26 Febbraio 2011

“Trst je naš in Gorica tudi”: il tormentone torna a Carnevale, sul carro di Prepotto

Dopo Playboy è la volta di Carnevale. E questa volta ci va di mezzo anche Gorizia. Sarà “Trst je naš in Gorica tdi” (ovvero Trieste è nostra e Gorizia pure”), infatti, il titolo del carro di Carnevale che verrà presentato da Prepotto al Carnevale carsico che si terrà sabato 5 marzo a Opicina (nella foto la conferenza stampa di presentazione).

Ovviamente sarà una rappresentazione satirica che, a quanto pare, riguarderà l’invasione di Trieste e di Gorizia da parte dei cinghiali.

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212 commenti a “Trst je naš in Gorica tudi”: il tormentone torna a Carnevale, sul carro di Prepotto

  1. alpino ha detto:

    “Ovviamente sarà una rappresentazione satirica che, a quanto pare, riguarderà l’invasione di Trieste e di Gorizia da parte dei cinghiali”

    certo che ci provano in tutti i modi a provocare e bora.la si presta puntuale come sempre.
    PS sarebbe anche ora di togliere quelle foto delle manifestanti sono due settimane sempre le stesse! qualche foto sulla natura, o paesaggi almeno per dar respiro anche per i lettori che non sono della stessa linea politica di bora.la..

  2. Luigi (veneziano) ha detto:

    Al prossimo carnevale di Fiume, la Comunità degli Italiani ha pensato di far sfilare un carro con su scritto “A noi!”, e sotto “Eja eja alalà”.

    Ovviamente l’intento è satirico: “a noi!” significa “a noi la gioia carnascialesca”, e la frase “eja eja alalà” si alternerà ogni cinque secondi con “eja eja trallallà”.

    Risate assicurate.

    L.

  3. Redazione Gorizia ha detto:

    Domani arrivano quelle del Carnevale! Comunque lo spazio è aperto ai lettori, se volete inviarci vostre fotografie siamo a completa disposizione.

  4. piero vis'ciada ha detto:

    “Ovviamente sarà una rappresentazione satirica che, a quanto pare, riguarderà l’invasione di Trieste e di Gorizia da parte dei cinghiali.”

    Ciò no i me gaverà miga copiado !?

    http://www.flickr.com/photos/pierovis-ciada/4989659449/

    Devo andar a veder sto carro…

  5. piero vis'ciada ha detto:

    ovviamente vado vestido da X-Mas…. 🙂
    riddddddddddddddddddddder !!!

  6. El sinter de Gropada ha detto:

    Merry X-Mas? Ma se xe carneval!

  7. El sinter de Gropada ha detto:

    Battute a parte, Luigi ha ragione: pensate a parti invertite che scandalo oltreconfine!

  8. arlon ha detto:

    D’altronde l’importante no xe dimostrarse più toleranti dei altri, ma dimostrar come i altri xe intoleranti almeno quanto noi. Geniale 😀

  9. piero vis'cada ha detto:

    sul carro sarà anche la “e…mona” nostra ?
    http://www.flickr.com/photos/pierovis-ciada/5450362239/

  10. dimaco ha detto:

    piero, alpino occhio che veniamo a riprendercela ts e go. e non su un carro allegorico 😛

  11. Andrea ha detto:

    @Alpino

    concordo pienamnete con te … anche a mio parere è un sito di parte,basta vedere tutti gli articoli sulla piazza e sul castel,le provocazioni,almeno fossero critiche creative.

  12. Giancarlo ha detto:

    La mamma degli idioti è sempre incinta !
    Piantiamola di giocare coi dolori del passato.
    Almeno un pò di rispetto!

  13. stefano ukmar ha detto:

    Sul carro di carnevale avrei messo una grande vasca trasparente piena d’ acqua, ovvero il Parco del Mare.
    E dentro la vasca i pupazzi del centro destra che affogano.

  14. giovanni ha detto:

    Così si fa.

    Ancora un po’ di queste istigazioni e torneremo a volerci bene a olio di ricino, manganelli, foibe e altro…

    Bravi, bravi…

  15. Franz ha detto:

    Pessimi segnali, e non mascheriamoli da satira per favore: offende l’intelligenza di tutti.

  16. ufo ha detto:

    Perché, vedi dell’intelligenza in giro? Solo dentro a Playboy, mi viene da dire…

  17. Annalisa Turel ha detto:

    @Andrea: quali sarebbero le provocazioni negli articoli?

  18. fabio ha detto:

    Se proprio volete vederci a tutti i costi una provocazione antiitaliana, allora dovete anche trarne la conclusione che questi si siano autoqualificati come suini. Buon carnevale a tutti.

  19. dimaco ha detto:

    sono sicuro che questo discorso sarà preso in seria considerazion domani sera al teatro verdi di gorizia dove la andvg (o come diavolo si chiama) presenzierà in pompa magna alla presentazione del libro su tito e togliatti. Io me lo vado proprio a vedere sto sketch, ed è pure gratis.

  20. dimaco ha detto:

    anvgd correggo.

  21. Tergestin ha detto:

    @ Dimaco

    No posso concepir che te fa una roba del genere (sprecar el tuo tempo drio l’ANVGD). Lo so, xe fati tui. Ma xe come co’ te ga un amico che se droga o simili, te volessi fermarlo ma no te sa come.

  22. dimaco ha detto:

    Tergestin non credo che sia tempo sprecato. ma al contrario credo che sia una cosa piuttosto interesante a livello folkloristico. poi sono interessato al libro non certo alle miserie intellettuali dell’anvgd. Poi magari pure mi scappera la domanda: “e quello che succese prima come si colloca nella vostra concezione di storia? Intendo quello che successe prima del 8 settembre 1943 e il grande amore dimostrato per la camicia nera, l’olio di ricino e imanganelli?”
    sono domande all quali vorrei una volta tanto una risposta seria e non le solite parole:quella era un’altra italia. Politicamente si lo era ma le persone sono rimaste le stesse.

  23. dimaco ha detto:

    purtroppo la domanda mi porterebbe alla privazione del mio anonimato, che mi è piuttosto caro, anche se dubito che mipresenterò come dimaco. Chissà se ci sarà qualche altro lettore di bora.la in quella sala del teatro stasera.

  24. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ dimaco

    Ho la quasi certezza che tu non andrai alla presentazione del libro, e se ci andrai non farai la tua “famosa” domanda.

    E ti spiego perché.

    Perché questo è un libro scritto da un ricercatore storico serissimo come Patrick Karlsen, e alla presentazione saranno presenti il prof. Salimbeni e pure Stelio Spadaro, i quali in due-minuti-due potrebbero pure citarti le VAGONATE di libri che sono stati scritti sul periodo precedente l’8 settembre e che tu bellamente ignori.

    Potrebbero anche raccontarti che il presidente dell’ANVGD – Lucio Toth – ha fatto parte della commissione di storici e studiosi che ha scritto la famosa relazione sui rapporti italo-sloveni.

    E magari potrebbero anche farti notare che ad oggi – dopo sessant’anni – nessuno studioso sloveno o croato ha ancora affrontato in modo serio, documentato e complessivo la questione delle foibe e dell’esodo.

    In due minuti, questi personaggi potrebbero rovinarti la tua idea di Italia neofascista che alberga nella tua testa, risvegliandoti dall’incubo.

    No: proprio non ti conviene andare.

    L.

  25. dimaco ha detto:

    sono state scritte vagfonatte di lbrisu come gliitaliani si comportavanop da brava gente non di come ammazzavano,stupravano e bruciavano.
    poi se karlsen è tanto serio perchè viene supportato da una associazione estremista e fascista come l’anvgd?

  26. alpino ha detto:

    Dimaco vuoi venire a prenderti Gorizia e Trieste? vieni vieni ti aspetto anche io su un carro 😎

  27. effebi ha detto:

    26 …ma se non è stato scritto nulla… tu come lo sai ?

    gli “estremisti e fascisti” dell’anvgd son quelli che vanno a braccetto con la minoranza slovena !? 🙂

    dimaco esci dal bunker… la guerra è finita e enver oxa è morto da un bel pezzo….

  28. dimaco ha detto:

    non veniamo nemmeno con i fucili, basta l’adesivo per topi. 😛

  29. effebi ha detto:

    ma se il carro trst je nas è ironico perchè dimaco s’attizza a sto modo ?

  30. dimaco ha detto:

    con una parte della minoranza slovena, non dimenticarlo. solo conuna parte, esattamente con quella che io non sopporto.

  31. effebi ha detto:

    29 nel bunker vi siete mangiati pure i fucili ? mi sembri Nero… quello di underground… son pronte le casse !?

  32. effebi ha detto:

    31 fascisti estremisti pure loro ? puer i sloveni ? noooooooooooo !!!! accidenti !

  33. dimaco ha detto:

    cosa cavolo scrivi, il fatto che io sia slovenonon significa che stia appecorato dietro detro a qullo che dicono semolicic o pausic (di sinistra) e i vari baciapile della slovenska skupnost. Nessun dialogo con le associazioni di pseudoesuli. nessuna.

  34. dimaco ha detto:

    ho letto quel articolo, e mi sembra pura propaganda per nascondere il risentimento italiano. Se poi andiamo a vedere nel profondo nulla è cambiato.

  35. Sara Matijacic ha detto:

    ve ricordo che se tratta de un slogan su un carro de carneval, (anche se concordo sul fatto che podesi risultar offensivo)
    cmq… C A R N E V A L E. Gavè presente quella festa tanto amata da grandi e piccini, dove ogni scherzo vale? 😉

  36. dimaco ha detto:

    cosa vui pretendere da gente che non ha nemmeno a cuore la cura dei monumenti dedicatiagli uomini di cultura sloveni? la tomba diuno scrittore sloveno(fran erjavec) è lasciata alla incuria più vergognosa, lo stessovale per il monumento ai caduti NOB costruito nel 1979. personalmente ho dato mandato a una fioreria di occuparsi di quest’ultimo posizionando fiori freschi ogni settimana(a mie spese)

  37. dimaco ha detto:

    sara ma noi si scherza, in maniera pesante ma si scherza. Non penserai veramente che vniamo con la colla per topi? suvvia, un’pò di buonumore mia cara. Siamo a carnevale come hai detto tu. 🙂

  38. effebi ha detto:

    caro dimaco se non ti piace il dialogo tra le associazioni slovene e quelle degli esuli (e ci può stare…) perchè te la prendi solo con quelle degli esuli ? pensi di poter essere efficace in “quel territorio” con i tuoi sterili piagnucoliiiiiii ? 🙂
    faresti meglio a rivolgerti alle tue SANTE associazioni impedendole di dialogare con la “feccia” italiana… perchè è questo che LORO stanno facendo. AMEN

  39. effebi ha detto:

    37 dimaco te accusi redazio de bora.la de far subdolamente propaganda filoitaliana !?

    grandeeeeeeeeeeee !!!!

    siori e siore ! direttamente del 1945 ! un titino filojugoslavo originale !!!!

  40. maja ha detto:

    Dimakič dimakič, spominjaš me na nonota iz Kobalove Afrike. Operacija crvena zvezda…

  41. dimaco ha detto:

    infatti io non dialogo con loro, anzi mi ci scontro spesso per questo lassismo egenuflessione.

    Che centra bira.la con al propaganda? mai detto opensato una cosa simile. Parlavo dell’articolo apparso sil sito degli esuli e copiaincollato da luigi. Non bora.la.

    Maj ti si zastopla vse 🙂

  42. dimaco ha detto:

    “siori e siore ! direttamente del 1945 ! un titino filojugoslavo originale !!!!”

    uno dei pochi rimasti, forse più unico che raro. ehehehe

  43. Diego Manna ha detto:

    @44 dimaco
    “bira.la”
    ciò…sa che no saria mal? dopo l’orto gavemo un novo target! 😉

  44. effebi ha detto:

    “venghino venghino… !!! …e non dategli da mangiare… !!!”

  45. alpino ha detto:

    avete visto? basta poco e partono gli screzi ancor prima che il carro esca, era proprio necessario una porcata del genere? tanta fatica tanti proclami per favorire una pacifica convivenza e poi?? puff tornemo a risigarse i genoci…tutto per colpa di 4 scemotti che giocano a fare i provocatori allegorice, un po’ di buon senso, di tatto anche da parte slovena potrebbe essere utile una tantum! a bimbi capricciosi bisogna saper dire di no ognii tanto, perchè tra filimini, carri e pornazzi ogni due giorni, con questo benedetto Trst je nas hanno emeritamento scassato il caxxo!

  46. maja ha detto:

    ma la funzione del carnevale e’ proprio questa. e’ un’ccasione per dare libero sfogo alla necessita’ di sovvertimento delle regole sociali e delle gerarchie.
    la provocazione, a carnevale, ci sta tutta.

    dimaco, zate:
    http://www.youtube.com/watch?v=cl-ZI7mqfAI

  47. alpino ha detto:

    @maja
    ma per favor..

  48. maja ha detto:

    per favor, cosa? la funzion del carneval xe questa.

    “Benché facente parte della tradizione cristiana, i caratteri della celebrazione carnevalesca hanno origini in festività ben più antiche, come ad esempio le dionisiache greche (le antesterie) o i saturnali romani, che erano espressione del bisogno di un temporaneo scioglimento dagli obblighi sociali e dalle gerarchie per lasciar posto al rovesciamento dell’ordine, allo scherzo ed anche alla dissolutezza. Da un punto di vista storico e religioso il carnevale rappresentò, dunque, un periodo di festa ma soprattutto di rinnovamento, seppur per lo più simbolico, durante il quale il caos sostituiva l’ordine costituito, che però una volta esaurito il periodo festivo, riemergeva nuovo o rinnovato e garantito per un ciclo valido fino all’inizio del carnevale seguente.”

  49. Luigi (veneziano) ha detto:

    Insomma, dimaco, hai scritto tutta questa vagonata di parole, ma al dunque mi pare certo: tu NON andrai alla presentazione del libro e NON farai la tua “famosa” domanda.

    Un antifascista da salotto, col plaid caldo sulle spalle, birra in mano e rutto libero.

    L.

  50. dimaco ha detto:

    @47 voglio i diritti d’autore 🙂

  51. Tergestin ha detto:

    @ Dimaco

    Io l’unica cosa che invece chiederei a queste associazioni, dopo aver loro mostrato il calendario del 2011 e’ “Ma al giorno d’oggi…..che senso avete?”. Penso sia la domanda piu’ azzeccata o forse l’unica da porre.

