2 Aprile 2012

Fvg: dal prossimo anno scolastico il friulano si inserisce all’interno dell’orario curriculare

È stata nominata nell’ultima seduta di Giunta regionale la Commissione di esperti per il coordinamento dell’attività di insegnamento della lingua friulana nella scuola.

I membri rappresentano diverse categorie professionali: un esperto dell’Ufficio scolastico regionale (Paola Cencini), un dirigente scolastico con esperienza pluriennale nel settore del primo ciclo d’istruzione (Gloria Aita), un docente universitario esperto di plurilinguismo già componente del comitato tecnico scientifico dell’ARLEF, Agjenzie regjonal pe lenghe furlane (Federico Vicario), un ricercatore universitario specializzato nella formazione dei docenti (Fabiana di Brazzà), un esperto con esperienza pluriennale nel settore dell’educazione e della formazione in dimensione transfrontaliera e internazionale (Giorgio Gianfranco Pascoli).

Il percorso per fare diventare realtà il friulano nella scuola è così ora a buon punto. Le tappe principali hanno visto lo scorso anno l’approvazione del regolamento regionale per l’insegnamento della lingua friulana, come previsto dalla legge 29 del 2007.

In attuazione del regolamento e in accordo con l’Ufficio scolastico regionale è stato istituito l’Elenco regionale degli insegnanti con competenze riconosciute per l’insegnamento della lingua friulana, articolato nei settori: scuole dell’infanzia; primarie; secondarie di primo grado; secondarie di secondo grado.

All’Elenco hanno aderito finora 252 docenti della regione, ma molti altri ne hanno chiesto l’iscrizione. Si tratta di docenti in servizio in possesso di titoli culturali, professionali o scientifici.

La novità per l’anno scolastico 2012/2013 sta nel fatto che, a differenza di quanto avvenuto fino a ora, l’insegnamento della lingua friulana nelle scuole dell’infanzia e primarie, per gli alunni le cui famiglie abbiano optato per tale facoltà al momento dell’iscrizione, si inserisce organicamente all’interno della progettazione dell’orario curricolare complessivo e quindi non più nell’ambito dei progetti di ampliamento dell’offerta formativa e il fabbisogno di docenti da parte delle scuole è soddisfatto facendo ricorso agli iscritti nell’Elenco regionale.

Per l’anno scolastico in corso la Regione ha sostenuto con proprie risorse finanziarie la realizzazione di progetti per le attività didattiche relative all’insegnamento delle lingue e culture delle minoranze linguistiche storiche. I progetti finanziati per il friulano sono stati complessivamente 192 così suddivisi: 91 per la scuola dell’infanzia (8153 alunni); 58 nella primaria (16.175 alunni); 43 nella scuola secondaria di primo grado (5922 studenti).

La Regione ha inoltre avviato un monitoraggio sulle attività svolte nel corrente anno scolastico con l’intento di acquisire elementi di conoscenza finalizzati allo sviluppo del piano di sostegno all’arricchimento dell’offerta formativa e all’effettiva ricaduta della proposta regionale all’interno delle competenze scolastiche, con riferimento alla conoscenza linguistica, storica e antropologica del Friuli Venezia Giulia.

108 commenti a Fvg: dal prossimo anno scolastico il friulano si inserisce all’interno dell’orario curriculare

  1. Pieri ha detto:

    Iere ore…

  2. Fiora ha detto:

    @2 infati, caro Diego NO iera questo el pesse d’april!
    a meno de smentide del tigi3 sempre scherso corelade, questa la go sentù anca mi e la xè vera…TEMO!
    Sta a veder che l’ipotizada aparizion dela Iron Maiden made in Furlania, per motivi se no de ridada comunitario-regional Pasqual, ma serios-dovizios-esplicativi ne diventa realtà…

  3. Dag ha detto:

    1 ora alla settimana è quasi niente, ma l’importante è cominciare!
    Sarebbe meglio eliminare certe spese inutili (tipo molte targhe bilingui…) ed invece investire nell’istruzione e nell’insegnamento della lingua e della cultura friulana.

  4. abc ha detto:

    Quoto i commenti 1 e 4. Questa notizia era stata data ieri anche dai due quotidiani locali come al solito in modo diametralmente opposto.
    Il Piccolo metteva l’accento sull’opposizione del pdl triestino e di Canber ripetendo per due volte una battuta offensiva di questo personaggio. Ma questo tizio non è colui che vorrebbe valorizzare nelle scuole della nostra regione la parlata neolatina della lontana Dalmazia?
    Il Messaggero Veneto evidenziava invece la alta percentuale dei richiedenti l’insegnamento della lingua friulana, che in provincia di Udine supera la maggioranza assoluta (61%) e nelle altre 2 provincie friulane raggiunge percentuali ragguardevoli.

    Colgo l’occasione per evidenziare le altre stranezze in merito alla notizia della ricorrenza del 3 aprile festeggiata ieri. Il Piccolo naturalmente muto, Il Messagggero Veneto dedicava una pagina intera con vari articoli, il tg regionale della rai edizione di ieri, ore 19.30, metteva in evidenza la non partecipazione di rappresentanti della provincia di Gorizia. Prendo atto e mi ricorderò alle prossime elezioni provinciali. Mi ricordo che quando questa manifestazione si svolse a Lucinico quel Tg mandò in onda l’interno della chiesa desolatamente vuoto, ovvio si trattava di riprese effettuate mezz’ora prima che iniziasse la messa.

  5. dimaco il discolo ha detto:

    se le faze in furlania ben per voi . qua, nela principesa contea di Goriza no ghe xe bisogno de parlar furlan.

  6. abc ha detto:

    Nessuno ti obbliga, ma nemmeno tu devi obbligare gli altri a comportarsi come sta bene a te.

  7. aldo ha detto:

    dimaco for president

  8. ricciovolante ha detto:

    @abc:

    1) province
    2) cosa diavolo e’ successo il 3 aprile?
    3) “nelle altre 2 provincie friulane..” una e’ udine, l’ altra Pordenone (e i pordenonesi non sono tanto contenti) la terza??
    4) qui nessuno obbligherebbe nessuno se ognuno si pagasse le proprie stranezze con i propri soldi.

  9. Fiora ha detto:

    … E nelle due accezioni del termine, io non voglio più metterci …lingua !
    …Però @9 ” se ognuno si pagasse le proprie stranezze con i propri soldi” per me è da scolpire sulla pietra!

  10. cristina ha detto:

    Le lingue vive non si apprendono. Si PARLANO e quindi si acquisiscono.
    Tutto il resto è un ridicolo spreco di tempo e di soldi. Non si riportano in vita i cadaveri con la respirazione artificiale.

  11. Paolo Nanut ha detto:

    Voto Dimaco tutta la vita, ma quale friulano si imparerà? Di Lucinis? Di Sarvignàn, di Paluce o di Timau? Suvvia, è invece un’oretta sempre facoltativa di sloveno, non sarebbe meglio?

