Domenica 18 marzo tre generazioni di fan entusiasti hanno incontrato al Politeama Rossetti Roger Daltrey, che sta portando in tour la rock opera Tommy assieme a molti altri successi dei The Who in giro per l’Italia, prima di spostarsi in Giappone.
Questa nuova incarnazione della storia della guarigione e dell’illuminazione spirituale di un ragazzino divenuto sordocieco a causa di un trauma infantile ha una marcata piega rock, ed è accompagnata da animazioni molto suggestive, che seguono in sincronia quasi perfetta le canzoni e aggiungono elementi per interpretarle.
La band che accompagna Daltrey (storica voce dei The Who nonché interprete di Tommy nel film omonimo diretto da Ken Russell nel 1975) suona con grinta e impeto i pezzi, e Simon Townshend alla chitarra regge benissimo il ruolo che è stato del fratello Peter, autore di quasi tutte le canzoni dell’opera.
La voce di Daltrey è più bassa e profonda di quella che conosciamo dalle registrazioni d’annata, e il risultato in alcuni brani è ancora più emozionante, come in Fiddle About, dove la malvagità dello zio Ernie rimbomba agghiacciante come mai prima.
A parte le note più acute, i sessantotto anni di Daltrey gli hanno tolto poco altro, e per tutta la durata del concerto ha cantato con vigore e tenuto il palco con consumata abilità, facendo mulinare il microfono, suonando i tamburelli e l’armonica, muovendosi in scioltezza – nonostante un leggero crampo al collo, sul quale ha scherzato col pubblico.
Sul finire dell’ultimo brano di Tommy, buona parte del pubblico si è riversata sotto al palco, per cantare e ballare con trasporto le canzoni della seconda parte del concerto, da I can See for Miles a Behind Blue Eyes, da Who Are You a The Kids Are All Right e guadagnandosi calorosi ringraziamenti da Roger e dalla band.
È stata insomma una grande serata di ottima musica, che a buon diritto fra pochi anni chiameremo classica, senza nemmeno mettere la parola fra virgolette.
Avete delle belle foto del concerto e volete condividerle? Inviatele all’indirizzo redazione@bora.la!
ncredibile questo signore di 68 anni che calca i piccoli teatri (ricordate che era stato una delle star di Woodstock) e fine anni 90 tour da stadi per anni negli USA
e si permette di scherzare con il pubblico per il dolore alla spalla e sbagliare gli accordi con l’ukulele su una canzone, riderne e chiedere al tastierista se si ricorda lui
questi vecchi del rock con gli anni diventano più affabili e più desiderosi di suonare