  52. dimaco ha detto:

    invece ci vado luigi, forse anche la domanda la faccio, ma sto a sentire quali cose hanno da dire e voglio proprio veder e quanto può essere neutrale il serissimo professore.

  53. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ tergestin

    Dopo di che, in perfetta coerenza tu andrai a fare la stessa domanda alla prima riunione dell’associazione slovena TIGR, che addirittura è più vecchia di trent’anni rispetto all’ANVGD.

    Ma anche tu – in realtà – sei solo un gran commentatore col plaid sulle spalle: non andrai dall’ANVGD e non andrai dal TIGR.

    L.

  54. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ dimaco

    Forse?

    Ma che razza di espressione è questa?!?

    Come se un tuo avo partigiano avesse dAtto: vado in bosco e “forse” sparerò!

    Dài, ragazzo mio: mostra il petto alla verminaia fascista! Che senso ha questa caghella?

    L.

  55. dimaco ha detto:

    io credo che invece se facessi la domanda da te proposta tergestin molto probabilmente verrei accompagnato alla porta molto velocemente. Al TIGR non mi serve farla perchè conosco già la risposta. E francament trovo una associazione come il tigr inutile anche visto he sono dichiaratamnente anticomunisti e quindi non accettabili da parte mia.

  56. dimaco ha detto:

    lugi io non ho il plaid sulle spalle, ma una tuta da operaio. Anche se sono un decadente capitalista non dimentico le mie origini proletarie e operaie. al contrario di altri che cambiano bandiera come gli fa più comodo.

  57. dimaco ha detto:

    luigi visto che agli (pseudo)esuli non piacciono le domande che in qualche modo mettano in dubbio il motivo per cui esistono credo che, come già scritto sopra,verrei accompagnatoalla porta (se sono fortunato) da qualche ragazzone di squistita fattura fascista.

  58. Tergestin ha detto:

    @ Luigi

    Ma tu oltre al benaltrismo spicciolo proprio non vai? Non riesci ad argomentare una frase senza il “Si’ ma anche gli altri…..”?

    A casa mia DUE TORTI NON FANNO UNA RAGIONE.

    Posto questo, chiedo e mi chiedo di nuovo: “Che senso hanno certe associazioni di esuli al giorno d’oggi?”.

  59. dimaco ha detto:

    Tergestin è inutile perchè luigi oltre il copiaincolla non va.
    se io voglio fare la domanda devo anche trovare il momento giusto per farla e non saltare dentro la discussione come un elefante in un negozio di cristalli. Ci vuole la tempistica adatta.
    Luigi cosa credi che entrerò la dentro e sparero la domanda in una discussione che nulla centra magari o nel momento sbagliato? Poi come hodetto voglio proprio sentire qullo che dicono, perchè solo sapendoquello che dicono posso strutturare la domanda correttamente. Altrimenti faccio la figura del antiitaliano titino filoyugoslavo. 🙂

  60. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Tergestin
    La libertà di associazione è sancita dalla costituzione italiana. Questi si possono associare indipendentemente dalla tua volontà. Però anche tu puoi andare lì a fargli la domanda.

    @ dimaco
    Ragazzone neofascista? Allora veramente chiacchieri tanto, ma in realtà non sei mai andato ad uno di questi incontri!

    Ma come: io vado agli incontri dei partigiani così come ai raduni degli esuli e tu invece parli solo sul sentito dire?

    Sei un neopartigiano da salotto!

    L.

    PS Nel 1945 a Capodistria i tuoi amichetti ti avrebbero requisito il negozio e ti avrebbero bollato come nemico del popolo.

  61. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ dimaco

    Guarda meglio: io qui dentro non ho copia/incollato nulla. Un po’ più di precisione, compagno capitalista…

    L.

  62. dimaco ha detto:

    un negozio? da dove viene fuori sta roba? ho un’attività si, ma niente di che. 🙂 o così o disoccupato.

  63. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ dimaco

    Ci vuole la tempistica adatta? E ridàgliela con la caghella! Tu devi andare con la titovka in testa, banidera rossa al vento e spaccare tutto quanto!

    La vogliamo smettere con questo perbenismo da salottino di Donna Letizia? Che credi, che i partigiani prima di entrare in una casa di un fascista si mettessero le pattine?

    L.

  64. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ dimaco

    Sì: un’attività con la vetrina. Due anni di lavoro d’assalto in Bosnia, ti ci vorrebbero…

    L.

  65. alpino ha detto:

    Dimaco capitalista???? nooooo mi cade un mito
    Dimaco il capitalista operaio oh signur io questa l’ho gia sentita…mi ricrolla un mito e sotto le sue macerie giace la fine dell’ultimo comunista goriziano.

  66. dimaco ha detto:

    mi occupo di lapidi e monumenti. che centrano le vetrine.

    se lo stato (come avrebbe dovuto fare) mi avessedatodellepossibilità lavorative o quantomeno aiutato nel trovare una collocazione tramite l’apposito ufficio, pensi che mi sarei rotto le balle a far partita iva e tutto il resto?

  67. dimaco ha detto:

    occhio alpino non sono un capitalista, non bestemmiare. Mi sono dovuto inventare un lavoroper poter vivere. mica cidivento ricco? nonsono avidomibasta guadagnareper vivere, di altro non ho bisogno.

  68. Tergestin ha detto:

    @ Luigi

    Non ho il tempo ne il modo di andarci in questo periodo. Che la gente sia liberissima di associarsi in quel che vuole, beh e’ un dato di fatto. Fino ad un certo limite a quanto ne so: dato che alcune associazioni di esuli (va detto, non l’ANVGD) sono legate notoriamente a doppio e triplo filo a loro volta con altre associazioni per le quali bisognerebbe applicare la quasi mai filata legge Scelba.

    Resta il fatto -e tre!- che la mia domanda non ha ancora trovato un’ipotesi di risposta.

  69. alpino ha detto:

    @Diamco
    me raccomando spogliati dei tuoi vestiti e dei tuoi averi tendi la mano ai più deboli e sussurra parole di fede agli uccelli ed al lupo..il signore è con te.

  70. alpino ha detto:

    lapidi?? te son quel vicino la motorizzazione?

  71. dimaco ha detto:

    alpino crisi mistica? poi più nudo di così non si può. dovrei levarmi la pelle. ma non sarebbe un bel vedere. altro appunto con gli uccelli parlaci tu prefersco parlare con i pesci più precisamente con le passere.

    scusate la volgarità ma cadeva a fagiolo.

  72. dimaco ha detto:

    no alpino, non faccio lapidi ma mi occupo del mantnimento e manutenzione di quelle esistenti nei vari cimiteri nel goriziano. un settore senza nessuna concorrenza al momento. Sono l’unico a farlo.

  73. dimaco ha detto:

    quello che pensitu è perisutti. un’istituzionea goriziaper quello che riguarda i monumenti funebri e le lapidi. Il vecchi titolare è venuto a mancare alcuni mesi fa ho sentito.

  74. dimaco ha detto:

    poi come siamo finiti dal carro allegorico al mio lavoro?

    altro piccolo appunto: diego mannanoninterviene mai neppure quando la discussione sfiora unaguerra, ma come sente appare la parola birra, o nel mio caso un errore di digitazione (bira.la) appare dal nulla come il vascello dell’olandese volante. come mai? 🙂 Nonè che ha tarato il pc per fargli arrivare un trillo quando si parla di alcolici?

  75. Diego Manna ha detto:

    confermo.
    ecome qua infati 😛

  76. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Tergestin

    Hai bisogno di una risposta sul perché esiste l’ANVGD?

    Esiste perché qualche centinaio di migliaia di persone venne spedito via da casa sua forzosamente. Tempo dopo pensaron di riunirsi in asosciazione e sono ancora lì. Ti piace come spiegazione? Vuoi che un giorno ne parli con Toth?

    Siccome anche tu sai benissimo che l’ANVGD non ha legami con l’estremismo di destra (dovresti spiegarlo anche a dimaco, che non conosce la materia), di che ti lamenti? Dovrebbero sparire dalla faccia della terra dietro tuo comando?

    Comunque sia, siccome manca poco alla presentazione del libro, lasciamo tranquillo dimaco: deve prepararsi a contrastare le orde in camicia nera, che questa sera gli si pareranno di fronte.

    Lui, il capitalista/comunista che vive nella fascistissima Italia e che nella Jugoslavia che agogna sarebbe stato spedito a rimettere in sesto la ferrovia da Zagabria a Belgrado a mani nude. Bei tempi!

    L.

  77. alpino ha detto:

    Dimaco ma te son easy rider? quel col motocarro?

  78. effebi ha detto:

    72 “… dato che alcune associazioni di esuli (va detto, non l’ANVGD) sono legate notoriamente a doppio e triplo filo a loro volta con altre associazioni per le quali bisognerebbe applicare la quasi mai filata legge Scelba.”

    facci un esempio (uno) di associazione legata a doppio filo con altra associazione di quel tipo.

  79. dimaco ha detto:

    Eccomi di ritorno.

    @alpino, non sono easy rider. sonmo più giovane e tanto di lui.

    Ok allora sonoandato alla presentazione del lbro.Non ho fatto lafatidica domanda luigi, ma non per paura, ma perchè l’età media dei partecipanti era di 80 anni.Presnti ziberna, maran, romoli (ha una vigorosa stretta di mano).Ho pure quel pseudolibro di cui si parlava stasera. Devo ammettere però che la cosa è stata interessante. A causa del fatto che dovevo andare a prendere mia figlia al kulturni dom sono dovuto andare via prima(con mio rammarico). Devopure dire ch vi era uno stendardo dlla lega nazionale. Indubbiamente interessante anche se mi sentivo cme unpesce fuor d’acqua. molto simpatica la mamma di ziberna con cui ho fatto una lunga chiacchierata.

  80. effebi ha detto:

    com’era l’olio di ricino !?

  81. massimo ha detto:

    dimaco quelli l’ass tigr sono anticomunisti? e allora? ben venga, mi sembra che l’associazione ha fatto tante cose concrete in questi anni a dispetto di altre associazioni che non nomino

  82. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ dimaco

    Come volevasi dimostrare.

    L.

  83. Srečko ha detto:

    Mi piace come da una notizia sul carnevale i vari effebi, Luigi detto il Veneziano, alpino et alii riescano a fare carnevalate sulla storia. E’ chiaro che la Slovenia, gli sloveni, tutto cio’ che c’e’ di sloveno vi danno ai nervi, e’ legittimo, e’ vostro diritto, ma est modus in rebus, ogni persona di buon gusto sa darsi un ritegno. E voi?

    Come reagireste invece se fosse accaduto il contrario del seguente fatto? A Bastia Umbra un’organizzazione locale per la giornata dell’11 febbraio, per il ricordo sull’exodus istriano e dalmata, ha fatto affiggere manifesti con foto della fucilazione di partigiani sloveni da parte dell’esercito di occupazione italiano. Bella mossa, eh? Si tratta della fucilazione di Križna gora del 31.7.1942.

    http://www.dnevnik.si/novice/slovenija/1042427597

  84. effebi ha detto:

    faccio notare a srecko come io sia intervenuto molto, ma molto dopo le farneticazioni dei vari dimaki e faccio notare pure che del carro trst je nas me ne strafrego:

    …mi piace più il carro dell’unicredit…”koper je nas” 🙂

  85. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Srecko

    Era da tempo che il mio spasimante non mi evocava, ma sono contento di leggerlo: evidentemente sono sempre in cima ai suoi pensieri.

    Rispondo celermente alla sua domanda: la reazione di fronte alla cappella fotografica da lui segnalata sarebbe stata quella di battermi la fronte con la mano e dire ad alta voce: “Che teste di minchia! Questi potevano scegliere mille foto diverse e pertinenti, eppure hanno scelto di manipolare l’informazione con una foto taroccata!”.

    Potevano per esempio scegliere la foto dei corpi delle tre sorelle Radecchi (una di esse aveva 17 anni, la seconda 19, la terza 21 ed era incinta), infoibate a Terli il 5 ottobre 1943:

    http://it.wikipedia.org/wiki/File:Foiba_di_Terli_-_Corpi_estratti.jpg

    Nessuno avrebbe avuto nulla da ridire. Nemmeno tu.

    L.

  86. alpino ha detto:

    Srecno

    non siamo noi che facciamo carri provocatori, con la scusa del carnevale tutto deve essere tollerato?
    Parli bene tu, tutto ciò che è italiano o Italia lo schifi e lo attacchi! cambia passaporto e vivi sereno

  87. Tergestin ha detto:

    @ Effebi 81

    In pratica dovessimo tirar fora tuta la storia dela destra Triestina tra partiti, associazioni, grupi spontanei…..se te ga vissudo a Trieste xe come se mi e ti fossimo do’ prof. de matematica e parlassimo de tabelline.

    Basti saver -e lo sa tuti- che no esisti un politico che arivi da “AN inclusa in poi” e no la meni e rimeni con foibe-Tito-esodo come un mantra. Robe che sa anca i fioi, da quanto i ne ga spaca’ le balle con ‘sto argomento.

    El fato che lo gabi ciapado in man fieri estremisti mai pentidi e che tropa poca gente ligada a quel mondo se ne gabi smarcado, no xe una roba positiva.

  88. Srečko ha detto:

    albino

    Sii cortese, per favore, dammi degli esempi di immotivato e preconcetto antiitalianismo da parte mia, come dici qui “tutto ciò che è italiano o Italia lo schifi e lo attacchi!”

    Intanto gia’ qui sei in contraddizione: tu ed io dialoghiamo nella tua lingua, l’italiano. Se tanto mi schifasse, mi rifiurerei di parlarla, di scriverla. Invece sto qui a scrivere a te ed a vari Luigi presuntuosi, e nella vostra lingua. Tu invece tempo fa hai scritto che di sloveno (probabilmente hai scritto slavo, visto che hai problemi di distinzione) non hai intenzione di impararne!

    Bene, a chi schifa che cosa?

  89. effebi ha detto:

    91 eh si, no xe più le mezze stagioni….

  90. alpino ha detto:

    Srecno
    bhè gia che dici la Tua lingua…compi una netta distinzione, non ricordo di aver detto di non voler imparare lo sloveno, non è la prima volta che mi metti in bocca questa frase!
    Comunque ora Srecno non cercare di rigirare la frittata su…vogliamo parlare del post sul 150° o quello più antico del palazzo di Piazza Unità dello scorso anno illuminato con il tricolore? vogliamo?
    Per me può finire qua, divertitevi sul vostro carro “patetico” potete urlare Trs je nas quanto volete ma alla fine un urlo ricacciato in gola resterà.

