29 Dicembre 2010

Volpe preda nutria all’Isola della Cona – le foto di Luca Iancer

Pubblichiamo su gentile concessione dell’autore il servizio fotografico di Luca Iancer, già pubblicato sul sito della Stazione Biologica Isola della Cona

Isola della Cona, domenica 19 dicembre 2010, ore 12.05

Nonostante la temperatura molto rigida e le abbondanti nevicate dei giorni precedenti, ben consci di trovare i bacini della riserva ghiacciati, decidiamo ugualmente per una visita all’isola della Cona. Fatichiamo non poco per raggiungere il parcheggio dell’oasi in quanto le strade sono ghiacciate ed innevate. Siamo da soli.
Fin dalle prime osservazioni dal sentiero che costeggia il bacino vicino all’ingresso capiamo che non sarà una gran giornate per osservare le oche in quanto sono molto distanti verso il mare aperto ove l’acqua non è ghiacciata.
Una volta arrivati all’osservatorio “Marinetta” osserviamo quasi subito in lontananza una volpe Vulpes vulpes che sembra avvicinarsi. Capiamo solo dopo che sta puntando un grosso esemplare di nutria Myocastor coypus che ignara sta camminando sul ghiaccio del bacino.
La volpe si avvicina e dopo un periodo di studio e nonostante gli atteggiamenti difensivi e intimidatori della nutria parte l’attacco. La lotta è serrata e si protrae per parecchi minuti; è molto interessante notare come la nutria per difesa cerchi di colpire con i suoi artigli gli occhi della volpe. Dopo un estenuante combattimento la nutria soccombe.
Solo a questo punto ci accorgiamo che ha assistito alla scena una seconda volpe che zoppica vistosamente e si aggira ora nei dintorni della preda senza mostrare interesse. La nutria viene trasportata tra la vegetazione (dall’osservatorio guardando il mare a sinistra) e la volpe rimane li per quasi un ora. Scopriamo poi che in questo lasso di tempo la volpe ha diviso la carcassa della nutria in due parti , evidentemente la preda era troppo pesante per esser trasportata al di fuori del bacino in un viaggio unico.

Osservatori: Luca Iancer, Paola Carloni
Foto: Luca Iancer (info@lucaiancer.com)

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30 commenti a Volpe preda nutria all’Isola della Cona – le foto di Luca Iancer

  1. ufo ha detto:

    Buon appetito…

  2. BERNY DJ ha detto:

    nutriatiti antani

  3. marcolino ha detto:

    La fatica e la passione premiano quando meno te lo aspetti.

  4. isabella ha detto:

    Sarà natura ma me fa “diol”.
    Che belle foto.

  5. Giovanni ha detto:

    bellissime foto, complimenti!

  6. francesco del sordi ha detto:

    Forse abbiamo trovato un abile predatore che possa contenere l’espansione di questo roditore alloctono.
    foto molto interessanti dal punto di vista etologico!

  7. paola ha detto:

    è interessante anche come lo scontro si sia presentato frontalmente e in spazio aperto. Sembra che la volpe sia riuscita ad avvicinarsi senza farsi notare: è stato veramente così? passi silenziosi sul ghiaccio?
    Perchè, oltre alle strategie di difesa in extremis con unghiate della nutria, ci potevano essere le altre scelte della fuga, ma in qualche modo non si sono generate le condizioni per quell’alternativa.

  8. fabry ha detto:

    Come prossimo servizio si puo’ vedere una lince emigrata dalla Slovenia alle prese con uno dei tanti cinghiali del Preval?

  9. Dario Predonzan ha detto:

    Magari, e non solo a Preval!
    Anche i lupi vanno benissimo: lo scorso inverno hanno visitato dei recinti a Basovizza, predando delle pecore. Se gli allevatori del Carso si decideranno a proteggere davvero le loro bestie, i lupi dovranno dedicarsi ad altro e potranno dare una mano a ridurre la popolazione di cinghiali. Sempre che, naturalmente, i cretini che danno da mangiare a questi suini, la smettano.

    Congratulazioni vivissime per la splendida sequenza di foto.

  10. AnnA ha detto:

    Belle foto sicuramente, tanto di cappello, ma non riesco ad afferrare bene il titolo, “preda” sarebbe forse una voce verbale (supposizione a cui giungo solo dopo aver letto l’articolo)? Ma “predare” significa “derubare”, “sottrarre”, non “rendere qualcuno preda” come qui, o in quale vocabolario esiste questa accezione? Seconda la mia personale opinione i titoli dovrebbero essere immediatamente chiari ed evitare neologismi, specie semantici.

  11. Milost ha detto:

    Dal DIR: predare – appropriarsi con un’azione di forza. Preda: ciò che si prende con un atto di violenza. Predatore: che preda o vive predando. La volpe è certamente un animale predatore, la nutria ha dovuto far la preda in questa storia poichè oggetto di un’appropriazione violenta, il titolo mi me va ben cussì.

