13 Marzo 2012

“Vi racconto la storia di questa benedetta Sala Tripcovich.”

“Vi racconto la storia di questa benedetta Sala Tripcovich. La Tripcovich era una stazione delle corriere.
Fu trasformata in teatro nei p
rimi ’90 per sostituire il Verdi che doveva necessariamente essere ristrutturato ed è stata usata a tale scopo fino al 1997.
Il mecenate Barone Raffello de Banfield (ora defunto) contribuì di tasca sua all’operazione di ristrutturazione e perciò la Sala nel 2008 gli è stata intitolata, alla memoria.

Per motivi dei quali sono all’oscuro, l’ambiente politico di centrosinistra che gravita intorno a Riccardo Illy vuole che questo edificio (di proprietà del Comune di Trieste) venga REGALATO al Teatro Verdi.”

Per continuare  a leggere il post vedi qui.

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75 commenti a “Vi racconto la storia di questa benedetta Sala Tripcovich.”

  1. enrico maria milic ha detto:

    molto figo il post di elisa russo andrea rodriguez. trovo senza senso invece questo passaggio:

    “in una sotterranea (ma neppure tanto sotterranea) campagna di (dis)informazione che avviene con il passaparola (anche sul web) il progetto diventa una “creatura” dell’allora Assessore Paolo Rovis nonostante il fatto che il nostro team sia composto persone estranee alla scena politica, prive di tessere di partito.”

    rovis è stato da subito tra le persone più visibili a sostegno di questo progetto. “forse” non è stata una gran mossa farlo apparire così visibile, gli si poteva chiedere un passo indietro, no?

    altra cosa, più importante:
    – perchè qualcuno non si prende la briga di fare un confronto tra investimenti, costi e ricavi delle due ipotesi (tripcovich al verdi e tripcovich nel progetto ‘pop-giovani’ ) e lo pubblica online?
    – vedo che rodriguez su facebook ha già preso i dati del ‘buco’ del verdi di milioni di euro. sarebbe interessante confrontare quel buco con dei dati su costi e ricavi del progetto ‘pop’, anche pensando a che fine farebbero i lavoratori del verdi che, qualcuno dice, col progetto ‘pop’ dovrebbero essere licenziati.

  2. Francesco Chiot ha detto:

    Di chi è l’articolo? non è firmato…

  3. sfsn ha detto:

    giusto ieri me xe sta dito che i ghe ga taià i stipendi ai orchestrali e ai coristi del verdi, ma par che i dirigenti se gabi aumentà la paga…

  4. marina ha detto:

    Tanto per chiarire 2-3 cose:
    -Rovis era stato invitato dal Comitato Nuova Tripcovich in quanto Assessore competente della precedente giunta. L’invito era stato esteso anche ad altri consiglieri, ricordo la partecipazione di L. Giorgi. Il fatto che P. Rovis abbia gradito il progetto non lo ha promosso membro del Comitato. Ad alcune riunioni era presente anche l’attuale sindaco Cosolini, apprezzando l’idea, ma senza esprimersi sulla realizzazione.
    -A fianco del progetto è stato anche presentato un business plan.
    -Non è prevista alcuna possibilità di licenziamento dei dipendenti del Verdi in quanto gli stessi non lavorano nei locali della Tripcovich, ma al Teatro Verdi, salvo spostarsi una decina di volte all’anno quando è previsto qualche spettacolo nella sala Trip

  5. Diego Manna ha detto:

    @2:
    el toco xe de andrea rodriguez

  6. Paolo Rovis ha detto:

    A me sembra normale che chi propone un progetto di ridestinazione di un’immobile di proprietà comunale, si rapporti con il proprietario, cioè con il Comune. E quindi con la Giunta comunale. E quindi con gli assessori che ne fanno parte.

    Io ho incentivato prima e supportato poi il progetto. Il sindaco Dipiazza mi aveva delegato a seguirlo, su mia richiesta, e a proporre gli atti conseguenti. Cosa che ho puntualmente fatto, credendoci.

    Se poi a qualcuno non piace la precedente giunta comunale e ritiene per questo che non se ne sarebbe dovuta occupare, problemi suoi.

    Ora c’è una giunta diversa, che piace di più. E che dà via gratis la Tripcovich, affossando il progetto del Comitato.

  7. enrico maria milic ha detto:

    sì, certo, è lineare che tra i membri di un gruppo promotore che si definisce “apartitico” ci sia anche un assessore…
    LOL
    : )))

  8. capitano ha detto:

    Tornè a farlo stazion delle coriere.

  9. XXX ha detto:

    “- perchè qualcuno non si prende la briga di fare un confronto tra investimenti, costi e ricavi delle due ipotesi (tripcovich al verdi e tripcovich nel progetto ‘pop-giovani’ ) e lo pubblica online?

    Rilancio, perchè il Comune di Trieste che è pagato con i nostri soldi e la fondazione Verdi, pagata con i nostri soldi (quanti sono, si parla di milioni di euro all’anno giusto) non ci fa vedere il LORO di progetto, non fanno LORO gli incontri pubblici, il sito internet, etc, visto che il comitato Tripcovich l’ha fatto e su base volontaria e gratuita? Prego la risposta sign Milic

    “vedo che rodriguez su facebook ha già preso i dati del ‘buco’ del verdi di milioni di euro. sarebbe interessante confrontare quel buco con dei dati su costi e ricavi del progetto ‘pop’, anche pensando a che fine farebbero i lavoratori del verdi che, qualcuno dice, col progetto ‘pop’ dovrebbero essere licenziati.”

    I lavoratori non saranno licenziati se la sala Tripcovich non verrà data loro come ulteriore risorsa finanziaria, ipoteca o vendita, cash insomma, ma saranno licenziati perchè la fondazione fa debiti da anni, milioni di debiti e non soldi privati, debiti di denaro pubblico. Quindi la differenza è lampante, loro vogliono la sala in regalo per farci contante e per fasi le belle paghette mensili, parlo dei dirigenti, mentre il comitato la vuole in gestione, la proprietà rimarrebbe del comune, per farci attività varie.
    serve altre spiegazioni?

  10. marina ha detto:

    @enrico: forse l’italiano non è per tutti.
    LOL
    Rovis NON faceva parte del Comitato (e mi risulta che non ne faccia parte neanche ora). ERA stato invitato in qualità di assessore competente. Nient’altro. Se poi il progetto gli è piaciuto è un fatto comune a moltissimi altri…

  11. enrico maria milic ha detto:

    ciao anonimo xxx,

    io non sono promotore del progetto POP nè faccio parte della giunta comunale.

    quindi,

    ovviamente,

    chiedo questi chiarimenti a chi sostiene le varie ipotesi.

    xxx

    p.s.

    anche a me il progetto piaceva, tanto che su bora.la gli demmo parecchia visibilità.
    ora però si tratta di confrontarsi coi dati e sui soldi, e mi sembra che chi ha creato il progetto POP dovrebbe essere contento che ci sia questo dibattito. perchè rifuggerlo?

    i commenti off-topic verranno cancellati.

  12. Andrea Rodriguez ha detto:

    Brevemente, in risposta al commento 1 di E.M.Milic.

    L’appoggio di un politico, di qualunque schieramento, non ci creerà mai imbarazzo e non chiederemo mai di fare “passi indietro” a nessuno che creda che il progetto sia interessante o valido.
    Ciò non significa che condividiamo le sue idee IN TOTO.
    Significa invece che è lui a condividere QUESTA nostra idea.

    Sono convinto che il nostro progetto piaccia anche a molti esponenti di csx ma che non possano ammetterlo per ragioni “di schieramento”.
    Nello stesso modo in cui il progetto è stato avversato ed è tuttora avversato anche invece da esponenti di cdx.

