Pubblichiamo le foto di Elisabetta marcovich, scattate domenica 1 aprile prima della manifestazione.
Pubblichiamo le foto di Elisabetta marcovich, scattate domenica 1 aprile prima della manifestazione.
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le foto 1 e 2 sono nel tratto di “valle” che va da bagnoli al premuda ? quel tratto accanto alla strada asfaltata ?
Sì, tutti mostrano solo la parte sopra il Premuda ma può essere interessante vedere anche il resto, dove il lavoro non avrebbe dovuto presentare troppi problemi. E il fiume all’asciutto nella parte bassa. Dalla 4 in poi è più in alto.
Una curiosità, invece: guardate la foto 3: il tratto adesso è all’asciutto, ma sembra che ci sia un passaggio verso una casa a sinistra, si intravede il cancello: cosa succede se il torrente va in piena?
L’ultima foto mostra come è attualmente un po’ sopra e immagino come era la vegetazione prima: anche qua, mi chiedo cosa succede in caso di piena.
Posso dire una cosa, pur non essendo un esperto in campo di flora, vegetazione, ecc?
Da quanto si vede dalle foto, mi pare che le proteste siano state particolarmente eccessive! Forse han tagliato un po’ troppo, però sembrava che avessero devastato un’intera valle, non è così.
Non si tagliano alberi sani di 30 anni per il gusto di tagliarli.
educazione ambientale per fioi:
http://www.siit.eu/index.php/strumenti-per-lidentificazione/strumenti-per-l-identificazione/item/15-caccia-al-tesoro-botanica-in-val-rosandra
leger fin in fondo 😉
proteste particolarmente eccessive?
a me pare che “particolarmente eccessivo” sia l’ accanimento dimostrato dai terminator della protezione civile.
sarà che stago inveciando e che me ‘corzo de creature che no ghe dago importanza ma a mi UN SOLO ALBERO TAIA’ me da dolor come la perdita de una persona cara.
@3 Dag in questo ambito el conceto de “paricolarmente eccessivo” passa attraverso la riflession che a un solo albero per farlo cresser ghe ga volù generazioni. Per taiarlo, francamente no so la tecnica, se a tochi se come… comunque in giornada se riva a segnar sazio, mone vs. Madre Natura diese a zero!
purtoppo son vecio e posso dir che de mulo co fazevo sto tratto rente de la strada el greto iera SEMPRE, ESATTAMENTE…cussì, come nelle foto.
no so se le proteste xe ecesive… o se l’intervento xe sta ecesivo ma quel che digo e ripeto xe che per anni-anorum l’ambiente del rosandra iera questo.
poi in sto tratto particolare iera ormai una jungla incontrollata.
me par che nissun ente locale ga fato particolari rimostranze o denunce -quei del logo sa come xe la storia, come che iera, come che xe sempre sta la valle… carso, pietraia.
sicuramente per i organi de “informazion”… sta storia desso xe grasso che cola…
ma bisoganssi “informar” su cossa che xe sta SEMPRE la valle… nissun arbusto più alto de mezo metro…
da bagnoli a botazo: piere e niente altro
sempre.
Il punto non è identificare un momento del passato “giusto” per la Valle perchè la natura è in evoluzione, come la storia, se no ricadiamo anche per la natura nei famosi “vardè che soto el GMA, soto l’Austria,…”.
A mio parere il punto è che è stato fatto qualcosa senza contemperare nel processo decisionale il valore della protezione civile con il valore dell’ambiente naturale, prendendo le decisioni tra comune di San Dorligo-Dolina e Assessore regionale friulano, come se la cosa non riguardasse i triestini che frequentano e amano la Valle da sempre.
i doveva interpellar “i triestini che amano la valle da sempre…”
mah.. me par che andemo in confusion…
@ effebi
evidentemente anche il comune di San Dorligo e l’assessore friulano pensavano che i triestini non c’entravano…
…come idea è stata un bel boomerang viste le reazione dei triestini
tra l’altro pare che si sia sbagliato ponte. la richiesta del comune era dal ponte all’ ingresso di gornji konec in giu’ per 800m e in su per 300m. ma pare che poi si sia sbagliato ponte, e che si sia preso come riferimento quello a monte del premuda.
