17 Febbraio 2012

Consiglio regionale: voto uomo, voto donna o voto entrambi?

Faccio parte di quel 52 per cento di donne elettrici degli organi di governo della nostra Regione, ma vedo sedute tra 56 consiglieri maschi (o dovrei, per par condicio, dire uomini?) soltanto 3 donne. A quanto pare la situazione negli enti collegati esprime le stesse percentuali.

Troppo facile la domanda che corre sulle mille vie del web: come possono essere giuste ed efficaci delle leggi che si formano senza il contributo femminile? Aggiungerei: quali sono gli ostacoli, materiali e culturali, che frenano una adeguata presenza femminile nelle dinamiche delle rappresentanze politiche e democratiche? Siamo certe che, nel segreto dell’urna, gli elettori maschi (o dovrei ridire, per par condicio, uomini) comunque esitino a dare il proprio voto ad una candidata donna, quand’anche la scelta possibile fosse molto più ampia di quella attuale? Perché quando vengono adottati provvedimenti diretti a garantire le pari opportunità tra uomini e donne, la sensazione sotto sotto è sempre quella, cioè che riguardino  la gestione di una riserva, di un parco protetto, dove una specie in via di estinzione viene tutelata perché necessaria alla biodiversità e alla buona pace della coscienza dell’intera società?

Comunque sia, anche la Commissione Regionale  per le pari opportunità tra uomo e donna del Fvg si è proposta di sollecitare un’adeguata presenza delle donne nelle istituzioni  e ha lanciato una petizione per la doppia preferenza di genere:  nelle elezioni dei consigli regionali ci sia dato modo di esprimere una preferenza contemporaneamente per un candidato e per una candidata. Chi non ne avesse voglia, voti pure come sempre (e non lo faccia sapere ovviamente a moglie, fidanzata, mamma etc.).
Lo strumento della doppia preferenza di genere è stato studiato da una commissione nazionale proprio con lo scopo di facilitare l’accesso delle donne alle cariche politiche: sullo sfondo non ci sono semplici rivendicazioni “al femminile” ma la più profonda e grave necessità di aumentare la qualità della rappresentanza politica nel nostro Paese e di indurre evoluzioni culturali che ancora, e facilmente, vediamo incepparsi.
L’iniziativa della petizione accomuna altre regioni italiane, che hanno come riferimento una legge regionale già vigente, quella del 2009 della Campania,  che  prevede l’elettore possa dare la doppia preferenza: e se lo fa, una porterà il nome di un candidato donna. In questo modo nel consiglio regionale le consigliere sono salite da 2 a 14.

Alla Corte Costituzionale (ovviamente si era immediatamente dubitato in termini di legittimità costituzionale della scelta normativa campana) l’innovazione è andata bene, non c’è da temere che si alterino le rappresentanze, che qualcuno sia più favorito o sfavorito di altri: semplicemente la previsione normativa sostiene l’eguaglianza delle opportunità e un’equilibrata presenza di uomini e donne nel consiglio regionale.

Di questa iniziativa si parla con molto rispetto e con notevole entusiasmo: ma se ne parla molto poco . Quando se ne parla, si cade  sempre in quell’insopportabile luogo comune delle quote rosa, che pare essere un fiore da mettere all’occhiello di un bavero maschile invece che una condizione fisiologica per la crescita della società umana.

La raccolta delle firme a sostegno della petizione è in corso e terminerà a fine marzo. Grande è l’impegno in tutta la regione della Commissione pari opportunità e delle Consulte del territorio, cui si affiancano una serie – nemmeno particolarmente nutrita e diffusa sul territorio – di iniziative dei partiti politici e dei  sindacati, qualche gazebo per la raccolta delle firme, alcune efficaci iniziative come quella della Cooperativa Itaca di Pordenone che ha diffuso tra i dipendenti idonea informazione e documentazione per la raccolta delle firme. Ben vengano, se ne avete, le notizie di eventuali altri soggetti coinvolti nella raccolta di firme.