    Tutti i dati relativi al Verdi che ho pubblicato sono pubblici e/o sono a bilancio e/o sono ricavati da dichiarazioni rese alla Stampa da personalità del Verdi come Calenda.

    Avrei voluto mettere a confronto i bilanci, ma mi sono trovato davanti ad una piccola ma tuttavia insormontabile difficoltà: la Nuova Sala Tripcovich ANCORA NON ESISTE. 🙂

    Le simulazioni su un modello economico di gestione sono state presentate pubblicamente… certo… bisognava esserci o avere un briciolo di memoria.

  13. enrico maria milic ha detto:

    quelle simulazioni quindi sulla vs SALA TRIPCOVICH non possono essere rese pubbliche? non mi è chiaro perchè.

  14. Diego Manna ha detto:

    @12
    mi iero quel giorno e el progeto me iera piasso sai.
    tutavia credo de gaver una memoria normale se digo che no me ricordo le simulazioni, e cussì imagino el resto del publico, no xe una roba che tipicamente te memorizi..
    perchè no meterle online?

  15. Paolo Geri ha detto:

    ” ……l’ambiente politico di centrosinistra che gravita intorno a Riccardo Illy…..”

    Non mi risulta che esista alcun “ambiente” che gravita intorno a Riccardo Illy il quale si è ritirato da tempo dalla politica attiva. A meno che non si intenda con questa parola il PD, in toto o in qualche sua “anima”. Usare termini di questo tipo serve solo ad alzare cortine di fumo e a mandare messaggi trasversali degni dei migliori “mestieranti politici”. Chi fa parte di questo presunto “ambiente” ? Cosolini ? Altri assessori ? “Poteri forti” cittadini tipo Camera di Commercio e quindi Paoletti ? O semplicemente alla maggioranza che governa attualmente il Comune il progetto non piace ? Cosa – fra l’ altro – perfettamente legittima.

  16. Andrea Rodriguez ha detto:

    Durante la presentazione illustrammo la sostenibilità del progetto e come si realizzava.
    Non presentammo modelli e cifre per ragioni di tempo, di noia (degli spettatori), ma soprattutto perché questi modelli sono ipotesi eleborate da NOI, e come abbiamo più e più volte ripetuto, non è affatto detto che in caso di riqualificazione della Sala dovremmo essere noi stessi a gestirla.

    Visto che non siamo proprio i più mona (abbastanza mona sì… ok ma non proprio totalmente) sapevamo e sappiamo benissimo che questi modelli che l’esposizione di questi modelli si presta a una strumentalizzazione facilissima:

    – “Te vedi? I ga za fato i conti perché i sa che el Comun ghe la darà a lori…”

    Noi speriamo che il progetto Tripcovich si realizzi.
    Il nostro obiettivo è questo.

    Ovviamente starà poi in chi sarà destinato a gestire la nuova struttura far quadrare i conti.
    Noi abbiamo ipotizzato ALCUNI fra gli innumerevoli scenari e ALCUNE tra le innumerevoli modalità di gestione e tutto ciò è servito a noi per andare avanti convinti della sostenibilità e ultimare il progetto.

    CHIUNQUE con il materiale online può ipotizzare degli scenari e farsi due conti. Che saranno ovviamente i SUOI conti…

  17. roberto lisjak ha detto:

    un milic lucidissimo, as usual

  18. Piero Corubolol ha detto:

    Nel caso della “Nuova Sala Tripcovich” che prevede la creazione di una struttura permanente, con costi di gestione altrettanto permanenti, il discorso della sua sostenibilita’ economica nel tempo assume una rilevanza notevole. A mio parere questo aspetto, da quanto ne posso sapere io che non ho partecipato alla presentazione, non e’ stato sufficientemente chiarito, quindi dare un giudizio, anche solo da privato cittadino quale sono, risulta assai difficile. Questa difficolta’ non e’ solo mia ma immagino anche di tante altre persone.
    Avere dubbi al riguardo non significa automaticamente essere “contro”, ma semplicemente essere seri.

    Comunque, dire che CHIUNQUE puo’ farsi i suoi conti e’ sbagliato prima di tutto perche non proprio tutti hanno idea o devono avere idea di come si gestisce una struttura poli-funzionale e in secondo luogo perche’, a prescindere da chi sara’ poi il gestore finale, sta a chi propone un progetto che implica la spesa di 2-3 milioni di euro piu’ tutto quello che serve ad attrezzarlo dal punto di vista tecnico, prendersi la responsabilita’ di chiarire tutti gli aspetti relativi alla sua proposta. Tutto questo per maggiore chiarezza e niente piu’.

  19. mordecai richler ha detto:

    Io rimango letteralmente disgustato, ogni volta che leggo queste cose. E non mi riferisco alla storia in sé, ma ai toni che vengono utilizzati: dal capopopolo rodriguez all’abatino milic, con i graziosi interventi del sempre simpaticissimo rovis. mi piacerebbe sentire il parere del sindaco, ma non lo biasimo per non inserirsi in questo vespaio che gli alfieri anzidetti hanno creato.

  20. roberto lisjak ha detto:

    il discorso sulla sostenibilità economica della gestione è un tema delicato. noi, con l’aiuto di professionisti, abbiamo elaborato un modello matematico della gestione della sala, un modello che ci ha consentito di fare diverse simulazioni di utilizzo della struttura con conseguente fluttuazione di costi e ricavi. ci siamo dati il compito di immaginare una struttura che non consumi danaro pubblico e non produca reddito per cui l’unico numero significativo da dare è 0, ovvero quello che noi immahiniamo essere l’avanzo di gestione a chiusura bilancio (fatte salve le dovute riserve tecniche che qualsiasi amministratore responsabile deve tenere). trovo però straordinario che a noi si chiedano conti dettagliati mentre sul buco nero che è la gestione economica del verdi, e sul fantomatico progetto cosoliniano delle decine di serate per i giovani non venga mai fornito alcun dettaglio.

  21. Alessia ha detto:

    lisjak, non stare a prendertela sul personale. è normale che la gente voglia essere informata nel dettaglio riguardo ad un progetto che costerebbe 2,5 milioni di euro di soldi pubblici, non credi? sul buco nero del verdi siamo tutti più o meno informati, almeno per sentito dire. ma da qui a dire che la lirica è morta ce ne passa.
    anch’io francamente sono disgustata dai toni che ha assunto il dibattito, soprattuto per quanto riguarda gli attacchi pesonali. invece di includere mi sa che questo modo di fare escluda la partecipazione di chi timidamente vorrebbe partecipare ma non prende parola per non finire nel vespaio di cui sopra.
    ammetto che non ho seguito tutta la vicenda per intero, ma ricordo che nel 2009 avevo partecipato ad un’assemblea pubblica quando il progetto era stato presentato. una cosa non mi è chiara: ma dal 2009 ad oggi cosa si è fatto?

  22. mordecai richler ha detto:

    Sfuggono ai protagonisti della polemica un paio di questioni: la prima, riferita ai promotori del progetto tripcovich, è che sempre di soldi pubblici si tratta, ed è ben possibile che il progetto sia stato semplicemente considerato non conveniente. E che, in fondo, sta all’amministrazione decidere, senza dover tenere all’evidenza pubblica tutto il processo decisionale che sta alla base.
    apprezzo invece i toni di roberto lisjak, che mi pare più interessato alle sorti del progetto, e con difficoltà, date le risposte fumose e prive di grandi contenuti della controparte, piuttosto che agitare improbabili sommosse popolari dei giovanissimi
    dall’altra parte, da elettore, e da padre di un giovane “rocker”, mi spiace che il sindaco non si soffermi quel minuto che basta per placare gli animi, ma sfrutti quello stesso minuto per attaccare personalmente rodriguez, attraverso facebook.
    personalmente non posso criticare l’amministrazione per una scelta così conservativa. procedere con il progetto tripcovich sarebbe talmente progressista da sembrare rischioso, e non mi pare il periodo migliore per scelte così drastiche. in entrambi i casi, il tempo sarà galantuomo: speriamo che, nel frattempo, lo siano anche le parti in lite.