almeno cosi’ c’e’ scritto sul picoglio.
ma non e’ chiaro chi sia il soggetto di quel “si sia”…
aldo, va bene parlare della valle come di un bene comune che appartiene a tutti, anche ai triestini di città, però dove mettiamo i grandi motori, l’oleodotto siot, il sincrotrone, l’area di ricerca, l’ospedale di cattinara, le autostrade, i vari campi profughi ecc?
dov’erano i cittadini quando preziosi terreni agricoli venivano espropriati (spesso per una s’cinca e un botton) agli abitanti locali per costruirci tutto questo?
erano a casa o a farsi rincorrere con la falce dai vecchi come mio nonno che mal sopportava le torme di cittadini che gli rubavano le patate dal campo, calpestavano incuranti l’erba che avrebbe dovuto servire come fieno per nutrire le bestie, accendevano allegri fuocherelli intorno ai quali cantare acqua azzurra, acqua chiara…
mi sembra di sentirli ancora, i porconi di mio nonno.
@14 Aldilà delle cose giustissime che dici Maja, considera però questo dettaglio.
SI CAMBIA: La sensibilità verso la Natura sempre più ferita e sconciata sta attecchendo e si sostituisce all’incoscienza ed alla superficialità, nella misura in cui cementificazioni e speculazioni ci si rovesciano addosso a boomerang…
Credimi, anni fa io non mi sarei sentita così male davanti ad uno scempio quale quello di Valrosandra. Non avrei lottato con successo per salvare l’abete del mio giardino condominiale. Di quel giardino che manco vedevo, non avrei mai creduto che mi sarei presa la cura amorosa, quasi gelosa che me ne prendo ora… Io sono una, nessuno, centomila. SI CAMBIA. NON TUTTI, MA IN TANTI SI’
Pecà no prima! …anca per nono. Però ,meio tardi che mai
Mi go l’impression che qua più de qualchedun ghe marci con ste polemiche.
Son ‘nda veder e no me par “uno scempio”, ma una efetiva pulizia del alveo del Rosandra.
Qualche tempo indrio, dopo un stratempo, el se ga ingrossa fora modo, fazendo paura.
Le recenti aluvioni in Lunigiana, dovudi anche a torrenti mal mantignudi no ga insegnà niente?
Mi viene in mente un discorso che si è sentito fare settimane fa, quando c’erano gli incendi boschivi: alcuni si lamentavano che si sono verificati proprio in zone protette ( monte Orsario/Medvedjah) perchè là la natura era stata lasciata troppo a se stessa, senza interventi umani .
Fosi interesante saver dove i xe finidi tuti quei quintai de legni.Le ramaze,che evidentemente non ghe servi a nissun,xe rimaste tute lì.
bibliotopa, gli incendi probabilmente sono stati appiccati dai piromani.
gli interventi umani ci vogliono, ma non sono tutti uguali. se botanici come nimis da una parte, e residenti di boljunec come glavina dall’ altra, sono concordi nel dire che un intervento come quello della protezione civile aggrava i rischi di erosione e di alluvione invece di ridurli, qualche pensiero bisognerebbe pur farlo.
se (e ripeto: se) poi e’ vera ‘sta storia che qualcuno ha confuso un ponte con l’altro, significa che siamo messi male, molto male.
poi c’e’ una cosa che mi colpisce negli interventi dei politici chiamati in causa: tutti quanti si mettono al riparo dicendo di essersi attenuti alle decisioni dei “tecnici”. pero’ i “tecnici” presi in considerazione sono esclusivamente quelli della protezione civile (cioe’ di una struttura che dovrebbe occuparsi di emergenze e non di gestione del territorio). nessun credito invece viene dato a quelli che per mestiere si occupano di ambiente: geologi, biologi, ecc.
anche a me non piace quando tagliano gli alberi. Però se ci sono motivi di sicurezza in mezzo, ben venga. Chi va in montagna è comunque abituato a vedere alberi tagliati, anche di grosso fusto. E’ da secoli che ciò avviene. I veneziani, per le loro barche, prendevano gran parte del proprio legno propio dalle montagne del Friuli.