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22 commenti a Consiglio regionale: voto uomo, voto donna o voto entrambi?

  1. Giovanna ha detto:

    finalmente!!! 🙂

  2. Bibliotopa ha detto:

    L’importante è che siano competenti e onesti

  3. aldo ha detto:

    E perchè non la doppia preferenza generazionale (sopra e sotto i 40) visto che la nostra rappresentanza è gerontocratica?

    E perchè non la doppia preferenza di classe, vista la sovrarappresentazione dei professionisti e la presenza insignificante di operai?

    Si potrebbe continuare…

    …questo trucchetto che le professioniste della politica cercano di far approvare per vincere al gioco truccando le regole ha una logica tipicamente CORPORATIVA che, se accettata, dovrebbe valere anche per giovani, operai e tutte gli altri gruppi sotto-rappresentati, ma…

    …la logica corporativa, di qualsiasi tipo, in questo caso di genere, contrasta con la logica della rappresentanza democratica, in base alla quale un cittadino/a vota un altro cittadino/a che si candida, al di là della sua età, genere, professione, ecc., ma in base alla convinzione che sia la persona più adatta per quell’incarico, nell’ambito della forza politica prescelta.

  4. cita demone ha detto:

    …alora a ‘sto cavolo de paese che se presume de eser civile ghe fazzemo una lege facile,facile.
    de un articolo:

    art.1)eletti 50% donne,50% omini.

    cosi’ vedemo i beoni masccieti come se scanna per tenir viva la poltrona e se lo merita:tuto secondo Darwin.

    e insieme a più donne son sicuro che cominciassi girar meio.

    son simmia,masccio e contento,ma star lì a parlar ancora de robe de pari opportunità nel 2012 me fa spiza,vol dir che semo ancora tanto tanto indrio,xe giusto bater il ciodo.

  5. Giovanna ha detto:

    si, esatto @cita demone. LO gaveva proposto anche a Trieste tempo fa, ma xe rimasta una proposta. 🙂

  6. sfsn ha detto:

    me fa squalido sta storia de eleger omini o babe: bisognassi votar in base alle IDEE de chi se candida!!

  7. Katja ha detto:

    sì sf te ga ragion. ste iniziative me sembra un poco tipo: eco guardè che femo robe progressiste. ma la base culturale no cambia. perchè i omini che sta sora se crea el sottobosco che li sostien che a loro volta andrà su e così via. finché no se cambia questo assetto culturale podè far migliaia de belle inizative e far articoloni su sindaci donne bravissime ma resta tutto uguale.

  8. Martina Luciani ha detto:

    Katja, l’assetto culturale però non cambia perchè c’è la bora o perchè muore un papa: cambia giorno dopo giorno. Voglio segnalare, proprio a questo proposito, un’osservazione che mi è stata rivolta: perchè mai il 52 per cento di elettrici non riesce comunque con il proprio voto a modificare la composizione del consiglio? Nel senso: le donne votano le donne candidato? e ci sono candidate che raccolgono il consenso femminile e ne interpretano adeguatamente le aspettative?

  9. Katja ha detto:

    ciao Martina volevo specificare che non ero critica nei confronti di questa iniziativa nello specifico ne tantomeno nella scelta dell’argomento da parte tua. sto solo sottolineando un problema italiano che ha più probabilità di riolversi con la proposta generazionale di aldo.
    in che senso gli elettrici?
    io cmq cerco di scegliere da sempre le candidate donne x principio.

  10. Katja ha detto:

    ops avevo letto gli elettrici…

    sì me lo sono chiesta spesso anch’io x questo ribadisco la questione della radice del problema che non è una questione di genere ma di cultura

  11. Bibliotopa ha detto:

    Ma se un vien eletto e po cambia sesso, perdi el posto?