  23. Fabio Petrossi ha detto:

    Mi scuso per l’ignoranza che dimostrerò di avere, ma forse qualcuno può aiutarmi a capire:
    c’è un Teatro Verdi che è pieno di debiti e il Comune, per rendere meno pesante l’assetto economico del Verdi decide di regalargli la sala Tripcovich. In questo modo, almeno sulla carta, accrescendo il patrimonio economico del Verdi, ripeto almeno sulla carta, sale la sua potenzialità e credibilità come solvente e quindi può chiedere denaro alle banche: Giusto? Dall’altra parte, invece, si vorrebbe che il Comune affrontasse cospicue spese di adeguamento della sala Tripcovich lasciando il Verdi indebitato e senza garanzie economiche di solvenza. Ho capito bene? Sbaglio? Se ho capito bene e non sbaglio allora io mi chiedo, indipendentemente da quello che mi farebbe piacere succedesse, un buon padre di famiglia, quando le finanze venissero a mancare e dovesse scegliere se mantenere la famiglia vendendo i gioielli di casa o indebitarsi per spendere più soldi ancora rispetto a quelli che non ha, pur di mandare i figli a divertirsi, che scelta farebbe? Io penso che un buon padre di famiglia non avrebbe dubbi sul da farsi … Tutto lì. Se i soldi ci sono è facile fare tutto, se i soldi non ci sono e i debiti sono incombenti o vendi i gioielli di famiglia o punti al fallimento … e di recente qui a Trieste abbiamo visto cosa succede quando si fa finta che i debiti non ci siano (vedi Triestina calcio …). Ma se invece sbaglio sarò veramente grato a chi documentatamente mi correggerà.

  24. Paolo Geri ha detto:

    L’ autore dell’ articolo è lo stesso Andrea Rodriguez di cui parla il profilo Facebook di Roberto Cosolini di ieri ?

    Ecco che cosa scrive il Sindaco:
    “C’è chi si sveglia e si fa la doccia, beve un caffè o fa una colazione più robusta, poi magari va a scuola, o a lavorare o sta a casa….. E poi c’è chi si sveglia, apre il computer e…scrive cose non vere(per cattiva informazione? Per cattiva fede? Si chiamerebbero balle allora). Stamattina tale Andrea Rodriguez, non nuovo a polemiche pretestuose e infarcite di strumentalità verso il sottoscritt…o e questa Amministrazione, si sveglia e scrive che con tutta probabilità il Summer Rock Festival e l’Opening Band non si faranno. Peccato che quest’ultima sia nei programmi dell’assessorato all’educazione nel 2012 e che invece del SRF proprio ieri io abbia parlato con l’organizzatore per inserirlo in Serestate.
    Non era difficile per Rodriguez avere queste informazioni ma… E allora viene il dubbio anche perché doveva concludere con ironie sul mio obiettivo “Trieste torna Grande”…..
    Che dire:forse lavorando duro Trieste torna Grande ma qualcuno resta tanto ma tanto piccolo…..”

    http://www.facebook.com/photo.php?fbid=152189321477082&set=o.106381092731412&type=1&theater#!/profile.php?id=1035492331

  25. enrico maria milic ha detto:

    dopo le spiegazioni di lisjak e altri, per me il loro progetto tripcovich risulta più credibile (anche se continuo a non capire perchè non possiamo avere le loro simulazioni economiche pubblicate su internet per capire di più… boh?!?).

    detto questo,
    visto che siamo tutti bravi a fare il sindaco su facebook o bora.la,
    vorrei capire dai promotori del progetto tripcovich POP come pensano di risolvere la questione dei lavoratori del verdi – il commento #23 di fabio petrossi è perfetto e lo condivido in pieno.

    e dico sul serio: magari ci sono soluzioni che non conosco per salvare il verdi e i suoi lavoratori. altri tipi di reimpiego dei suoi lavoratori? altri tipi di salvataggio economico visto il debito? oppur se ne ciavemo e che i vadi tutti a remengo? (quest’ultima frase è ironica)

  26. Paolo S ha detto:

    Sostiene Pietro Faraguna
    “Nei prossimi giorni, prima che si compia qualunque atto dispositivo della sala Tripcovich (ciò perché siamo gente seria), riceveremo in commissione IV i rappresentanti del Comitato sala Tripcovich, come ci siamo impegnati a fare. Credo che – nonostante sia difficile non vedere l’incompatibilità della proposta destinazione della sala a centro multi-espressivo con la road map tracciata sopra – possa essere utilissimo riceverli per diversi motivi: per permetterci di avere un’illustrazione formale del progetto (descrittomi da molte voci in termini positivi); per permetterci di parlare sulle carte e non sul sentito dire; per capire se e come tanta spontanea progettualità si possa innestare nel quadro della road map tracciata sopra, con sommo giovamento di tutti. ”
    fonte: http://faraguna.wordpress.com/2012/03/12/i-contenitori/
    Vero o falso?

  27. Sara Matijacic ha detto:

    Segnalo questo evento: https://www.facebook.com/events/192999447469262/ sarebbe bello poter vedere all’incontro qualche consigliere comunale, assessore interessato o il sindaco in persona. 🙂

  28. roberto lisjak ha detto:

    @petrossi: no, non è proprio così la storia. il comune dice che c’è la necessità di aumentare il patrimonio del verdi per aiutarlo in questa difficile congiuntura. bene, non entro nel merito. ho chiesto e continuo a chiedere, purtroppo invano, per quale motivo proprio la tripcovich. se si tratta solo di aumentare il valore del patrimonio (cosa che, ripeto, mi sembra del tutto discutibile ma non divaghiamo) non c’è la necessita di dargli proprio quell’ immobile, il comune ha tantissime proprietà immobiliari diverse da regalare al verdi, il verdi già possiede diversi immobili in giro per la città. perchè regalare proprio la tripcovich mettendo la parola fine ad ogni possibile diverso utilizzo della sala? pongo questa domanda invano da anni e nessuno dei cosoliniani che si è preso il compito di difendere la sciagurata cessione si è dato disturbo di rispondere.
    @alessia: non mi sembra di essermela presa sul personale, ho cercato di rispondere alle domande, tutto qui. cosa abbiamo fatto dal 2009? abbiamo elaborato un vero e proprio progetto. quella che nel 2009 era una buona idea oggi è un proggeto culturale vero e proprio. un gruppo di giovani e brillanti architetti, coordinato da claudio farina, ha studiato soluzioni architettoniche straordinaria per modernizzare la sala e sfruttarne tutte le potenzialità, altre persone si sono dedicate a studiare lo scenario legislativo ed amministrativo, un gruppo ha elaborato il modello matematico di cui raccontavo sopra, un altro gruppo si è dedicato al progetto artistico della nuova tripcovich. credimi, è stato un lavoro complesso e a tratti esaltante per quanto ha saputo guardare avanti rispetto alla mentalità da italietta che purtroppo trasuda dalle parole di chi ci si contrappone.
    @milic: non vedo perchè dovremmo occuparci noi del problema occupazionale del verdi, il verdi non è un nostro interlocutore, noi cerchiamo il dialogo con il padrone di casa ovvero il comune. certo è che il verdi ha inserito arbitrariamente nel proprio statuto la sala tripcovich, ben sapendo che si trattava di una forzatura. se la sostenibilità economica ed occupazionale di una attività è fondata sulla disponibilità di un immobile che non si possiede e che si occupa senza titolo (la concessione è scaduta da tempo, il verdi occupa la tripcovich di fatto, non di diritto) mi chiedo perchè nessuno chiede conto di questo al verdi mentre saremmo noi quelli che dobbiamo risolvere il problema occupazionale di questi disgraziati dipendenti vergognosamente usati come scudi umani da chi li sta soffocando.

