27 Dicembre 2010

Un goriziano a Dubai: Paolo Sturiale si racconta e svela il progetto GoBiennale

Gorizia Collabora con il Ministero alla Cultura di Abu Dhabi attraverso la promozione dei migliori artisti contemporanei degli Emirati Arabi in Europa, ha 36 anni e un progetto per Gorizia…
Paolo Sturiale vive un lungo periodo negli Stati Uniti tra New York e San Francisco dove lavora come musicista full-time sia in studio di registrazione che live con artisti internazionali del calibro di Hiram Bullock, Stef Burns, Dean Brown, Melvin Talyor e molti altri. In questi anni coltiva anche la passione per l’arte contemporanea frequentando gallerie della East e West Coast in cui incontra alcuni celebri artisti contemporanei che ora sono rappresentati da Sturiale Contemporary Arts.

Sturiale Contemporary Arts è un marchio ormai noto negli Emirati Arabi. Ma cosa ci fa lì un goriziano? Di cosa ti occupi?

Ho scoperto la realtà del Golfo diversi anni fa in seguito ad un viaggio di qualche giorno a Dubai, occasione in cui accompagnai un gruppo di persone che vendono prodotti italiani negli Emirati Arabi Uniti. Devo ammettere che l’impatto culturale è stato notevole, ma con il senno di poi posso dire dovuto a pregiudizi e stereotipi preconfezionati dei media che indubbiamente ed involontariamente limano e contribuiscono a variare la percezione della realtà.
Appena rientrato in Italia ho deciso di concentrare i miei sforzi su quel mercato, in quanto crescente e promettente dal punto di vista della visibilità rispetto agli altri grossi agglomerati urbani del Golfo, pertanto una situazione ideale in cui lanciare e coltivare attività culturali nel senso ampio del termine. Così iniziai ad elaborare una serie di iniziative culturali che coinvolgessero le istituzioni locali, e dopo anni e anni di viaggi, Pr e la volontà di stabilire relazione umane in primis, quindi fiducia e lealtà reciproca, mi sono lentamente avvicinato al Ministero alla Cultura di Abu Dhabi con cui collaboro attraverso la promozione dei migliori artisti contemporanei degli Emirati Arabi in Europa.
Ovviamente la sezione di Sturiale Contemporary Arts dedicata ai Paesi del Golfo è soltanto una parte di una molto più vasta attività di rappresentanza di un piccolo gruppo di artisti affermati internazionali tra cui Roger Ballen, Galvin Harrison, Gina Zacharias, Jeffrey Silverthorne…. poi ci sono le mostre, il publishing eccetera.

Come è nata questa passione?

Sono sempre stato un appassionato di arte, essendo un musicista ho probabilmente avuto maggiore facilità ad avvicinarmi ed inizialmente a cercare, e quindi trovare, un denominatore comune tra musica, pittura, fotografia, video art, ovvero l’universale necessità dell’essere umano di comunicare.

E com’è diventata un lavoro?

E’ un procedimento graduale, organizzi una mostra, studi un’artista e le sue opere, ti appassioni ed improvvisamente non ne puoi fare a meno. Sicuramente non è un lavoro semplice, bisogna essere dinamici, versatili, con i piedi per terra e soprattutto molto critici, anche a scapito della relazioni con gli altri. Sai, la responsabilità è quella di promuovere artisti ed opere che rappresentano o rappresenteranno alcuni spaccati del nostra società specialmente quando l’interlocutore è un’istituzione culturale o governativa.

In questo momento stai lavorando al progetto GoBiennale. Raccontaci di cosa si tratta.

GoBiennale nasce come associazione culturale con lo scopo di portare una biennale permanente sul territorio. Il direttivo è internazionale ed attualmente stiamo lavorando alla prima edizione che dovrebbe vedere la luce nel periodo settembre/ottobre 2011. Il tema: la fotografia contemporanea.
Il progetto prevede un evento principale ed una serie di piccoli eventi mensili o bimestrali nell’arco di tutto l’anno, ovviamente non ci fermeremo alla fotografia e negli anni a seguire proporremo pittura, cinema, scultura, video art, architettura, insomma una vera biennale.
Personalmente mi interessa sviluppare il settore cultura del territorio, ma si apriranno nuovi spiragli nel settore turismo e commercio pertanto il nostro invito è quello di fare un lavoro di squadra e tentare insieme di risollevarci dall’arida situazione in cui la città si trova da diverso tempo. Troppo.
Chiunque può contribuire a GoBiennale, ed è questa la vision con la quale affrontiamo la sfida, ovvero cercare di coinvolgere tutta la comunità, dalle scuole alle istituzioni fino alle piccole industrie locali.

Il sogno di fare qualcosa di importante a Gorizia, quindi, non è naufragato…

Negli ultimi mesi ho avuto il piacere di conoscere, rivedere e confrontarmi con un interessante numero di professionisti tra cui si fa finalmente spazio una vision, un pensare a medio lungo termine costruendo e dando importanza all’operato quotidiano che potrebbe essere la dimostrazione che il tempo di un cambiamento sostanziale è all’orizzonte.
Ovviamente la strada è tutta in salita, ma il gioco di squadra ed una vision concreta sono la base del progetto GoBiennale. Il 2011 è soltanto il punto di partenza. E allora, action!

GoBiennale vuole essere un progetto di valenza transfrontaliera. Non pensi che ormai questo termine venga un po’ abusato?

Sono perfettamente d’accordo. Riccardo Muti, in un contesto diverso disse recentemente che a furia di utilizzare la parola cultura in tutte le occasioni, l’abbiamo privata del suo significato.
Il progetto GoBiennale ha diversi livelli, uno delle colonne portanti del progetto è la piattaforma comunicativa, ovvero un portale internet in tre lingue con lo scopo primario di mettere in comunicazione Gorizia e Nova Gorica. La valenza transfrontaliera di un progetto può essere tale solo se alla base esiste uno scambio e condivisione di idee, informazioni: comunicazione.

Enti pubblici e privati come stanno accogliendo il progetto GoBiennale?

Siamo soddisfatti del feedback che abbiamo ottenuto sia da Gorizia che Nova Gorica, in maniera differente ma pare tutti siano consapevoli che GoBiennale è un progetto del e per il territorio, con un grosso potenziale i cui benefici sono tanti e per tutti.

Il flash mob natalizio in piazza Vittoria è stato solo un assaggio, un modo per attirare l’attenzione sul progetto. Puoi svelarci quale sarà la prossima tappa?

Il flash mob “War is over” è stato un esperimento riuscito che ha dimostrato che ci sono molte persone che hanno voglia di cambiare le cose in città, anche il riscontro su facebook è stato notevole visto che abbiamo raggiunto quasi 2000 contatti in pochi giorni.
Posso anticiparti che il lavoro per raggiungere la prossima tappa è molto, e presto avremo notizie da GoBiennale.

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1 commenti a Un goriziano a Dubai: Paolo Sturiale si racconta e svela il progetto GoBiennale

  1. Francesco Spinelli ha detto:

    Salve,
    ho notato con piacere che sei ben introdotto negli Emirati,
    sono un tecnico del suono potresti darmi qualche consiglio se mi volessi trasferire in quelle zone?.
    ti ringrazio anticipatamente
    francesco

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