  12. Cinzia ha detto:

    Voio la par condicio. Propongo una mozion per insegnar a scola, oltre che el lanfur, anca el triestin patoco!

  13. Sandi Stark ha detto:

    @6 perchè no el furlan? In città el furlan iera rivà a esser maggioranza, prima che rivassi i immigrati veneti. Intorno de la città el parlato se divideva tra sloven e furlan. I ultimi sloveni (qualche centinaio) se li trovava fin a Medea (oggi xe tutti assimilài) de là in poi solo furlan, bisiacco e gradese.

    Ascoli iera gorizian de lingua madre furlana(sempre sia disprezzato il suo nome) e anche Faidutti (povero…) come Bugatto e altri onorevoli.

    “Se duc ci abandonis farem bessoi..” diseva Faidutti al parlamento de Vienna nell’ottobre del 1918, quando el voleva un Friul autonomo con capitale Gorizia. E ovviamente quadrilingue.

    A Gorizia no se dovessi insegnàr el furlan de San Daniele, nel Litoral se ga sempre parlà un’altro furlan. Che po’ xe de rider, perchè l’antica lingua de San Daniele e de Spilimbergo, sembra che fussi una roba simile al sauriàn, tanto che i nostri che andava sul Tagliamento nel novembre del 1917 dopo aver liberà el Litoral occupà dai aggressori, i ciacolava tranquillamente coi più veci abitanti; specie quei de l’Alpenkorps che iera bavaresi.

    Comunque indiferente, el furlan ga diritto de esser insegnà. Caso mai, batteve contro l’assimilazion udinese, come i vostri nonni nel 1919. Anzi, per mi podessi anche domandàr de esser la capital del Friul e che Udine sia sotto de voi, gavè tutti i requisiti storici de autonomia amministrativa, no gavè mai discriminà el furlan come inveze a Udine, tutelè ben el sloven che a Udine inveze no, e perchè el furlan più simile a quel del Patriarcato se parla de voi.

    Un’ora al giorno xe una ciolta pel cul, ma un’ora al giorno leva il medico di torno.

  14. dimaco ha detto:

    Se un bol impararlo el apri el tacuin e se paga el corso de suo. Parse’ a cicara’ par furlan a si impara e no sui libris. Efetivsmente anca mi parlo el lanfur,ma con la cadenza de Mossa. 🙂

  15. Mentat ha detto:

    Io a Gorizia preferirei che insegnassero lo sloveno a mia figlia alle elementari (italiane).

  16. Fiora ha detto:

    Impararse tuti el Sloven, altre ce pupolis furlanis!

  17. Sandi Stark ha detto:

    E parcè no duc lis cuatri lenghis? Sloven, furlan, ‘talian, todesc; in mud da rimeti lis robis a puest. E daspò ance l’ingles, se capis. Un frut cuatrilenghe no l’ha problems par imparà un’altre lenghe semplic semplic cemud l’ingles

  18. Dexter ha detto:

    Spreco de soldi pubblici vergognoso. Parlemo l’inglese come i cani e i se metti a insegnar furlan a scola. Son certo che ne sarà molto utile quando la nostra unica opportunità lavorativa sarà racoglier panoce. Che i se vergogni!

  19. Fiora ha detto:

    Importante quesito interegional pel candidato Presidente Dimaco@6 e PaulNanut@12:
    Ma ‘ndo “LA” ne xè?
    In ferie?,inofesa? non sumus digni?
    Ciò sul monotematico(infati gnanca meza parola su Valrosandra…dioguardi “sconfinar” ELA!) e sul protocolo del Marilenghe ortodoso, la xè più ferada dela “strada ferrata” dei Alpini, ELA! 😉
    Bon dei, aspeta e spera che già l’ora s’avicina e come sempre viva l’A., Dimaco!

  20. Bibliotopa ha detto:

    sottoscrivo #19

  21. Fiora ha detto:

    @18 cos’te magni pan & UTOPIA, Sandimio?! bel sarìa e zontighe anca el Chinese oramai che li gavemo cussì ben ‘ntel c…ma nooo! ntel conetivo (tesuto) citadin…
    ‘lora ghe sarà una priorità in sta bela enumerazion, no?! e dovendo scielger mi metesi el Sloven co’l’Italian zà de fioi(remengo che mi no! ;-( ) e po’ l’Inglese che fa sempre comodo…

  22. dimaco ha detto:

    Mi go za di quel che penso del disastro fado in valrosandra,fiora.

  23. Fiora ha detto:

    @23 Ma cossa,no te go leto, forsi??!!!! Leto e aprovà in pien.
    Maché ,mi parlavo de ELA! che se no xè de scriver e astiosamente SOLO sul Marilenghe no la se ga mai scomodà! come,quala “ELA” ?!
    Indovina indovinelo… 😉

  24. Fiora ha detto:

    Capitta mi hai, ‘desso, Discolo?!

  25. dimaco ha detto:

    Ogi son un pochetin in coma. Go capi solo dopo che te parlavi dela pasionaria dela marilenghe.

  26. Sandi Stark ha detto:

    Sicuro Fiora, per l’Italia el multilinguismo x un’utopia. Ma no per altri posti, e po’ xe za scole private trilingui, e a Klagenfurt xe una scola elementare quadrilingue per tedesco, sloven, inglese e italian. E no i ga “minoranze”.

    Mi scrivo quel che me sembra giusto, no quel che xe possibile in Italia.

  27. cristina ha detto:

    @12 Paolo Nanut
    No, un’oretta facoltativa di sloveno non sarebbe meglio, ma neanche peggio. Sarebbero comunque soldi buttati via. Un’oretta qua e là, una lingua non la impari. E fino agli 8, 9 anni almeno, il cervello di un bambino non ha nemmeno raggiunto uno sviluppo tale da permettergli l’apprendimento di una lingua con i metodi tradizionali. L’unica cosa sensata sarebbe una full-immersion quotidiana. La lingua non deve essere il fine, ma il mezzo. Infatti mia figlia ha frequentato la scuola materna ed elementare slovena, e continuerà con le medie.

  28. Pieri ha detto:

    Dimaco devi solo vergognarti…i tuoi commenti (no ghe xe bisogno del parlar furlan) sono ignoranti e razzisti…studia un pò la storia della tua terra

  29. Pieri ha detto:

    Ah dimaco, ti segnalo questo nuovo forum…così, tanto per farti rendere conto della bontà e verità delle tue affermazioni

    http://www.gurizans.eu/index.php

  30. Dag ha detto:

    #11 “Le lingue vive non si apprendono. Si PARLANO”
    A chi continua a dire ‘ste stupidate, faccio ricordare gli anni (anni!!) passati a scuola a fare l’analisi logica e grammaticale delle frasi per imparare l’italiano.
    Quindi le lingue si apprendono, eccome!

  31. dimaco ha detto:

    La storia della mia terra non contempla la presenza di friulani,pieri,ma nonostante cio’ parlo il friulano da quando ho la capacita’ di parlare,a differenza dei friulani a cui non passa nemmeno per la mente di tentare di parlare il mio di idioma.chi e’ il razzista?

