4 Aprile 2011

Ampliamento del porto di Capodistria. Il Wwf: “Molti potenziali impatti negativi sull’ambiente”

Pubblichiamo la nota del WWF FVG

Sono molti i potenziali impatti negativi sull’ambiente, che deriverebbero dall’ampliamento del Porto di Capodistria. Lo osserva il WWF del Friuli Venezia Giulia, che ha presentato una lunga serie di osservazioni nell’ambito della procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) transfrontaliera sul “Piano regolatore nazionale” predisposto da Luka Koper.
La documentazione fornita per la VAS, sottolinea l’associazione, risale in realtà alla primavera-estate del 2009 e non è stata adeguatamente aggiornata.
Ciò comporta rilevanti carenze di informazione per molti aspetti, alle quali si aggiungono incertezze e confusione rispetto alle effettive scelte progettuali.
Il piano prevede l’allungamento dei Moli I e II, già esistenti, e la costruzione del nuovo Molo III, per aumentare la movimentazione complessiva delle merci dagli oltre 16 milioni di tonnellate del 2008 ad oltre 31 – 41 milioni di tonn/anno.
L’area occupata dalle strutture di Luka Koper aumenterebbe perciò dagli attuali 260 a 555 ettari, sacrificando oltre 75 ettari di terreno agricolo, soprattutto nell’area della bonifica di Ancarano.
Un’area che, a parte l’elevato valore agronomico dei terreni, rappresenta una vitale buffer zone per l’adiacente riserva naturale di Val Stagnon (individuata come SIC e ZPS in base alle Direttive europee sulla tutela degli habitat naturali e delle specie di uccelli di importanza comunitaria).
Sarebbero perciò rilevanti, rileva il WWF, i danni alla biodiversità implicati dall’attuazione di tali previsioni progettuali, con impatti negativi anche transfrontalieri, in quanto interesserebbero specie di uccelli migratori nidificanti in Val Stagnon o nella bonifica di Ancarano.
Secondo gli ambientalisti, la perdita di terreno agricolo e semi-naturale non potrebbe certo essere compensata, come afferma Luka Koper, dai “tetti verdi” previsti sulla sommità degli enormi parcheggi previsti nel futuro terminale auto del porto ampliato.
L’allungamento dei Moli I e II e la costruzione del Molo III, inoltre, distruggerebbero parte delle praterie di fanerogame marine, che sopravvivono su fondali antistanti il porto. Il piano prevede, infatti, il dragaggio di quasi 1,2 milioni di metri cubi di sedimenti dai fondali marini. Anche in questo caso, l’impatto sarebbe rilevante, non soltanto dal punto di vista naturalistico, poiché è noto il fondamentale ruolo ecologico di tali praterie, in quanto nursery per molte specie di pesci ed altri organismi marini.
Non viene neppure chiarita l’esatta natura dei sedimenti che si prevede di dragare, in particolare per quanto concerne la presenza di mercurio e di altre sostanze inquinanti, che potrebbero quindi essere messe in circolazione ed entrare così nella catena alimentare degli organismi marini.
Né si chiarisce il destino finale dei materiali dragati, poiché alcuni elaborati accennano alla costruzione di “cassoni” in cui depositarli (cassoni da utilizzare poi per la costruzione dei nuovi moli), mentre altrove si segnala come preferibile la costruzione dei nuovi moli su piloni, allo scopo di interferire meno possibile con la circolazione delle acque nel Golfo di Capodistria.
Anche gli impatti legati alla movimentazione navale, necessitano di maggiori dati e più approfondite valutazioni, in particolare per quanto riguarda la risospensione di sedimenti dai fondali marini dovuta al traffico navale, previsto in forte aumento.
Sono, queste, problematiche già affrontate dal WWF – e dai competenti organi statali sloveni – nella valutazione di impatto ambientale sui progetti del rigassificatore di Trieste-Zaule e del connesso gasdotto sottomarino Trieste-Grado-Villesse. Problemi di evidente importanza transfrontaliera.
Carenti sono poi i dati e le stime sugli effetti dell’ampliamento del porto, e dei traffici da ciò generati, sulle emissioni di inquinanti atmosferici e sulla qualità dell’aria. Un aspetto particolarmente rilevante, poiché anche i recenti studi condotti in Friuli Venezia Giulia evidenziano il contributo significativo all’inquinamento atmosferico, che deriva dalle emissioni delle navi in sosta nei porti. Da ciò la proposta del WWF di valutare, tra i possibili interventi di mitigazione, la realizzazione di un impianto a biomasse basato sulla tecnologia delle microalghe, per la fornitura di energia alle navi attraccate (sull’esempio di quello previsto nel Porto di Venezia).
L’associazione ricorda infine che le ridotte dimensioni e la scarsa profondità della parte più settentrionale del Golfo di Trieste, implicano la necessità di accurate valutazioni sugli impatti di tutte le grandi opere infrastrutturali previste, indipendentemente dal confine di Stato (che non esiste più e dal punto di vista ambientale non ha comunque alcun senso).
E’ perciò necessario, conclude il WWF, integrare la VAS sul piano del porto di Capodistria non solo con i dati mancanti, ma anche con la valutazione degli impatti sinergici legati ai piani e progetti presentati per aree adiacenti (Piano regolatore del Porto di Trieste, Piano regolatore del Porto di Monfalcone, progetti del rigassificatore di Trieste–Zaule e di quello off shore nel Golfo, progetto del gasdotto Trieste-Grado-Villesse, ecc.). In quest’ottica va quindi chiarito quando avrà inizio la procedura VAS, necessariamente transfrontaliera, sul Piano regolatore del Porto di Trieste: Piano adottato nella primavera del 2009, senza che nulla poi si sapesse sul prosieguo del relativo iter.

Qui il testo integrale delle osservazioni del WWF

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17 commenti a Ampliamento del porto di Capodistria. Il Wwf: “Molti potenziali impatti negativi sull’ambiente”

  1. Giancarlo De Rosa ha detto:

    Ma il WWf ha mai detto si a qualcosa?
    Per loro dovremmo vivere tutti di sogni e anche quelli rigorosamente verdi !

  2. Dario Predonzan ha detto:

    Certo: per esempio, abbiamo detto sì al Parco del Carso, al piano paesaggistico regionale, ad un sistema di mobilità su ferro ragionevole e sostenibile, ad una politica di sostegno all’efficienza energetica, ecc.
    Come si vede bene consultando i nostri siti, nazionali (www.wwf.it) e locali (www.wwf.it/friuliveneziagiulia)
    Basta aver occhi per leggere (e voglia di farlo), nonché cervello per capire e ragionare…
    Poi, certo, si può non aver voglia di far fatica (neanche poca) e accontentarsi di ripetere a pappagallo gli slogan di Confindustria o quelli dei politici “del fare”
    (gli affari propri).

  3. Francesco ha detto:

    Certo che il WWF locale ha le idee chiare su tutto.

  4. Francesco ha detto:

    Piu che dall inquinamento moriremo soffocati dalle tonnellate di carta prodotta dagli studi e dalle simulazioni contenute nelle VAS e nelle VIA sempre piu’ soltanto strumento burocratico. A forza di dover giustificare ogni azione chiederanno una valutazione ambientale anche prima di fare un figlio(impatto acustico del nascituro sul benessere acustico del vicino di casa, impatto della pupu sul sistema fognario condominiale, impatto del passeggino sulla viabilità nell atrio ecc)
    Naturalmente scherzo per sdrammatizzare, Lo so che lavorate per un giusto motivo ma ci stiamo avvitando sulla normativa senza poi risolvere i problemi.

  5. Dario Predonzan ha detto:

    Non si tratta di giustificare, ma di valutare. Chi “giustifica” dà implicitamente per scontato che i progetti e i piani oggetti di valutazione si debbano comunque realizzare. Il che non è, nè deve essere: l’esito della valutazione può essere infatti anche negativo.
    Le simulazioni e gli studi servono (dovrebbero servire) a questo, se sono fatti come si deve.
    Poi, se invece sono fatti con i piedi, o addirittura “futizai” (rigassificatore GasNatural docet), e se i valutatori degli uffici pubblici competenti fanno finta di non accorgersene, il rischio che tutto si riduca ad un’ipocrita manfrina burocratica effettivamente c’è. Tutto sta, insomma, ad usare bene gli strumenti e le procedure, senza stravolgerli e manipolarli: un problema di onestà intellettuale, in definitiva. Sarà per questo che, specie in Italia, VIA e VAS sono sempre più bistrattate e denigrate, da chi non sopporta di veder messe in discussione le proprie scelte di investimento, la “politica del fare”, ecc.

  6. Srečko ha detto:

    Un po’ fuori tema, ma pone serie domande sugli ambientalisti:

    http://www.guardian.co.uk/commentisfree/2011/apr/05/anti-nuclear-lobby-misled-world

  7. chinaski ha detto:

    la “lobby antinucleare”???

    non farmi ridere che ho le labbra screpolate.

    miiiinchia, scaiola e chicco testa vittime dei poteri forti antinuclearisti.

    a chernobyl si sono sbagliati tutti, la zona proibita e’ stata istituita solo per stuzzicare la morbosita’ dei turisti, e gli italiani che ospitano ogni anno i bambini bielorussi lo fanno solo per ricevere finanziamenti statali a perdere.

    si’, dev’essere proprio cosi’.

  8. Dario Predonzan ha detto:

    Anche a Fukushima, probabilmente, è stata tutta una montatura della lobby ambientalista, vero?
    C’è gente che proprio non sa cosa sia il senso del ridicolo.
    Ma l’argomento del post non era il Porto di Capodistria?

  9. Paolo Geri ha detto:

    Ritenere la salvaguardia degli uccelli migratori più importante del potenziamento di una struttura portuale …… mi soccore Dante “Non ti curar di lor ma guarda e passa”

  10. ukmar stefano ha detto:

    Non discuto le valutazioni di Predonzan, perchè il vero dato politico che emerge leggendo la notizia è un’ altro. Senza l’ assenso dell’ Italia a Capodistria non costruiscono il molo terzo. E senza l’ assenso della Slovenia, Trieste non amplia il molo settimo ne realizza il molo ottavo.
    Che i due porti siano condannati a collaborare se vogliono crescere ?
    Se riusciremo finalmente a chiudere il 20. secolo in un’ ottica di spazio comune europeo, allora per crescere si devono affrontare certamente anche le questioni ambientali. Insomma bisogna declinare le normative europee al positivo. Se invece non vogliamo che il passato diventi passato, allora resteremo marginali per sempre.

  11. kaiokasin ha detto:

    #9 Trieste ha un porto deserto e dobbiamo fare delle colate di cemento a Koper, circondando di cemento Val Stagnon e dall’altra parte fare il Super-porto a Monfalcone, arrivando a ridosso dell’altrettanto importante zona naturalistica del Lisert. Se finalmente ci decidessimo a collaborare (quoto #10) potremmo migliorare la portualità (anche realizzando la ferrovia Trieste-Koper, altra cosa a cui il Wwf dice sì, per utilizzare come via d’uscita del Porto di Trieste la costruenda Koper – Divaccia), potremmo fare porto dove ci sono già banchine vuote, piazzali, fondali e salvare le aree naturalistiche. Perchè dobbiamo sempre finire in questo scontro di civiltà tra ambiente e “progresso” e non tentiamo invece di farli convivere? Nel Nord Europa gli esempi virtuosi non mancano! [per fare questo bisognerebbe prima pianificare, forse qui sta il problema?].

  12. marino ha detto:

    Ritenere il potenziamento di una struttura portuale più importante della salvaguardia degli uccelli migratori…… è indice di un totale distacco dalla realtà.

  13. fufo ha detto:

    Ricordo a tutti che qualche anno fa, la societa’ Luka Koper tento’ invece di ampliare le proprie infrastrutture, di utilizzare quelle sottoimpiegate del porto di TS.
    Ovviamente ci fu la levata di scudi, come una societa’ ‘slava’ tentava di ‘impadronirsi’ del porto di TS? Giammai!
    Oggi pero’ vista la necessita’ dovuta all’incremento dei traffici, l’unica soluzione e’l’ampliamento dei propri moli.
    Forse se l’autorita’ portuale di TS cercasse un accordo…

  14. Dario Predonzan ha detto:

    @ Paolo Geri e Marino
    Prima di scrivere cavolate, magari leggere bene i documenti, no vero? Troppa fatica?
    Non c’è solo il problema degli uccelli migratori: c’è anche quello dei fanghi (1.200.000 mc) inquinati da dragare, c’è quello delle praterie di fanerogame – che sono nursery dei pesci (traduco: ci va di mezzo anche la pesca, voi mangerete pure sardoni, no?) – e così via.
    Poi, non abbiamo mica detto di non ampliare il porto: basterebbe farlo senza distruggere ambienti e habitat di pregio (forse Luka Koper può anche rinunciare a qualche decina di ettari, sui quasi 285 ulteriori che vorrebbe occupare). Dove sta scritto che il loro piano dev’essere realizzato al 100%?
    Che palle, però, ‘sti “sviluppisti” ad ogni costo…

  15. marino ha detto:

    Dario, leggi bene il mio…

  16. Dario Predonzan ha detto:

    Pardon…

  17. Servolier ha detto:

    cio intanto ‘sti qua i va vanti, mentre noi andemo solo che indrio

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