18 Novembre 2010

Scampoli di storia: il “Monumento della dedizione all’Austria”: dalla sottoscrizione popolare alla distruzione degli anni Venti

Nel 1882 ricorreva il quinto centenario della “dedizione” di Trieste alla Casa d’ Austria e la città, per festeggiare l’ anniversario, organizzò un’esposizione agricolo-industriale alla quale presenziarono anche l’ Imperatore Francesco Giuseppe I e l’ Imperatrice Elisabetta. Terminata l’ esposizione, che ebbe luogo nell’ estate del 1882, alcuni illustri cittadini costituirono un fondo per costruire un monumento che ricordasse alle generazioni future la centennale unione dei triestini con l’Austria. Il 24 dicembre 1882 fu costituito il comitato formato da: Pietro Barone de Sartori junior, Giovanni de Albori, Marco Barone de Morpurgo, Paolo Barone de Ralli, commendatore Carlo Reinelt, Carlo Barone de Rittmayer, Dottor Antonio Cavalier de Tommasini. Nel dicembre 1882 il fondo per l’ esecuzione del monumento ammontava a 27.000 fiorini. Nell’ assemblea del 12 aprile 1887 furono decisi, con delibera a grandissima maggioranza, il luogo dove costruire l’ opera e l’ artista che l’ avrebbe realizzata. La piazza antistante la stazione ferroviaria fu il sito individuato; l’ artista lo scultore Ivan Rendić, dalmata. Per mancanza di fondi necessari all’ ultimazione dell’ opera il 29 maggio 1887 il comitato esecutivo si vede costretto ad indire una pubblica sottoscrizione cui quale partecipò l’ intera popolazione, dalle classi meno abbienti fino all’ alta società. Il 25 marzo 1889 il monumento fu inaugurato. Ecco come viene descritto in un articolo tratto dal giornale cittadino “L’ Adria” pubblicato il giorno seguente l’ inaugurazione: “Il monumento si eleva sopra una base a due gradinate di pianta quadrata, e presenta nel suo insieme l’ aspetto d’ un obelisco il quale dalla gradinata alla sua cima si alza all’ altezza di metri 14,20. Il basamento è formato da tre ordini di piedestalli che tra loro strettamente armonizzati per forme, proporzioni e profili si predispongono ad accogliere il sormontante obelisco.

Monumento dedizione Austria

Nel primo piedestallo concepito in forme architettoniche rigorosamente studiate, porta nella facciata principale l’ iscrizione dedicatoria, esso viene sormontato da un gruppo composto di massi conglomerati imitanti dei ruderi architettonici dell’ epoca romana, esistenti nel Museo Civico d’ antichità. Addossata a questi dal lato prospiciente il portale dell’ edificio della stazione ferroviaria, campeggia la figura di donna in bronzo, rappresentante la città di Trieste. Dalle rovine dell’ antica stirpe latina sorge maestosamente l’ allegorica figura di Trieste con la mano stesa in atto di giubilo, con l’ altra annoda tutto in un fascio le sue memorie allo scudo degli Asburgo, formando un trofeo, dal quale i lembi del vessillo Imperiale avvolgono gli omeri in segno di protezione. Su quel gruppo di ruderi poggia un secondo basamento il quale di forme corrispondente assomigliante e con in fronte lo stemma Imperiale slancia il suo insieme di ricco profilo nelle snelle forme dell’obelisco. Tutto all’ intorno del monumento corre una ringhiera in ferro battuto, ai quattro lati si ergono fanali riccamente lavorati nello stile del rinascimento.
L’ opera fece bella mostra di sè per trent’ anni nel giardino dell’ allora Piazza della Stazione (oggi Piazza Libertà). Nelle giornate del 2 e 3 novembre 1918, durante il vuoto lasciato dal crollo delle autorità asburgiche, il monumento fu gravemente danneggiato dai nazionalisti italiani, che lo imbrattarono di vernice verde, bianca e rossa. Il 3 novembre 1918 iniziò il periodo di occupazione militare italiana, ed il 12 aprile 1919 una delibera della giunta municipale decretò l’ allontanamento del monumento.

