7 Dicembre 2010

Alberi di Natale: appello di FareAmbiente all’acquisto di abeti veri

Il Friuli Venezia Giulia è insieme alla Toscana e il Veneto è fra quelle regioni dove si concentra la coltivazione degli alberi di Natale. FareAambiente Fvg invita all’acquisto degli alberi “veri”, “perchè ciò aiuta l’ambiente in quanto provengono, oltre che dai vivai, anche dalla normale pratica forestale. Questi sono coltivati in terreni particolari, difficili e collinari proprio per tutelare l’assetto idrogeologico, evitando cosi’ frane e smottanti. L’invito di FareAmbiente – spiega Giorgio Cecco Coordinatore regionale del movimento ambientalista – è di acquistare gli alberi naturali da rivenditori autorizzati, evitando quelli con le radici recise. Questi, finite le festività, possono essere così ripiantumati in giardini e parchi o eventualmente negli stessi vivai”.

Fare Ambiente Friuli Venezia Giulia, prendendo esempio dai coordinamenti di altre regioni d’Italia come il Lazio, invita la cittadinanza ad evitare di acquistare alberi di Natale sintetici, magari da venditori abusivi, fatti di materiali plastici pericolosi per la salute, a volte addirittura provenienti da importazioni clandestine. Sono alberi finti di plastica che inquinano e impiegano alcune centinaia di anni prima di degradarsi nell’ambiente.

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14 commenti a Alberi di Natale: appello di FareAmbiente all’acquisto di abeti veri

  1. Bibliotopa ha detto:

    sì, se c’è poi un luogo dove depositarli. Impossibile per il normale cittadino piantarsi ogni anno un abete in giardino ( per i fortunati) o in terrazzo ( per chi ce l’ha).

  2. milost ha detto:

    Ma questo signore dove cavolo prende le sue informazioni? E con quale logica argomenta? Premetto che i nostri territori un tempo erano coperti dalla foresta lupanica: questo è ciò che la natura aveva previsto per noi. Quindi il fatto che i boschi tendano ad espandersi è del tutto normale. Conquisteranno i pascoli abbandonati e si apriranno in altri luoghi nuove radure; poi arriveranno incendi e grandine ed altri eventi naturali a correggere eccessive espansioni e comunque a mantenere l’equilibrio.
    Non si capisce come gli alberi piantati in territori difficili possano essere trapiantati senza rimettere in pericolo le zone in cui prevenivano frane e smottamenti. Aggiungo che in genere gli alberi a radice nuda sono già sofferenti ed hanno molte difficoltà ad attecchire, tanto più che la pianura non è certamente il loro habitat peculiare.Infine, mi pare assai improbabile che in ambito forestale si effettuino prelievi di alberi con radici adatti a finire in un vaso. Mi fa sorridere l’idea che un vivaio riaccetti l’abero che mi ha già venduto ( me lo rivende l’anno prossimo?) e sarebbe preferibile non mettere a dimora mei parchi specie inadatte alle nostre zone climatiche. Insomma, tutto questo discorso è peggio che claudicante, fermo restando che ho il massimo rispetto per le attività vivaistiche. Diciamoci chiaro che queste sono attività economiche e non attività a tutela dell’ambiente. Il mio albero di Natale ha fatto per anni su e giù con il suo vaso dal giardino, una serie di estati tropicali l’hanno duramente provato e non ho coraggio di infliggergli una vacanza al caldo e all’asciutto. Quindi uso un albero finto, che ha almeno 15 anni, e per quel che mi riguarda resterà in famiglia anche per i miei nipoti.

  3. Tarcisio ha detto:

    Bravo Milost!

  4. cristina ha detto:

    Fermo restando il fatto che non son riuscita a far riattecchire nemmeno un abete di quelli acquistati dai vivaisti, continuo, nonostante la mia vivissima fede ambientalista, ad acquistare alberi veri. Sarà probabilmente dovuto al fatto che, dopo aver vissuto in Germania per diversi anni, e aver lì lavorato anche per un produttore italiano di alberi in PVC (alle fiere i tedeschi poco ci mancava che si facessero il segno della croce passandoci davanti, quasi fosse una blasfemia, solo gli arabi li compravano!!!), mi sono resa conto che loro considerano molto meno ecologico l’acquisto di un albero finto, di plastica, oltre che di cattivo gusto. Gli alberi di natale lì in vendita, senza radici, nient’altro sono che il fisiologico risultato dello sfoltimento dei boschi una volta che gli alberelli piantati crescono senza lasciar spazio l’uno all’altro. Insomma, sono in dubbio. La Germania non ha certo da imparare dall’Italia in quanto a sensibilità ecologica. Loro associano i nostri alberi natalizi alla nostra passione per le borse della spesa in plastica, i giocattoli per bambini in plastica, gli strumenti musicali in plastica … convinti ormai che se non è di plastica agli italiani non piace. Che devo credere? Io, così come per qualsiasi altro prodotto, sto attenta a dove lo compro e da dove proviene ..

