25 Gennaio 2012

Porto: la Monassi illustra il Piano di rilancio pluriennale

È arrivata con il Piano di rilancio pluriennale fresco di stampa e ha ricevuto i ringraziamenti del PD per la celerità con cui si è presentata all’audizione in IV Commissione consiliare – presieduta da Alessandro Colautti (Pdl) – che il Gruppo aveva richiesto meno di
due settimane fa.
Per circa un’ora Marina Monassi, presidente dell’Autorità portuale di Trieste (APT), ha illustrato i punti salienti del Piano operativo delle opere, che non si può chiamare Piano industriale solo perché non siamo dei privati – ha detto subito la Monassi – ma lo abbiamo concepito proprio come se APT fosse una SpA. Poi ha parlato del regime di Porto franco e dei Punti franchi, della strategia nei confronti di Alpe Adria e di Adria Fer, dell’uscita da Asso porti, della situazione in ripresa della TTP oggi Tani, nonché, dietro sollecitazione di Sergio Lupieri (PD), dei rapporti con gli armatori e i fornitori, dello sviluppo del Porto sulla base del Corridoio V, della tassa di ancoraggio e della quota di gestione degli ormeggi.
La presidente non ha mancato di dare atto alla Regione dell’indispensabile sostegno finanziario al Porto e non ha nascosto una certa preoccupazione data dall’aumento dei container e delle navi da gestire, anche da crociera con relativi passeggeri, in uno spazio di manovra diventato troppo piccolo, che non può fare affidamento sul posizionamento in altezza dei container per i pericoli causati dalla bora. Altro punto di
orgoglio, assicurare i pagamenti delle fatture a 30 giorni, senza mai un giorno di ritardo.
Quanto al Piano di rilancio, dopo aver assicurato che si tratta di un documento che sarà aggiornato ogni 4-6 mesi, ne ha presentato soprattutto la parte concernente gli interventi da avviare.
Piattaforma logistica: lavori di interramento fra scalo legnami, area ex Sidecar e area ex Italsider, il tutto inquadrato nella prospettiva del trasporto combinato strada-mare; costi del primo stralcio del progetto pari a 132,4 milioni di euro, costi del secondo stralcio 184,5 milioni, attualmente non coperti da alcun finanziamento.
Terminal Ro-Ro (per navi-traghetto che caricano camion in modo autonomo) alle Noghere, nei pressi del confine tra i Comuni di Trieste e Muggia, e il canale di Zaule: la finalità è utilizzare le aree oggi dimesse creando nuovi centri destinati alle attività terziarie, non inquinanti; l’intervento però non può essere avviato finché non sarà terminata l’approvazione del Piano regolatore portuale, intanto si può avviare un intervento preliminare che non modifica la linea di costa; tra sistemazione dei piazzali e lavori di banchinamento, si parla di 27 milioni di spesa.
Nuovo terminal ferroviario di Campo Marzio: un’analisi dell’armamento ferroviario esistente, tra binari all’interno della circoscrizione demaniale del porto di Trieste e binari nell’area di competenza di Rete ferroviaria italiana-RFI, ha evidenziato che si potrebbe realizzare un nuovo impianto ferroviario a cavallo tra le aree demaniali e delle ferrovie, in particolare a servizio del Molo VII; tra ripristini, nuova rampa, nuovi binari e dismissione di quelli non utilizzati, l’intervento costerebbe 10 milioni.
Ampliamento della banchina nord del molo VII: si tratta di lavori di riqualificazione e allargamento del Molo VII sede del terminal contenitori; il costo è di 19 milioni.
La lista in tutto parla di interventi per 582,56 milioni di euro di cui 434,36 sono quelli ancora da finanziare (51,4 sono a carico di APT; 61,7 sono la quota dei concessionari; 321,26 sono a carico di altri enti come Regione e Stato).
Per quanto riguarda Adria Fer, la Monassi ha parlato di pareggio di bilancio raggiunto dopo 7 anni di passività, di tagli e ottimizzazione dei costi, di piano tariffario uguale per tutte le compagnie che entrano, straniere o italiane che siano; ciò sta consentendo di pagare le manutenzioni, che sono costosissime.
Quanto ad Alpe Adria, la Monassi ha parlato della linea ferroviaria merci che si sta sviluppando fra Trieste e il porto di Rostock, nel Nord della Germania. Il collegamento è operato appunto, da Alpe Adria, società partecipata dall’Autorità portuale, dalla società finanziaria regionale Friulia e da Trenitalia. La presidente ha spiegato che a novembre APT voleva alienare le proprie quote, ma il Comitato portuale ha chiesto un rinvio della decisione; ora ci sarà un anno di tempo per decidere il da farsi.
E un pensiero è andato anche alla situazione crociere, in forte aumento. Dopo quanto accaduto a Costa Concordia – ha fatto presente – i passeggeri hanno bisogno di essere rassicurati e messi a loro agio. Servono parcheggi, opere di messa in sicurezza e personale per la sicurezza, bisogna mettere in riparazione il molo Audace, essere collegati con l’aeroporto, perché si deve fare sistema.