Monumento dedizione in piazza della Stazione

La piazza antistante la stazione era definitivamente sgombra dal monumento nel dicembre del 1919. Le parti del monumento furono riutilizzate per i più svariati scopi. L’ artistica balaustra che circondava il monumento fu trasferita nei giardini di villa Basevi a San Giacomo, i fanali furono trasferiti ai quattro lati del Ponte Rosso (dove si trovano tuttora), il rosone raffigurante i tredici stemmi delle casate patrizie triestine fu murato all’ entrata del castello di San Giusto. La statua ebbe meno fortuna; nel 1928 si ipotizzò il suo riutilizzo come abbellimento per il nicchione posto al centro della Scala dei Giganti, ma nel settembre del 1931 il podestà bloccò i lavori di ricollocazione a causa delle pressanti proteste apparse sul quotidiano “Il Piccolo” di una piccola ma significante parte della cittadinanza contraria al ritorno di quella statua che ricordava troppo l’ Impero. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, la statua fu trasferita al magazzino per la raccolta dei metalli e fu fusa, si salvò solo la testa che entrò a far parte delle collezioni di Diego de Henriquez. (Le notizie sono liberamente tratte da “A Trieste” – sito: atrieste.eu e – come le fotografie – dal sito nuovolitorale.org).

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60 commenti a Scampoli di storia: il “Monumento della dedizione all’Austria”: dalla sottoscrizione popolare alla distruzione degli anni Venti

  1. capitan alcol ha detto:

    Anche a Sagrado c’era una statua a Francesco Giuseppe. Da qualche parte ci deve essere una foto dell’abbattimento da parte dei militari italiani.
    Invece a Cormons quella di Masssimiliano si è salvata. Sarebbe bello conoscerne il motivo.

  2. MARCANTONIO ha detto:

    Perche’ era imperatore del Messico(forse e’ la motivazione) e credo spesso in disaccordo col fratello

  3. Luigi (veneziano) ha detto:

    Il pilo di Pola dedicato a Massimiliano d’Asburgo e alla marina da guerra imperiale, eretto a ricordo della battaglia di Lissa del 1866, non è stato distrutto, ma spostato a Venezia nel 1929, dov’è ancora.

    Lo si vede in foto qui (scorrere un po’ verso il basso):

    http://www.betasom.it/forum/lofiversion/index.php?t34037.html

    Luigi (veneziano)

  4. effebi ha detto:

    Ma che fine ha fatto il monumento dedicado a Tegetthoff nella sua città natale !? (Marburg… mi sembra di ricordare…)
    🙂

  5. capitan alcol ha detto:

    eccola qui la sequenza fotografica dell’abbattimento (dalla terza foto in poi)

    http://www.isonzo-gruppodiricercastorica.it/doku.php/gorizia_e_la_sua_provincia_com_era_e_com_e

  6. capitan alcol ha detto:

    Ne approfitto per segnalare nel link precedente poco dopo metà pagina il castello di Gorizia prima e dopo la guerra.
    Gli hanno aggiunto i merletti posticci al corpo centrale. Quelle foto mi hanno rovinato la giornata.

  7. Bibliotopa ha detto:

    #2 il Massimiliano di Cormons non è il fratello di Francesco Giuseppe, ma l’imperatore rinascimentale Massimiliano I 1459-1519. La statua credo sia ottocentesca, in ringraziamento di qualche beneficio accordato alla cittadina dall’imperatore.

  8. Bibliotopa ha detto:

    Da Trieste una città senza monumenti”:
    Il Rendic diceva: “un giorno esso potrà eventualmente servire a tutt’altra dedizione. la figura del mio monumento tende le braccia e guarda verso il mare e non verso la montagna. I frammenti architettonici che ne formano la base sono copiati da quelli esistenti a san Giusto e al Museo Lapidario. Che volete di più? Basterà togliervi l’aquila, e avrete il vostro monumento bell’e pronto”.

  9. Bibliotopa ha detto:

    ma c’è qualche cultore dell’Ancien Régime, che Barone nel testo è scritto con la maiuscola come se fosse un cognome? o è per rispetto? o per una semplice traduzione del tedesco Freiherr in cui i sostantivi hanno la maiuscola?

  10. Srečko ha detto:

    effebi

    Ma perche’ non ci illumini su tutte le distruzioni fatte nel 1918 a Trieste dai vincitori italiani, come fai per le distruzioni jugoslave nel 1945?