  32. Dag ha detto:

    #18
    Brav Sandi, tu as propite reson!
    Guardate che l’ora di friulano è facoltativa ed è 1 ora alla settimana! E ciò non impedisce di imparare altre lingue. Anzi, tutti gli studi dicono che è più facile apprendere le lingue se, già in partenza, se ne parla più di una!
    A me piacerebbe una scuola che avesse, come base, due lingue straniere, oltre alla/e lingua/e del posto.

  33. isabella ha detto:

    Pur adorando il friulano (lo capisco, ma non lo parlo) a Gorizia dovrebbe essere sostituito dallo Sloveno, molto più utile.
    Sono inoltre pienamente d’accordo con dexter: sarebbe il caso di studiare meglio italiano ed inglese.

  34. Fiora ha detto:

    @Isabella anch’io trovo il Friulano estremamente piacevole e pittoresco.

  35. Pieri ha detto:

    la storia della tua terra non contempla la presenza di friulani? forse la terra del giardino di casa tua. MI chiedo se tu non sia un troll…altrimenti non si spiegherebbero posizioni così limitate e partigiane…

  36. isabella ha detto:

    con chi ce l’hai Pieri?

  37. cristina ha detto:

    @Dag, su queste stupidaggini ci ho scritto la tesi di laurea, ma tant’è… In quanto agli “anni passati a scuola a fare l’analisi logica e grammaticale delle frasi per imparare l’italiano”, tranquillo, li ricordo bene pure io, ma l’italiano non mi pare d’averlo imparato così! 😉 Le lingue sono qualcosa di talmente complesso, multidisciplinare e affascinante… mi fa tristezza vederle “ridotte” a ore scolastiche…

  38. Tergestin ha detto:

    No penso che i lo fara’ a Trieste ne in Bisiacaria per vari e ovvi motivi. E fin che xe cussi’ a mi me va piu’ che ben, se a Udin i parla in talian tra de lori ogni do’ per tre e dopo i pretendi fiotte de bori publici per la tutela del furlan, che sia anca questo. Ma dopo no voio sentir piu’ la cagada dei tenaci e silenziosi furlani che tira la carretta per tuti quei lazaroni che ciapa sol a Barcola.

  39. cristina ha detto:

    @Dag Comunque, con la mia frase da te citata intendevo proprio dire quello che Tergestin, in modo molto più colorito del mio, ha già riportato qui sopra: inutile spender soldi in progetti vari se poi in casa la lingua non viene parlata!!!

  40. Pieri ha detto:

    @37 con dimaco

  41. Dag ha detto:

    #38
    Ennò, cara Cristina, l’italiano l’hai imparato anche così, con l’alfabeto appeso alle pareti dell’aula scolastica, con i dettati della maestra, con “di, a, da, in, con, su, per, tra, fra” ecc. ecc.
    Chi non andava a scuola, non sapeva nè leggere nè scrivere e parlava pure male (ci sono ancora vecchi documentari che testimoniano questo).
    Per quanto riguarda la lingua parlata a casa, ti ricordo che, tempo addietro, è successo proprio il contrario di quello che dici tu. In Friuli, in tantissime case, si parlava solo o prevalentemente in friulano, mentre a scuola la marilenghe era bandita e si doveva imparare e parlare solo l’italiano.

  42. Pieri ha detto:

    Ora vi spiego, a mio parere, perchè è giusto insegnare il friulano: il friulano, a differenza del triestino, veneto, o romano, è una lingua in pericolo, perchè la sua complessità e lontananza dall’italiano fanno sì che nella nostra società multiculturale si tenda ad abbandonarlo in favore dell’italiano per risultare comprensibili a tutti…per fare un esempio concreto: un triestino che parla in triestino con un friulano risulta comprensibile, ma non viceversa…cosicchè il triestino continuerà a parlare triestino e il friulano userà l’italiano. Inoltre, punto dolente, negli anni passati spesso i friulani hanno voluto insegnare ai figli l’italiano (e non il friulano) credendo così di poter dargli, con una perfetta padronanza della lingua italiano fin da piccoli, un avvenire migliore. Il punto è che bisogna dare dignità alla lingua, far sì che essa non venga percepita come un’idioma ormai obsoleto, ma come la favella della nostra terra. Certo, l’inglese dal punto di vista lavorativo è senz’altro più utile, ma una cosa non esclude l’altra!

  43. dimaco ha detto:

    Pieri ti garantisco che neanche la polvere e’ friulana nella mia terra.non spno un yroll visto che da oltre due anni commento in sto forum e non e’ segtrto a nessuno il mio campanilismo e la mia convinzione cheil mondo civile e moderno finisce sullo iudrio. Personalmentesono piu’ affine per storia e culturaa trieste che non ai grembani friulani. Ed e’ pure nota la mia avversiome alle mire annessionistiche friulane che prevedono la cancellazione di gorizia come provincia.

  44. maja ha detto:

    ogni volta che se parla di iniziative a favor dela tutela del furlan, vien fora sta storia dei soldi “dei altri”.

    ma de chi xe sti soldi, se pol saver? i furlani xe citadini taliani che paga le tasse? sì. allora xe soldi anche de lori e xe giusto che i vegni usadi anche per tutelar una lingua minoritaria riconosciuda (e sottolineo lingua).

    (sandi #27, me meraviglio de ti. sempre cussì ben informado quando che se parla de austria e no te sa che a celovec ghe xe una minoranza? tratada anche sai mal, a dirla tuta.)

  45. cristina ha detto:

    @Dag mi spiace ma fai una gran confusione. Quella di cui tu parli è l’alfabetizzazione. Io usavo “di, da,su, per,…” ben prima di andare a scuola. Lì mi è stato insegnato innanzitutto a scriverle, poi che si tratta di preposizioni. E’ vero, chi non andava a scuola non sapeva né leggere né scrivere, ma come interpretare quel tuo “parlava male”? Forse avresti dovuto scrivere “parlava male l’italiano”. Logico, visto che probabilmente a casa nessuno lo parlava, ti pare? Potrei proseguire, ma rischierei di addentrarmi nei meandri delle considerazioni sull’estrazione socio-culturale e i suoi risvolti linguistici, ma non è questo il luogo.

  46. Pieri ha detto:

    @dimaco io ti garantisco che invece lo è…allora come mai è stato creato quel forum “furlans dal gurizan”? per dar fastidio a te? ma gli esempi sono molteplici…il tuo campanilismo è rozzo ed ignorante, tant’è che non ho mai trovato nessuno con delle posizioni simili alle tue (e sì che, interessandomi di identità e cultura friulana, ce n’è veramente di stramnbe!)

  47. isabella ha detto:

    Pieri è vero che anche a Gorizia qualcuno parli friulano, ma pochissimi ormai.
    Lo si sentiva di più quand’ero piccina.

  48. effebi ha detto:

    se gavessi un fio che va a scola no me piaseria per niente che un fiulano ghe se inserissi all’interno del currriculare…
    no xe per niente bel…

    mandi !