  91. Srečko ha detto:

    albino

    Vogliamo, vogliamo. Io l’articolo sul palazzo di Piazza Unita’ illuminato con il tricolore non ho commentato, neppure l’ho letto… 🙁

    Del 150* non so che hai in mente.

    Quando parlo di mia e di tua lingua intendo dire la mia e la tua madrelingua, la prima, quella che ho ed hai succhiato col latte materno. Il che non significa che io disdegno le altre che parlo, solo perche’ vengono dopo la prima. E tu?

    P. S. Avrai notato che da mesi ti apostrofo con albino e non alpino? Non e’ per dileggio degli alpini, ma solo il renderti pan per focaccia, visto che tu il mio nome lo storpi sistematicamnete.

  92. alpino ha detto:

    Srecno
    si l’ho notato e non mi infastidisce per nulla! io ti chiamo Srecno perchè è una parola slovena che non ha alcun significato offensivo (ci mancherebbe)dato che oramai sono mesi che ci “becchiamo” mi sono preso questa liceità cosa che non farei mai con uno con il quale non ho mai discusso o che si affaccia per la prima volta su bora.la
    🙂

  93. ilaria ha detto:

    albino & srecno fate pace dai! come buoni vicini mangiatevi un kinder bueno 🙂

  94. Srečko ha detto:

    ilaria

    ma mi go el diaebete… 🙁

    Comunque albino mi e’ simpatico e un gotto de vin con lui lo berrei (magari snifferei prima nel bicchiere per accertarmi che non contenga olio di ricino…) 🙂

  95. ilaria ha detto:

    …o gutalax!

  96. dimaco ha detto:

    con tutti i soldi che tirano su manco una bottiglia di acqa minerale o di rubynetto. altro che olio di ricino. veramente istriani. come purgante basta il libro.poi come ho detto visto l’età media durerà ancora per poco sta associazione luigi. .io veramente mi aspettavo di vedere giovani, solo la ragazza e io avevamo meno di 50 anni. sembrava di essere in un reparto della angelo culot

  97. alpino ha detto:

    @Ilaria
    non cè bisogno di nessuna pace tranquilla oramai penso che se conosemo un po tutti tra de noi e savemo come che la pensemo, ne piasi discuter a volte baruffando ma xe bel anche quel no? rispetto per tutti ci mancherebbe 🙂 e volentieri bevessi un bicer con Srecko e tranquillo che dentro no te metto oio de ricino semmai te batto col manganel dopo che te ga bevù 🙂 🙂

  98. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ dimaco

    Ti è cascato addosso il palco che ti eri costruito in testa da quando eri nato.

    E scommetto che non hai nemmeno trovato uno che facesse il saluto romano, e perfino nessuno che parlasse degli slavi sanguinari. E magari adesso leggerai il libro di Karlsen e scoprirai che è perfino fatto bene!

    Il prossimo passaggio è il seguente: farsi raccontare da qualcuno di questi vecchi la sua storia personale, per capire come mai sono scappati dal paradiso jugoslavo. Perché un conto è leggerlo sui libri, altro è sentirlo con le proprie orecchie. Rimarrai stupito a sentire che gran parte di questi qui sono andati via a causa di una serie infinita di micro e macrovessazioni. Moltissimi esuli fra quelli che ho conosciuto e intervistato mi hanno detto che non avevano alcuna voglia di andarsene via, ma uno è stato minacciato di morte, all’altro hanno requisito la casa, il terzo è stato epurato dal lavoro, il quarto ha avuto il fratello/cugino/padre/zio ammazzato, il quinto è stato colpito da una gragnuola di sassi quando è uscito dalla chiesa dopo il matrimonio (per un po’ di tempo, sposarsi in chiesa era un comportamento “borghese” e “antidemocratico”) eccetera eccetera eccetera.

    Se poi andrai a intervistare qualche vecchio sloveno, magari fra una grappa e l’altra ti racconterà che i tuoi adorati partigiani ben dopo la fine della guerra proprio lì vicino a casa sua ne hanno impiccati o fucilati dieci, e nel paese vicino altri dieci, e a venti chilometri di distanza altri dieci ancora.

    E forse capirai perché io personalmente da un lato accetto il discorso della guerra partigiana come lotta per la liberazione, dall’altro rifiuto totalmente la successiva criminale politica d’instaurazione di un regime dittatoriale in quello che è tuttora il paese dei tuoi sogni.

    E forse arriverai pure a capire che le frasi come “Trst je nas” o altre boiate del genere, nella testa di gran parte della popolazione delle tue zone sono sinonimo di crimine.

    Altro che carri di carnevale!

    L.

  99. ufo ha detto:

    Fatto bene il libro di PK? Da quand’è che questo è divenuto un sito umoristico?

  100. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ ufo

    Ti rispondo subito: esattamente dal messaggio numero 102 di questo thread.

    L.

  101. dimaco ha detto:

    dismetto i panni da titino filoyugoslavo antiitaliano.
    ieri a quell’incontro sul libro mi sono trovato accanto persone 80enni che mihannofatto quai tenerezza. lo dico nel senso buono. Persone che nonostante tutto hanno piacere di ritorvarsi tra di loro e parlare di spaghettate, di gite a Fiume o Pola. ovviamente non condivido certi depliandat insieme al libro, ne condivido certi modi di dire, perchè non si parla di ciminicompiuti dai comunisti ma da crimini compiuti da slavocomunisti. E questa è gia una dimostrazione di come la pensano alcuni di loro. o quantomeno quello che è stato insegnato loro di pensare. Il fatto che siano comunisti passa in secondo piano visto che la colpamaggiore è essere slavi.
    Gli esuli, sono persone che se ne sono andate di spontanea volontà o meno dalla neonata yugoslavia. in italia sono stati insultati maltrattati ecc. Non nego ch tra quelle persone vi fosero persone a posto, ma non mi illudo nemmeno che alcune fossero innocenti o estranee al fascismo.
    gli esuli sonostati usati proprio da quell’italia che non li voleva. Politicanti abili sono riusciti a incanalare il risentimento mei confronti del comunismo verso un’etnia, quella slava. perchè è di questo che si tratta. la gente odiava i comunisti, ma gli è stato insegnato che slavo è sinonimo di comunista con le conseguenze che tutti conosciamo. tutti i slavi sono comunisti e di conseguenze tutti assassini. Questo è il paradosso delle cose. Qualcuno antislavo voleva qualcuno che facesse il suo sporco lavoro per evitare di metterci la faccia personalmente.
    in fin dei conti se devo essere sincero sono rimasto piuttosto colpito dalla dignità mostrata da questi vecchi signori, ma al contempo mi fa inkazzare che non si siano mai accorti di come sono stati usati da alcuni elementi per raggiungere poltrone.

  102. Luigi (veneziano) ha detto:

    Lacota è andato ad un incontro dell’associazione partigiani della Primorska e m’ha scritto queste sue impressioni:

    “ieri a quell’incontro sul libro mi sono trovato accanto persone 80enni che mi hannofatto quasi tenerezza. Lo dico nel senso buono. Persone che nonostante tutto hanno piacere di ritorvarsi tra di loro e parlare di spaghettate, di gite a Fiume o Pola. ovviamente non condivido certi depliant insieme al libro, né condivido certi modi di dire, perchè non si parla di cimini compiuti dai fascisti ma da crimini compiuti da occupatori fascisti italiani. E questa è gia una dimostrazione di come la pensano alcuni di loro. O quantomeno quello che è stato insegnato loro di pensare. Il fatto che siano fascisti passa in secondo piano visto che la colpamaggiore è essere italiani.
    I reduci partigiani, sono persone che hanno lottato per la Jugoslavia di Tito. In Jugoslavia sono stati esaltati ecc. Non nego che tra quelle persone vi fosero persone a posto, ma non mi illudo nemmeno che alcune fossero innocenti o estranee al comunismo.
    I partigiani comunisti sono stati usati proprio da quella Jugoslavia che li esaltava. Politicanti abili sono riusciti a incanalare il risentimento mei confronti del fascismo verso un’etnia, quella italiana. Perchè è di questo che si tratta. la gente odiava i fascisti, ma gli è stato insegnato che italiano è sinonimo di fascista con le conseguenze che tutti conosciamo. Tutti gli italiani sono comunisti e di conseguenza tutti assassini. Questo è il paradosso delle cose. Qualcuno antiitaliano voleva qualcuno che facesse il suo sporco lavoro per evitare di metterci la faccia personalmente.
    in fin dei conti se devo essere sincero sono rimasto piuttosto colpito dalla dignità mostrata da questi vecchi signori, ma al contempo mi fa inkazzare che non si siano mai accorti di come sono stati usati da alcuni elementi per raggiungere poltrone”.

  103. Tergestin ha detto:

    La differenza abissale tra un Dimaco e altri personaggi e’ che il primo non campa vendendo illusioni a dei vecchi, gia’ abbondantemente fregati dalla storia e dalla politica, che dice di rappresentare, ma ha dimostrato invece un grande rispetto per gente che “storicamente” non sarebbe dalla sua parte.

    Dettaglio non da poco.

  104. Srečko ha detto:

    Luigi

    Non sei ne’ satirico, ne’ ironico, ma solo pietoso.

    By the way impara a manipolare come si deve, che ti risce male, perche’ ti dimentichi pezzi per strada…

  105. ufo ha detto:

    Lacota? Quello che si è inventato di sana pianta due foibe? Quello secondo cui il fascismo non era uno dei “regimi che hanno insanguinato” queste terre?

    Te lo raccomando (anzi – se puoi tientelo stretto, così ce lo leviamo di torno per un po). Gia che ci sono ti raccomando pure l’articolo scritto da Spomenka Hribar dopo aver incontrato il tuo spettabile corrispondente – il quale non è che ci faccia una gran bella figura, tanto per cambiare. LO trovi a pagina 2 del Primorski dnevnik del 28 aprile 2009, titolo “Kruh smo morali – žal – pojesti sami”. Istruttivo.

  106. massimo ha detto:

    Ma per favore evitiamo di citare individui come Lakota che è molto meglio!
    Comunque perquanto riguarda gli esuli forse è bene ricordare che cosa ha fatto per loro lo stato italiano.oltre a fornir loro casa e lavoro, più di qualche volta gli ha popolati intenzionalmente in posti dove storicamente la popolazione italiana era in minoranza, paesi da sempre sloveni son diventadi ad un tratto completamente italiani, ovviamente con tutte le conseguenze.

  107. El sinter de Gropada ha detto:

    OT: date un’occhiata a questo:

    Namerna napaka, pomota ali površnost, dejansko pa potvarjanje zgodovine. Tako izpade barvni plakat, ki ga je Občina Bastia (pokrajina Perugia) natisnila ob nedavnem spominskemu dnevu na fojbe in množični odhod Italijanov iz Istre in Dalmacije. »Napako« je razkrila Civilna iniciativa za Primorsko, obelodanila pa Sobotna priloga časnika Dela, ki plakat in tozadevno fotografijo objavlja v sklopu članka Spomenke Hribar z naslovom Primorska, kdo bo tebe ljubil? Na fotografiji plakata italijanske občine so razločno vidni vojaki, ki streljajo talce. Plakat sugerira, da naj bi šlo za partizane, ki streljajo italijanske civiliste. Dejansko pa je to italijanska fotografija streljanja slovenskih talcev. Gre za dogodek v vasi Dane v Loški dolini, na Križni gori, 31. julija 1942, žrtve pa so: Franc Žnidaršič, Janez Kranjc, Franc Škerbec, Feliks Žnidaršič in Edvard Škerbec. Streljajo seveda italijanski vojaki. Če ne bi šlo za tako resno stvar, kot je streljanje civilistov, bi se Italijanom lahko smejala vsa Evropa! Manipuliraj tako dolgo in tako daleč, da sam padeš v svojo krivdo! Ta »napaka« je simptom italijanskega zakrivanja lastne krivde, ki nevarno omogoča vznikanje novega fašizma in ekspanzije na naše ozemlje, piše v Sobotni prilogi Hribarjeva.

    http://www.primorski.it/stories/alpejadran/184967/

  108. dimaco ha detto:

    l’articolo é pure sul piccolo di oggi. sinter. ILLUMINANTE.
    2 poi si chiedono come mai io attacco tanto gli italiani di una certa parte

  109. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Srecko
    Non è ironia: dimaco ha improvvisamente scoperto che alle riunioni dell’ANVGD non si canta “Giovinezza”, e questa è una grande notizia.

    La volta che si riconoscerà che in queste terre è esistito un duplice nazionalismo, e che il neonato regime di Tito si è imposto in Jugoslavia con un mare di sangue e con una triplice pulizia etnica (contro italiani, tedeschi e ungheresi), allora sarà stato fatto un passo avanti.

    L.

  110. Luigi (veneziano) ha detto:

    PS

    Nel frattempo quella che era una semplice presa di posizione di alcune associazioni locali è arrivata al parlamento sloveno.

    Il primo ministro Pahor metterà in piedi delle contromisure giuridiche per impedire agli italiani di acquistare delle case sul Carso. Ciò al fine di non stravolgere l’identità slovena di quelle zone.

    Sempre perché “Trs je nas”.

    L.

  111. Srečko ha detto:

    Luigi detto il Veneziano

    Ammesso e non concesso che tu abbia ragione: perche’ ti scagli sempre e solo contro i delitti di una parte e glissi su quelli dell’altra? Perche’ dientichi che prima dei 40 giorni di Tito ci furono i 25 anni di occupazione, di soprusi, di pulizia etnica, di attacchi programmati da parte di bande fasciste con la connivenza dello Stato italiano, di incitazioni ad uccidere da parte del duce ecc. ecc. A leggere te, prima ci furono le fojbe e pi, forse, qualche peccatuccio, ma uccio uccio, da parte italiana. Ebbene, sappi che fu il contrario!

    Questa tua tendeziosita’ ti rende assolutamente inattendibile. Dibattere con te non ha nessun senso, perche’ non porta da nessuna parte!

    Mentre con alpino un bicchiere di vino lo berrei volentieri, con te neanche se mi pagano a peso d’oro no!

  112. dimaco ha detto:

    l primo passo avamti lo deve fare l’italia dichiarando crimali di guerra badogkio e l’allegra brigat, chiedendo scusa per il genocidio commesso ai danni delle popolazioni slave. -istituendo la giornata della vergogna in ricordo di tutti i misfatti compiuti dagli italiani e infine chiedendo scusa agli esuli per come somo stat iusati dai politicanti di destra

  113. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Srecko

    Se tu e il tuo degno compare dimaco aveste un minimissimo di conoscenza della produzione storiografica italiana, trovereste decine di libri che parlano dei crimini italiani nei Balcani.