  29. Alessia ha detto:

    lisjak, grazie per le risposte. mi riferivo ai toni che ti ho visto usare su facebook nei confronti di chi non la pensa come te. comnque in bocca al lupo per tutto.
    geri, sì, è lo stesso andrea rodriguez. non credo di sbagliarmi quando parlo di vespaio (vedi post precedente)

  30. arlon ha detto:

    Mi continuo a no capir perché mai el verdi, che no riva nianche a funzionar coi spazi che ga, dovessi gaver una location/sala in più per no far funzionar ben nianche quella.

    No ve par che se stemo perdendo in dettagli relativamente insignificanti, senza pensar che un spazio come “tripopvich” a Trieste manca?
    E che gavessi probabilità altissime de successo e partecipazion, se gestido con competenza?

    Da ignorante, la posizione de Lisjak me par sensada.

  31. arlon ha detto:

    Cmq qua ghe xe de drio anche una question “de campo”: Trieste ghe la lassemo completamente in man ai veci (piasi o meno, xe lori i fan sfegatai del Verdi, in media), o riconossemo che i giovani/nontradizionalisti esisti anche qua, e i ga necessità de spazi???

    Penso che come che sarà gestida sta question sarà emblematico de questo (oltre che in quanto tempo la vegnerà risolta.. penso che semo tutti stanchi de spetar decenni per ogni minicambiamento).

  32. Alessia ha detto:

    scusate, ho ancora una domanda. ho appena letto l’articolo de il piccolo che dice (cito testualmente) “in prima fila c’è il pdl con i consiglieri regionali maurizio bucci e piero camber e l’ex assessore rovis”. volevo sapere se è vera questa cosa o è fantasia del giornalista?

  33. enrico maria milic ha detto:

    @ lisiak e rovis

    quindi, non solo non avete dati o proposte pratiche su come salvare 280 posti di lavoro di cittadini triestini al verdi.

    anche ve ne fregate…

    bel, complimenti.

  34. GiovanniP ha detto:

    Ma dai, la soluzione è semplice: il comune fa la ristrutturazione della Tripocovich- secondo il famoso progetto, poi cede il tutto al Verdi, e il Verdi assumi Rodriguez per organizzar concerti

  35. roberto lisjak ha detto:

    alessia, è falsa, tant’è che ho inviato una smentita al piccolo che dovrebbe uscire domani di cui vi anticipo il contenuto. di sicuro rovis quand’era assessore ed ora che è consigliere comunale è un sostenitore dell’idea e lo sono stati anche camber e giorgi, ma mi sembra molto scorretto dire che la protesta è guidata da loro, come si legge nella nota:

    << In relazione al'articolo dal titolo <> pubblicato nell’edizione di oggi mi sento di dover fare alcune precisazioni.

    – La sala non è stata “praticamente data”. Il Comune ha solo annunciato di avere allo studio la delibera per il conferimento della proprietà della Tripcovich, delibera che poi dovrà sottostare a tutta una serie di passaggi politici ed amministrativi che potrebbero riservare qualche sorpresa.

    – È a mio giudizio fuorviante e manipolatorio sostenere che in prima fila a protestare contro la cessione ci siano i citati esponenti del PDL. In prima fila ci siamo noi del Comitato Nuova Sala Tripcovich e tantissimi cittadini che sul web stanno chiedendo al Comune le ragioni di questa sciagurata cessione. Ci sono fortissime perplessità anche in aree della maggioranza relativamente all’opportunità di fare questo cadeau al Verdi. Ci tengo a precisare un tanto perché voglio ribadire per l’ennesima volta che noi NON SIAMO E CHIEDIAMO DI NON ESSERE CONSIDERATI OPPOSITORI POLITICI DELLA GIUNTA COSOLINI. Ricondurre la nostra battaglia a una contrapposizione destra/sinistra significa squalificarla, umiliarla: ci muoviamo in un contesto che è politico in quanto pubblico ma la nostra è una posizione che trascende categorie politiche che non ci appartengono e nelle quali non ci riconosciamo.

    – Non c’è nulla di politico nella constatazione che il dialogo iniziato con la passata amministrazione non è proseguito con l’attuale. Il nostro interlocutore è l’Istituzione, non il politico o la parte politica che si è assunta l’onere di amministrarla.>>

  36. roberto lisjak ha detto:

    vedo che è saltato il titolo dell’articolo a cui replico ma vabbè, si capisce lo stesso

  37. aldo ha detto:

    Possiamo girarla come vogliamo, ma l’assegnazione della Tripcovich al Verdi invece che al progetto per i giovani sarebbe percepita come una emblematica scelta strategica di non dare una location per la cultura e la musica giovanile, a meno che non si proponga da parte del Comune un’altra location immediatamente a disposizione.
    Visto che i giovani a Trieste sono mal sopportati, probabilmente sarebbe una scelta accolta con gran soddisfazione dai vari parrucconi che pontificano di cul-tura negli ambienti senil-bene della città, ma sarebbe anche un evidente segnale di conservazione, mentre su questo sindaco c’era un’aspettativa di cambiamento dei vecchi equilibri.

    Quello dei 280 posti di lavoro del Verdi è un effettivo problema politico-sociale ma…

    …regalare un attivo patrimoniale di lungo termine come un immobile (Tripcovich o altro) perchè qualcuno possa indebitarsi a breve per pagare delle spese correnti (stipendi) è l’esempio da manuale della cattiva gestione (buttare i soldi dalla finestra) perchè dopo aver bruciato questo attivo bisognerà bruciarne altri senza arrivare a nessuna soluzione del problema che…

    …passa inevitabilmente per una dolorosa riduzione dei costi o per un altrettanto doloroso aumento delle tasse per mantenere in piedi questa struttura.

  38. francesco ha detto:

    Come alternativa perchè non chiedere al Comune la concessione della Sala all’interno del Silos?
    Dovrebbe più o meno essere di dimensioni analoghe, in posizione praticamente identica. Ma più di tutto deve ancora essere realizzata, con tutte le possibilità di personalizzazione del caso.

  39. roberto lisjak ha detto:

    la due cose non sono confrontabili dal punto di vista della volumetria. la nuova sala tripcovich è stata progettata per non costare 1 euro di denaro pubblico nella sua gestione ordinaria e ciò si può realizzare solo grazie alla contemporanea presenza della sala principale e delle funzioni accessorie per le quali sono richiesti volumi molto più ampi dell’auditorium del silos.