  11. matteo ha detto:

    Austria Europae Imago, Onus, Unio: L’Austria è l’immagine dell’Europa alla prova dell’unificazione

  12. Paolo Geri ha detto:

    #9. Bibliotopa

    “Barone” come “Dottore” con la maiuscola perchè così è scritto nel testo originale dei componenti del comitato. Ho preferito lasciare la forma originaria. Si vede che in quei tempi usavano la maiuscola.

  13. dimaco ha detto:

    @3 luigi

    come il solito Venezia si fregia con il frutto delle rapine a mezzo adriatico e meditteraneo. La chiesa di San marco

  14. effebi ha detto:

    10 Srečko

    …distruzioni jugoslave dopo il ’45 !?

    nooo, non mi vorrai mica dire che la statua di Tegetthoff nella sua città natale (Marburg) è andata distrutta !!??
    peccato, fosse stata occupata dagli italiani forse sarebbe stata restituita http://www.nuovolitorale.org/monumento_tegetthoff.asp o trasportata altrove http://www.nuovolitorale.org/monumento_max_istria.asp

  15. effebi ha detto:

    Chissa se a Pula (Pola) oggi le rivorrebbero indietro !?

  16. Macia ha detto:

    Sapevo anche:
    Austria Erit In Orbe Ultima

  17. Srečko ha detto:

    effebi

    I tuoi tentativi sono a dir poco pietosi. Si parla delle distruzioni commesse a TS dagli italiani. E tu che fai? Mostri col dito che cosa hanno fatto gli sloveni a Maribor!!!!

  18. dultan ha detto:

    che belle robe che gavemo perso

  19. effebi ha detto:

    “alcune distruzioni” (a trieste) contro “tutte le distruzioni” (…altrove)

    a ts c’è ancora sissi.. massimiliano…

    …altrove che c’è !? che è rimasto !?
    qui poi noi siamo italioti-fascistissimi mentre “altrove” sono sempre stati “democraticissimi”….

    buffo…

    (un altro tentativo pietoso)

  20. dalmatian ha detto:

    Se il monumento fosse ancora in piedi sarebbe diventato come il muro del pianto di Gerusalemme.

  21. Julius Franzot ha detto:

    I can understand all your arguments, but do really believe that they will not achieve any impact on current affairs, as long as you will mourne in Italian about former glamour within the Austrian Homecountry.

  22. dultan ha detto:

    @effebi
    cos’te vol dir che se ga fato i altri robe pezo semo discolpai?
    non rivo capir il ragionamento scusime, non penso sia solo per discreditar sempre gli altri

  23. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ dimaco

    Hai proprio ragione: Venezia ha solo rubato e mai dato nulla a nessuno, né mai creato nulla di originale.

    Sarà per questo che a Venezia vengono più visitatori all’anno di Slovenia e Croazia messe insieme.

    L.

  24. Tergestin ha detto:

    That’s true, Julius.
    But if you think, the political leaders, the far right presidents of a lot of powerful associations and bytheway all the establishment in Triest, have worked a lot for acquire that sad result: having quite all the citizen that speaks -bad- just one language.
    Italian, of course.

    The thing is that they starts this battle years and years ago and the people is just slowly waking up now, in 2010, especially when they say that the “terrible communist of Yugoslavia” speaks without any problem three or more languages, Tito is dead since 1980 and the wall of Berlin has fallen down more than twenty years ago. Trieste has lied in a deep coma, but showing flags will be unuseful with this kind of unemployment and i think -i strongly hope- that the people maybe will open the eyes. It is late, but is better late than never. Sorry for my english, recently is getting worse. All the best.

  25. Tergestin ha detto:

    @ Dultan

    Dilettante.
    Te ricordo che un “Si’, ma Tito” nelle sue varianti “E le foibe” “E perche’, i s’ciavi xe meio?” giustifica anca una bomba nucleare.
    Ah, la vecia regola del jolly…..

  26. Dario Predonzan ha detto:

    Certo. Vengono a vedere l’ammasso della refurtiva raccolta in secoli di razzie veneziane…
    Come vanno a Roma a vedere cos’hanno trafugato qui porci di Romani in secoli di ruberie per tutto l’impero, al Louvre per vedere cos’ha rubato quel delinquente di Napoleone (e altri prima di lui), a Londra…
    Poveri noi, che misera cosa diventa ogni tanto questo blog!