  12. AnnA ha detto:

    E’ inutile spiegare “preda” e “predatore” se qui “preda” è voce verbale: chiaro che la nutria è stata la preda e la volpe la predatrice, ma che questa la “predi” è al massimo un neologismo o una libertà, il titolo tocca rileggerlo più volte perché ci si inciampasopra per forza, ci si aspetta magari che la volpe abbia preso qualcosa alla nutria (la vita, vabbè).

    Dallo Zanichelli:
    1. Sottraarre o strappare con la violenza
    2. VIvere di saccheggi, piraterie e simili.
    Dal Sabatini-Coletti:
    1. Sottrarre qlco. con la violenza: p. i viveri
    2. Rapinare, razziare un luogo, saccheggiare.
    Se vuoi citare il DIR, citalo per intero, in modo che si capisca COME viene usato.
    Appropriarsi con un’azione di forza: predare armenti, oggetti preziosi. Nelle guerre antiche, razziare, saccheggiare: predare una zona costiera. Usato assolutam. Far prede: I popoli rivieraschi vivevano predando.

  13. claud ha detto:

    @anna
    forse è stato uno scippo: nell’ultima foto la volp se ne va con in bocca una borsetta di pelle di nutria…

  14. Diego Manna ha detto:

    “predare” è il termine usato in etologia, per cui il titolo è corretto 😉

  15. kaiokasin ha detto:

    Secondo me il problema è che lo Zanichelli è un po’ antropocentrico, concepisce solo le azioni messe in atto dall’uomo. A me il titolo pare assolutamente corretto (io predo, tu predi, la volpe preda…). Quale altro verbo avresti usato? Ammazza o uccide? Comporterebbero un giudizio negativo che in questo caso sarebbe ingiustificato, perchè la volpe ha fatto il suo giusto lavoro.
    (aggiungo i complimenti x splendide foto, la speranza che le volpi si mangino altre nutrie e che i cacciatori non uccidano le volpi).

  16. AnnA ha detto:

    Evidentemente i vocabolari sbagliano, secondo voi.
    Diego, potrebbe anche darsi (sono tutt’altro che una tuttologa, per questo consulto opere di riferimento per sapere) che in etologia ultimamente si stia diffondendo questo strano uso del verbo (non lo so, non posso neanche escluderlo, da tempo non leggo sul tema), ma non pensi che i vocabolari dovrebbero considerarlo comunque, seppure come uso settoriale?
    Guardate, per me…

  17. kaiokasin ha detto:

    Supplimento a’vocabolarj italiani proposto da Giovanni Gherardini:
    CACCIAGIONE: Snst. f. Li uccelli o le fiere che in cacciando si predano o si possono predare.

    http://books.google.it/books?id=G5UHAAAAQAAJ&pg=PA4&img=1&zoom=3&hl=it&sig=ACfU3U05FAPLlgcarBtXB-MzC6LT2UOsww&ci=537%2C644%2C396%2C69&edge=0

  18. Diego Manna ha detto:

    Ecolo:
    Zingarelli 1997 dodicesima edizione.
    predare: 1.2…
    3. Catturare durante la caccia.
    4. Pignorare 🙂

    Diria che el 3. xe el nostro. Anche se “volpe pignora nutria” saria sta cocolo.

  19. Dario Predonzan ha detto:

    Ehm, come dice Diego Manna, si tratta appunto dello “Zingarelli” (dal nome dell’autore) e non “Zanichelli” (che è la casa editrice).
    Chiedo scusa per la pignoleria.

    Il Devoto-Oli ed. 2008, comunque, riporta la voce seguente:

    predare (v. tr.). 1. prendere come preda, sottrarre con la forza e la violenza, rubare, razziare … 2. pignorare

    Zingarelli e Devoto-Oli sono senz’altro “antropocentrici”, come tutta la cultura italiana e occidentale. Del resto la lingua l’hanno creata gli uomini.

  20. Srečko ha detto:

    Dario Predonzan

    Di cretini che danno da mangiare ai cinghiali ne conosco due categorie:
    a) i “comuni” cittadini, che lasciano il cibo ai lati delle strade;
    b) i cacciatori che portano il foraggio nei boschi, ma neanche tanto lontano dalle case.

    Tu quali avevi in mente?

  21. Dario Predonzan ha detto:

    Entrambi.

  22. AnnA ha detto:

    Giusto, Zingarelli, ma non è che non si possa chiamare un vocabolario anche col nome della casa editrice (succede in diversi casi), qua era chiaro che non intendevo il vocabolario Zanichelli di francese 😉
    Ok, Diego, il significato è il terzo che citi, che io non avevo visto, ma trovi anche frasi concrete per dimostrare pure che si usi in questo modo? Peccato manchi un esempio. Per me nell’accezione di “cacciare” il verbo “predare” non viene di norma usato con un complemento oggetto, ma è probabile (solo una mia ipotesi) che in etologia l’uso si sia ampliato in questo modo, forse fa parte della recente tendenza a rendere transitivi verbi che non lo sarebbero o a costruirne anche a partire dal sostantivo (“approcciare, “colazionare”). Stilisticamente resta molto discutibile (fra 40 anni magari sarà normale).
    L’affermazione sull’antropocentricità dei vocabolari fa sorridere – come se nei vocabolari fossero contemplati solo lemmi e significati che riguardano l’essere umano, e non fossero invece vocabolari “completi”, per quanto perfettibili, o nelle intenzioni.
    Ma mi rendo conto che disquisizioni filologiche non sono opportune su Bora.La, quindi lasciamo pure stare, ciao 🙂