  49. Sandi Stark ha detto:

    I diritti sono diritti, chi discute se una lingua è “utile” o meno “utile”, è un assimilatore, che se ne renda conto o no.

    Niente ripaga i popoli dall’etnocidio, gli italiani che hanno dimenticato le loro lingue pre unitarie hanno radici deboli, tra il 1860 e gli anni ’50-’60 del ‘900, quando c’era la “guerra ai dialetti” nelle scuole.

    E’ verissimo che in Friuli i bambini prendevano brutti voti se parlavano friulano, sembra che qualcuno abbia ricevuto anche qualche scappellotto.

    Togliere la lingua madre ad una persona, è come tagliare il suo passato. La lingua si apprende mentre si succhia il latte materno, e certi dicono ancora prima di nascere.

    Quando un bambino non apprende più con il latte la lingua madre, è un’altro bambino. Diverso da suo padre, da sua madre e dai suoi avi. Un essere con una falsa identità, come un somaro dipinto da zebra, o come un’oca di Conrad che crede di essere un umano. Interrompere la continuità, creare l’essere neutro come in certe aberrazioni ideologiche tipo Mao o Pol Pot; come raccomandato da tutte le tenciche del lavaggio del cervello.

    Pronti per la nuova identità progettata in laboratorio da alcuni scienziati pazzi, circa due secoli fa. E’ fondamentale cambiare le identità alle persone, se si vuole controllare la loro sfera emotiva con una serie di stimoli sensoriali che richiamano appartenenza ad un determinato gruppo di persone.

    Se un figlo di una coppia bilingue ne perde una, è come avere cancellato metà della sua identità. Se perde la terza lingua, di uno dei nonni, si taglia via 1/3 della sua personalità. E così via.

    Ed ecco il nuovo popolo progettato in laboratorio, composto da tanti individui che si commuovono per udire l’inno nazionale o che hanno orgasmi se le freccie tricolori fanno una fumata a bassa quota. Tutti pronti per essere sfruttati per l’eternità dai pochi geni che hanno progettato l’inghippo.

    L’emotività vince sempre sull’intelletto, e sembra addirittura stupefacente, che gli scienziati pazzi conoscessero queste sofisticate tecniche di condizionamento mentale delle masse, perchè appena da pochi anni sono state individuate alcune dinamiche psicologiche.

    Il nazionalismo si è dimostrato lo strumento migliore di potere e di controllo delle masse, non c’è ideologia o religione che possa reggere il confronto.

    Pertanto era fondamentale cambiare la nazionalità ai popoli conquistati, e la nazionalità si definiva con la lingua, ed oggi è ancora così.

  50. Sandi Stark ha detto:

    @43 Pieri, le tue argomentazioni non c’entrano. Il friulano va insegnato perchè è la vostra lingua madre, punto e basta. E’ un diritto fondamentele dell’umanità riconosciuto dall’Unesco.

    Non serve altro.

  51. Sandi Stark ha detto:

    A celovec che no conosso, sarà la minoranza croata. Me fa piazer che i sia trattadi malissimo, probabilmente xe i eredi de Franz Josef che voleva sterminar i italiani e croatizzarli.

    Mi gaveo dito che no i ga minoranze, continuando la frase sulla scola multilingue de Klagenfurt. Visto che anche le piere sa che in Carinzia se parla sloven, me sembrava evidente che la minoranza alla quale me riferivo mi xe quella italiana.

    In Carinzia no xe minoranze italiane, epur i insegna l’italiàn. Forsi come Maria Teresa, che la parlava meio italian che tedesco.

  52. Tergestin ha detto:

    Ah nissun problema, che i se tegni el Furlan se i lo vol.
    Ma per amission del stesso Pieri, i genitori insegnava l’Italian ai fioi e ‘desso i se lamenta che no xe piu’ Furlan?

    A TS tute ‘ste osessioni no ghe xe e nissun ga mai preteso de dir che semo lingua anca noi perche’ oltra meta’ dei vocaboli xe (tecnicamente, ogi non piu’) non italiani de origine. A TS parlemo in dialeto ovunque e el dialeto xe ancora vivo.

    Quel che me scoccia de certe iniziative no xe el cossa, ma el come.

  53. Sandi Stark ha detto:

    Eh… la definizion de la differenza tra dialetto e lingua, no xe ciara. I studiosi no xe tutti d’accordo, i dizionari no dà due definizioni compagne. Secondo i criteri de l’Accademia de la Crusca xe lingua, perchè el ga una tradizion letteraria. Per quel che val le definizioni de l’Accademia, che faria meio a occuparse solo del suo.

    Mi condivido ‘bastanza questa: “La lingua xe quel dialetto con un esercito alle spalle”.

    Per mi el triestin xe una lingua, assai particolare e diversa da tutte le altre perchè xe una lingua franca che serviva per comunicar nel modo più semplice tra i parlanti le varie lingue dei nostri territori.

    All’Unesco i xe interessadi alla teoria, anzi se podè iutarme, me servi dati per far una bibliografia della letteratura triestina.

    Essendo diversa dalle altre, el triestin no va tutelà come le altre lingue insegnandolo a scola, ma el va tutelà altrimenti. El primo passo xe de doprarlo e scriverlo, parlarghelo ai fioi. Teatro in triestin gavemo, manca qualcossa altro.

    In mancanza de multilinguismo el triestin perdi parte de la sua ragion de esser, la sua evoluzion xe scarsa e anzi, el se sta involvendo verso l’italian. Ma questo succedi anche per motivi politici, col “resentamento” el triestin perdi metà de la sua forza espressiva.

  54. alpino ha detto:

    che vadi in mona el furlan e tutti i furlani, mi vojo l’ora de bisiacco allora! a mi solo a pronunciar do parole de furlan me se brusa la lingua, i pei se impira e comincio a fumar dale rece…quando che lo sento invece me vien forti spasmi e attacchi d’ansia..:-)

  55. Tergestin ha detto:

    Disemo che per migrazioni ed emigrazioni, el Triestin ga subido una forte resentada dai ani primi ani sessanta ai primi anni duemila circa. La prima roba che i me ga chiesto in Australia xe stada infati: “Ma ti miga te parli Triestin! Te son sicuro?”.

    Perche’ ben o mal i iera rimasti col dialeto de zinquanta ani fa, che mi capivo epur lori in mi sentiva una forte diferenza.

  56. Pieri ha detto:

    @satu alpin, podarès di la stesse robe sul bisiac…no sai parcè duç a crodin che il lor dialet sedi il mior…tant lu savin che il mior al è il furlan! ha ha 🙂 si scherza dai…mularia, se non c’è rispetto per il diverso no si va da nessuna parte

  57. dimaco ha detto:

    qui si tratta di falsare le cose.far credere che sia indispensabile imparare il friulano ,che effettivamente non serve a un caxxo nella maggior parte dei lavori che uno nella vita fa.va bene per ordinare un tai o un piattto di fricco per far sapere al gestore che te ne intendi ma niente di piu’, alpino a quanto pare vedo una alleanza IX Korpus eXmas contro la furlnizzazione di gorizia

  58. alpino ha detto:

    Dimaco mi son fuori uso Pieri mi ha teso una trappola ha scritto in friulano io ho letto…e mi si sono bruciati gli occhi ora sono cieco..ma sento odor di letame hai mica parlato di IX Korpus? 🙂 🙂 🙂 scherso te voio ben!