    Adesso fate una cosa: tiratemi fuori il titolo di UN LIBRO (UNO!!!) pubblicato in Slovenia o in Croazia nel quale UNO storico (UNO!!!) sloveno o croato parli delle foibe e dell’esodo in modo tale da mettere in risalto le responsabilità e il nazionalismo del regime comunista nei confronti degli italiani delle terre annesse.

    Trovatemene UNO SOLO!!!

    La cosa poi francamente immangiabile è la seguente: che si mettano in cantiere politiche neonazionaliste di carattere etnico (la “purezza etnica” del Carso!) nell’anno del Signore 2011. Dico: siamo nell’anno del Signore duemila-e-undici e c’è ancora uno stato che si preoccupa della compattezza etnica dei territori soggetti alla sua sovranità!

    Immaginate solo per un attimo se in Italia ci fosse qualcuno che nell’anno del Signore 2011 proponesse di non vendere più immobili agli sloveni in provincia di Trieste!

    Quando si dice la pagliuzza e la trave…

    L.

  114. Srečko ha detto:

    Luigi detto il Veneziano

    Te l’ho detto, non hai capito una mazza. Inutile dibattere…

  115. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Srecko

    Non sei capace di tirar fuori il titolo di un semplice libercolo, di conseguenza ti ripari – come tuo solito – dietro l’insulto.

    Il tuo consueto Asilo Mariuccia.

    L.

  116. effebi ha detto:

    110 scrivono puer che la cppella l’ha fatta l’assessore alla cultura ? una tale (mamma-insegnante-artista… come ama definirsi) che dopo essersi presentata alle ultime elezioni comunali con una sua lista (Sinistra per Bastia) è trascloccata… al secondo turno con i vincenti del c.ds. (meritandosi forse per questo l’assessorato…)

    L’unione degli istriani e lo stesso nino benvenuti, chiamato a partecipare a quel convegno, son rimasti vittime della “competenza” di quell’assessorato (forse qualche funzionario comunale toscano buontempone….)

  117. effebi ha detto:

    111 dimaco, ecco , attaccati all’italiana assessore che probabilmente appartiene più alla tua “area culturale” che a quella degli esuli (ancora una volta) beffati…

  118. dimaco ha detto:

    luigi un autore sloveno che criticò gli eccidi e le foibe? edvard kocbek poeta partigiano e lo fece pubblicamente in un suo libro se non ricordo male. stasera che torno a casa ti trovo il titolo. ora mi sfugge. ne ha parlato pure boris pahor ieri al culturni dom di gorizia.
    effebi quello che ho scritto sugli esuli é un mio pensiero che non aveva nulla di offensivo, semplicemente una mia impressione. un punto di vista esterno. e non mi pare troppo errato

  119. El sinter de Gropada ha detto:

    Dimaco comunque ha ragione: l’Italia ha invaso la Jugoslavia e quindi per prima deve chiedere scusa. Così come ha fatto con la Libia. La Libia
    di un certo…

  120. El sinter de Gropada ha detto:

    Effebi, comunque di mezzo c’è anche l’Unione degli Istriani, non solo l’assessore…

  121. El sinter de Gropada ha detto:

    (…) Edvard Kocbek così descriveva un’offensiva sferrata dall’esercito italiano nell’agosto del 1942: “I villaggi bruciano, i campi di grano e i frutteti sono stati devastati dal nemico, le donne e i bambini strillano, quasi in ogni villaggio degli ostaggi vengono passati per le armi, centinaia di persone vengono trascinate nei campi di prigionia, i bovini muggiscono e vanno vagando per i boschi. La cosa più sconvolgente è che questi orrori non vengono perpetrati da un’accozzaglia di primitivi come al tempo delle invasioni turche, ma dai gioviali soldati del civile esercito italiano, comandati da freddi ufficiali che impugnano fruste per cani… “.

    Che gli ufficiali italiani avessero in dotazione un “frustino” per cavalli corrisponde al vero.

  122. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ El Sinter

    Verissimo, caro copacani: gli italiani assieme ai tedeschi hanno messo a ferro e fuoco la Slovenia. Hanno occupato, hanno ammazzato, hanno perso la guerra e varie terre sono passate di sovranità.

    Quindi – in un certo senso – hanno pagato.

    Si potrà dire che hanno pagato poco. Si potrà dire che hanno pagato male. Si potrà dire che non hanno pagato quelli che dovevano pagare. Però qualcosa è stato pagato.

    Vediamo adesso che è successo dall’altra parte: alla fine della guerra sono state ammazzate a freddo migliaia e migliaia di persone, delle quali più di qualche centinaio di italiani (un numero che alcuni affermano essere “qualche migliaio”).

    Popolazioni di centinaia di migliaia di persone sono state espulse (come i tedeschi) o caldamente invitate ad andarsene (come gli italiani). Comunque la si voglia vedere, gli effetti sono stati quelli di una pulizia etnica.

    E’ stata imposta una dittatura che ha usato anche i campi di concentramento (e non solo quello di Goli Otok!), polizia politica segreta, omicidi a raffica anche all’estero.

    Però adesso – anno del signore 2011 – ci sono ancora quelli che spudoratamente si mettono a difendere questi ultimi carnefici, e in nome della giustezza della guerra contro i nazisti e i fascisti fanno passare qualsiasi porcheria, quale il filtro etnico per acquistare una casa in Carso.

    Ci sono quelli qua dentro che spudoratamente difendono ancora una dittatura quale quella comunista, che oggi è schifata in tutto il mondo democratico, da tutti i democratici.

    Ci sono infine quelli che a distanza di settant’anni hanno ancora la paranoia in testa: non vedono altro che il fascismo risorgente in Italia, e trovano qualsiasi boiata cha accade in qualsiasi sperduto paesello di una nazione di 60 milioni di abitanti pur di giustificare questa loro idea sciocca.

    Dall’altra parte c’è invece un primo ministro che ha appena dichiarato in parlamento che lui difenderà la compattezza etnica del Carso. Come un qualsiasi Mussolini…

    L.

  123. dimaco ha detto:

    il resto no, El sinter de Gropada? il resto è inventato?

  124. dimaco ha detto:

    luigi, la chiami cosi? una “boiata” spacciare per martiri italiani civili inermi passati per le armi? Se hanno tratto quellafoto dalla rete sapevano benissimo di cosa si trattava e hanno sperato che nessuno se ne acccorgesse. in quel sperduto paesino in culo al mondo che ne sanno del confine orientale. Una cosa simile si chiama mistificazione indifferente chi l’ah fatta. Visietepur tanto scaldati perunatizia che si è spogliata e ha mostrato le sue grazie sotto la scritta trst je nas? Cosa ti sembra più grave? mettere una gnocca glabbra in copertina o mistificare e falsare le foto?

  125. dimaco ha detto:

    oltretutto permettimi di aggiungere, per qualcuno quella non era una dittatura. Era un posto di lavoro una casa con acqua corrente, con ilbagnodentro e non ungabbiottoin meso ai campi. per qualcuno quella era lalibertà e il sogno di un futuro migliore. E oggigiorno ci sono sempre più ammiratori di quella che tu chiami “dittatura” e che vorrebbero poter tornare indietro di almeno 40 anni perchè hanno cpito che non è una machina presa a rate o un conto corrente con 2 mila euro di fido che fanno la felicità o danno un minimo di benessere.

  126. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ dimaco

    Ma dài, dimaco! Uno dei capetti delle associazioni razziste del Carso (quelle che spingono perché gli italiani non si facciano vedere da quelle parti) ha detto pubblicamente e trombonescamente che questo è un esempio di come gli italiani falsificano la storia, cosa della quale sono maestri. E questo DOPO che Lacota si è detto sbalordito per la scelta di una foto del genere, che è stata fatta da un assessore di Bastia Umbra, un paesino di ventimila abitanti nel centro dell’Italia!

    Fasificare le foto è una cosa grave, e in questo caso è pure una cosa sommamente idiota, visto che quella foto è notissima a chi abbia un minimo di conoscenza delle storie di confine.

    Ma da questa scelta idiota si scatena la solita piangina di quelli come te e come il razzista di signore di cui ho parlato prima, mentre intanto passa come nulla fosse che in Slovenia si continuano ad utilizzare toni da anni ’30 quali la “compattezza etnica” del Carso (da parte del primo ministro!!!), ed altre amenità del genere.

    Il libro di cui non ti viene in mente il titoli è “Edvard Kocbek: Pričevalec našega časa”. Propagandato in qualche caso come “il libro che denunciò le foibe”, in realtà fece enorme scandalo perché ricordò che circa 12000 collaborazionisti sloveni furono ammazzati dopo la fine della guerra. Nella Jugoslavia comunista che a te piace tanto questo libro fu vietato e agli autori venne vietato l’ingresso nel paese.

    Praticamente hai cercato di tirar fuori un nome, e ti sei dato da solo la zappa sui piedi.

    L.

  127. Luigi (veneziano) ha detto:

    @dimaco

    La Slovenia è in democrazia o no? E allora va’ lì, rifonda il partito comunista e rigira nuovamente tutto come un calzino, rimettendo in sella un nuovo Tito!

    Così invece che avere gli ex comunisti al potere, tornerete ad avere i VERI comunisti!

    L.

  128. El sinter de Gropada ha detto:

    Veramente, Dimaco, il benessere si misura normalmente in altro modo. Ovvero nella capacità produttiva di un Paese.
    Capacità produttiva che non manca al meraviglioso popolo sloveno e, in parte, al popolo croato. Capacità produttiva che, invece, manca ai restanti popoli dell’ex-Jugoslavia così come manca, in Italia, da Firenze (esclusa) in giù. Meglio campare sulle spalle altrui, invocando vittimisticamente la “sfortuna”, il “fato”, ecc. ecc. E’ la tipica mentalità fatalista delle culture che sono vissute a contatto o con gli arabo-ispanici (centro-sud d’Italia) o con i turchi (centro-sud
    della Jugoslavia). La mentalità dei figli che rimangono a casa fino a 35 anni. Dei figli che in estate non devono lavorare perché “tanto i soldi te li dà papà”, la mentalità del “per fare un’impresa ci vogliono i soldi”.
    E’ una mentalità incompatibile col Friuli – Venezia Giulia e con la Slovenia. E’ la mentalità parassitaria e vittimistica, ma anche un po’ stracciona, delle culture patriarcali ed agro-retrograde che in Italia abbiamo da Firenze (sempre esclusa) in giù, mentre in ex-Jugoslavia dominano da Zagabria (esclusa) in poi. Mi chiedo: tu, sloveno, mentalità austro-ungarica produttiva ed efficiente, perché giustifichi
    una dittatura che ha legittimato il “lavora ti, che mi no poso”?
    Se oggi la Slovenia è un gioiellino da additare ad esempio di civiltà, produttività, ricchezza ed efficienza a livello EUROPEO è perché ha mollato la ZAVORRA jugoslava. Quella zavorra che la dittatura titina aveva giustificato, legittimato, ampliato, grazie ai soldi degli Usa e dell’Urss contemporaneamente.

  129. dimaco ha detto:

    Sinter è ovvio che io non tollero il lavora ti che mi no posso. non giustifico il mi no poso lavora ti perchè è contrario alla stessa idea di socialismo. Come hai detto tu è un fatto di cultura retrograda, ma non bastano 50 anni per cambiarla. Io sono dell’idea che il socialismo yugoslavo fosse migliore di altri chechè ne dica il gondoliere dalla laguna. Io non la ritengo una dittatura, ne mai lo farò perchè non lo era.
    Mi spiace deluderti ma molti in lovenia hanno pensato dopo il 91 che la libertà fosse una macchina nuova e la possibilità di fare debiti ai quali non possono far più fronte. Da milce ho sentito una discussione tempo faconunvecchiocheha detto a uno di quei nuovi cafoni arricchiti: “avete venduto la libertà che noi abbiamo conquistato in cambio di una BMW di seconda mano e deidebiti con l banche. Tu non hai fatto nulla per guadagnarla la libertà.” Non me la scorderò mai la scena.

  130. dimaco ha detto:

    oltretutto pnso che la slovenia sarebbe statamolto bene con il sistema socialista seppur staccata dalresto della yugo, che io nonostante tutto ho amato molto.

  131. dimaco ha detto:

    dovesse succedere luigi ti consiglio di andare a comprare i cevapcici al lidl.

  132. El sinter de Gropada ha detto:

    La Libertà del vecchio era il “partito unico” e l’assenza di libere elezioni?
    La Libertà del vecchio era l’impossibilità per i figli di un maestro o di un postino di essere battezzati?

  133. El sinter de Gropada ha detto:

    Caro dimaco, nel socialismo, jugoslavo o meno, mentre uno sloveno lavorava 12 ore al giorno, 6 sul posto di lavoro socialista, 6 nell’orto di casa, 5 macedoni non facevano nulla dalla mattina alla sera.
    Così come oggi mentre un friulano si spacca la schiena, un romano va al ministero a NON lavorare.

  134. dimaco ha detto:

    Pensa che perditanonesser batezzati. Sinter io ono nato in yugoslavia e lisonostatopure batezzato senza nessunissimo problema. tuttecazzat quelle sul fatto che non vi fosse libertà di culto. ma perchè è così difficle accettare il fatto che a più di qualcuno quel sistema piacesse, lo accettasse e lo ritenesse buono?

