24 Gennaio 2012

Cervesi: “Sulla Ferriera le divisioni della politica sono dannose”

Per una volta la politica ha colto l’opportunità di dare un segnale di unità e responsabilità su un tema rispetto a cui le divisioni non hanno alcun senso. Peccato che non tutti – penso ai consiglieri usciti dall’aula – ne abbiano compreso l’importanza>>.
Lo afferma Francesco Cervesi, autore dell’emendamento alla mozione della maggioranza,che ha inserito la richiesta di una legge speciale per la ferriera di Servola.
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<< E di fronte a questa complessità - ha proseguito il Capogruppo di Un'Altra Trieste in Consiglio Provinciale - può intervenire solo uno strumento legislativo di cui la Regione deve farsi carico sia a livello politico come organo legislativo e di Governo del territorio, che istituzionale, nei confronti di quel Governo nazionale a cui vanno richieste: 1 le risorse necessarie per avviare quell'inevitabile percorso di riconversione industriale da cui discenderanno il ricollocamento occupazionale dei lavoratori e la bonifica del sito produttivo; 2 un iter burocratico/amministrativo che sia garanzia di tempi certi.

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2 commenti a Cervesi: “Sulla Ferriera le divisioni della politica sono dannose”

  1. ufo ha detto:

    M son solo mi a gaver l’impresion che ultimamente ogni volta che nassi un problema qualchedun vien fora con l’idea de una “leggina speciale”?

  2. Trieste 19 – 01 – 2012

    Il Sito della Ferriera di Servola potrebbe avere un radioso futuro Portuale,
    ma purtroppo le problematiche relative a banchinamenti e dragaggi
    almeno per il momento non consentono di poter cogliere in tempi ragionevolmente contenuti questa opportunità.

    Per guardare serenamente al nostro futuro e far si che la nostra Portualità possa recuperare un significativo ruolo sulle scene dei Traffici Internazionali per rilanciare economie ed occupazione nei nostri territori, bisognerebbe essenzialmente metter mano ad alcune farraginose Normative.

    Normative che nel nostro Paese regolano:

    1. La discarica di materiali inerti per poter recuperare ampi spazi al mare.

    2. Le bonifiche ed il possibile recupero dei Siti inquinati.

    3. L’esecuzione dei dragaggi dei fondali di banchine e canali.

    4. La gestione dei fanghi di dragaggio, e che sono attualmente fonte d’interminabili contenziosi e che di fatto stanno notevolmente condizionando in termini di tempi e costi la pianificazione e la cantierizzazione delle grandi opere di cui il nostro Paese avrebbe invece assoluto bisogno.

    Forse sarebbe il caso che finalmente il nostro Paese adottasse anche “le Normative Comunitarie” che favoriscono lo sviluppo e la crescita delle economie e non soltanto quelle che lo penalizzano, Normative Comunitarie che di fatto hanno consentito la realizzazione ed il continuo attuale sviluppo di realtà Portuali come “di Rotterdam – Amburgo – Brema – Wilhelmshaven – Portsmouth – Londra – Felixstowe – Le Havre – Algeciras – Fos ecc.” che non si possono certamente considerare sbocchi al mare naturali, poiché sono stai creati artificiosamente dall’uomo con notevoli opere “di recupero di siti – inquinati – sbancamenti – interramenti – e continui dragaggi dei fondali” per renderli adeguati alle crescenti e notevoli esigenze dei vettori marittimi e del mercato.

    Quindi per concludere penso che il futuro dei nostri Siti inquinati e della nostra Portualità sta in buona parte nelle mani del legislatore poiché i finanziatori in presenza di regole certe anche si trovano, prova ne sia l’apprezzabile proposta d’intenti elaborata dalla cordata Unicredit/Maersk per creare nei nostri litorali un Superporto, operazione che purtroppo per le citate farraginose nostra Normative sembra sia almeno per il momento svanita nel nulla come una bolle di sapone.

    BRUNELLO ZANITTI Giuliano

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