  40. Bibliotopa ha detto:

    Alla domanda: perchè dare al Verdi proprio la Tripcovich? a me sembra che la risposta sia elementare, forse troppo semplice per i dietrologi: perchè la stazione delle corriere è stata strutturata come teatro proprio per ospitare le stagioni liriche del Verdi durante i lavori di ristrutturazione del medesimo, e come tale è risultata adeguata. Lo confermo da ex abbonata della stagione lirica.
    a me sembra che in tutta questa polemica, al di là di possibili risvolti politici, ci siano due aspetti: 1 musica classica vs musica non classica – evito altri termini ma le parole che ho letto ( vecchi contro giovani o giovani contro vecchi- anche qua sopra) mi sembrano emblematici. 2 il gusto che mi sembra tutto triestino degli ultimi anni di ristrutturare e cambiare destinazioni agli edifici: dal Centro Congressi ( che non si sa dove si faccia) al Museo ( che dovrebbe riunire altre collezioni) alle sale espositive ( Pescheria/Incanti) a quelle di cui non si sa cosa fare ( Magazzino vini, Palazzo Carciotti) lasciamo stare il Parco del mare e chiediamoci come procedono i lavori di ristrutturazione del Silos.. far e disfar xe anche un lavor.. e chi fa e chi disfa si prende l’appalto, fra l’altro

  41. Franz F. ha detto:

    Ciao, intervengo per chiedere delucidazioni in merito al soggetto proponente. Ho letto che varie persone a titolo gratuito e disinteressato si sono adoperate nella costruzione del progetto, ma non ho capito una cosa, a chi spetterebbe la gestione materiale del posto una volta iniziate le attività? Chi si occuperebbe della programmazione e della scelta dei gruppi da far suonare? Dietro al comitato che mi sembra sia composto da dieci singoli cittadini ci sono delle associaizioni o dei gruppi? Esiste già uno statuto? La partecipazione alla programmazione e la fruizione sarebbe del tutto libera o vincolata a delle precise scelte stilistiche/artistiche?
    Ho letto dell’intenzione del Sindaco Cosolini di destinare l’utilizzo della sala per 50 giorni all’anno a chi ne faccia richiesta a costo molto basso, a me personalmente non sembra una cattiva idea. Credo che in questo modo le attività potrebbero coinvolgere più soggetti: concerti di diversi generi, attività dei conservatori, cinema, teatro a tutti i livelli, ecc. Pur sempre quei Giovani di cui tanto si parla. Faccio una domanda: in caso questa scelta fosse attuata dal Comune, l’attuale comitato della Nuova Tripcovich accetterebbe di organizzare i propri concerti con questa modalità? O l’organizzazione delgi eventi dev’essere per forza vincolata all’uso e concessione esclusiva?

  42. roberto lisjak ha detto:

    @bibliotopa: mi sembra un argomento inconsistente, se all’epoca avessero ragionato come ragioni tu quella sarebbe rimasta una stazione delle corriere. c’era l’esigenza di cambiare e si è cambiato, tanto quanto oggi è necessario fare.

    @franz f.: chi gestirebbe la struttura così come l’abbiamo immaginata noi è ancora tutto da vedere. noi chiaramente ci candideremmo a farlo con uno nostro progetto culturale ma spetterebbe al comune decidere a chi dare le chiavi di casa. il comitato, per una precisa scelta di indirizzo, è composto solo da singole persone e non da associazioni o realtà già esistenti, proprio per evitare colonizzazioni, parrocchiette e italianate varie. l’idea è quella di un soggetto gestore che non produce in proprio tutti gli eventi, ne produce solo alcuni e “fa camminare la macchina” quando sono ospitate produzioni esterne. lo scopo è quello di ampliare il più possibile la fascia di pubblico potenzialmente interessata alla struttura, solo includendo “tutti” la struttura può pagarsi da sola.
    l’idea della concessione delle 50 serate può apparire una buona idea se non si è addetti ai lavori. innanzitutto è da dimostrare che la sala sarà concessa a costi bassi, oggi come oggi siamo a quasi 5000 euro al giorno. secondo, la sala così com’è attualmente non è in grado di ospitare nulla di diverso dalla classica/sinfonica. al massimo si può pensare a qualche performance acustica/jazz. l’acustica non è adatta, non c’è un impianto di amplificazione, ci sono le sedie in platea, tutti fattori che rendono la struttura incompatibile con il “rock”, o quantomeno rende economicamente insensato sfruttarla per questi spettacoli. per quanto riguarda la gestione ti ho parzialmente risposto sopra. al comitato può anche andare benissimo, per assurdo, non organizzare nessun concerto, quello che per noi conta è che il comune abbia una struttra pensata per ospitare questo tipo di concerti ed in grado di ospitare produzioni esterne. pensiamo che la sala debba essere vista alla stregua di un servizio che il comune offre ai propri cittadini, non come un’occasione di lucro per chi la gestisce

  43. roberto lisjak ha detto:

    aggiungo una cosa, è praticamente impossibile far convivere chi come il verdi o il conservatorio sono abituati ad organizzare le proprie attività senza badare minimamente alla sostenibilità economica, come se le risorse fossero illimitate, e chi come noi sa di dover far quadrare i conti a fine mese. sono prospettive e metodi di lavoro inconciliabili.
    noi in fase di progetto andammo a parlare con i responsabili del conservatorio; loro ci dissero di non essere interessati più che tanto, salvo poi uscire con un comunicato stampa qualche giorno dopo in cui si candidavano a gestire la sala autonomamente.
    fortuna che, andando per dotte citazioni, “le volpi se incontra tutte del pelizer”

  44. Marko Germani ha detto:

    Ma anche ipotizzando che i giovani siano tutti dei drogati che invece di rockeggiare dovrebbero lavorare mentre la musica classica è l’unica arte nobile che non si può spiegare al popolino, trovo davvero folle salvare un ente in debito regalandogli beni immobili pubblici, che sia la Tripcovich o altro. Se poi il bene in oggetto ha la ragionevole possibilità di essere utilizzato meglio in altri modi, non basta nemmeno la follia a spiegare una simile scelta. Non si tratta più di vendere i gioielli di famiglia per un’improvvisa emergenza, ma di bruciare gli album di foto per ravvivare il caminetto.

    Ma poi, regalando la Tricovich al Verdi, cosa se ne farebbe il Verdi?

  45. FranzF ha detto:

    Quindi se il Comune investe i 3 mil di Euro che chiedete per attrezzare la sala e darla a tutti la sostanza non cambia?

  46. FranzF ha detto:

    Magari in questo modo i lavoratori del Verdi sono più contenti. E i Giovani accontentati.

  47. Alessia ha detto:

    lisjak, per l’articolo de il piccolo ti consento il beneficio del dubbio, grazie per le tue sempre esaustive risposte.
    secondo me comunque, se ci tenevate a sostenere l’apoliticità del progetto, in campagna elettorale avreste dovuto “cazziare” il buon rovis per post come questi sul suo blog:
    http://paolorovis.blogspot.com/2011/03/nuova-sala-tripcovich-per-trieste-per.html

    PS: ma qui rispondi solo tu? e il buon rodriguez? lo gavè imbavaglià dopo la “svista” su FB de due giorni fa? 😉

  48. Fabio27 ha detto:

    Vorrei fare umilmente presente che qualunque utilizzo di Sala Tripcovich presume degli ingenti lavori di ristrutturazine/rifacimento. La struttura è nata come teatro d’opera d’emergenza, per cui ha una struttura per le scenografie, un’acustica adatta all’opera, una serie di soluzioni che nell’ottica originale avevano un senso ma oggi sono controproducenti. Rendere utilizzabile per qualunque altro scopo (centro per la musica rock, auditorium, quello che si vuole) la sala richiede un investimento ingente. Siamo certi che esistono le risorse per una simile operazione? E chi le mette? E quali altri progetti resteranno senza risorse per eseguire questo (penso al restauro di palazzo Carciotti, una pietra miliare della storia di Trieste, sotto ogni punto di vista, ma anche di Palazzo Bonomo, di cui non parla nessuno)? Personalmente trovo indecente questa abitudine di presentare progetti senza nessuna citazione di costi. Tanto alla fine pagherò io contribuente. È la stessa storia del nuovo Aquario stile Paoletti, che con un milione di visitatori starebbe in equilibrio. Sì, e se sono meno di un milione chi tappa il buco, Paoletti (di persona, dico)? E se ristrutturare la Tripcovich costa 20 milioni chi li mette? Il comitato con una colletta? O forse la Fondazione CRT, che di buchi nell’acqua ha una lunga esperienza?

  49. FranzF ha detto:

    Quindi se il Comune spende i soldi che chiedete per attrezzare la sala e la da a tutti la sostanza non cambia?

  50. roberto lisjak ha detto:

    @alessia: non c’è nessuna ragione per imbavagliare nessuno e figurati se mai avremmo il potere di farlo. rovis era l’assessore competente e come tale è stato un interlocutore estremamente serio e disponibile. ha creduto nella nostra idea sin da subito e questo gli va riconosciuto. la mia idea di apoliticità passa per l’inclusione di tutti, non certo per l’esclusione di alcuni.
    qui rispondo io perchè sono il presidente del comitato e quello che dico può essere considerato la posizione ufficiale del comitato.

    @fabio: il nostro progetto architettonico prevede investimenti per circa 2 milioni di euro per la riconversione della sala, cifra da spalmare su 2 anni di bilancio. chiedi se ci sono i soldi? tanto perchè tu ti faccia un ‘idea della proporzioni, il comune spende ogni anno 100 volte tanto in opere pubbliche, solo per risistemare piazza dalla borsa il comune ha speso circa 3 milioni di euri. altri dati interessanti, la cifra che noi chiediamo al comune di investire sulla trip è circa un decimo di quanto il verdi riceve OGNI ANNO di contributi pubblici per la propria attività. ribadisco, noi con 2 milioni abbiamo una struttura permanente, loro con 20 fanno una stagione e si indebitano. quindi mi sento di dire che si, i soldi ci sono, eccome. in tutte le presentazioni del progetto abbiamo fatto le cifre, non ci sono mai stati segreti.

  51. roberto lisjak ha detto:

    @franz f: non è così semplice. noi abbiamo pensato ad una struttura completamente nuova, che integra funzioni diverse e che si regge economicamente grazie al fatto che “vive” potenzialmente per 20 ore al giorno, 7 giorni su 7 con attività diurne, un bar a servizio anche dei viaggiatori della vicina stazione dei treni, sale prova per i gruppi, spazi per la didattica. prendere la sala ed aggiungerci 4 altoparlanti e un poster dei pearl jam non è esattamente quello che abbiamo in mente noi. certo, ci va benissimo che la dia a tutti, è questo lo scopo del nostro progetto! immaginiamo che per il comune sia impossibile gestire la struttura in proprio e per questo ci candidiamo a gestirla in sua vece: la figura del gestore per come la vediamo noi, tuttavia, non è quella di uno che organizza in proprio tutti gli eventi, ma un soggetto che ha le competenze per mandare avanti la macchina rendendola disponibile a promoter di eventi esterni che vogliono fare qualcosa in quelle sale. anche il soggetto gestore potrebbe produrre eventio in proprio ma non è certo questa la sua attività prevalente, è impensabile che un unico soggetto sia in grado di gestire redditiziamente la programmazione di una struttura di quelle dimensioni

  52. FranzF ha detto:

    Chi legittima le richieste di un comitato di 10 persone? Con la soluzione proposta dal Sindaco si accontenterebbero anche i lavoratori del Verdi.

  53. roberto lisjak ha detto:

    a parte che l’idea aveva raccolto il parere favorevole di quasi 5000 persone su fb nel gruppo ahimè defunto ma mi chiedo, in che senso “chi legittima?” è una proposta, se è una buona proposta si legittima da sè. di che ulteriore legittimazione ha bisogno? a trieste c’è un fortissimo movimento legato alla musica live, al clubbing, un movimento in crescita che ha bisogno di un posto come questo per esplodere e consolidarsi. lasciare i ragazzi nei clubbini, nelle cantine, significa far esaurire quella spinta che ha portato trieste ad essere una piazza apprezzata ed importante.

    una precisazione si quella che tu chiami “la soluzione proposta dal Sindaco”: a mio modo di vedere non è una soluzione perchè
    a) non risolve i problemi del verdi
    b) depaupera il patrimonio del comune a beneficio (anche) di privati, o per bene che vada di una piccola lobby
    c) non coglie il senso di una proposta che guardava molto più in la dal punto di vista architettonico e dei contenuti
    d) non soddisfa le esigenze dei giovani

  54. Marko Germani ha detto:

    Una domanda cattiva. Se l’unico motivo per dare la Trip al Verdi è quello di salvare i dipendenti, dove sta il discrimine con altre realtà? Perché allora non donare quanto basta a Severstal Pittini per chiudere la Ferriera? I dipendenti della ferriera (e i nostri polmoni) sono meno importanti dei dipendenti del Verdi?

    Io ho una visione diversa sa quella di Lisjak, ma con lo stesso fine: non sono esperto di musica e di “clubbing” ma trovo assurdo impiegare beni immobili pubblici per coprire spese correnti, e salsiase decidiamo di farlo, allora dobbiamo farlo per tutti i lavoratori di aziende in crisi (cosa che rovinerebbe le casse del comune in trenta secondi netti, of course). Qualsiasi altro impiego dell’immobile lo trovo preferibile.

  55. FranzF ha detto:

    Ma quanti ne sono rimasti di questi 5000 sostenitori? E i lavoratori del Verdi quanti sono? E i parrucconi della lirica?

  56. roberto lisjak ha detto:

    ma in che senso “quanti sono rimasti”? il progetto è sempre quello, mica hanno cambiato idea.

  57. roberto lisjak ha detto:

    cmq guarda, per darti una dimensione del movimento, fra tetris ed entoblog, le due associazioni più attive in questo campo a trieste faranno 10.000 tessere ogni anno. poi bisogna aggiungere il pubblico potenziale che verrebbe da furoi, imprescindibile per una struttura di queste dimensioni

  58. FranzF ha detto:

    Mi riferivo ai sostenitori attuali del progetto, non ai possibili fruitori, grazie.

  59. roberto lisjak ha detto:

    ti ho risposto sopra, il progetto non è cambiato, chi ci credeva qualla volta ci crede ancora

  60. FranzF ha detto:

    Ok, se riesco passo al Naima lunedì. Spero che ci sia posto per tutti 5.000. Ciao

  61. aldo ha detto:

    @47 Alessia

    Io non c’entro niente con il comitato e ho appreso del progetto sul web, ma credo che il problema non sia il fatto che Rovis sostenga il progetto, ma che nessuno tra i politici di sinistra si faccia vivo per sostenerlo…

    …l’idea di uno spazio per i giovani e, trasversale alle età, per la musica non classica è progressista o conservatrice?
    Si può destinare una tantum a giovani e musica popolare un investimento pari a una piccola frazione di quello che viene speso ogni anno per le esigenze di anziani e musica classica?

  62. aldo ha detto:

    Sul Teatro Verdi:

    l’ovvia e ripetuta obiezione che sia sbagliato finanziare delle spese correnti con il regalo di un attivo patrimoniale (Tripcovich o altro immobile) non ha trovato nessuna controdeduzione.
    L’alternativa corretta è sanare il conto economico, dal lato dei costi o da quello dei ricavi o con una combinazione delle due cose. E’ politicamente scomodo? Ovviamente si, ma si possono continuare a fare per opportunità politica quelle scelte economicamente sbagliate che ci hanno portato in questa disastrosa situazione dei conti pubblici?

  63. mordecai richler ha detto:

    la sottile ironia di franzf

  64. Franco ha detto:

    Sono francamente meravigliato di come si possa discutere con argomenti così miseri.
    Forse è bene rendersi conto, in primo luogo, che contrapposizioni sterili “vecchi-giovani”, “musica classica-musica moderna” ecc. sono argomenti privi di reale costrutto.
    Noto, peraltro, con disappunto che qualcuno fra i partecipanti a questa discussione evidentemente non frequenta il teatro Verdi: diversamente si renderebbe conto ben presto del notevolissimo afflusso di giovani a cominciare dall’età adolescenziale. Bollare la lirica come roba da “parrucconi” è francamente un luogo comune che non regge alla realtà. Questo la dice lunga sulla voglia di cultura di molti; infatti bisognerebbe tenere presente che la redditività non è la prerogativa principale di qualsiasi attività si ponga in essere. Un ospedale, per capirci, non frutta denaro ma rende un servizio indispensabile alla popolazione; parimenti, una città civile – quale Trieste è sempre stata – rende ai suoi cittadini un servizio di alta cultura quale una stagione lirica di buon livello, anche se il teatro è in perdita, indispensabile.
    Nessuna istituzione musicale o quasi, in Italia, può vivere secondo logiche imprenditoriali, purtroppo: purtuttavia, non è pensabile di trattare servizi essenziali per la crescita delle genti alla stregua di regole di mercato, come se un teatro fosse un bar che se non rende va chiuso.
    Diversamente, si favorisce l’imbarbarimento che – ahimè – mi pare già iniziato un po’ in tutto il Paese.
    Del resto, la contrapposizione “categoria dell’avere – categoria dell’essere” continua ad essere la vera regista di questi dibattiti: l’uomo vale per quello che HA o per quello che E’? Chi pensa che conti “essere” e non avere, cercherà in ogni modo di non depauperare la città di un patrimonio artistico-culturale non monetizzabile, forse, ma di vero valore per tutti. Non si tratta di salvaguardare solo posti di lavoro, questione comunque importante: si tratta di salvaguardare la possibilità per i triestini di domani (e di oggi) a continuare ad avere “fonti culturali” cui attingere.
    Nessuno che abbia posto in rilievo la fondamentale necessità di un’istituzione come il teatro in quanto cultura vera e viva: chi pensa ai posti di lavoro (giusto comunque), chi pensa al dio denaro… tutto questo mi appare realmente sconfortante.
    Cordialità.

  65. Marko Germani ha detto:

    >Un ospedale, per capirci, non frutta denaro ma rende un servizio indispensabile alla popolazione

    Non sapevo che l’ingresso al Verdi fosse gratuito e che eventuali spese correlate fossero deducibili.

    A me va bene pagare con le mie tasse un teatro (anche se paragonarlo a un servizio essenziale come un ospedale è semplicemente blasfemo, a mio modo di vedere), però ci devono essere dei limiti precisi, proprio perché sono coinvolti i soldi dei contribuenti. E, come ha scritto sopra qualcuno più esperto di me in bilanci, “finanziare delle spese correnti con il regalo di un attivo patrimoniale” è una cosa che non sta né in cielo né in terra.

    Franco, lei come si spiega i perenni buchi del bilancio del Verdi, che tra l’altro so per altre fonti non essere particolarmente munifico nei confronti degli artisti, il tutto nonostante abbondanti finanziamenti pubblici?

    Al di là di questo, penso che qui il nocciolo del problema non sia il Verdi in sé ma l’utilità marginale nella destinazione d’uso della Tripcovich. Quale scelta serve meglio la collettività cittadina?

    Notizia chissenefrega: Io il Verdi lo frequento poco, ma frequenterei ancora di meno l’eventuale neo-Tripcovich rockettara. Non solo: mi sto proponendo agnostico sul tema, non faccio parte del comitato, (in effetti sono più visivo che uditivo come categoria PNL), sono solo un cittadino curioso. Mi piacerebbe che qualcuno mi spiegasse come e cosa intende fare il Verdi della Tripcovich, in particolare come intende far rendere la struttura per ripianare i suoi debiti, e come possa essere logico dare un simile “tesoretto” a un’ente che potrebbe essere commissariato/sequestrato in qualsiasi momento, col rischio di restare senza Verdi E senza Tripcovich.

    Sono pienamente d’accordo con lei sull’essere e avere, ma per essere, purtroppo, bisogna avere. Per gustarsi della buona musica, per fare una buona foto, per godersi una bella camminata in sicurezza, per qualsiasi attività “che non ci faccia vivere come bruti”, bisogna spendere parecchio, perché la qualità si paga, si deve remunerare la fatica di chi la qualità la produce. Di conseguenza, per quanto siano lo sterco del diavolo, coi soldi bisogna sempre fare i conti. Se i soldi sono limitati, la domanda obbligatoria è “come faccio a far rendere al meglio quello che ho?”, possibilmente senza risposte manichee, integraliste o da “lesa maestà”.

  66. Bibliotopa ha detto:

    #64 clap clap

  67. Fiora ha detto:

    Condivido che musica è indispensabile pane dello spirito ad ogni età ed in ogni sua forma come sintetizzarei il commento 64 e condivido pure che “ciacole no fa fritole”, sintesi domacia se non erro del commento 65.
    Pertanto devo onestamente riconoscere che più che in contrapposizione,io trovo i commenti 64 e 65 complementari.
    Andrebbero soddisfatti da chi ne è a conoscenza i legittimi interrogativi posti da Marko G. su quale sia stato l’impiego dei finanziamenti erogati per il Verdi e ed il quesito su dove sia più oculato impiegarne in futuro

  68. aldo ha detto:

    Neanch’io faccio parte del comitato, non ho nessun interesse in merito e dico solo la mia opinione.

    Prendo il commento @64 per oro colato e al posto della musica lirica ci metto la musica che centinaia di ragazzi triestini creano e migliaia ascoltano (ben 10.000 sono solo gli iscritti a Tetris ed Etnoblog, ai quali andrebbero aggiunti altri migliaia che frequentano altri contesti). Il signor Franco è disposto per questa musica, come per la lirica, a buttarci dentro 20 milioni all’anno delle nostre tasse più un immobile come quello della Tripcovich? O anche solo 2 milioni una tantum per ristrutturare la sala Tripcovich come chiede il comitato? Oppure solo la sua lirica è musica e quella degli altri è “rumore” che non merita interventi pubblici?

    Mettiamo che solo la lirica meriti sostegno pubblico. Se solo quella è “essere” che va sostenuto senza guardare al vile “avere” ( pubblico-fatturato che scende e costi-struttura sovradimensionata del Verdi)…

    …allora la soluzione è semplice: aumentare le tasse comunali per aumentare quegli insufficienti 20 milioni all’anno per tappare il buco e portarli a 30, 40 o quel che serve. Perchè qualsiasi buon padre di famiglia fa quadrare i conti tra entrate e uscite dei figli (rimettendoli in riga o aumentandone la paghetta) e non regala loro un immobile perchè possano ancor di più indebitarsi con le banche per continuare a vivere al di sopra delle proprie possibilità. Quindi…

    …se non si vuole ridimensionare il Verdi per adeguarlo all’effettiva domanda, allora bisogna pagare tutti più tasse per il Verdi e proporre l’aumento delle tasse comunali a questo scopo e non dispensare poetiche parole sull’essere e sull’avere perchè… ciacole no fa fritole!

  69. Franco ha detto:

    Caro Aldo,

    diamoci pure del tu su questi blog… perlomeno spero non me ne vorrai se inizio a farlo io.