  5. milost ha detto:

    Cristina, per carità, ognuno fa come vuole,chiaro che l’albero in vaso ha un’altra anima ( io ce l’ho – anzi è un boschetto, percchè sono tre diversi tra loro – ma come dicevo non ho il coraggio di portarlo in casa, soffre il caldo e il secco da morire nel vero senso della parola con tutte le cose appese e le lucine e magari anche le candeline che scolano cera bollente) ma non diciamo che salviamo l’ambiente comperando a Natale l’albero con le radici…tutto qua!

  6. isabella ha detto:

    Belli i messaggi di Cristina e Milost!

  7. kaiokasin ha detto:

    Gli abeti rossi sono alberi tipicamente montani, non ha nessun senso piantarli sotto i 1.000 m.s.l.m. Nei nostri giardini piantiamo gli alberi autoctoni delle nostre zone, a foglia caduca. Penso che un buon compromesso sia l’albero vero reciso, considerato che proviene da vivai delle zone montane, dove la coltura di abeti rossi costituisce un’attività economica (generalmente abbastanza eco-compatibile).
    Ma riempire di conifere i nostri giardini in riva al mare è quanto di più ecologicamente sbagliato!

  8. bagarino ha detto:

    Piantare un abete in giardino nel gennaio 2011 e tra 20 anni (e qualche estate come 2003 o 2006) ti tocca chiamare una ditta e pagare (oggi) da €500 in sù per la sua rimozione. Ci sono già troppi ex-alberi di natale per i giardini della Regione.

  9. alpino (abbiate fiducia) ha detto:

    quoto Milost, abete finto e festa finida, non ho mai compreso ed approvato questa volontà di utilizzare alberi veri per il sollazzo di un mese per poi vederli agli angoli delle strade a lato cassonetti buttati a secchire, è un po’ come prendere un cagnolino tenerselo fin che è piccolo e poi abbandonarlo pari pari entrambi sono esseri viventi

  10. Milost ha detto:

    Alpino scusa faccio ancora una precisazione: se parliamo di attività economiche, un vivaio di alberi di Natale va infinitamente meglio di una segheria. Nel senso che intanto che i albereti cressi i fa fori CO2.Che i fa meno strada per rivar a casa tua e che, morto o vivo che il sia dopo Nadal, smaltirlo te lo fa con il verde. Ma me sta ben ( a parte le considerazioni personali che ti te fa e che mi condivido in pien) che l’apel a comprar alberi “veri” vegni da una asociazion de coltivatori e non sia un proclama ambientalista: alora ghe semo, parlemo de una atività economica sostenibile non disatrosa per l’ambiente. Idem me sta ben se disemo che un albero cinese, fato de chisà che robe, gà un impatto mostruoso, se non altro per il viaggio che el xe ga fato fin qua. Eppurtuttavia, quanti de noi compera ogni anno l’albero finto?: xe te lo gà, te lo tiri fora ogni anno, e lì non se movi altro che le tue gambe su e giù per le scale dela cantina.

  11. Milost ha detto:

    Alpino scusa faccio ancora una precisazione: se parliamo di attività economiche, un vivaio di alberi di Natale va infinitamente meglio di una segheria. Nel senso che intanto che i albereti cressi i fa fori CO2.Che i fa meno strada per rivar a casa tua e che, morto o vivo che il sia dopo Nadal, smaltirlo te lo fa con il verde. Ma me sta ben ( a parte le considerazioni personali che ti te fa e che mi condivido in pien) che l’apel a comprar alberi “veri” vegni da una asociazion de coltivatori e non sia un proclama ambientalista: alora ghe semo, parlemo de una atività economica sostenibile non disatrosa per l’ambiente. Idem me sta ben se disemo che un albero cinese, fato de chisà che robe, gà un impatto mostruoso, se non altro per il viaggio che el xe ga fato fin qua. Eppurtuttavia, quanti de noi compera ogni anno l’albero finto?: xe te lo gà, te lo tiri fora ogni anno, e lì non se movi altro che le tue gambe su e giù per le scale dela cantina! E se te lo buti via ogni ano, ben, no go parole…

  12. alpino (abbiate fiducia) ha detto:

    Milost vara che mi te go quotado, cioè son pienamente d’accordo con ti..so che par strano 🙂

  13. ranieri coletto ha detto:

    xavè coss’che ve digo, i alberi taiadi i xe tropo cari e i scominzia a perder i aghi tropo presto, inveze quei che xe inte’l piter cole radise oltre che esser cari xe ‘na fregadura colossal perchè dopo che i xe stadi a casa e che i xe stadi impinidi de luci, zogatoli e fili i rami xe piega e el caldo del quartier fa el resto, morale finì le feste i finissi in scovaze come i altri.

  14. ranieri coletto ha detto:

    seconda parte: no resta che crompar l’albero finto de plastica che te xe lo tiri fora o dela cantina o dela sufita e finì le feste el torna a dormir per altri undise mesi, come che duti sa xe de plastica, fati in cina, duti quanti e credo che finora nissun sia restà intossigà de sti alberi, cossa ve par?

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