  27. Julius Franzot ha detto:

    @ Tergestin

    It is true, but try to imagine what would have happened, if, at the time of the breaking-down of the Iron Courtain, Triestinians would have been able to offer an unique asset consisting in wide-angle direct international experience and good knowledge of the languages mostly spoken in formerly Eastern Europe. The achievement of such qualifications has been rendered a hawkward task by all the people send by Rome (and finding good fellowship in Trieste) who shouted around the “italianita´” of Trieste, thus preventing even willing guys to get acquainted with not-italian languages and habits.
    I remember reading two delightful interwiews, one with Mr. Kropf (Eurospital) and the other with a Mr. Cerami (Diaco). Both stated that in Trieste there was no chance of finding adequate human ressources for key-positions in their pharmaceutical Companies. Now, I perceived those statements as highly offensive, let alone for myself (see www.), and was prompted to ask which qualifications, apart from family legacy (Eurospital) and (legally questionable) skills in finance jongling (Diaco) had helped these gentlemen to reach their actual positions.

  28. MARCANTONIO ha detto:

    Dario che azz dici i romani hanno portato la civilta’ nel mondo, abbiamo ancora leggi che si basano sul diritto romano, che avrebbero dovuto rubare a quattro bifolchi con le pelli di capra?
    Me sa che a storia stai scarsino

  29. capitan alcol ha detto:

    Adesso ho capito perchè la giustizia funziona così male.

  30. MARCANTONIO ha detto:

    Capitan anche in Francia molte leggi sono la prosecutio tempori di alcune leggi romane eppure li’ funziona.
    L’ordinamento romano e’ stato un faro per secoli a tutti i popoli ed e’ sopravvissuto alla barbarie

  31. dultan ha detto:

    magari se applicasi il diritto romano e il sistema che usava i romani, sto paese saria sai meio…

  32. capitan alcol ha detto:

    Che evoluzione avremmo avuto se usassimo ancora i numeri romani per far di conto?

  33. MARCANTONIO ha detto:

    E se non fosse stata inventata la ruota? quale evoluzione? o prima ancora scoperto il fuoco? che paragone del piffero hai fatto?

  34. capitan alcol ha detto:

    Quelli che fai tu sui bifolchi con le pelli di capra.

  35. ufo ha detto:

    @31 “ed e’ sopravvissuto alla barbarie”. Quasi dovunque… 🙂

  36. capitan alcol ha detto:

    Perchè non parliamo di “pedofili in gonnellino”?

  37. MARCANTONIO ha detto:

    Capitan qualcuno ha dato dei porci ai romani son rimasto sin troppo educato.

  38. MARCANTONIO ha detto:

    O dei Celti dove l’omosessualita’ era un rito a qualsiasi eta’

  39. capitan alcol ha detto:

    Quello intendeva i romani attuali se non lo avevi capito.
    E’ lo spendersi tanto in elogi celebrativi di cadaveri della storia come imperi, patriarcati, serenissime, federative, territori liberi che mi lascia perplesso.

  40. capitan alcol ha detto:

    Vabbè, continua a guardare nel retrovisore.

  41. MARCANTONIO ha detto:

    Capitan a quelli attuali o a quelli di 2000 anni fa e’ sempre un offesa che diresti se io usassi lo stesso epiteto per friulani, triestini, goriziani, bisiachi o sloveni?
    Quanto ai cadaveri storici come li chiami, ricorda che e’ una ruota continua e dal passato si capisce il presente, l’uomo ripetera’ gli stessi errori in eterno, cambieranno solo i nomi.

  42. matteo ha detto:

    ma i romani odierni che centrano con i romani passati?

    non mi sembra che i romani del passato hanno avuto solo romani autoctoni tra la popolazione

  43. MARCANTONIO ha detto:

    Matte se e’ per questo grazie a Caracalla ogni cittadino italico poteva fregiarsi della cittadinanza romana, poi fu ulteriormente estesa, quindi si usa il termine romano in senso lato.
    Quanto ai romani odierni un po’ di bellicosita’ degli avi l’hanno ereditata figuriamoci se si fanno insultare impunemente.

  44. effebi ha detto:

    delle volte mi chiedo come mai tutti (barbari e non)avevano sta mania di volersi fregiare di titolo di imperatore del sacro “romano” impero… boh !?

    ma suonerebbe meglio…
    imperatore del sacro viennese impero… lubianese… divacciano…

    e poi che venivano a fare tutti in italia ce non c’è nulla !? a prendere cosa ?