@dag
ma se chi ci capisce di alvei (biologi, geologi) ha spiegato in lungo e in largo che l’ intervento e’ sbagliato proprio dal punto di vista della sicurezza!
e anche gente del posto ha spiegato che i pioppi e gli ontani erano stati piantati proprio per consolidare le rive in quel tratto!
e poi sarebbe ora di finirla con questa storia che per qualunque cosa si chiama la protezione civile. questi interventi all’ interno di una riserva naturale vanno concordati con i responsabili scientifici della riserva. (e magari eseguiti da gente del posto, che non confonda un ponte con l’ altro, se e’ vera quella storia)
(e bon, i veneziani prendevano gli alberi in carnia, in gran quantita’. chissa’ che questo non c’entri qualcosa, con le frane che arrivano puntuali ad ogni pioggia)
Mah, l’intervento è stato richiesto dall’amministrazione di San Dorligo della Valle e sono stati fatti dei sopralluoghi con la Protezione civile prima dell’azione. Non è gente del posto anche quella (San Dorligo)? Io me la prenderei, se proprio uno se la vuole prendere, con chi ha richiesto l’intervento, più che con chi l’ha realizzato.
@dag
la richiesta del comune arrivava fino a 300 metri a monte del ponte. ad oggi non si e’ capito chi abbia deciso all’ultimo momento di spingersi ben piu’avanti, fin dentro l’ area protetta
#14 Sulla terza corsia dell’autostrada (fermata a Villesse), TAV, Sincrotrone, Zona artigianale di Duino-Aurisina, parco Globojner, PRGC di Duino-Aurisina, PRGC di Trieste (che comprende Opicina e molte aree carsiche), direi che i “triestini” del Wwf e altri ambientalisti si sono spesi abbondantemente.
#23
Se io richiedo un intervento, anche controllo come viene fatto. Quindi o il Comune di San Dorligo era d’accordo con quel che è stato fatto, oppure ha omesso il dovuto controllo. In ogni caso, se c’è qualche responsabilità, è sua.
@25 troppo semplice. se io chiamo l’ idraulico e poi vado fuori, e quello intanto fa un lavoro di merda, la responsabilita’ e’ mia, che non ho controllato, e sua, che ha ha fatto un lavoro di merda.
#25 non mi pare che il Comune di San Dorligo abbia detto nulla sul lavoro, tantopiù che non si tratta di cose occulte, ma molto ben visibili. Anzi il sindaco ha ringraziato l’ass. Ciriani.
Il vicesindaco con delega alla Protezione civile, Antonio Ghersinich (Pd): «Io difendo l’intervento fatto dai volontari della Protezione civile, forse si poteva fare meglio, ma i residenti di Bagnoli superiore e zona limitrofa sono contenti e chiedono che gli interventi proseguano avanti».
Ma dove iera i forestali ? cosa nessun iera ln servizio domenicaìììììììììììììììì
@dag
il fatto che gli abitanti del posto siano contenti non lo darei per acquisito, visto che alla manifestazione era presente una rappresentanza della comunella, e viste le lettere di protesta giunte al primorski.
c’e’ chi e’ soddisfatto e chi non lo e’.
e sindaco e vicesindaco stanno facendo scaricabarile. la sindaca premolin prima ha ringraziato (senza aver visto), poi ha fatto una mezza marcia indietro dicendo che ringrazia soo per la pulizia. ghersinich ha detto di non essere un tecnico e di non saper spiegare perche’ l’ intervento si sia spinto ben al di la’ di quanto richiesto dal comune il 31 gennaio.
p.s. i tuoi interventi me sembrano molto “politici”, cioe’ finalizzati a dimostrare che tutto si sia svolto seguendo i corretti iter istituzionali. sul merito delle questioni sollevate dai responsabili scientifici della riserva naturale non hai niente da dire?