  135. effebi ha detto:

    ..io avere scritto… voi avere letto ?
    no sembrare…

  136. Tergestin ha detto:

    Mi nela mia mente penso che prima de ogni TRST JE NAS, un do’ amici che lavora insieme nel campo publicitario Sloven, i se trova in un bareto e i ga el seguente dialogo:

    “Scolta, per quela roba del manifesto…..”
    “Te ga deciso?”
    “Si’. Alora ghe metemo ‘sti colori qua, te vedi? Me ga dito el designer che i fa efeto”
    “Si’…..diria de si'”
    “Dopo ghe metemo el pupolo caricaturale per la ridada…”
    “Uhm…..si’ se pol veder”
    “…O al limite la baba figa che fa sempre atrazion…”
    “Bon va ben, scontado…..ma el titolo?”
    “Qua te voio! TRST JE NAS! Cos’ te par, ah?”
    “Ma t’zon fora??? Te vol far una roba de moda e te me tiri fora Trst Je Nas? Ma va cagar!”
    “No ma scoltime, xe una bomba, te legi mai el Piccolo?”
    “No tanto, ultimamente mastigo poco de italian…..ma cossa c’entra questo?”
    “Fidite, xe el titolo giusto…”
    “…ma finissila! Anca mio nono che se varda ancora i film dela vecia Jugo coi partigiani che vinzi la guera in zinque minuti se scoionassi! Trst je nas…Ma dei su, camina!”
    “Ma scoltime! Forsi qua te la vedi cussi’ ma a Trieste no funziona in ‘sta maniera: xe pien de gente che fa un casin pauroso, politici, capi dele asociazioni dei esuli, veciazzi che scrivi su segnalazioni, giornalisti…..no te ga gnanca idea de quanto tempo i ghe perdi sora!”
    “Si’ come no…..tuti mone a Trieste, co ‘l Porto che va in remengo e la disocupazion che ‘vanza i perdera’ tempo con ‘ste cazade? Ma camina dei, no farme rider!”
    “Cio’ mona ma de quanto no te va a TS? Ara che xe la cita’ dei s’ciopai, ghe sara’ un motivo se xe partida la lege Basaglia de la’ o no?”
    “Mah anca ti te ga ragion…..”
    “Se go ragion? Te digo che per quatro pampel che zigara’ alo scandalo e cagade simili se ciapemo un casin de publicita’ indireta. Cos’te vol che paghemo ancora de piu’ quei cagoni de PR? Lassemo che fazi qualchedun altro e se risparmia, do’ picioni con una fava e po’ bon”
    “Mah, mi no son sicuro…..”
    “Ara, mio cugin xe Triestin e te digo che sule cazade e sule robe vecie no esisti nissun al mondo che perdi tempo come lori. Te pago tre pranzi de Scabar se no go ragion. Te scometi?”

  137. El sinter de Gropada ha detto:

    Dimaco, chi siamo noi per poter decidere se sia cosa buona o meno battezzarsi?

  138. Srečko ha detto:

    Tanto per completezza di info. Il manifesto menzionato qui sopra, e dal Veneziano definito idiota, era anche sul sito del Ministero dell’Interno italiano. E’ stato ritirato dopo una nota diplomatica di Ljubljana.

    Ecco: si parte dal carnevale e si finisce al Ministero dell’Interno. Sempre parlando di carnevalate!

  139. effebi ha detto:

    sarebbe forse da distinguere tra sbagli e provocazioni.
    (sempre che qualcuno sia capace di fare tali distinzioni, sembra di no….)

  140. effebi ha detto:

    in ogni caso è uno sbaglio, grave.

    e va capito chi ha sbagliato e perchè è potuto accadere.

  141. dimaco ha detto:

    sinter siamo i diretti interessati
    io non sopporto la gente che prende decisioni al posto mio in fatto di relione per il mio bene

  142. El sinter de Gropada ha detto:

    Dimaco, sono d’accordo con te. Parimenti non sopporto gente che vieti ad altra gente di potersi battezzare, di votare, di dire quello che pensa, ecc. ecc.

    Sulla Jugoslavia: quel sistema può piacere, ma non reggeva

  143. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Srecko

    Quando dai un’informazione, dalla completa: non fare la tua solita propaganda da quattro soldi.

    Il manifesto di cui parliamo era nel sito del ministero degli interni perché all’interno del sito c’era uno spazio dedicato al Giorno del Ricordo, dove le amministrazioni locali (regioni, province, comuni) potevano inserire delle informazioni sulle attività organizzate da loro stessi. Il comune di Bastia Umbra ha inserito in questo spazio il proprio manifesto idiota.

    E adesso come viene interpretata la cosa dalle pigne come Srecko?

    “Il bieco ministero della propaganda italiano ha inventato una spaventosa manipolazione della storia, a scopo neoirredentista”.

    Bolla di sapone montata ad arte.

    Il tutto mentre – e mi ripeto – non un oscuro comune del centro del paese, ma il primo ministro sloveno in persona ha assicurato l’interessamento del governo per evitare l’annacquamento della purezza etnica slovena del Carso, messa in pericolo da un centinaio di famiglie italiane.

    Il tutto su sollecitazione del più importante scrittore sloveno/italiano (Pahor) e del più importante storico sloveno/italiano (Pirjevec), che all’uopo hanno partecipato a varie riunioni locali per sollecitare i carsolini a tenere la guardia alzata. Lo stesso importante scrittore sloveno/italiano (Pahor) che un mesetto fa non voleva un sindaco negro a Pirano.

    Sempre avanti così, ché andiamo bene!

    L.

  144. El sinter de Gropada ha detto:

    Luigi, come ti ho sempre detto: sarebbe bello vedere la tua alacre forza critica anche nei confronti di Lacota, Rocchi, Menia & C. Non solo a senso unico contro sloveni, croati, Slovenia, Croazia, ecc. ecc.

    Fermo restando che condivido al 100% il tuo ultimo messaggio.

  145. effebi ha detto:

    sinter ti aggiorno su menia…

    (rumiz intervista menia per il piccolo di qualche giorno fa)

    Teme una Trieste apolide?
    Il cosmopolitismo di Trieste è un dato indiscutibile. Serbi, sloveni, greci… basta guardare le nostre chiese. C è un cosmopolitismo cementato dalla comune appartenenza all Italia. Questa appartenenza non può essere apolide. Bisogna pur avere una casa.

    E se Trieste avesse un sindaco nato in Africa come quello di Pirano?
    Il sindaco di Pirano è solo figlio della modernità. Ah, io non avrei mai detto quello che ha detto Boris Pahor… Come si fa a dire: allora tanto valeva che ci fosse un italiano? Mia figlia in asilo ha compagni di pelle nera o con gli occhi a mandorla e io sono felice che diventino italiani.

    (forse te lo sei perso sinter)

  146. MARCANTONIO ha detto:

    Forte tutto questo post, era un po’ che mancavo e me l’ero perso, Dimaco anche come avversario rimane un mito, a proposito Dima vieni col carro ala decima t’aspetta ah ah ah
    chissa’ come mai questi sono gli articoli con piu’ seguito, propongo un contro carro e la scritta MEMENTO AUDERE SEMPER

  147. alpino ha detto:

    Un bel carro a forma di MAS con sopra il milite che lo guida!

  148. MARCANTONIO ha detto:

    Grande Arpi’ e per bandiera una x rossa in campo azzurro ed un teschio con la rosa rossa in bocca

  149. El sinter de Gropada ha detto:

    Non me lo sono perso, effebi, ma la cosa peggiora la mia opinione su Menia: questi vuole ITALIANIZZARE i neri, i serbi, i greci, gli sloveni. Cosa vuol dire “la comune appartenenza all’Italia”? Cosa lega un serbo di Trieste ad un marchigiano?

  150. dimaco ha detto:

    arieccoli i due cip e ciop della decima di nuovo assieme :).
    ok posso ance veniri ma solo se mi perm,ettetedi venire con labandiera del IX korpus. perchè mai sarei un mito?
    luigimiha dato del vigliacco perchè non ho posto una domanda che francamente non avrebbe avuto senso dopo quello che ho visto.
    ha criticato la mia idea che per fare una domanda bisogna aspettare il momento e il contesto giusto. secondo lui avrei dovuto porre la domanda appena entrato nella sala. Fare domande non tenendo conto delcontesto ha un nome: sparare cazzate, cosa di cui il nostro lojze iz benetk è maestro incontrastato. direi professore unico.

    bentornato MARCANTONIO mi stavo proprio domandando come facessi a mancar daunthread simile. pensavo già che ti avesseromandato a spaccare pietre in siberia 🙂

  151. effebi ha detto:

    152… la residenza (ti pare poco ?)

  152. effebi ha detto:

    152… hai presente tutta quella gente di varie parti del mondo che arriva in un luogo chiamato amerca e tutti si sentono americani !? (chissà pechè solo per l’italia non “s’ha da fare”…)

  153. maja ha detto:

    Vallo a spiegare ai baschi che devono sentirsi spagnoli o francesi.

    Al contrario degli USA, i paesi europei nascono come stati nazionali. E comunque anche negli stessi USA il concetto del melting pot e’ ben che fallito.

  154. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ dimaco

    Non ho scritto “vigliacco”. Ho scritto “caghella”. Uno che parte come te per andare alla guerra contro l’italico fascistone e già pensa che appena aprirà bocca sarà sbattuto fuori dalla sala da alcuni anergumeni in camicia nera, come MINIMO va lì e fa il grande domandone che ha rimuginato per ore e ore!

    E invece niente!

    E mentre corriamo dietro a queste menate, monta in Slovenia l’idea paranoide della compattezza etnica del paese:

    La Slovenia alla difesa del Carso
    di Stefano Lusa
    Osservatorio Balcani, 3 marzo 2011

    Non appena i rapporti tra Slovenia ed Italia sembrano volgere al bello nascono come per incanto nuove polemiche. L’ultima parte da Sesana, dove due ben organizzate iniziative civiche per il Carso e per il Litorale stanno ventilando gli spettri di una nuova colonizzazione italiana.

    La storia è sempre la stessa ed è legata all’apertura del mercato immobiliare sloveno, che Lubiana ha dovuto subire per poter entrare nell’Unione europea. La Slovenia, del resto, è ossessionata dall’idea che il proprio “territorio nazionale” possa essere eroso dalle mire degli stranieri. Proprio per questo nella sua prima costituzione democratica aveva inserito una clausola che impediva ai cittadini di Paesi terzi di entrare in possesso di beni immobili.

    Negli anni ’90
    La questione negli anni Novanta causò molte polemiche e diede origine ad un lungo braccio di ferro tra Roma e Lubiana. L’Italia, per concedere luce verde all’ingresso della Slovenia nell’Unione europea, avrebbe voluto che il mercato immobiliare sloveno fosse aperto agli esuli ed avrebbe visto di buon grado la restituzione di qualche edificio abbandonato dai profughi italiani.

    La Slovenia non volle nemmeno sentirne parlare, ma fu comunque costretta a pagar dazio aprendo il proprio mercato immobiliare a tutti i cittadini dell’Unione europea. All’epoca ci fu chi gridò alla catastrofe. La tesi era che i ricchi cittadini italiani avrebbero comprato in fretta e furia il patrimonio immobiliare lungo la fascia confinaria seguendo una ben orchestrata strategia dell’Italia. Secondo alcuni, infatti, Roma da sempre starebbe a tramare furbescamente nell’ombra per impossessarsi nuovamente dei territori perduti dopo la Seconda guerra mondiale.

    Ben presto ci si rese conto che quelli che erano considerati “scenari apocalittici” non erano destinati a realizzarsi. I cittadini italiani, e gli stranieri in genere, non si dimostrarono troppo interessati ad acquistare case in Slovenia. Del resto i prezzi erano tutt’altro che convenienti, almeno sulla costa e nelle grandi città.

    Nel Paese comunque l’edilizia era un comparto che tirava moltissimo. Con l’allargamento dello spazio Schengen alla Slovenia e con la relativa dissoluzione del confine, il Carso, ovvero il territorio a ridosso di Trieste, timidamente ricominciò ad essere il naturale entroterra della città. Qualche triestino, così, iniziò a ipotizzare di poter acquistare casa al di là della frontiera.

    Sulle barricate
    Alla fine qualcuno lo fece ed oggi c’è chi vorrebbe fermare quello che alcuni presentano come un grave pericolo per le sorti del popolo sloveno. L’allarme, del resto, era stato lanciato già anni fa da quello che oggi è considerato un guru della cultura nazionale, il centenario scrittore triestino Boris Pahor.

    Pahor anche in questi giorni è salito metaforicamente sulle barricate per porre in rilievo la questione. Ovviamente si è nuovamente scagliato contro il multiculturalismo, supportato dalla sinistra slovena ed ha lanciato una stoccata anche contro il capo dello stato Danilo Türk che avrebbe avuto addirittura l’ardire di parlare degli esuli non chiamandoli “optanti”, ma profughi.

    Quello che appare certo è che la recente politica di distensione voluta dai presidenti di Slovenia ed Italia non a tutti piace. In fondo per molti la dura contrapposizione era un rifugio sicuro in cui coltivare le proprie certezze nazionali e politiche. Del resto oramai nemmeno il Giorno del ricordo è più quello che era. Quest’anno, infatti, al Quirinale, nelle vesti di esule spalatino, ha parlato il giornalista e scrittore Enzo Bettiza. Ha fatto un discorso illuminante ed ha usato parole durissime per descrivere il periodo fascista, mettendo in correlazione il prima ed il dopo delle tristi vicende che hanno caratterizzato la storia recente di quelle terre.

    Di quel discorso poco si è parlato. A Trieste si è preferito soffermarsi sull’ultimo numero dell’edizione slovena di Palyboy, che ha provocatoriamente titolato “Trieste è nostra” il servizio fotografico dedicato ad una modella triestina di origine slovena, mentre in Slovenia molta più importanza è stata data alla locandina che il comune di Bastia Umbra aveva preparato in occasione della Giornata del ricordo. Con una buona dose di pressapochismo gli autori hanno pensato bene di corredarlo con una foto in cui un gruppo di militari italiani fucilava dei civili sloveni.

    A tutto questo trambusto ovviamente va aggiunto quello scatenato dalle iniziative civiche che hanno cominciato a far breccia in televisione e sui giornali. Del resto la situazione “è grave”. Nel Carso oramai ci sarebbe chi nei negozi chiede del pane in italiano o chi mette un cartello davanti a casa in italiano. Una petizione, supportata dalle firme di 5000 persone, vorrebbe che il governo sloveno chiedesse all’Unione europea di poter adottare una clausola di salvaguardia che negherebbe agli stranieri il diritto di poter acquistare immobili in Slovenia.

    Modello Danimarca?
    Il modello che si vorrebbe seguire è quello applicato dalla Danimarca, ma da Bruxelles, già a suo tempo, avevano dato chiaramente ad intendere che i privilegi concessi a Copenaghen non sarebbero stati estesi ad altri Paesi e della cosa si rendono perfettamente conto anche i più seri esperti ed i più accorti commentatori sloveni.

    La richiesta avviene proprio sul filo di lana. Lubiana, infatti, potrà inoltrarla solo entro il primo maggio 2011, cioè prima dello scadere dei sette anni dal suo ingresso nell’Unione europea. Il governo, intanto, ha istituito in fretta e furia una commissione interministeriale incaricata di analizzare quanto sta accadendo nelle fasce di confine con Italia ed Austria.

    La sensazione quindi è che il problema sia proprio “serio”. Il premier Borut Pahor, non insensibile ai richiami patriottici, ha spiegato in parlamento che, al di là delle richieste all’Unione europea, ci sono anche altre misure e provvedimenti di tutela che possono essere presi. Sta di fatto che nessuno sa al momento con precisione quanti immobili siano stati venduti a cittadini di Paesi terzi. Per i promotori dell’iniziativa il numero sarebbe elevato, ma stando alle informazioni fornite dalle agenzie immobiliari non sarebbe proprio così.