Tag: , .

3 commenti a Porto: la Monassi illustra il Piano di rilancio pluriennale

  1. Possibili scenari futuri per la Crocieristica Triestina.

    Forse per guardare serenamente al futuro e rilanciare questo comparto sarebbe il caso che anche a Trieste si meditasse sulla necessità di dover individuare sul nostro frontemare un nuovo sito in cui poter pianificare la realizzazione >>> di un moderno Terminal Passeggeri <<>> poter riunire in un unico ambito logistico funzionale <<< le varie tipologie di trasporto legate alla mobilità delle persone “Stazione Ferroviaria – Stazione Autocorriere – Terminal Crociere” ed il tutto adeguatamente supportato da notevoli aree a disposizione da poter adibire anche a parcheggi d’interscambio.

    Per concludere penso che non si debba neppure sottovalutare il fatto “ che la realizzazione di un moderno Terminal Passeggeri in Porto Vecchio ” sarebbe anche in grado di allentare le tensioni che attualmente aleggiano sul futuro delle Aree soggette al Regime di Porto Franco, situazione questa che di fatto impedisce una razionale riconversione in chiave cittadina di questo nostro magnifico Sito.

    BRUNELLO ZANITTI Giuliano

  2. Trieste 12 – 01 – 2012

    I risultati del Terminal Contenitori nel 2011 sono certamente apprezzabili, ma per guardare serenamente al futuro bisogna assolutamente pianificare il potenziamento dei nostri sbocchi al mare ed adeguare anche i collegamenti ferroviari.

    La pianificazione del potenziamento infrastrutturale della nostra Portualità è un argomento certamente molto serio da prendere in considerazione per rilanciare le nostre economie, ma nei confronti dei quali sembra ci siamo impantanati in balia di una serie interminabile di annunci “sul dove – sul come – e quando realizzare le nuove indispensabili infrastrutture” annunci che di fatto sembra non abbiano ancora prodotto apprezzabili concretizzazioni, le problematiche in attesa di definizione sono purtroppo molteplici e si possono sintetizzare in:

    1. La pianificazione del tracciato definitivo relativo al tratto transfrontaliero della Tav che ci interessa più da vicino “la Ronchi / Divaccia” è perennemente in fase di elaborazione e quindi non ci sono certezze ne sui tempi ne sui costi di cantierizzazione delle varie opere.

    2. Il Corridoi Baltico è anch’esso in attesa che sia pianificata l’eliminazione di alcuni colli di bottiglia che attualmente penalizzano ed appesantiscono in termini di tempi e costi il transito delle merci tra il nord ed il Sud dell’Area Comunitaria.

    3. Il potenziamento dei nostri sbocchi al mare non decolla, poiché il provincialismo i sospetti e le gelosie che aleggiano sui nostri territori sembra non stiano purtroppo stimolando gli interessi degl’Investitori e dell’Armamento nei nostri confronti, prova ne sia che questa situazione tendenzialmente disincentiva ed affievolisce la possibilità che prenda corpo la pianificazione di un progetto complessivo e razionale che tra l’altro dovrebbe contemplare anche la cantierizzazione di quello che avrebbe dovuto diventare il Superporto della Regione F.V.G. , opera da realizzare nel Golfo di Trieste oppure in quello di Panzano e che dovrebbe caratterizzarsi por dimensioni e potenzialità per essere in grado di assecondare le notevoli e crescenti esigenze dei Mercati e dell’Armamento.

    Penso che soltanto se saremo in grado di dare in tempi ragionevolmente contenuti risposte concrete e credibili alle tre problematiche strettamente correlate tra di loro citate ai punti – 1 – 2 – 3 – , potremo un giorno soddisfare quella che è sempre stata una nostra giustificata e comprensibile ambizione “ voler spostare un po’ più a sud verso l’Alto Adriatico il baricentro del Sistema Trasportistico Comunitario ” e quindi beneficiare dei rilevanti e variegati ritorni economici ed occupazionali generati dalla logistica di porto e di retroporto.

    La Portualità della nostra Regione e dell’Alto Adriatico potrà recuperare un significativo ruolo sulle scene dei Traffici Internazionali ed anche affrontare serenamente le sfide del terzo millennio, soltanto se avremo il coraggio e la lungimiranza di pianificare opere ferroviarie e portuali fortemente caratterizzate per dimensioni e potenzialità “che ci consentano finalmente di ritornare a correre” altrimenti non potremmo mai sfruttare tutte le nostre peculiarità e non usciremo mai dalla mediocrità e saremo purtroppo vocati ad una lenta ma inesorabile agonia “poiché con le scarpe strette si può soltanto zoppicare”.

    BRUNELLO ZANITTI Giuliano

  3. capitano ha detto:

    Robomont lo regalerà alle banche. Costi quel che costi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *