14 Marzo 2011

Gli elettronauti:l’universo onirico del colore

Una narrazione grintosa, nella quale le tinte si fanno le squillanti protagoniste, quella de “Gli elettronauti”,  la nuova serie di tele di Guido Zamattio. Il colore come  portavoce di un  universo onirico, il colore per raccontare la routine della modernità, dominata dai media e nella quale, per l’uomo, il rischio di identificarsi con una “macchina” è sempre più incalzante. L’iniziativa, realizzata grazie al contributo dell’associazione DayDreaming Project, è stata inaugurata l’11 marzo 2011 alle ore 19.00 presso il bar libreria Knulp di Trieste, Via della Madonna del Mare 7a.

Il Imageprogetto dell’artista nasce dalla volontà di realizzare un libro per ragazzi, per spiegare loro la società odierna. E’ anche per questo che  Zamattio affida il compito a delle creature fumettistiche, che fanno eco a un universo molto apprezzato dai giovani: quello dei murales. Il loro aspetto è  inquietante: questi personaggi sono infatti costretti a portare delgli occhiali per poter vedere e talvolta delle mascherine per respirare.  

Molti di loro sono “dotati” di una presa elettrica, che dovrebbe costituire un ponte per comunicare, tuttavia non sempre si riesce a scambiare idee all’interno di un gruppo. Per rendersene conto basta osservare l’opera “I nove savi”, in cui i soggetti parlano, ma i loro “fumetti” sono vuoti, privi di significato: “questi savi sono tanti quante le cose inutili che si dicono”.
Alla necessità di una vera interazione rimanda anche la scelta dei colori, che sono “possibilmente primari in quanto costituiscono una forma di comunicazione, vengono dalla natura e noi li riproduciamo per dire qualcosa”.

Con queste premesse, rimane spazio per l’ascolto, per una comunicazione autentica? La risposta, negativa, sembra giungere dall’opera “What about”, in cui uno di questi ometti futuristici stringe un cuore in mano senza neppure capire che cosa sia. L’artista, però, con la schiettezza delle sue tele riesce a svelare l’intima verità della società, di cui essa stessa ha paura: è l’amore il suo solo e unico nutrimento. E’ il sentimento fragile come limmaginazione, ma vivido come un sogno, l’unico piedistallo in grado di salvarla dall’oblio.

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