  59. dimaco il discolo ha detto:

    pieri ga anca scerito che el friulan xe un dialeto, mentre la xe una lingua vera e propria. nianca lori i sa quel che parla. a furia de tirar su panoce e montar sedie i se ga perso. per fortuna me toca raramente andar fora dala contea, atraversar el iudrio e andar in paese foresto.

  60. Fiora ha detto:

    @54 Sandi sto giro te dago ragion in pien sopratuto sula perdita de vigor del nostro … IDIOMA (ciapa cussì xè de più anca el nostro!)
    “Lori” i se sbrega tropo pel furlan, noi pel triestin no femo un klinz… che xè apunto un de quei famosi termini, che a scriver “cazzo” i ne beca per un Defalco qualunque!

  61. Pieri ha detto:

    Scusate se cerchiamo di salvaguardare la nostra identità; lo so che vi da fastidio perchè avete una mentalità limitata ma tant’è
    ps: dimaco non tentare di farmi passare per uno con le idee poco chiare, perchè credimi, in questo campo le ho molto meno confuse di te
    pps: tanto per farti un altro esempio: cosa mi dici di questo sito?

    http://www.borcsanroc.com/

    come vedi a gorizia non c’è niente da “friulanizzare”…ha già un’anima friulana! (oltre che slovena, italiana, tedesca)

  62. Pieri ha detto:

    scusa, per sbaglio ho messo il link del sa rocco codroipese

    http://www.borcsanroc.it/

  63. dimaco il discolo ha detto:

    pieri se volete che il friulano venga insegnato fatevi i corsi privati. in saletta all’oratorio o ove volete ma non nelle aule scolastiche dove i ragazzi devono studiare materie più importanti e cose di cui avranno bisogno davvero nella vita.

  64. maja ha detto:

    diobon, dimaco, come ai tempi de mia nona (e dela tua), che se quela volta no iera i preti che con la scusa del catechismo ghe imparava a fioi anche a leger e a scriver nela loro lingua madre, saria stà anche sai pezo de come che iera, con tuti quei predecessori del tuo grande amico alpino in giro.

  65. maja ha detto:

    (ah, sì, sandi, celovec *xe* klagenfurt.)

  66. abc ha detto:

    @9 ricciovolante,

    1) provincie ok;
    2) “cosa diavolo e’ successo il 3 aprile?” per non appesantire ulteriormente il dibattito, cerca in rete;
    3) ““nelle altre 2 provincie friulane..” una e’ udine, l’ altra Pordenone (e i pordenonesi non sono tanto contenti) la terza??” Cuneo, non lo sapevi?
    direi una parte dei pordenonesi è contenta una parte non lo è, e con questo?
    è errato sia “provincie” che “udine”. la e va con l’accento, non con l’apostrofo.
    4) “qui nessuno obbligherebbe nessuno se ognuno si pagasse le proprie stranezze con i propri soldi.” questa non è una stranezza ma un diritto. se non ti basta come risposta leggiti il commento 45 di Maja.

  67. abc ha detto:

    @6 dimaco, infatti si fa in Friuli, dove altro. grazie del “ben per voi”.

    @10 fiora, deve poi valere per tutte le stranezze, non per un diritto. stranezze ci sono tantissime in giro.

  68. abc ha detto:

    @11 cristina,
    “Le lingue vive non si apprendono. Si PARLANO e quindi si acquisiscono.
    Tutto il resto è un ridicolo spreco di tempo e di soldi. Non si riportano in vita i cadaveri con la respirazione artificiale.”

    secondo te i genitori che vogliono che i figli imparino a scuola anche il friulano, a casa, non parlano questa lingua? affermazione paradossale.
    non trovo nulla di ridicolo in questo insegnamento e non vedo nessun cadavere in giro. certo che escogitate tutti i mezzi per ostacolare.
    le lingue vive che non si conoscono di solito si apprendono e appena dopo apprese si parlano al contrario di quanto sostieni tu.

  69. abc ha detto:

    @12 Paolo Nanut,
    “Voto Dimaco tutta la vita, ma quale friulano si imparerà? Di Lucinis? Di Sarvignàn, di Paluce o di Timau? Suvvia, è invece un’oretta sempre facoltativa di sloveno, non sarebbe meglio?”

    a Resia quale slavo è giusto insegnare e a Doberdob quale sloveno? un’oretta facoltativa di sloveno non sarebbe assolutamente meglio.

  70. abc ha detto:

    @16 mentat “Io a Gorizia preferirei che insegnassero lo sloveno a mia figlia alle elementari (italiane).”
    io invece a Gorizia preferirei che insegnassero facoltativamente il friulano nelle scuole italiane e slovene.

    @17 fiora “Impararse tuti el Sloven, altre ce pupolis furlanis!”. bella lezione di democrazia, obbligare tutti ad imparare quella lingua, magari al posto dell’inglese.

  71. abc ha detto:

    @dexter 19 “Spreco de soldi pubblici vergognoso. Parlemo l’inglese come i cani e i se metti a insegnar furlan a scola. Son certo che ne sarà molto utile quando la nostra unica opportunità lavorativa sarà racoglier panoce. Che i se vergogni!”

    auspico che si tengano sotto controllo i bilanci. se oggi parliamo come cani l’inglese non sarà certo per colpa del friulano che solo chi vorrà potrà imparare un domani. perchè dici che la vostra unica opportunità sarà raccolgiere panocchie. guarda che se non vuoi che i tuoi figli imparino friulano, continueranno a imparare l’inglese, forse anche male , come sostieni ed avranno, secondo le tue opinioni, molte più opportunità di lavoro dei propri colleghi corregionali che hanno imparato il friulano. meglio per voi, non trovi?
    secondo me si dovrebbe vergognare chi ostacola l’applicazione di un diritto.