    In primo luogo, una precisazione è d’obbligo: anche in ospedale molti di noi pagano un ticket per le prestazioni sanitarie (ovviamente non per tutte). Non ritengo blasfemo il paragone, solo un po’ estremizzato ma volutamente: lo scopo è quello di far comprendere che – a mio avviso – una società ha bisogno anche di cultura.
    Non condivido la visione pessimistica secondo cui per essere occorra avere: sai benissimo quanti scrittori hanno vissuto realmente di poco, concludendo le proprie esistenze in miseria, eppure le loro vite non sono state prive di ricchezza pur senza lo “sterco denaro”. Certo, da che mondo è mondo la cultura – in particolare quella musicale – è andata avanti anche grazie ai mecenati, di cui abbiamo sempre bisogno (e qualcuno c’è sempre).

    L’offerta attuale del Verdi forse non corrisponde alla domanda ma non per eccesso, semmai per difetto: vi sono state rappresentazioni, negli ultimi anni, in cui era impossibile trovare un biglietto se non con congruo anticipo (penso a “La Traviata” con regia di Massimo Ranieri, qualche anno fa). In generale, non ho mai trovato il teatro vuoto e, anzi, il loggione (in cui generalmente prendo posto, visto il prezzo conveniente) è sempre pieno di giovani.

    Non è una questione di snobismo, caro Aldo: è questione di patrimonio da non depauperare e c’è solo da essere lieti che ancora molti giovani sentano questa necessità. Trieste – e in generale il Friuli Venezia Giulia – si è sempre distinta per una diffusa conoscenza musicale (io non sono triestino e non vivo a Trieste, ma è giusto che la realtà sia onorata) e per una qualità dell’offerta delle proprie strutture (giova ricordare che esiste ancora la “Cappella Civica”, retaggio austroungarico assolutamente prezioso); è giusto che continui ad essere conosciuta e stimata quale scrigno di tesori non sufficientemente noti, peraltro, fuori regione.

    Ci saranno stati problemi di cattiva gestione del teatro, che peraltro ha mantenuto prezzi accessibilissimi (i cosiddetti “ingressi” – posti a visibilità limitata, costano appena 10 euro). Sull’ottimizzazione delle risorse sono ovviamente d’accordo, così come è giusto che si faccia luce sui punti critici della gestione e vi si intervenga; il mio è un discorso non di bilancio ma di rilevanza della struttura-teatro in una città di 250mila abitanti, con una storia plurisecolare e particolarmente variegata.

    Infine, non bisogna credere che la cultura assorba molte risorse a danno, ad esempio, di attività per i giovani: è vero, semmai, il contrario! I soldi per la cultura sono sempre meno e sono troppo pochi.
    Faccio presente che anche il cinema (il cui ingresso medio è ormai sui 7,50 euro, che confrontati con i 10 del loggione di cui prima non mi sembrano pochissimi) gode – giustamente – di finanziamenti.
    Quello che va, semmai, sottolineato è che a Trieste si riesca a fare una stagione lirica di rilievo e di buona qualità (con rappresentazioni non di rado paragonabili a quelle del teatro “La Fenice” di Venezia, dove i prezzi dei biglietti sono ben maggiori) con poche risorse. Quest’anno, comunque, i prezzi sono stati ritoccati – per alcune giornate – anche a Trieste.

    Sul raffronto fra musica classica e altri generi musicali, il discorso è ampio e trito. Tutto è da incoraggiare, nei limiti del possibile.
    Il punto – per semplificare, sperando di non apparire nuovamente blasfemo – è che se a scuola si insegna Manzoni e non il piccolo scrittore vivente del proprio paese non è per danneggiare il secondo a favore del primo, quanto perchè alcuni generi e autori sono assurti ad autorevolezza e fama ormai consolidate, tali da essere appunto un patrimonio.

    Non c’è nessun integralismo (anche se nell’ambiente di certo non manca) in quello che ho inteso rappresentare. Ogni Paese è espressione di qualcosa, anche in epoca di globalizzazione; ebbene l’Italia è ancora famosa al mondo per il “bel canto”, cinque secoli di musica universalmente apprezzata e per la quale siamo ancora invidiati. Sgretolare tutto questo non è un’operazione remunerativa, credimi: fare sì che i nostri ragazzi (e in generale tutti!) possano assistere ad una buona rappresentazione teatrale (non solo lirica, anche di prosa a pari livello!) invece che trovarsi “costretti” ad assistere ad un “reality” in televisione (il cui format, non di rado di caratteristiche quantomeno discutibile, proviene dai quattro angoli del pianeta), equivale a prevenire che molti finiscano per portare il cervello all’ammasso.
    Questo, a mio sommesso parere, è ciò a cui si dovrebbe tendere. E non è un discorso retorico-filosofico, ma molto, molto pratico!

    Ti ringrazio per quanto hai scritto, comunque, a maggior ragione perchè – come scriveva Fiora – non mi pare del tutto contrapposto ma effettivamente complementare al mio pensiero.

    Cordialità.

  70. Franco ha detto:

    Chiedo scusa, devo aver fatto un po’ di confusione con i post… intendevo rispondere ai signori Marko e Aldo (ho scritto solo “caro Aldo”). Pardon!

  71. aldo ha detto:

    Franco,
    quando parlavo di “parrucconi” senil-bene non mi riferivo di certo a coloro che seguono la lirica, ma a coloro che mettono in un buon italiano il loro fastidio per la vitalità giovanile.
    Sottoscrivo in linea di principio il tuo @69 come avevo sottoscritto il tuo @64, ma, passando dalla teoria alla pratica, ribadisco che, secondo me:

    a) anche il creare, suonare e ascoltare musica dei giovani e anche la musica popolare in generale devono avere almeno un piccolo spazio e sostegno pubblico e per questo penso che il progetto Nuova Tripcovich vada sostenuto

    b) il rilevante aiuto finanziario pubblico al già commissariato Teatro Verdi deve essere accompagnato da una convincente ristrutturazione e da corrette politiche di risanamento economico-finanziario strutturale e non dal regalo di un immobile per aumentarne la capacità di garantire le banche, con il rischio che un eventuale crack consegni ai debitori, oltre ad altri cespiti, anche la Tripcovich.

  72. Marko Germani ha detto:

    Non ho nulla da aggiungere a quanto scritto da Aldo. Qua mi sembra che si difendano le banche facendosi scudo di una guerra fra poveri, in nome dell’eterna emergenza italica.

  73. stefano ukmar ha detto:

    La questione merita approfondimento che verrà espletato nelle apposite sedi, poi la delibera arriverà in consiglio comunale ed alla fine con il voto verrà assunta una decisione. In democrazia si fa così, ma vorrei mettere l’ accento sul termine decisione.
    Si perchè la matematica non è un opinione ed i numeri sono spietati. Ma non mi riferisco ai numeri del centro sinistra in consiglio comunale.
    Bensì ai 10 anni di tempo che la precedente amministrazione Dipiazza ha avuto.
    Prima la volevano demolire, poi trasformare in balera, poi tutto resta nebuloso sino al 2009 (e non sono certo parole mie…)
    Insommma hanno lasciato passare due lustri senza decidere.

  74. roberto lisjak ha detto:

    scusate io però non capisco questo argomento, siccome la giunta dipiazza non se n’è occupata allora noi la regaliamo alle banche. la giujnta dipiazza ha avuto il merito di ascoltarci quando abbiamo iniziato a lavorare al progetto, questa giunta non risponde neanche alle mail, ho chiesto svariata volta di incontrare gli assessori competenti e non ho ricevuto neanche una risposta, ho incontrato una sola volta il sindaco (ottobre 2011), dopo infinite insistenze, e ci siamo lasciati con la promessa della convocazione nel giro di 2 settimane di un tavolo di confronto con il verdi, cosa che poi non è mai avvenuta. se devo paragonare i due atteggiamenti la giunta precedente, rispetto alla attuale, sembrava ossessionata dalla tripcovich, altrochè.

  75. Alessia ha detto:

    ciao, com’è andato l’incontro di lunedì?

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