    La vicenda presenta anche qualche risvolto di grande comicità. A quanto pare, infatti, molti degli italiani che avrebbero acquistato casa sul Carso sarebbero sì cittadini italiani, ma della comunità slovena. Non pare chiaro quindi se la protesta sia rivolta anche contro di loro.

    Non mancherebbero poi nemmeno i cittadini sloveni che acquistano immobili oltreconfine. A questo punto ci si potrebbe chiedere se anche l’Italia dovrebbe pensare a tutelare il proprio territorio nazionale dalla “slovenizzazione”. Ancora più accorti, invece, dovrebbero essere i croati, considerato che soprattutto in Istria ed in particolare nella zona di Salvore, le proprietà immobiliari slovene sono numerosissime ed anche ubicate in maniera compatta.

  155. Tergestin ha detto:

    Ancora a farve le seghe con ‘ste monade?
    Gnanca se vien una bufera no la smete’ con ‘ste robe ormai ripetude e stra-ripetude. Ma ghe guadagne’ la pagheta da qualche segreteria de partito o se proprio fati cussi’?

  156. MARCANTONIO ha detto:

    Tranquillo Dima non ero in Siberia, ero occupato a prepara’ la spedizione pe riprendese la Libia, voi veni’ puro tu?

  157. effebi ha detto:

    156 maja me meraviglio che no te cogli la differenza tra un basco nato su quella terra e un marocchino, un serbo o chi che te vol nato stamatina a trieste

    e po cossa che entra i baschi co l’italia e menia..!? mah

  158. effebi ha detto:

    158… tergestin co qualcossa no te piasi leggerla… te se scondi drio le “monade”… 🙂

    mi sembra, luigi, che anche per la fructal ci sia qualche veto verso gli italiani

    …e comunque questa storia deve finire !!!

    la slovenia faccia finalmente questa legge dove si vieti agli italiani di chiedere il pane …in italiano !! orrore !!!

  159. Tergestin ha detto:

    @ Effebi

    Ovio che no me piasi, xe sempre quel e tuti ga espresso abondantemente la propria opinion su ‘sti temi. Ga senso rimestar e rimissiar?

  160. maja ha detto:

    Me pareva che te parlassi del modello statunitense come se el saria applicabile anche in Europa. No el xe, perche’ diria che per el momento qua de noi l’appartenenza etnica prevali sulla cittadinanza.

    Me par che Menia parli proprio de questo: el dato unificatore devi esser la cittadinanza italiana, a prescinder dale origini etniche.

    Me par che in questo senso i baschi come esempio ghe entri comodamente. Se infatti el basco no rinuncia alla propria identita’ culturale e nazionale e nissun pretendi che lo fazi, perche’ doveria farlo el marocchin?

  161. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ effebi

    La cosa allucinante della questione Fructal – a parte la solita manfrina antiitaliana “di default” – è che un sindaco abbia utilizzato 30.000 Euro di denaro pubblico per favorire la creazione di un consorzio privato (ovviamente di investitori sloveni) che acquisti la Fructal. Il passo successivo è: chi tira fuori 40/50 milioni di Euro per comprare la Fructal? Adesso ti faccio una predizione: se viene comprata da un gruppo sloveno, sotto sotto ci sarà lo zampino dello stato.

    Fra l’altro, la San Benedetto (che ha la sede dalle mie parti, e che ha fatto un’offerta) è già presente in Ungheria e in Polonia, oltre che in Francia, Spagna, Repubblica Dominicana e Messico.

    Vedremo.

    L.

  162. effebi ha detto:

    maja no, no stemo far confusion, america europa italia baschi…

    go fato l’esempio american per spiegar che no xe una bestemmia pensar che un fio, nato in italia (da genitori serbi, marocchini, romeni…o quel che te vol) sia italian a tutti i effetti e gabi i doveri-diritti de un italian.

    l’identità culturale no xe un marchio a fogo.
    l’italia e i italiani xe za un bel (che funziona e non funziona) sora de questo se sta aggiungendo nuovi tasselli, la somma xe la nuova italia (ma sempre italia).

    l’identità culturale saria bel che se spieghemo cossa che xe e a cossa (e a chi) che la servi.

    come tanti italiani (notoriamente maladi de esterofilia) se appassiona alle altre culture non vedo cossa ghe xe de strano se un “de fora” arriva qua e se appassiona e appropria de qualcossa de nostro. ma te conossi fioi de immigrati ? ma te ga idea idea de cossa che i ga in zuka !?

    dai dai maja… che tra poco ghe tocherà anche ala slovenia far i conti con sti fenomeni

  163. effebi ha detto:

    luigi:

    Ungheria, Polonia, Francia, Spagna, Repubblica Dominicana e Messico… tutte a rischio italianizzazione forzata ?

  164. massimo ha detto:

    effebi
    che bella sta cosa de menia, xe completamente cambià…basta però che qualcuno non gli chieda qualcosa riguardo i cartelli bilingui, tipo quelli oltreconfine, che poi xe guai seri..

  165. MARCANTONIO ha detto:

    Menia ha seguito il suo degno compare

  166. effebi ha detto:

    167 è un problema di rumiz che non gliel’ha chiesto… caro massimo. una domanda così. tanto banale, il grande rumiz -che tu certo apprezzerai- se lè persa… 🙂

  167. dimaco ha detto:

    lojze ed fb magari sta antìtalianità ha a che fare con in certo periodo storico e al comportameto degli otaliani nai confronti degli slavi? so che sono contrari pure agli investitori austriaci. é ovvio che cerchino di mantenere l’industria in mani slovene. é normale.

  168. Nome di nome e Cognome di cognome ha detto:

    e pensare che menia abbia capito che per sopravvivere politicamente con qualche ambizione un pochettino piu’ appagante oltre a tenere la carega del parlamentare(tipo che cominciano ad invitarlo nei talk show mainstream) sia necessario adottare una retorica piu’ accondiscendente, pur mantenendo candidi i propri pregudizi? no?

    recentemente l’ho viso apparire nei talk show. faceva impressione, sembrava luca delfino a “chi l’ha visto”. quest’uomo non sembra completamente a suo agio con se stesso.

  169. effebi ha detto:

    dimaco… ma te son l’omo ragno !?

  170. Nome di nome e Cognome di cognome ha detto:

    alitalia, anyone?

  171. maja ha detto:

    Ma effebi, proprio perche’ l’identita’ culturale non e’ un marchio a fuoco, ciascuno decide per se’ cosa si sente e quale sia il significato e la funzione di questa identita’. Non importa se e’ un “allogeno” di vecchia data o un nuovo immigrato: lo stato in cui vive non puo’ in nessun caso imporgli la propria cultura. L’unica cosa che puo’ pretendere e’ il rispetto delle leggi.

    Forse e’ anche per questo che ci sono tanti problemi (e tragedie) tra la prima e la seconda generazione di immigrati. Gli scontri tra i figli che abbracciano in tutto e per tutto la cultura del paese in cui sono nati e i genitori che invece si aggrappano alla cultura di origine e’ cosa ben nota e non si puo’ risolvere con l’idea di cittadinanza che accomuna tutti.

    Se il concetto dello stato nazionale europeo e’ fallito, lo steso si puo’ dire anche dell’idea americana del melting pot. Bisognera’ trovare una terza via.

  172. maja ha detto:

    E comunque: ma dove te pensi che vivo? Nel monastero de Stična?
    Vara che vivo a Trieste, in Italia, proprio come ti, sa?

  173. chinaski ha detto:

    eh eh, compagna maja, prima o poi bisognera’ ricominciare a parlare della questione sociale, perche’ il discorso e’ tutto li’: un imprenditore o un professore universitario marocchino puo’ decidere se integrarsi o se mantenere la propria identita’, e qualunque sia la sua scelta non avra’ grossi problemi. per un manovale o un bracciante le cose sono un po’ piu’ complicate, e spesso la questione dell’ identita’ (sia degli immigrati che degli autoctoni) viene usata per creare divisioni strumentali tra i lavoratori.

  174. Luigi (veneziano) ha detto:

    Lo stato nazionale europeo è fallito?

    Io so una cosa: che all’asilo di mia figlia c’è una bambina figlia di un’algerina e di un italiano che parla tre lingue (italiano, francese e arabo), due bimbi figli di coppia mista tedesco/italiana, una bimba figlia di una neozelandese e di un italiano e una bimba figlia di un inglese e un’italiana.

    Ho amici/conoscenti/parenti in Inghilterra, Francia, Germania, Austria, Spagna, Slovenia, Croazia, Svizzera, Grecia e spero di non averne dimenticato qualcuno.

    Da sessantacinque anni nel territorio della CEE prima e dell’UE poi non s’è combattuta nessuna guerra, e credo sia il periodo di pace europea più lungo dell’intera storia moderna.

    Abbiamo un’unica moneta, i nostri figli imparano bene o male almeno un’altra lingua a scuola, mangiamo o beviamo ogni giorno pesce del Baltico e frutta spagnola, formaggio belga e acqua minerale francese.

    Io la prima volta che sono andato all’estero avevo sedici anni. Mio figlio a dieci anni aveva già visto almeno cinque stati diversi. Ogni anno passa almeno un mese fuori dall’Italia. Fra due settimane lui andrà a Pola e poi a settembre un ragazzo croato verrà a casa nostra. A giugno partirà per due mesi in Inghilterra, e a dicembre per due mesi avremo un ragazzo inglese da noi. E’ il terzo anno che aderiamo agli scambi scolastici: hai solo il costo del viaggio, e quindi la cosa non pesa eccessivamente nelle tasche familiari.

    Quello che a qualcuno pare “un fallimento”, in realtà è un lungo e non interrotto cammino che ci ha già cambiato e ci cambierà profondamente.

    Duecento anni fa (1811) ci voleva il passaporto per andare da Venezia a Torino. Cent’anni (1911) fa ci voleva il passaporto per andare da Venezia a Vienna. Cinquant’anni fa (1951) il continente era pieno di macerie, e oltre la metà dei paesi europei viveva sotto una dittatura comunista (tutto l’est) o fascista (Spagna e Portogallo).

    Io vedo delle enormi prospettive per quest’Europa così malandata. Magari non saremo così scintillanti, ma – vivaddio – non conosco altri periodi storici del nostro continente nei quali mezzo miliardo di persone non avevano il problema di mettere insieme il pranzo con la cena.

    L.

  175. chinaski ha detto:

    luigi, quando maja scrive “lo stato nazionale europeo” non credo che parli dell’ “unione europea”, ma dello “stato nazionale come lo si intende nella cultura europea”.

    anyway, credo che l’ unione europea sarebbe venuta meglio se si fosse dato piu’ spazio alle idee di altiero spinelli.

  176. maja ha detto:

    grazie, chinaski. si vede che sei un matematico: leggi e rispondi a cio’ che c’e’ effettivamente scritto, non interpreti a tuo piacimento il pensiero altrui 🙂

    (luigi, e’ fallita l’idea ottocentesca per cui a ogni stato doveva corrispondere una (e una sola) nazione, non l’europa tout court. e comunque ho figli in eta’ scolare anch’io, grazie.)

    chinaski: tu credi realmente che non esistano distinti professori universitari che mandano le figlie “in vacanza” dai parenti in africa per farle infibulare di nascosto?
    non e’ solo un problema sociale, dai.

  177. chinaski ha detto:

    oh si’ maja, certo che esistono, ma di solito nessuno gliene fa una colpa. a londra si vedono sceicchi sauditi che si portano dietro dozzine di mogli, e quando arrivano nella city nessuno ha niente da ridire. pensa che quando un dittatore nordafricano e’ venuto in vacanza a roma, gli hanno persino procurato 200 escort da convertire.

    infatti non e’ *solo* un problema sociale, e’ *anche* un problema sociale.

  178. maja ha detto:

    concordo: e’ un problema socio-culturale 😉

  179. dimaco ha detto:

    ma cosa state dicendo? gli stranieri vanno bne quando si possno far lavorare sottopagati nei cantieri e nelle fabbriche, ma appena acennano a chiederre i diritti basilari si sentono rispondere: “se non ti sta bene torna a casa tua negro.”
    Gli stanieri servono solo se possono essere sfruttati, altroche diritti cittadinanza multiculturalità. appena non servono più vengono spinti verso i margini della società e lasciati crepare, possibilmente in silenzio e senza fare troppa pubbblicità alla cosa che non sta bene. cittadinanza? ma fatemi il piacere.

  180. El sinter de Gropada ha detto:

    dimaco, stai esgerando. Non mi pare che serbi e bosniaci a Trieste siano sfruttati, tanto che molti di loro aprono addirittura piccole imprese che spesso, come nel caso di “Tullio Costruzioni”, hanno da anni successo.

  181. El sinter de Gropada ha detto:

    177, la maggior parte delle persone, qui dentro, vede negativamente il fatto di mangiare pesce del Baltico e frutta spagnola. Tanto che vorrebbero far girare al contrario quella che Marx, padre della globalizzazione, chiamava la “ruota della storia” e tornare al protezionismo agricolo.

  182. dimaco ha detto:

    ok sinter, ma stai restringendo solo a due etnie presenti sul territorio italiano.Il punto è che stano bene gli stranieri( marocchini, tunisini, affricaniin gnere, albanesi ecc)finchè nonpassano quella sottile linea di demarcazione che ci divide da loro. quando lo fannoscatta la rappresglia,l’odio ecc.vanno bene finchè non si mscolano con noi. Mi domando quanti genitori sono felici di accogliere un genero in casadel senegalo del ghana, o un’albanese senza arte ne parte? Qualcuno lo accetta ma la stragrande maggioranza no. Ed è solo un’esempio.come sritto precedentemente vanno bene infabbrica a lavorare,a raccogliere pomodori 18 ore al giorno, nei cantieri a nero senza nessuna certezz, nemmenoquella di sopravvivere fino alla fine della giornata. Quelli siche stannobene alla maggioranza degli italiani. Il discorso cambia se il tipo in questione è ricco, allora va benissino e scomapre qualsiasi tipo di pregiudizio, ma solo esteriormente. Mi ricordo un telefilm visto anni fa alla tele. Un ragazzo di colore per uscire conla figlia diun’italianosi spaccia per il figlio di un prncipe africano e tutto va bene anzioottimamente. Ma quandoscoprono che è unpovero disgraziato senza arte ne parte, apriti cielo: insulti, minacce e adirittura la denuncia alla polizia per farlo andare via essendo privo del permesso di soggiorno. Non mi ricordo bene ma mipare che fosse untelefilm con protagonista quello che faceva la pubblicità di un caffe, sulla nave. Non mi ricordo il nome però.