  23. Dario Predonzan ha detto:

    Certo che si può chiamare un vocabolario con il nome della casa editrice, ma “filologicamente” non è molto corretto…

    Dopo di che, se il Devoto-Oli 2008 (dico, il Devoto-Oli:-)) scrive che “predare” è un verbo transitivo, il complemento oggetto ci starà bene, no?
    Vero è che il verbo viene usato, in questa accezione, soprattutto in testi di etologia e csienze naturali (materie poco frequentate dai filologi:-))

    Per fortuna, comunque, la lingua è viva e perciò si evolve nel tempo, secondo le necessità di chi la utilizza, si tratti di scienziati, filologi, scrittori (quante parole ha inventato di sana pianta un certo D. Alighieri!), ecc.

  24. AnnA ha detto:

    Non avevo specificato, pensavo fosse intuibile, ma si tratta di diversi “tipi” di complemento oggetto, Dario: quelli che trovi dopo “saccheggiare, razziare, rapinare”, non sono gli stessi che trovi preceduti da “cacciare”, sono categorie differenti (il tipo di azione che subiscono è differente), scusa se non riesco a spiegarlo meglio.
    “Certo che si può chiamare un vocabolario con il nome della casa editrice, ma ‘filologicamente’ non è molto corretto…”: tua opinione personale; in particolare i vocabolari a cui hanno collaborato diverse persone vengono sempre chiamati con il nome dell’editore.
    Certo che la lingua si evolve, ma mentre prima le correnti che facevano moda avevano un certo stile o un certo livello, come dici tu venivano da “scrittori, scienziati, etc.”, ora invece (mia opinione personale, ma mi sembra dura confutarla), conseguenza dei mezzi di comunicazione di massa, le correnti vengono dal basso. Mi astengo da commenti a riguardo; e ora definitivamente ciao 🙂

  25. Milost ha detto:

    Questa dei diversi tipi di complemento oggetto mi catapulta all’indietro: razziare galline e cacciare galline sono condizioni ontologicamente diverse? Le galline dicono di no:e aggiungono pure che anche gli arzigogoli intellettuali portano alla cecità, condividendo pertanto le misteriose risultanze patologiche di altre, seppur solitarie, attività.

  26. ufo ha detto:

    E poi sarebbe lo sloveno la lingua difficile da imparare..?

  27. ThaVampire ha detto:

    Giusto per una “zonta” e completare la sfilza di illustri vocabolari in gara vi aggiungo cosa dice il vocabolario enciclopedico TRECCANI che solitamente è abbastanza apprezzato.

    predare
    predare v. tr. [lat. praedari, lat. tardo praedare (ma è già in Plauto il part. pass. praedatus con sign. passivo), der. di praeda «preda»] (io prèdo, ecc.). – 1. a. Fare preda, catturare prede; può essere usato assol.: gli invasori hanno predato senza pietà nel territorio nemico; alcuni tipi di uccelli rapaci predano durante la notte; oppure avere come compl. ogg. la cosa che diviene preda: p. bestiame, greggi; p. reperti archeologici; talvolta le persone a cui si toglie e il luogo da cui si toglie qualche cosa con razzie (con sign. simile a derubare, depredare, saccheggiare): vivevano predando le popolazioni vicine; i pirati predavano le coste; p. una città, saccheggiarla. b. In usi fig., solo letter., suggere il nettare: l’ingegnosa pecchia … Giva predando ora uno or altro fiore (Poliziano). 2. ant. Pignorare.

    Buona vita.

  28. AnnA ha detto:

    Grazie mille, TheVampire, questo contributo chiarisce meglio, quindi questo è un uso ammesso, anche se infrequente; sinceramente l’avevo escluso (e mi rimangono ancora dubbi riguardo al caso “animale soggetto altro animale oggetto” dove il primo si mangia il secondo, stilisticamente continuo a trovare il titolo infelice, forse anche per l’omonimia preda voce verbale e preda sostantivo), mi porta quindi a pensare che probabilmente dovrei procurarmi una Treccani 🙂
    Grazie ancora (anche per il tuo stile) 🙂

  29. kaiokasin ha detto:

    Ma se Treccani dice che alcuni uccelli notturni predano durante la notte. Soggetto animale e oggetto animale! Sei proprio incontntabile, cosa dobbiamo fare per convincerti?!
    Buon Anno.

  30. vicro41 ha detto:

    Sequenza fotografica eccezionale che riabilita la volpe dal ruolo di “nocivo” come definito dai cacciatori.
    Ci vorrebbero tante volpi così per limitare la presenza di questi roditori d’importazione.
    Peccato che la vita prevalentemente acquatica delle nutrie renda difficile la ripetizione di questi episodi.

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