  72. Pieri ha detto:

    Senza contare il fatto che questa grande verità che “i fioi parlano italiano da cani” viene da gente che non riesce a scrivere due parole, con gente non triestina, senza scadere nel dialetto…sinceramente non vedo di cosa vi dobbiate preoccupare: il friulano sarà insegnato solo nei comuni friulanofoni delle provincie di udine, pordenone e gorizia, quindi mettetevi l’animo in pace!
    Quanto a te dimaco: finalmente nel tuo ultimo post sei riuscito ad esprimere un pensiero civile, che io non condivido ma che è lecito. Comunque dimmi: ci sono pur scuole slovene dove si insegna non “lo” sloveno, ma “in” sloveno (e mi pare di aver letto che la frequente pure tua figlia)…allora perchè i friulani non possono avere neanche un’ora alla settimana? perchè stanno antipatici a te? (che poi vivi in friuli, volente o nolente)…d’altronde, se ragioniamo in termini di convenienza, anche imparare lo sloveno serve a poco: oggigiorno con gli stranieri si può comunicare in inglese, lingua in cui gli sloveni sono ferrati, senza contare che molti conoscono l’italiano! E allora perchè imparare lo sloveno?
    Rifletti

  73. aldo ha detto:

    Prima lezione: gastronomia

    fric: fric-o (per tutti) e fric-e (non per tutti)

    frut: frut-am (per tutti) e frut-in (per comunisti)

  74. Dexter ha detto:

    Ma allora, se voi gavè el diritto de studiarve el furlan, perché mi no dovessi aver el diritto de studiarme el gorizian? O un triestin de studiarse el triestin? O un monfalconese el bisiaco?

  75. Paolo Nanut ha detto:

    Facciamo chiarezza. Lo sloveno da imparare sarebbe non il dialetto ma bensì la lingua che is parla da Vrtojba a Maribor ed è una sola. Abc mi pare che su questo bisogna essere chiari. Lo sloveno è una lingua ufficiale, il friulano no. Non è copa dei goriziani che il friulano si sta perdendo. Andate in giro per il centro di Udine e vedrete quante giovani mamme parlano al proprio bimbo in lingua, a fatica, invece che il friulano, in centro fa più chic il talian. Rispondo poi a Cristina, mia figlia a fatto l’asilo sloveno a Standrez, poi abbiamo optato per l’elementare italiana solo per il fatto, che mia moglie che poi segue la bimba negli studi è di madrelingua italiana, non è goriziana. Io sono tutto il giorno fuori. ma comunque fra me e tutti i miei, la ginnastica al Kulturni Dom, la Parrocchia a Sant’Andrea e gli amichetti rimasti dell’asilo, lo sloveno lo parla quotidianamente. Per un futuro lavoro per lei resta sempre meglio sapere lo sloveno che il friulano.

  76. Fiora ha detto:

    @ ABC. sul concetto di “stranezza ” intesa come ventaglio di divergenze dal comune buonsenso ti devo dare ragione… 😉
    E la fissa dell’ora di friulano (meno male facoltativa…)insegnato a scuola mi appare una di queste.
    Va però detto che il concetto di stranezza è pur sempre soggettivo nonché passibile di revisione ed evoluzione.
    Per ora, da Triestina, cultrice sì ma “a domicilio” del mio dialetto, a me (e non solo a me!) appare una stranezza, dispendiosa e sul pratico abbastanza superflua.
    Però, pur non capendolo tanto, né in definitiva approvandolo nelle modalità, riconosco ai tenaci cugini un impegno nel voler conferire e mantenere dignità linguistica alla loro parlata, che noialtri pigri e “stufadizi” patòchi non ci sogneremmo mai…

  77. Fiora ha detto:

    e sempre all’insegna del mio motto salvavita ” vivi e lascia vivere”…ciò se lori xè contenti cussì… che i fazi cussì!

    Ps. Pur che sia ciaro che a noialtri triestini no ne vegnerà de pagar gnanca un cent per sta “straneza” dei corsi de lanfur, eh?! 😉
    Pel teremoto, quela volta gavemo dà con tuto el cuor, ma per la “straneza” (legasi monada) el discorso cambia…

  78. cristina ha detto:

    @73 Pieri “Comunque dimmi: ci sono pur scuole slovene dove si insegna non “lo” sloveno, ma “in” sloveno (e mi pare di aver letto che la frequente pure tua figlia)…allora perchè i friulani non possono avere neanche un’ora alla settimana? perchè stanno antipatici a te?”
    Pieri, non mi sta antipatico nessuno, e non ho nulla contro il friulano, anzi. Ammiro il vostro darvi da fare per conservarlo, ma è il metodo, artificioso, che non condivido. Perché: se tu mi parli di un’ora di friulano per rafforzare, o alfabetizzare in friulano i bambini che hanno già acquisito la lingua in casa e la parlano, o almeno la sentono in famiglia, ok, ci sto.
    Altrimenti, UN’ORA DI FRIULANO, SLOVENO, INGLESE, TEDESCO E QUANT’ALTRO ALLA SETTIMANA SONO COMUNQUE SOLDI BUTTATI VIA!!! E questo, pochi casi a parte, lo penso anche per l’inglese alle elementari. In questo caso, se l’insegnante fosse madrelingua lo potremmo almeno considerare una preparazione “fonetica” al suo studio nelle scuole successive, se non fosse che le competenze fonetiche del 90% delle nostre insegnanti di inglese è da paura!
    Sinceramente: che cosa sanno i vostri figli in 5^ elementare in inglese? Oltre a “my name is… and I’m… years old”, i colori e contare fino a 20, intendo. E sulla loro pronuncia stendiamo un velo pietoso. O no?
    “Gli sloveni sono ferrati in inglese…” mah, lo sapranno meglio di molti italiani, ma non crediate, per piacere, che solo perché voi non sapete l’inglese, se uno lo parla giusto un po’ è ferrato in quella lingua, sloveno, tedesco o austriaco che sia. Nulla di più lontano dalla verità. I suoi “errori” saranno diversi dai nostri e loro si buttano molto di più, tutto lì. Perché è questo che noi dobbiamo imparare a superare: la paura di far brutta figura!
    E poi, sempre a Pieri: vuoi mettere la comunicazione che avrai parlando, che so, ad uno sloveno, ad un tedesco, ecc. in inglese o in sloveno, tedesco, ecc.? C’è una lingua in più di mezzo. Che non è né la tua, né la sua. C’è un abisso.
    @Paolo Nanut
    Nemmeno noi parliamo lo sloveno (né io né mio marito siamo, come dire, autoctoni, non c’è proprio nessuno in famiglia che lo capisca), ma ho abituato fin da subito la bambina a fare i compiti da sola. Nei rari casi di bisogno c’è lo slovar su internet che è fantastico! 😉 Molti suoi compagni di classe seguono il doposcuola.
    Quando rifletto su ciò che per mie figlie comporterà il fatto di conoscere diverse lingue, sinceramente non penso tanto all’uso che ne faranno nel mondo del lavoro, bensì all’apertura mentale (oltre che alla flessibilità fonetica, ebbene sì!) che andrà ad arricchire la loro personalità e il loro pensiero. Una lingua è innanzitutto una porta su una cultura, ti si apre letteralmente un mondo nuovo, in tutti i sensi: letture, amicizie, scoperte non filtrate di luoghi… impari a capire il mondo (anche il tuo!) guardandolo da nuove prospettive. Così magari un domani, di ritorno da un viaggio, saranno in grado di dire qualcosa di più di “ho mangiato bene”/”ho mangiato male”! 😉

  79. Dag ha detto:

    #75 Perchè il friulano è una lingua (tutelata dalla Costituzione), mentre gli altri sono dialetti.
    #76 A Udine pochi parlano in friulano, d’accordo. Fuori città molti di più. Il motivo è che a Udine, dove sopravvive anche una parlata veneziana (l’udinese), come in tutte in le città un po’ grandi, molta della gente viene da fuori. Ho letto che a Udine solo il 40% della gente può veramente dirsi udinese (nel senso che sia da almeno due generazioni residente in modo stabile a Udine).