  183. El sinter de Gropada ha detto:

    Dimaco, quello che dici c’entra poco, però, con lo sfruttamento. C’entra
    con la mentalità “paesana”, provinciale, tipica della massa italiana. Considera che il 70% degli italiani vive in centri abitati con meno di 80.000 abitanti. In questi centri, basta anche solo che uno venga da un’altra Regione per essere percepito, all’inizio, come un “marziano”. Figurati uno che viene dal Nord Africa, magari islamico, con tutti i pregiudizi innescati nella popolazione italiana dal lavaggio del cervello fatto per decenni e decenni dalla chiesa cattolica…

  184. dimaco ha detto:

    vi è anche lo sfruttamento in certi casi, innegabile. ovvio che la mentalità piccolo borghese la fa da padrona. Io vivo a gorizia dove il 60% della popolazione è rappresentato da pensionati e nelle osterie mentre battono carte li senti parlare con un’odio incredibile: i gaveva ragion adolfo e benito, darghe fogo, mandarli indrio a nuoto, farghe spaccar piere con la testa ecc.

  185. chinaski ha detto:

    http://www.immigrazioneoggi.it/daily_news/2008/dicembre/09_3.html

    ecco il meccanismo dello sfruttamento, e l’ ennesima riprova di come la xenofobia indotta sia funzionale a certi settori dell’ economia reale.

    xenofobia –> legislazione piu’ restrittiva —> immigrazione irregolare —> sfruttamento —> diminuzione generalizzata dei salari —> xenofobia

    (esempio perfetto di loop con feedback)

  186. dimaco ha detto:

    [Esplora il significato del termine: ROMA – «Anche se questi bambini sono nati in Italia è sbagliato considerarli non stranieri. Non è solo un fatto anagrafico ma è una questione culturale. È bene che questi bambini possano convivere con quelli di origine italiana perché così si favorisce un sentimento di appartenenza». Lo ha detto l’assessore capitolino alla Scuola Laura Marsilio durante la sua visita alla scuola elementare multietnica «Carlo Pisacane», in occasione dell’apertura dell’anno scolastico. Marsilio rispondendo all’intervento di una delle docenti presenti, ha affermato che considerare italiani i bambini stranieri nati in Italia, «è un’idea sbagliata di integrazione. È grave pensarla così». ]
    ROMA – «Anche se questi bambini sono nati in Italia è sbagliato considerarli non stranieri. Non è solo un fatto anagrafico ma è una questione culturale. È bene che questi bambini possano convivere con quelli di origine italiana perché così si favorisce un sentimento di appartenenza». Lo ha detto l’assessore capitolino alla Scuola Laura Marsilio durante la sua visita alla scuola elementare multietnica «Carlo Pisacane», in occasione dell’apertura dell’anno scolastico. Marsilio rispondendo all’intervento di una delle docenti presenti, ha affermato che considerare italiani i bambini stranieri nati in Italia, «è un’idea sbagliata di integrazione. È grave pensarla così».

  187. chinaski ha detto:

    mi sembra evidente che tutti, a destra e a sinistra, continuino a girare a vuoto. e il motivo secondo me e’ che tutti guardano solo l’ aspetto culturale (identitario) della questione, e mai quello sociale (che tra l’altro e’ intrinsecamente interetnico).

    prendiamo menia: mi sta bene che abbia abbandonato certi toni e certi contenuti, ma la sua impostazione resta comunque di destra (come e’ giusto e naturale che sia). e’ un’ impostazione basata su un’ idea formale di eguaglianza, che non tocca la realta’ dei rapporti sociali. spetterebbe alla sinistra mettere in discussione e cercare di trasformare tali rapporti, ma non vedo segnali in quella direzione.

    siamo leggermente ot, o sbaglio?

  188. dimaco ha detto:

    hai ragione. siamo veramente OT. ora ci penso io:
    trst je nas, sarà sempre nostra anche se gli italici invasori sono di opinione diversa.

  189. El sinter de Gropada ha detto:

    Intanto a Bolzano oggi manifestazione di CASA POUND al grido di “Bolzano è Italia!”. Immaginatevi un po’ gli stessi “giovanotti” di Casa Pound se per le vie di Koper sfilasse una manifestazione “Koper je Slovenija!” o a Rijeka si gridasse “Rijeka je Hrvatska!”

  190. maja ha detto:

    a proposito del manifesto del comune di bastia umbra di cui si e’ parlato piu’ sopra, copio incollo una lettera spedita dall’assessora in questione alla redazione del primorski dnevnik:

    La volontà dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Bastia Umbra,
    recepita graficamente nel manifesto del “Giorno del ricordo” , è stata quella
    di aver voluto evidenziare , con una creazione grafica attraverso elementi
    identificativi e simbolici , la violenza nelle sue varie forme , tutte esecrabili,
    violenza che ha caratterizzato quel periodo storico e segnatamente le zone di
    confine italo- slovene.
    Un altro obiettivo nel commemorare il Giorno del Ricordo , confermato
    anche dagli interventi di Nino Benvenuti, dalle parole di un rappresentante
    dell’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia, dalla mostra realizzata con le
    masserizie del campo profughi di Padriciano, grazie alla disponibilità
    dell’”Unione degli Istriani”, è stato quello di aver voluto creare un momento
    di riflessione e non di divisione su una vicenda storica di dolore e di violenza
    consumata ai danni della comunità italiana con il forzato esodo dall’Istria e la
    conseguente e dolorosa emarginazione nei campi profughi italiani.
    Per le giovani generazioni il messaggio, intensamente recepito, è stato
    quello “ del ricordo” per “ non dimenticare” e nello stesso tempo per “far
    crescere consapevolezza” sulla necessità di rifiutare ogni forma di violenza e
    di impegnarsi per evitare il ripetersi di simili tragici eventi.
    Ci sorprende infine lo “scalpore” di Trieste e della Slovenia per la foto
    scelta, foto che è pubblicata da tempo su alcuni siti Internet dedicati alle
    Foibe. Tale foto non è stata né fornita né suggerita dall’ “Unione degli Istriani”,
    ma direttamente costruita dal grafico, anche nel rispetto e nello spirito della
    Legge istitutiva del “Giorno del Ricordo” che richiama la “ più complessa
    vicenda del confine orientale”
    Con la speranza di aver esaurientemente risposto alla sua nota colgo
    l’occasione per formulare i miei auguri di buon lavoro.
    Rosella Aristei
    Assessore alla Cultura
    del Comune di Bastia Umbra

    E comunque ha vinto proprio il carro di Praprot 🙂

  191. El sinter de Gropada ha detto:

    Paraculetti questi sinistri di B.Umbria…. 🙂

  192. dimaco ha detto:

    “pubblicata su duversi siti dedicati alle foibe?” quindi non è la prima volta che viene usata la foto della discordia? Allora non è la prima volta che la siusa per propaganda falsa e tendenziosa. Puro stile made in italy.

  193. dimaco ha detto:

    ho trovato un bellisimo sito. c’è pure la foto di un’italiano che frega la fede a un ostaggio sloveno appena asassinato.

    http://altocasertano.wordpress.com/2011/01/17/storia-per-ricordare-i-crimini-di-guerra-italiani-in-slovenia/

  194. effebi ha detto:

    196 …ma è un sito italiano ? mi sembrava che qualcuno andasse dicendo che in italia di certe cose non si parla….

  195. effebi ha detto:

    l’assessore (sinistra per bastia) farebbe meglio a chiedere scusa per l’errore commesso. punto.

  196. El sinter de Gropada ha detto:

    effebi, il problema è che non se ne parla il 10 febbraio. e così alla massa sembra che le violenze ed i crimini siano stati a senso unico. e forse proprio questo era l’intento di Menia & co.

  197. dimaco ha detto:

    effebi non se ne parla in maniera ufficiale. anzi si cerca sempre di minimizzare quello che fecero gli italianiani. questo é anche il motivo per cui vi é tanto pregiudizio contro gli italiani e per questo nascono i comitati come sul carso o nel caso di aodussina, un sindaco stanzi denaro per creare una società. e non dite che noi si guarda solo al passato, perché lo stesso succede anche per gli italiani. la foto é staya messa su con dolo e non per errore effebi.

  198. El sinter de Gropada ha detto:

    Come del resto, nessuno riporta da parte slovena queste cose:

    In relazione alle parole pronunciate da italiani contro gli slavi, fonte di irritazioni e accuse di razzismo, sarebbe facilissimo riportare un repertorio di frasi nazionaliste ed aggressivamente anti-italiane da parte dei nazionalisti slavi.
    innegabile che le mire imperialistiche jugo-slave (ovvero degli “Slavi del sud”) sulla Venezia Giulia, manifestate attraverso la formulazione del confine etnico all’Isonzo e perfino al Tagliamento, risalgono al primo Ottocento. Basti qui riportare alcuni esempi in proposito.

    Nel 1843, quando da Zagabria vennero diffuse in tutta l’Europa le carte etnografiche di F. Drog-Seijan, esse presentavano la Venezia Giulia, regione italiana per popolamento, cultura e storia, con una toponomastica slavizzata.
    Il croato Eugen Kvaternik scrisse nel 1859, questa frase che è illuminante sulle pretese imperialistiche ed espansionistiche degli slavi:
    “I porci italiani sono bramosi di possedere l’Istria litoranea. Per Dio,non avverrà almeno finché ha vita un solo croato!”
    A partire dal 1866 la stampa slovena, favorita dalla politica austroungarica ostile agli Italiani, iniziò a sollecitare un confine della Slavia che andasse sino all’Isonzo e persino al Tagliamento.

    Nel 1870 Vekoslav Raic, del giornale triestino Primorec, asserì che il destino di Trieste era quello di dover essere annessa al futuro stato degli “Slavi del sud”
    Nel 1889 lo Sloveno Frank Podgornik teorizza l’appartenenza di Trieste alla Slovenia, sostenendo che è parte integrante del territorio rurale montuoso in cui i suoi connazionali sono la maggioranza. [Naturalmente, dimenticava di dire che gli Italiani erano la netta maggioranza nella Venezia Giulia, ed il gruppo ancora più importante sul piano economico, culturale, e sociale]
    Il partito nazionalista slavo Edinost si forma nel 1890, e pone nel suo programma l’annessione dell’intera Venezia Giulia alla Slavia.

    Essendo Trieste una città di ben altro livello economico e culturale rispetto a Lubiana, gli Sloveni progettano di slavizzarla e farne la loro capitale. Ad esempio, nel 1899 il croato Stjepan Radic suggerisce agli Sloveni di scegliere quale loro centro Trieste anziché Lubiana. Queste aspirazioni dei nazionalisti slavi d’invadere ed occupare una città italiana da sempre sono favorite dalla politica asburgica, tesa ad appagare gli Slavi stessi (la politica cosiddetta del “trialismo”, Austria, Ungheria, Slavìa), naturalmente a danno degli Italiani sacrificati ai primi.
    Nel 1901 sulla rivista Jug, pubblicata a Vienna (che favorisce gli Slavi di fronte agli Italiani), è scritto: “…noi Sloveni da soli abbiamo un motivo valido per impegnare tutte le nostre forze per conquistare Trieste completamente…perciò concentrare tutte le nostre forze affinché Trieste venga quanto prima nelle mani dei commercianti e degli imprenditori sloveni”.

    Nel 1905, al raduno degli studenti radical-nazionali sloveni, Josip Smodlaka dice: “quando parlo della nostra Trieste intendo la Trieste slovena perché soltanto su basi slovene Trieste sarà salva per la Jugoslavia ”.
    Nel 1907 Henrik Tuma scrive: “…i popoli iugoslavi culturalmente, economicamente, socialmente uniti devono organizzarsi attorno alle seguenti città nel ruolo di centri economici: Trieste, Salonicco, Costantinopoli. Bisogna istruire la borghesia slovena su che importanza rivesta per essa Trieste in funzione di un grande emporio commerciale dell’Europa centrale”.
    Nel 1909 Ivan Šušteršic include nell’unità nazionale iugoslava tutto il litorale Trieste compresa. E qualche anno dopo, all’inizio del 20° secolo, ne fanno un coro: “…dobbiamo mettere al primo posto del nostro programma politico-economico Trieste e concentrare tutte le nostre forze affinché Trieste venga quanto prima nelle mani dei commercianti e degli imprenditori sloveni…Soltanto su basi slovene Trieste sarà salva per la Slovenia ”.
    Un altro esempio è fornito dal quotidiano sloveno “Edinost” di Trieste, che, nel gennaio 1911, scrisse:
    “la nostra lotta è per il dominio…Non la abbandoneremo mai fino a quando non avremo sotto i piedi, ridotta in polvere, l’italianità di Trieste…che si trova agli sgoccioli e festeggia la sua ultima orgia prima della morte. Noi sloveni inviteremo, domani, questi votati alla morte a recitare il confiteor.”
    Interessante anche l’intervento del dottor Giuseppe Wilfan, tenuto il 31 maggio 1918 all’Hotel Balkan di Trieste. Su di esso così scrisse, una settimana dopo, il “Lavoratore”, organo dei socialisti triestini:
    “L’avvocato Wilfan è stato di una limpidità sorprendente: Trieste e tutto il litorale appartengono alla madre jugoslava, ed in ciò non conosciamo compromesso di sorta con alcuno […] Dalle foci dell’Isonzo sino all’ultima cittadella dalmata è slavo il mare che vi si estende !”

    Come si può evincere da simili dichiarazioni, i progetti di sterminio degli Italiani, o di loro cacciata, da parte degli Slavi del sud si erano affermati già in pieno Ottocento, in congruenza con il programma di Francesco Giuseppe di “germanizzare” e “slavizzare” l’Alto Adige, la Venezia Giulia e la Dalmazia, “con energia e senza riguardo alcuno”.