  12. Giovanna ha detto:

    Ho notato che la maggior parte delle donne italiane in politica non ha figli… sarà per via dell’impossibilità di conciliare tempi della politica e tempi di cura?

  13. Fiora ha detto:

    @ 11 😀 😀 😀 no volevo butarla in burleta, ma te me ga fato tropo de rider, Bibliotopa e tra l’altro ogidì l’ipotesi no la xè gnanca tanto teorica…

  14. Paolo Geri ha detto:

    Sono convinto che in politica le donne portino, in linea di massima, un approccio più concreto, pragmatico e più onesto, meno “ideologico” e meno litigioso. Ho fatto parte di un partito – il P.C.I. – il cui impegno per valorizzare la presenza delle donne in politica negli anni Settanta e Ottanta era un punto fermo del proprio programma e della propria identità culturale, oltre che politica. Sono attualmente iscritto al Partito dei Comunisti Italiani, partito nel quale la presenza paritaria di uomini e donne negli organismi dirigenti è sancita nello Statuto. Ma non voterei mai una donna SOLO perchè donna. A parita di capacità e di fiducia da me riposta fra un candidato ed una candidata sceglierei una donna.

  15. AndreaGo ha detto:

    Secondo me il problema non è assegnare quote fisse di partecipazione ma rivedere i meccanismi alla base della presentazione delle candidature, se vi siano cioè candidature pilotate e altre boicottate. In assenza di meccanismi che ostacolino le candidature, la visibilità, ecc. non credo ci sia bisogno di quote. Per nessuno.

  16. aldo ha detto:

    @11

    ah ah! mitica!

    e con i/le trasgender come la metemo?

  17. aldo ha detto:

    La verità è che sono le donne (53% degli elettori) a votare molto poco le donne che oggi si candidano e un motivo ci sarà…

    …mentre quando a decidere sono gli uomini per incarichi non elettivi, ma nominati, come quelli di assessore, spesso vi sono tante donne, anche la metà dei componenti l’organo, ma sono quelle coopatate perchè “di fiducia” come dice Katja, mentre invece…

    …con la doppia preferenza generazionale (sopra e sotto l’età media degli elettori) prenderemmo due piccioni con una fava: ci libereremmo almeno di un pezzo della gerontocrazia, appendici femminili comprese, ed avremmo molte donne giovani negli organismi di rappresentanza

  18. Katja ha detto:

    ecco aldo sì! facciamo un partito SOLO di donne giovani, vedi come le votano poi!!!:-)

  19. AndreaGo ha detto:

    @18
    a patto che nei altri partiti no ghe sia OMINI VECI, se no gavemo visto come va a finir…

  20. luca ha detto:

    di sicuro non voto la Brandi! ahaha

  21. Dexter ha detto:

    Finché ragioneremo per quote e non per merito e qualità l’Italia non andrà da nessuna parte. Dovremmo fare leggi per favorire il capace contro l’incapace. Ad esempio, potremmo obbligare i candidati ad un qualche governo, ad es. i candidati a sindaco, a candidarsi assieme alla giunta che avranno, di modo da rendere chiaro alla gente chi prenderà le decisioni riguardo a molti importanti settori. Così gli accordi dietro alle quinte sarebbero molto più difficili da fare, ed i candidati dovrebbero scegliere persone credibili. In questo modo, sono certo che toglieremmo molti gerontocrati di mezzo, favorendo naturalmente tutti gli altri, giovani e donne inclusi. Ma soprattutto, migliorando la qualità delle squadre di governo!

    Leggi che guardano solo all’appartenenza ad una categoria sono miopi: potrei farvi l’esempio degli ultimi due ministri dell’istruzione, non credo che siano in molti coloro i quali ritengono la Gelmini meglio di Profumo… eppure, ragionando per quote rosa, si direbbe l’opposto…

  22. Katja ha detto:

    vero andrea. alora femo votar slo i under 50;-)

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