  80. Jasna ha detto:

    Quoto maja al @45

  81. cristina ha detto:

    Fenomenali, i criteri con i quali qui si considerano lingue o non lingue le varie parlate… Ragazzi, avete delle certezze che nemmeno i più celebri linguisti, neuroscienziati e quant’altro sono riusciti a raggiungere! Stato, bandiera, costituzione… ma quanto siete indottrinati? 😀 Mai sentito parlare di mutazioni consonantiche? O di configurazioni cerebrali delle lingue? Ma avete idea di quanto vari e discussi, ancora oggi a livello accademico, siano i criteri per stabilire che cos’è una lingua?

  82. Jasna ha detto:

    @82 Cristina, è una causa persa. Avevo cercato di far notare a qualcuno in un’altra discussione che c’è gente che dedica una vita allo studio delle lingue e non si permette di fare affermazioni così certe, ma è un muro di gomma.

  83. Sandi Stark ha detto:

    Mi no rivo a capir come se pol odiar una lingua. Rivo a capir (go scritto capir, eh?) che della gente gabbi scarsa simpatia per un popolo, ma no per la loro lingua. Se fussi giusto cussì, nissun israelita dovessi studiar tedesco.

    Insegnar le lingue madri alla gente xe una question de civiltà, cultura e diritti umani.

    Quei che disi “servi” “no servi”, me fa vignir in mente un mio collega che diversi me gaveva ditto: “No convien portar i fioi in viaggio fin che i xe troppo piccoli, perchè no i se ricorda niente.”

    La logica de quela persona iera talmente utilitaristica, che el pensava: “Mi vado in viaggio e me resta solo ricordi. El turismo significa comprar ricordi, no se ga ricordi no convien spender.”

    De solito, chi discuti se una lingua xe “utile” o “non utile”, el sa a malapena la propria. Chi ga passion per le lingue, no ghe basterà mai el dirà “che pecà che non conosso le altre”.

    Chi xe bilingue impara la terza lingua con 1/2 de fadiga rispetto ai monolingui, l’impara la quarta con 1/4 de fadiga; i plurilingui no ga problemi a tambascar le lingue del stesso ceppo senza nianche studiarle.

  84. Pieri ha detto:

    Parlo per esperienza: il friulano è molto meno in crisi di quanto si pensa, nel senso che quasi tutti (friulani intendo, nn certo i napoletani o veneti o rumeni che sono qui da poco tempo) lo capiscono…quando i ragazzi che in famiglia parlano solo friulano e che fino ad allora hanno parlato solo friulano vanno a scuola, si trovano in un nuovo mondo linguistico, dove la loro lingua madre non è contemplata…così, venendo abituati a usare l’italiano in tutti i rapporti scolastici (con la maestra, con i compagni, nel leggere i libri ecc) tenderanno a parlare italiano in ogni contesto della loro vita. Questi ragazzi ai loro figli parleranno in italiano, e la lingua nel corso di due generazioni sarà perduta.
    Per questo è necessario inserire il friulano a scuola, perchè è un modo per dare dignità alla lingua e far capire ai giovani che lo possono utilizzare senza remore.

  85. Sandi Stark ha detto:

    No esagerar Pieri, in Friul se fa afari ciacolando in furlan, esattamente come a Trieste. Anzi, a Trieste te sentirà i “under 40” cressui solo co’ l’italiàn, che i te rispondi sforzatamente con quel italian orribile che saria mejo se i parlassi triestìn, in Friul questo succedi raramente.

  86. Pieri ha detto:

    Io ho 21 e parlo della mia generazione…per contro, è vero che i giovani friulani conoscono l’italiano molto meglio dei loro coetanei del resto del paese

  87. Pieri ha detto:

    *21 anni

  88. Jasna ha detto:

    @87 Pieri, sulla base di cosa dici questo? Iniziamo con gli stereotipi per cui al Sud la gente non sa l’italiano? E magari puzzano anche? Dai 😉

  89. cristina ha detto:

    Brava Jasna, esatto! Chi ha un certo livello culturale tende a parlare in modo corretto, a prescindere da quale sia la sua lingua madre e da quante lingue parli. Ed è provato che tanto più profonda è la conoscenza della lingua madre, maggiore è la competenza linguistica generica dell’individuo, che per forza lo porterà a parlare con miglior padronanza ogni ulteriore lingua che andrà ad apprendere. Tanto per dissipare alcuni pregiudizi: lo sloveno che parla male l’italiano dalle nostri parti, se ci fate caso, non è mai colui che si è diplomato, ad esempio, al liceo classico sloveno (che spesso e volentieri lo padroneggia meglio della maggioranza degli italiani), bensì chi non ha mai imparato bene né l’italiano, né la madre lingua in casa (bilingue? no, semilingue, purtroppo!)
    @Pieri: sai che io, in un momento della mia vita professionale in cui mi confrontavo quotidianamente con persone provenienti da tutta Italia, mi sono sentita “mediocre” perché mi son reso conto che ero l’unica a non conoscere bene l’uso degli accenti? E’ un dettaglio non di poco conto che nelle nostre scuole viene completamente trascurato, le nostre vocali sono sempre apertissime (se potete controbattere mi fa piacere!) Comunque i linguisti oggi tendono a non parlare di errori ma di varietà regionali che si distinguono dalla lingua standard, che esiste in realtà solo su carta. Tu su quale base affermi che i friulani conoscono l’italiano meglio degli altri?

  90. mutante ha detto:

    propongo l’insegnamento del friulano a trieste, del triestino a udine, del rovigotto a gorizia.

  91. Pieri ha detto:

    Jasna in base alla conoscenza e all’esperienza. E’ un dato che ho riscontrato più volte fuori dal Friuli

  92. Jasna ha detto:

    @Pieri all’università di Udine c’è gente che crede di parlare in italiano e invece italianizza espressioni friulane. E’ possibile che tu non te ne renda conto, essendo (mi pare di aver capito) uno che parla friulano. Così come io non mi rendevo conto di usare qualche costruzione dialettale in italiano finché non sono andata a studiare via.

