20 Dicembre 2010

L’Acegas Trieste difende il fortino e la curva risveglia il Palatrieste

A DIFESA di casa propria
coach Dalmasson, Ministro della DifesaTre vittorie fanno….una prova! L’Acegas ha difeso le mura amiche del Palatrieste contro Moncalieri, Siena e Piacenza con un denominatore comune: la difesa!
Permettete di trarre l’indicatore principale vivisezionando la partita, focalizzando quanto questo aspetto del gioco porta in dote: la conclusione del terzo quarto, con Trieste che segna 4 punti totali, tirando dal campo con un totale 41% e perdendo ben 14 palloni, essendo sotto nella battaglia ai rimbalzi 17 a 31, dovrebbe in teoria segnare un –20 sul tabellone almeno…ebbene, l’Acegas conclude solo sotto di 1 punto la terza frazione, avendo si fatto rimontare Piacenza ma ancora con l’umore giusto per lottare altri 10 minuti e ribaltare l’inerzia del match; detto fatto, 28 punti segnati con il 78% dal campo, 91% ai liberi e la carica giusta per tenere i nervi saldi nei momenti che contano. Importante anche l’aspetto del concetto di difesa di squadra, cioè quel meccanismo che gira all’unisono e non conosce marce diverse, tutti aiutano il compagno e si esaltano più per una palla recuperata che per un canestro, e chissà perché prestazioni non indimenticabili offensive non lasciano traccia nella memoria collettiva degli spettatori.

Un coro che si staglia nel silenzio…
Un fremito, un sussulto, uno squarcio violento nel silenzio del Palatrieste che anima i 1500 appassionati: “Trieste, Trieste!” si staglia forte nel finale di partita, mentre Busca e soci cercano l’ennesimo sforzo fisico e mentale per tornare da un pericoloso –5 incamerato sulla tripla di Cazzaniga; è un attimo, gli occhi dei giocatori biancorossi si animano di carica ritrovata, coach Dalmasson applaude come ad un proprio giocatore il messaggio vocale proveniente dalla curva e la difesa fino a quel momento ottima, diventa ermetica a doppia mandata, esaltando chiunque.
Non c’è niente da fare, nello sport e soprattutto nella pallacanestro (giocata in ambienti chiusi) il tifo è parte integrante del match, unica iniezione di adrenalina che non è possibile preparare in settimana, che non è possibile riprodurre in laboratorio, che spesso regala imprese importanti.
Che il 2011 porti una “musica” diversa al Palatrieste?

Gerarchie in via di definizione, ma siamo sulla strada giusta
Ricordate lo sfogo educato di coach Dalmasson poche settimane fa? Mirato e cosciente, quello di definire gerarchie anche a discapito di qualche mugugno, prediligendo magari la meno democratica rotazione a 7 giocatori rispetto a quella a 10. Contro Piacenza si è avuta un’inversione di tendenza ma fino ad un certo punto, nel senso che è figlia di un processo molto lineare e logico, in cui per esempio Marco Contento ha bilanciato maggiormente i minuti di campo di Leo Busca (fra i migliori in campo ndr.), in cui Vidani e Magro fungono da microonde che entrano pochi minuti ma importanti, in cui Moruzzi ricopre il ruolo di leader emotivo. E come sempre la chiarezza, anche a costo di un brutale scontro con la realtà, è più metabolizzabile di qualsiasi altra forma diplomatica, i giocatori sembrano recepire sempre più i dettami e i ruoli richiesti dal coach, e i benefici si vedono palesi.

I rimbalzi, un rischio che poteva costare caro…
Impietoso scout alla casella rimbalzi totali a fine match: 22 per Trieste contro i 38 per Piacenza. Fa specie vedere questa clamorosa debacle dei biancorossi in quanto spesso la squadra di Dalmasson vince la battaglia sotto le plance, invece contro Trapella, Cazzaniga e Perego i giocatori Acegas hanno denunciato più di qualche distrazione, come se una volta concluso il faticoso lavoro difensivo sull’avversario, l’appendice fosse superfluo. Per fortuna nella tonnara d’area i totem piacentini, tecnici ma dal tonnellaggio ridotto, hanno patito la fisicità triestina sbagliando qualche “rigore” di troppo.

Classifica interessante, a Perugia sereni ma….se arrivasse il colpaccio?
L’appetito vien mangiando, e se l’Acegas non può certo definirsi sazia diciamo che neanche veste i panni di un’inappetente. Ora la squadra del Presidente Dipiazza ha 16 punti e si insedia al fatidico ottavo posto in coabitazione con Omegna, con 4 punti di vantaggio sulle none (sempre che Senigallia perda a Brescia ndr.), un discreto viatico per andare a Perugia sereni. Se si potesse fare un patto, la sconfitta sanguinosa di Osimo (ahimè, quanto rammarico..) potrebbe essere vendicata moralmente con un colpaccio a Perugia il 22 Dicembre, per regalarsi a Natale un clamoroso 4° posto in coabitazione. L’entusiasmo c’è, la convinzione monta e la serenità fa da padrona…la legge dei grandi numeri che da Perugia sempre vincente in casa propria potrebbe fare un inebriante scherzetto…

Raffaele Baldini

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