    Si può riportare altresì non una dichiarazione ma una decisione governativa presa dal cosiddetto “imperatore” Francesco Giuseppe, il quale progettò e portò a compimento una pulizia etnica dell’elemento italiano in Venezia Giulia e Dalmazia ben prima di Tito, facendo ciò in stretta alleanza con i neonati nazionalismi sloveno e croato.
    E’ sufficiente ricordare la verbalizzazione della decisione imperiale espressa nel Consiglio dei ministri il 12 novembre 1866, tenutosi sotto le presidenza dell’Imperatore Francesco Giuseppe. Il verbale della riunione recita testualmente:

    “Sua maestà ha espresso il preciso ordine che si agisca in modo deciso contro l’influenza degli elementi italiani ancora presenti in alcune regioni della Corona e che […] si operi nel Tirolo del Sud, in Dalmazia e sul Litorale per la germanizzazione e la slavizzazione di detti territori a seconda delle circostanze, con energia e senza riguardo alcuno”
    [La citazione della decisione imperiale di Francesco Giuseppe di compiere una pulizia etnica contro gli Italiani in Trentino-Alto Adige, Venezia Giulia, Dalmazia, si può reperire in Die Protokolle des Österreichischen Ministerrates 1848/1867. V Abteilung: Die Ministerien Rainer und Mensdorff. VI Abteilung: Das Ministerium Belcredi, Wien, Österreichischer Bundesverlag für Unterricht, Wissenschaft und Kunst 1971; la citazione compare alla Sezione VI, vol. 2, seduta del 12 novembre 1866, p. 297]

    http://www.exilio.it/blog/geoBlog/documentazione.php?id=92

  199. El sinter de Gropada ha detto:

    dimaco, nel messaggio n. 200 dici cose sacrosante, però ti dimentichi di dire che nessuno da parte slovena riporta quanto da me scritto nel messaggio successivo al tuo.
    come vedi, chi è senza peccato scagli la prima pietra. L’Evangelo è sempre valido ed attuale, anche se nel “paradiso jugoslavo” che tanto rimpiangi veniva calpestato cotidie.

  200. maja ha detto:

    dai, dai, fede, non ti sembra ti avere postato un po’ una cazzata?
    chi vuoi che ti risponda?

  201. El sinter de Gropada ha detto:

    fede, sperenza e carità…

    non rispondo perché sono in difficoltà.

  202. dimaco ha detto:

    ono cose senza dubbio interessanti da leggere,francamente le trovo ridicole. l’austria stava semplicemente usando le armi politiche che aveva a disposiziome. da parte italiana c’erano gli irredentisti che volevano l’amessione all’italia della croazia. una domanda mi sorge spontanea: perché nessuno sopportava gli italiani,tanto da volerli eliminare?

  203. El sinter de Gropada ha detto:

    dimaco, sembri uno di quelli che dice: perché gli ebrei stanno sui coglioni a tutti? 🙂

  204. El sinter de Gropada ha detto:

    E posso aggiungere, visto che faccio dell’EQUIDISTANZA un mio forte, che se vuoi dire che gli italiani sono tendenzialmente un popolo spaccone, prepotente che vuole prevalere sugli altri e comandarli, hai tutte le ragioni. Gli italiani hanno sempre considerato inferiori gli slavi, ma questi d’altro canto hanno sempre sofferto d’invidia nei confronti degli italiani.
    RIpeto: chi e’ senza peccato scagli la prima pietra.
    Solo che la storia andrebbe raccontata nella sua completezza. Cosa che il 10 febbraio nessuno fa, ne’ italiani ne’ sloveni, ne’ croati. Ognuno parla solo dei torti subiti e non di quelli fatti patire agli altri.

  205. Tergestin ha detto:

    Alcune riflessioni, dopo ve lasso ale vostre seghe nazionalistiche, ai vari “xe colpa sua” e al dirito de difender la vostra purissima identita’ (magari da vostri consanguinei e parenti che ga fato scole diverse e parla con un altro accento):

    1) Me par ingiusto dir che l’Austria iera “filo-slava” o simili. Soto l’Austria conviveva molto ben anca se con sporadiche scaramucce (xe assolutamente imparagonabili i screzi pre 1915 rispeto ai massacri sucessivi) etnie, religioni e lingue diverse tanto xe vero che nissun ga mai vieta’ de parlar una lingua, anzi iera obligatorio saverne diverse anca solo se se iera postini.
    La tesi dela Trieste italiana o slovena o vietnamita no stava e no sta in pie a meno che un no voli legerse le solite propagande testosteronico-nazionaliste.
    Lo disi la storia e no quel mona de utente Tergestin: fonti se ne trova a tonelade.
    Ricordeve Franz: “ai miei popoli…”.

    2) Ghe iera el Regno dell’A/U e i nazionalisti italiani, sloveni, ungheresi e quel che vole’ ga fato le loro cagade e i risultati -magnifici- me par che se li gabi visti, tra guere, massacri, odi etnici ghe ga perdurado e le ditature piu’ stronze dela storia. Podevimo tenirse almeno quel gioielin del TLT che funzionava benissimo, ma anca la’ se ga voludo far i mone sempre per le solite cazzade. Bon, gamo fato filar via anca i anglosassoni. E subito dopo xe filada la gente del posto a crepar nele miniere in Australia o a tenirse el marsecial. Figo, eh?
    Tra l’altro una picia considerazion: no xe per esser prevenudi ma mi preferiria de gran longa farme aministrar da un sistema anglosassone, se no xe possibile l’austriaco, che da un ‘talian o ex yugo. Penso no ghe voli tropo sal in zuca per rivarghe…..

    3) Mi de picio iero praticamente bilingue come tuti i mii cugini. Desso xe chi ga fato le scole italiane e chi le slovene e bona parte de noi se ga arugini’ su una lingua e ga impara’ un’altra. La diferenza la ga fata in massima parte la comodita’ de andar nela scola piu’ vizina. El rion, piu’ che “il sangue del proprio popolo” o altre coionade simili.

    4) I problemi, almeno a TRIESTE, li ga causadi al 95% prima, durante e dopo i fassisti, ex, post, neo, quel che vole’. Escludendo la guera, dal TLT a meta’ ani novanta quasi tuti i casini li ga combinadi lori. Anca qua xe provabile, basta legerse un poche de cronache piu’ o meno vecie sui giornai.

    5) El nazionalismo “difensivo” ala slovena no sara’ (parlo sempre de Trieste) violento, arogante, razista o cialtronesco ai livei de quel ‘talian, ma de certo no iuta nissun e porta ulteriori chiusure de cui no se ga bisogno.

    Mi spero che el quadro sia ciaro.
    VOI che parle’ de tute ‘ste robe me sembre’ vitime de una strana sindrome de Stoccolma: esalte’ chi che ve ga dado un pochi de meno stramusoni rispeto a quel altro.
    Ma trovarse un “partner serio” no?

  206. Sandi Stark ha detto:

    @201 Xe cussì che se fa la Storia? Se zerca su Google qualcossa de anti asburgico e se lo incolla su Bora.la?

    Ben, el Cudič fa le pignate e no i coverci.

    Perchè quella citazion xe un falso storico colossale, che a noi studiosi e ammiratori de la nostra antica Patria, ne spuzava lontàn diese metri.

    E alora, ghe gavemo domandà a una ricercatrice che vivi in Austria, se la podeva procurarse una copia de l’originale.

    Morale, xe tutta una cazzada, un falso storico colossale. Anzi, la lettura attenta de l’originale metti in luce che se iera favoritismi, i iera nei confronti dei ‘taliani.

    E no solo questo, tuta la letteratura anti asburgica xe messa in pie su falsi storici.

    Questo falso xe recente, nato nel 2004 da un certo Monzali che no ga mai letto i Protocolli ma che gaveva parafrasà una citazion on line da un libro edito in GB.

    Po’ la version del Monzali xe stada dormiente, fin che no la ga trovada i nazionalisti de Wikipedia italiana, i neo irredentisti e qualche altro neo fassista, i ga impestà el web nei ultimi 4-5 mesi.

    Ma come disevo, el Cudič fa le pignate e no i coverci.

    Viva l’A’ e PNF! (Povero Nostro Franz).

  207. Nessuno ha detto:

    L’ordine imperiale di “germanizzare e slavizzare” esiste ed è ampiamente documentato, non soltanto dal Monzali, che è comunque un DOCENTE UNIVERSITARIO e che l’ha inserita all’interno di una MONOGRAFIA frutto di lungo lavoro.

    La citazione recita: “Sua maestà ha espresso il preciso ordine che si agisca in modo deciso contro l’influenza degli elementi italiani ancora presenti in alcune regioni della Corona e, occupando opportunamente i posti degli impiegati pubblici, giudiziari, dei maestri come pure con l’influenza della stampa, si operi nel Tirolo del Sud, in Dalmazia e sul Litorale per la germanizzazione e la slavizzazione di detti territori a seconda delle circostanze, con energia e senza riguardo alcuno”

    La citazione della decisione imperiale di Francesco Giuseppe di compiere una pulizia etnica contro gli Italiani in Trentino-Alto Adige, Venezia Giulia, Dalmazia, si può reperire in Die Protokolle des Österreichischen Ministerrates 1848/1867. V Abteilung: Die Ministerien Rainer und Mensdorff. VI Abteilung: Das Ministerium Belcredi, Wien, Österreichischer Bundesverlag für Unterricht, Wissenschaft und Kunst 1971; la citazione compare alla Sezione VI, vol. 2, seduta del 12 novembre 1866, p. 297.

    La citazione in tedesco compare in un paragrafo intitolato “Misure contro l’elemento italiano in alcuni territori della Corona”, ossia “Maßregeln gegen das italienische Element in einigen Kronländern”: “Se. Majestät sprach den bestimmten Befehl aus, daß auf die entschiedenste Art dem Einflusse des in einigen Kronländern noch vorhandenen italienischen Elementes entgegengetreten und durch geeignete Besetzung der Stellen von politischen, Gerichtsbeamten, Lehrern sowie durch den Einfluß der Presse in Südtirol, Dalmatien und dem Küstenlande auf die Germanisierung oder Slawisierung der betreffenden Landesteile je nach Umständen mit aller Energie und ohne alle Rücksicht hingearbeitet werde. Se. Majestät legt es allen Zentralstellen als strenge Pflicht auf, in diesem Sinne planmäßig vorzugehen” Tale brano si chiude con il richiamo a tutti gli uffici centrali del dovere rigoroso di procedere a quanto ordinato, secondo la volontà dell’imperatore.

    Tale decisione imperiale è citata da numerosi studi, compiuti da storici di varie nazionalità, in anni diversi e nel corso di studi indipendenti fra loro:

    -GRGA NOVAK, “Političke prilike u Dalmaciji g. 1866.-76”, Zagreb 1960, pp. 40-41

    -ANGELO FILIPPUZZI (a cura di), “La campagna del 1866 nei documenti militari austriaci: operazioni terrestri”, Padova 1966, pp. 396 sgg.

    -CLAUS CONRAD, “Multikulturelle Tiroler Identität oder ‘deutsches Tirolertum’? Zu den Rahmenbedingungen des Deutschunterrichts im südlichen Tirol während der österreichisch-ungarischen Monarchie”, in Baurmann, u.a., 1992-1993, pp. 273-298.

    -UMBERTO CORSINI, “Problemi di un territorio di confine. Trentino e Alto Adige dalla sovranità austriaca all’accordo Degasperi-Gruber”, Trento, Comune di Trento 1994, citazione a pag. 27

    -ANTONI CETNAROWICZ, “Die Nationalbewegung in Dalmatien im 19. Jahrhundert. Vom «Slawentum» zur modernen kroatischen und serbischen Nationalidee” Frankfurt am Main, Berlin, Bern, Bruxelles, New York, Oxford, Wien, 2008. La decisione di Francesco Giuseppe di “germanizzare e slavizzare” le terre italiane è riportata a pagina 110: “Besonders gefährlich waren jedoch die irrendentistischen Tendenzen, die schon im Krieg stark spürbar geworden waren. Die Sorge, das die Irredenta die italienische Bevölkerung, die in den Südprovinzen der Monarchie lebte, durchdringen würde, war berechtig und wurde wahrgenommen. Der Ministerrat und der Kaiser beschlossen deshalb am 12. November 1866, ,,entschieden gegen die Einflüsse des italianieschen Elementes” in Dalmatien, Tirol und in Küstenland vorzugehen. Das bedeutete zunächst, dass Verwaltunsposten und Lehrerstellen mit ,,genehmen’’ Personen besetzt warden sollten, und dass der Einfluss der Presse zu verstärken sei, alles mit dem Ziel, die Germanisierung oder Slawisierung dieser Länder zu stärken.”

    -LUCIANO MONZALI, “Italiani di Dalmazia”, Firenze 2004, p. 69. “I verbali del Consiglio dei ministri asburgico della fine del 1866 mostrano l’intensità dell’ostilità antiitaliana dell’imperatore e la natura delle sue direttive politiche a questo riguardo. Francesco Giuseppe si convertì pienamente all’idea della generale infedeltà dell’elemento italiano e italofono verso la dinastia asburgica: in sede di Consiglio dei ministri, il 12 novembre 1866, egli diede l’ordine tassativo di “opporsi in modo risolutivo all’influsso dell’elemento italiano ancora presente in alcuni Kronlander e di mirare alla germanizzazione o slavizzazione, a seconda delle circostanze, delle zone in questione con tutte le energie e senza alcun riguardo, mediante un adeguato affidamento di incarichi a magistrati politici ed insegnanti, nonché attraverso l’influenza della stampa in Tirolo meridionale, Dalmazia e Litorale adriatico”. Tutte le autorità centrali ebbero l’ordine di procedere sistematicamente in questo senso”

    Grga Novak è stato probabilmente il maggiore fra gli storici croati della Dalmazia; Umberto Corsini, membro dell’istituto italo-tedesco di Trento, è autore di fondamentali studi sulla storia del Trentino; il Cetnarowicz è professore di storia moderna all’università di Cracovia, membro d’una commissione internazionale tedesco-polacca di storici ed ha scritto il suo studio suddetto avvalendosi della collaborazione di diverse università europee; il Monzali è professore all’università di Firenze ed è inoltre un ottimo conoscitore della Dalmazia italiana. Si tratta quindi di studiosi di conclamato valore e serietà, di nazionalità differenti e che hanno scritto in periodi diversi (dal 1960 al 2004), citando il verbale del consiglio imperiale asburgico del 12 novembre 1866 in contesti e studi su argomenti differenti. Tutti, però, lo riportano, attribuendogli lo stesso contenuto. Il Conrad è austriaco ed il Filippini si è basato per la sua opera su storici e fonti austriache.

  208. Alessia ha detto:

    La comprensione di ciò che è avvenuto durante il fascismo in Venezia Giulia necessita che si risalga alle persecuzioni subite dagli italiani sotto l’impero asburgico, con la slavizzazione forzata durata per mezzo secolo e punteggiata da innumerevoli violenze: http://www.nuovomonitorenapoletano.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1901:violenza-anti-italiana-nell-impero-asburgico-1866-1915&catid=84:storia-contemporanea&Itemid=28

  209. Fiora ha detto:

    @211
    ieri , oggi e domani, homo hominis lupus e 😉 ….viva l’A!

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