  93. Alessandro ha detto:

    @93 Verissimo: per quanto possa sembrare ridicolo, ad esempio, nel parlato spesso usavo l’espressione “là del” o “sbagliare di” che non esistono in lingua italiana

  94. Jasna ha detto:

    @94 Non è affatto ridicolo, è inevitabile che succeda, se attorno a te tutti parlano così 😉

  95. Alessandro ha detto:

    non immagini l’imbarazzo quando, bravino in italiano, per sfottermi in modo simpatico uno mi ha detto IMPARA DI PARLARE dopo che avevo detto “ho sbagliato di dire” calco perfetto dal triestino “go sbaglià de dir/far ecc ecc”

  96. Jasna ha detto:

    😀 ahah Io essendo bassa ho chiesto se qualcuno avesse uno scagno da prestarmi… vedi tu 😀

  97. Jasna ha detto:

    Ah ma e le scovazze e tutte le parole derivate (scovazzon, scovazzera, scovazzin etc)? Io ho esportato il termine e altri miei amici di Gorizia anche 😀

  98. Sandi Stark ha detto:

    Xe identico quando uno traduci da l’italian al triestin, e salta fora i “chieder”, “salir”, “scender”, “mangiàr”. I localismi esisti ovunque, qua se dopra “l’altro anno” che no xe sbaglia ma più bel saria “l’anno scorso”.

    A mi i me domanda se son meridionale per via che dopro el passato remoto (in italian).

    Però dei localismi come “è una vera chicca”, “non me ne può fregà di meno” che ve propina la RAI ogni giorno, nissun disi niente.

    I localismi se impara, come tutto. Ogni posto ga i suoi, a Milan sentirè “vai dal prestinaio”, “compra la bologna” e dovè savèr, difficile trovarli sui dizionari.

    No servi scole per ste robe, basta orecia, attenzion e no esser proprio ignoranti come stùe.

  99. cristina ha detto:

    Io a Milano ci sono nata, e ho capito che qui si parlava “diverso” quando, arrivata a Gorizia, giocando a guardie e ladri (anzi: toc, evidentemente da to touch,un po’ come cingum, dai!) al mio “arimo” nessuno mi lasciava in pace… qui si diceva “bando”! Che trauma 🙂 “Cingum” a Milano invece era cicca, e qui il trauma l’ha avuto la maestra, quando le ho detto che mi ero comperata delle cicche. E quando un paio d’anni dopo un maestro di un’altra classe ha scelto proprio me per una recita IN FRIULANO? PIERI! Sapessi quanto l’ho odiato, quella volta… piangevo su quelle due paginette, a me suonava come potrebbe suonarmi ora, che so, il cinese! 😀 E i krapfen? E l’esame di matura? E l’acqua di spina che ho chiesto in Sicilia provocando immediatamente la domanda: “ma tu sei italiana?” La mia esportazione locale che ha avuto più successo però è stata “che coccolo!” Forse è un’italianizzazione? Dovrei scrivere “cocolo”? Boh. Però mi sono difesa bene quando, in Germania, un testo di italiano L2 di una casa editrice romana voleva a tutti i costi farmi insegnare “mannaggia” come tipica esclamazione di tutta la penisola… eh no, lì mi son proprio rifiutata!

  100. Jasna ha detto:

    @Cristina Io mi sono trasferita da Gorizia in una zona più friulana da piccola, e mi sono beccata una maestra rompipalle che oltre a farci una monografia geografica sul Friuli ci faceva cantare canzoni in friulano e voleva anche che inventassimo nuovi versi. Io che parlavo dialetto, un altro che parlava italiano e una calabrese eravamo i tre outsider aiutati dai “bravi” che il friulano lo parlavano. Che astio 😉

    Spiegami dell’esame di matura… è sbagliato? 😀 le cose che si scoprono!!

  101. maja ha detto:

    per mi, la più mitiche de tutte, xe l’atomica.

  102. maja ha detto:

    (mitica)

  103. cristina ha detto:

    Ops, scusa Jasna, son tornata solo ora. Ho capito che matura non è propriamente italiano quando mi sono trasferita in Germania, grazie alle reazioni stupite delle mie connazionali al mio uso di questo termine, appunto. Quindi ho pensato fosse dialetto. Successivamente ho avuto modo di scoprire che è… Austriaco! Quindi un retaggio austro-ungarico 🙂 In Germania la maturità è das Abitur (e così l’avevo pure imparato a scuola, infatti), ma in Austria dicono proprio Matura. Ciao!

  104. abc ha detto:

    @
    cristina,

    rileggendo il mio commento 69 ritengo doveroso chiederti scusa.

    1) ho scritto “affermazione paradossale”, in realtà credo che tu volessi dire che è meglio parlare dal vivo una lingua anzichè impararla a scuola. concordo con te su questo.
    io invece volevo dire che quella parte di friulani che e favorevole a questa iniziativa, non fa parte di quelle persone che a casa si vergognano di parlare questa lingua, sarebbe un comportamento contradditorio e paradossale. poi come sappiamo c’è pure una parte di non friulani che ha scelto di far imparare ai propri figli questa lingua.

    2) ho scritto “escogitate tutti i mezzi per ostacolare”. in realtà avrei
    dovuto scrivere. “si escogitano e si escogiteranno…”, perché in
    nessuno dei tuoi commenti cerchi di “imbrogliare le carte” come invece altri fanno.

    3) io ho imparato l’inglese a scuola con il metodo tradizionale, prima ho appreso le principali regole e diversi vocaboli, dopo ma molto dopo ho incominciato a parlarlo. così succede nelle scuole. tu laddove
    sostieni che prima si parla e poi si impara una lingua affermi una cosa giusta,questo è il metodo migliore di apprendere.

  105. abc ha detto:

    errata corige.
    punto 1) riga 2: anziché,
    riga 4: è,
    punto 2) riga 2: va : anziché.

  106. abc ha detto:

    @ Paolo Nanut 76, “Facciamo chiarezza. Lo sloveno da imparare sarebbe non il dialetto ma bensì la lingua che is parla da Vrtojba a Maribor ed è una sola. Abc mi pare che su questo bisogna essere chiari. Lo sloveno è una lingua ufficiale, il friulano no. Non è copa dei goriziani che il friulano si sta perdendo…”

    Non mi pare che sia una sola la lingua che si parla da Vrtojba a Maribor, è una sola la lingua ufficiale ma non quella d’uso.
    Dunque mi confermi che a Doberdò si insegna non lo sloveno del luogo ma quello che si parla un po’ più ad est. Non so cosa si insegni a Resia. Ma volevo farti notare che allora non è il caso che ti meravigli se il friulano che si insegnerà a scuola non sarà a Lucinico quello di Lucinico e a Paluzza quello di Paluzza.
    Non ho capito poi su cosa bisogna essere chiari, quello che precede o quello che segue questa tua affermazione?
    Affermi inoltre che il friulano è una lingua non ufficiale: ok. ma è pur una lingua. allora non capisco questo tuo accanimento contro il suo insegnamento quando sappiamo benissimo che lo sloveno è tutelato molto di più con scuole in full-immersion. Essendo tu esponente della minoranza slovena per altro con ascendenti friulani, mi aspetterei da te un accostamento positivo a questo problema, invece di questa contrarietà che esprimi qua ed anche su un quotidiano locale. In ogni caso rispetto le tue idee.
    Se il friulano a Gorizia città si sta perdendo è colpa anche di quei goriziani che si oppongono.

  107. Martino Cudicio ha detto:

    @ Cristina: Matura è presente nel vocabolario monolingue Austriaco, ed è indicato come lemma di origine latina.

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