7 Febbraio 2011

Silvano, l’uomo che conta le oche

Le foto di Silvano Candotto sono di Kajetan Kravos

Approfitto delle belle giornate di sole che questo inizio di febbraio ci regala per andare a trovare presso l’isola della Cona, nella Riserva Naturale della Foce dell’Isonzo, l’amico e collega Silvano Candotto, friulano doc, classe 1962. Tra una chiacchiera e l’altra sulla presenza di varie specie di uccelli svernanti nelle nostre zone e in compagnia di due birre salta fuori questa intervista. Nelle scorse settimane sono salite all’onore delle cronache le numerose oche presenti in regione e Silvano è l’esperto che con pazienza e abilità ha identificato le varie specie e ha contato gli esemplari.

D: Da quanto tempo ti occupi dello studio degli uccelli?
S: Ho iniziato nel 1986, come autodidatta.
D: Come hai iniziato?
S: Avevo comperato la mia prima macchina fotografica, una reflex, a pellicola ovviamente. Ho cominciato a fotografare le albanelle presso i campi di Gonàrs, vicino a casa mia. L’anno successivo ho iniziato un censimento dei nidi e da lì è nata la passione.
D: Da quando la tua passione è diventata una professione?
S: Ho avuto l’opportunità di lavorare presso questa riserva nel 1999 e da allora è diventata la mia professione.
D: L’isola della Cona che posto è?
S: E’ uno dei posti più belli d’Italia e, ti assicuro, anche d’Europa. Non per niente è stata giudicata miglior riserva naturale per il birdwatching nel 2007 e l’anno scorso ha vinto il Premio Verde per il miglior progetto di rinaturazione (Best wetland restoration project) indetto dal WWN – World Wetland Network.
D: Qual’è la tua mansione all’interno della riserva?
S: Sono il responsabile della manutenzione degli osservatori, della sentieristica e del verde. Ma naturalmente collaboro al monitoraggio dell’avifauna con la Stazione Biologica Isola della Cona – SBIC e partecipo ai vari censimenti che vengono fatti a livello regionale e nazionale.
D: So che hai anche il patentino di inanellatore: come funziona?
S: Al giorno d’oggi per ottenere il patentino di inanellatore, che ti consente di catturare e marcare gli uccelli con anelli numerati a scopo scientifico, bisogna eseguire una ventina di uscite con almeno due inanellatori esperti dotati permesso di tipo A (il massimo livello). Poi è necessario sostenere un esame presso l’ISPRA (Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale) che rilascia il permesso. Ma quando ho iniziato io, anni fa, la procedura era un po’ diversa.

Foto di Davide Scridel

D: Chi elabora poi i dati degli avvistamenti e delle catture?
S: Se ne occupa la SBIC, e in special modo il collega Kajetan Kravos, che elabora al computer i dati grezzi per trasformarli in grafici e pubblicazioni.
D: Certo, quelli che appaiono sul sito della SBIC.
S: Esatto.
D: Quante specie sono state viste all’interno di questa riserva?
S: Il numero è salito a 322. Proprio di recente si è aggiunto il Rampichino alpestre.
D: In questi giorni si è parlato molto delle oche. Quante sono e di quali specie?
S: Quest’anno c’è un grande numero di oche. In totale sono almeno quattromila.
D: Quattromila? Accidenti, veramente tante!
S: Altroché! E’ uno dei più alti degli ultimi anni. Nello specifico ci sono 2700 oche lombardelle, facilmente riconoscibili dalle altre per la stretta fascia bianca che hanno tra il becco e la fronte, poi 1200 oche selvatiche, 80 oche granaiole, tre oche zamperosee, una Lombardella minore, tre oche collorosso e quattro oche indiane.
D: Da dove vengono tutte queste oche ?
S: Dall’Europa del nord est, probabilmente Polonia, Ungheria, addirittura dalla Siberia. Le oche collorosso sono proprio siberiane.
D: E’ la prima volta che si vedono queste specie?
S: No, non è la prima volta. L’Oca collorosso è stata vista altre volte, a iniziare dal 2003. La Lombardella minore è stata vista anche nel 2004, 2008 e 2009.
D: In questi mesi è stata avvistata anche una Cicogna bianca nella zona tra Grado e Monfalcone. Io stesso l’ho vista nei campi di Fossalon. Aveva anche un anello alla zampa che però non sono riuscito a leggere a causa della distanza.
S: Io sono riuscito a leggere una parte, ma dei fotografi l’hanno disturbata ed è volata via. Poi però, sempre grazie a dei fotografi naturalisti che hanno scattato delle immagini ravvicinate, si è riuscito a leggere tutti i dati sull’anello. Da qui si è capito che l’animale è stato inanellato nella Repubblica Ceca.
D: Sei stato molte volte all’estero per praticare il birdwatching. Qual’è il posto che ti ha colpito di più?
S: A partire dal 1987 sono stato in Spagna, nella ex Jugoslavia, in Grecia, Spagna, Olanda, Scozia e Islanda. In Islanda ci sono stato sei volte: non c’è dubbio, è il posto in cima alla classifica.
D: La tua chek list immagino sia molto lunga: cosa spereresti di vedere nel prossimo futuro, magari con la migrazione primaverile?
S: Fin’ora ho all’attivo 376 specie. Cosa vorrei vedere? (ci pensa un attimo) Quest’anno mi piacerebbe vedere il Ciuffolotto scarlatto.
D: Beh, allora auguri.

L’intervista è finita (e anche le birre). Silvano mi saluta, prende cavalletto e cannocchiale e va a contare in gabbiani in Isonzo: ci possono essere sempre delle sorprese.

Se volete vedere immagini e avere notizie sulle varie specie di oche viste all’Isola della Cona visitate il sito della Stazione Biologica Isola della Cona.

Leggi gli itinerari pubblicati finora.

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1 commenti a Silvano, l’uomo che conta le oche

  1. bernydj ha detto:

    scometo ke manka sempre una !!!!

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