@ dag 20:
te ricordo che le navi adesso i le fa de acciaio
@ effebi 8:
alora za che semo rademo al suolo tuto el carso cussì el xe de novo come el iera nel 1916
@31 te me ga verto i oci! Giusto ieri sera ripassavo un libro dove casualmente leggevo:
“Nel cinquantennio che precedette la guerra, il servizio forestale austriaco compì sforzi grandiosi per dotare il Carso di una vegetazione. Nel 1914 erano stati piantati 15 milioni di alberi, per la maggior parte pini neri.”
15 milioni… chissà quanti xe restai.
E alora ga ragion Ciriani, che no ne vegni in mente de dir “grazie Austria”, se femo una caminada in Bosco Bazzoni.
Sandi, il carso xe stado ripiantumado per ordine dello stesso franz joseph,dopo che xe stado completamente disboscado per far I pali che tien a galla venezia
questa me piasi, dimaco, i veneziani che vegniva a cior alberi in territorio asburgico..
E po’ quai alberi? Sembra che Venezia sia tignuda su da olmi e ontani.
Forse mo save’ che uns volta el carso iera ricoperto de foteste,in magioranza roveri e altri alberi cosi come el colio. Legenga vol che se podeva rivar fa postumia a ttieste caminando sui rami. Ricordeve anche che prima de eser dela defonta el carso iera fela serenisima.teni conto che venezia la xe lastrcada con pietra d’istria
Da dove pense’ vhe tirava fora el legno per gar le oro gsmose navi? Proprio dal carso.
“Ricordeve anche che prima de eser dela defonta el carso iera dela serenisima” pecà che gavè fato butar fora el venezian.. perchè propio no xe de ricordar.. no insisto…continuè cussì…
http://www.rtvslo.si/odprtikop/gozdovi_slovenije/kraska-gmajna/
In quali anni la Carniola fu veneziana??? 🙂
ma bibliotopa el litoral e la dalmazia no iera dela serenisima prima de pasar soto la defonta?
Parlemo de Carso, de Slovenia o de Dalmazia?
il carso xe solo per 40 km dentro l’italia odierna la maggior parte la xe in slovenia e croazia. no vedo che problema xe a dir che i veneziani i se riforniva in carso de legno per costruir pali e navi. el xe un fato storico e noto.
Ma Venezia no gaveva la Slovenia dove che xe el grosso del Carso e poco del Carso xe in Croazia.. a meno che no ciamemo i Carso i monti dela Cicceria e el Monte Magior..
e Venezia se riforniva in Dalmazia, nei Velebit, o in Cansiglio. Lontan del Carso e ancora più dela Val Rosandra.
E anche la contea de Pisin in Istria atual Croazia, la parte interna montuosa del Istria no iera veneta ma asburgica..
http://it.wikipedia.org/wiki/Repubblica_di_Venezia
non era proprio solo a livello costiero in istria si spingeva per parecchi8 km nell’entroterra (minimo 50).
50 chilometri partindo da dove? Da Pisin al mar no xe nianche 30, e Pisin xe stada soto Venezia per nianche 150 anni. E se vedi, no xe bifore e leoni marciani. I veneziani iera anche in Ciceria come disi la cartina de wikipedia? A mi no me risulta.
I pai de Venezia rivava là coi fiumi, i doveva aver minimo 15 metri perchè i andava zo 10 mt e de sora doveva restar qualche metro per costruir le zattere. E nel 1796, Venezia iera ben che fata da diverso tempo.
La vegetazion del carso xe tipica, i unici alberi de alto fusto xe quei piantai da l’Austria. Le conifere comincia apena poco prima de Postumia, e no xe più “carso” da diversi chilometri.
In carso pol cresser querce, che se dopra per far barche taiando di tochi curvi per far le corbe e i driti de pupa e prova.
dfbh jkli yuuwwr kl8lre tyiloyr hkui
(che bel ! bater sula tastiera a caso….)