  45. effebi ha detto:

    che barbari…

  46. capitan alcol ha detto:

    E’ quando esponenti dello stesso partito del Trota parlano di classi differenziate per i disabili che mi girano perchè è lì che la storia del novecento bisogna conoscerla.
    Quando gli amici dell’utilizzatore finale organizzano le ronde antiprostitute che mi arrabbio perchè è lì che la storia delle corti d’Europa può aiutare a capire i tempi che viviamo.
    Gli antichi romani hanno portato la civiltà?
    Forse è vero, di certo in Sicilia l’hanno portata prima i Greci, in Cina ce n’era una 3000 anni prima.
    Ma cos’è? Una gara a chi è arrivato prima? Il gioco dei quattro cantoni? Chi prima arriva meglio alloggia?

  47. matteo ha detto:

    si, non so che diavolo andava mussolini a dire che il confine del italia sono le dinaride

    gli asburgo erano gli imperatori del sacro romano impero, et voila

  48. matteo ha detto:

    che barbaro il mussolini

  49. capitan alcol ha detto:

    Per quanto mi riguada puoi dire tutto quello che vuoi di triestini e friulani.
    E’ tutto vero: se le cantano gli uni contro gli altri da tempo immemore.

  50. MARCANTONIO ha detto:

    La civilta’ greca era fine a se stessa e conteneva in se molte contradizioni,(Democrazia, tirannide, oligarchia e regimi reali dinastici e non), la sua bellezza dal punto di vista delle arti del teatro della musica fu esportata proprio dai romani che l’inglobarono nella propria.
    Verissimo quello che dici della Cina ma e’ rimasta isolata per millenni sempre chiusa in se stessa, non l’ha portata al mondo, le legioni romane vero portavano guerra, ma anche strade arte, cultura e cosa da non poco conto lasciavano gli amministratori autoctoni e gli dei locali

  51. matteo ha detto:

    veramente ci sono contraddizioni marcantoni, vediamo che la storia è ben piu complicata

  52. MARCANTONIO ha detto:

    Matte’ mica me potevo mette a scrive un trattato citando per ognuno un esempio tipo le differenti democrazie Ateniese e Tebana

  53. capitan alcol ha detto:

    Cos’è una civiltà non “fine a se stessa”?
    La “civiltà” che ha sterminato gli indiani d’America, che ha affamato l’Africa, che ha bombardato Bagdad?
    Quella è civiltà?

  54. effebi ha detto:

    “….Le parti del monumento furono riutilizzate per i più svariati scopi. L’ artistica balaustra che circondava il monumento fu trasferita nei giardini di villa Basevi a San Giacomo, i fanali furono trasferiti ai quattro lati del Ponte Rosso (dove si trovano tuttora), il rosone raffigurante i tredici stemmi delle casate patrizie triestine fu murato all’ entrata del castello di San Giusto. La statua ebbe meno fortuna; nel 1928 si ipotizzò il suo riutilizzo come abbellimento per il nicchione posto al centro della Scala dei Giganti, ma nel settembre del 1931 il podestà bloccò i lavori di ricollocazione a causa delle pressanti proteste apparse sul quotidiano “Il Piccolo” di una piccola ma significante parte della cittadinanza contraria al ritorno di quella statua che ricordava troppo l’ Impero. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, la statua fu trasferita al magazzino per la raccolta dei metalli e fu fusa, si salvò solo la testa che entrò a far parte delle collezioni di Diego de Henriquez.”

    in questo w.end ve la rimonto dai, così possiamo cambiare argomento 🙂

  55. Bibliotopa ha detto:

    #44: l’editto di Caracalla (212 d. C.) attribuiva la cittadinanza romana a tutti gli abitanti dell’impero. Gli italici avevano ottenuto la cittadinanza romana alcuni secoli prima, dopo la cosiddetta “guerra sociale” del 91-88 a.C.

  56. dimaco ha detto:

    Buoni solo a distruggere ciò che altri hanno costruito- Trieste ne è l’esempio più eclatante.

  57. matteo ha detto:

    sempre la stessa piccola parte

  58. effebi ha detto:

    57 dimaco ? chi ? …quelli di maribor ? quelli di rifhemberk ?

  59. Mauro ha detto:

    A Trieste hanno messo il Tallero di Maria Teresa… alla mia domanda… come mai al retro non c’e’ l’Aquila Bicipite ??? i presenti mi hanno risposto: e’ una questione politica… non serve aggiungere altro.

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