendita segnano importanti differenze nelle varie aree della penisola italiana. Marina informati!

  8. ernest eminguei ha detto:

    Se, in media, ogni azienda italiana paga l’energia elettrica 1.776 euro all’anno in piu’ rispetto agli imprenditori europei, questo gap si allarga a 3.151 euro per ogni impresa del Friuli Venezia Giulia, a 2.708 euro per ciascuna impresa della Sardegna, a 2.208 euro per ogni azienda della Lombardia, a 2.187 euro per ciascuna impresa della Valle d’Aosta. (fonte Confartigianato)

  9. Marisa ha detto:

    Allora diciamo che nell’editoriale della Vita Cattolica che ho linkato, sono scritte solo che cavolate?

    Poi ci sono regioni dove le industrie “consumano” più energia e altre che ne consumano meno. Ma il prezzo, comprensivo di accise, mi risulta sia fissato a livello nazionale. O forse Terna può differenziare il prezzo sul territorio nazionale? Sarebbe veramente una novità! Mi risulta ci siano norme europee che lo vietano….

  10. Marisa ha detto:

    Dallìeditoriale della Vita Cattolica:

    I «prezzi» al consumo, comunque, si creano a livello nazionale, quindi il ruolo delle singole Regioni, soprattutto quelle medio-piccole come la nostra, è relativo: si tratta di una grande questione che va affrontata dal governo.

  11. Kaiokasin ha detto:

    Che il prezzo sia diversificato ok.
    Quello che non capisco è perchè in FVG, che ha idroelettrico in montagna, mega-centrali in pianura (Torviscosa, Monfalcone, Trieste), elettrodotti dall’Est, ecc. e una domanda non irresistibile (poche industrie energivore) l’energia debba costare più che in altre regioni. Come si spiega?

  12. Dario Predonzan ha detto:

    Forse si spiega con il fatto che una vera concorrenza nel mercato elettrico non c’è?
    E che le mitiche “categorie economiche” (industriali, artigiani, ecc.), tanto vezzeggiate dai politici di ogni colore, non si battono perché si instauri un vero mercato concorrenziale, bensì per avere qualche beneficio corporativo o – ancora meglio – per entrare in qualche modo nel business della produzione e del commercio di elettricità?
    E nessuno sembra ricordare che la vera soluzione al problema è l’efficienza energetica, come spiegava già nel 2005 il “Libro verde” dell’Unione Europea: costa molto meno e rende molto di più (anche in termini occupazionali) investire lì, piuttosto che in nuove centrali o mega-elettrodotti.

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