14 Novembre 2010

Scuole occupate a Trieste: le prime prese di posizione dei candidati sindaco

“Il fatto che i giovani delle scuole esprimano ancora una volta con la loro protesta una domanda di futuro è proprio una bella cosa, un segno di intelligenza collettiva, una ventata che scuote l’aria stantia e immobile che attanaglia la nostra comunità in crisi”, interviene Roberto Cosolini.
“Non commettono reato i ragazzi che occupano il proprio istituto per protestare. Io sono personalmente dell’idea che le periodiche manifestazioni degli studenti, incluse le occupazioni, siano parte del cammino didattico che la Scuola deve offrire ai giovani”, il parere di Marino Andolina.

Partono le prime prese di posizione da parte dei due candidati sindaci del centrosinistra. Nello specifico riguardano l’occupazione degli istituti superiori triestini.

“Chiedere che la scuola non vada in pezzi, né come sistema formativo né come edifici fatiscenti, è richiesta sacrosanta che merita risposte positive – sottolinea Cosolini -, indipendentemente dalle opinioni sulle forme della protesta, sin qua comunque gestita in modo responsabile e sereno. Per quello che questo paese ha da offrire loro (e per gli esempi che ricevono), è già un segnale positivo che i giovani non abbiano smarrito l’energia per ricordarci che ci sono, per rinnovare una protesta contro uno stato di cose di anno in anno peggiore. Prendiamola come una bella occasione per cominciare a dare finalmente delle risposte, assumendoci tutti, in particolare la politica , le nostre responsabilità: dobbiamo essere all’altezza dei nostri giovani che reagendo nonostante tutto si dimostrano i più generosi e i più responsabili. Le scuole occupate ci pongono la più scomoda e difficile delle domande: quella di lavorare da subito per il (loro) futuro, invece di guardare solo al presente”.

Secondo Andolina “l’imparare a manifestare (senza violenze, senza danneggiamenti) è un esercizio di democrazia migliore e partecipata. Il dirigente scolastico Campanella (nome attinente alla fine e all’inizio delle lezioni) ha un modello educativo che forse va bene in Birmania, ma non in Italia da almeno 65 anni. La sua affermazione rilasciata alla stampa per cui “l’occupazione” sarebbe un reato contrasta anche con la sentenza della Cassazione. In barba alle denunce dei presidi, che sempre più spesso si rivolgono alle forze dell’ordine appena gli allievi interrompono le lezioni e indicono l’autogestione in segno di protesta, la Cassazione assolve i giovani. E, soprattutto, ricorda che il concetto di scuola non può essere ridotto a quello di “ore di lezione”. La scuola è luogo di studio, di confronto, di scambio cultura e di idee. Per questo gli studenti non possono essere considerati come meri frequentatori di aule. Sono “soggetti attivi”, con il diritto di partecipare “alla gestione”, con un “incisivo” potere- dovere di collaborazione per il “miglioramento delle strutture e dei programmi di insegnamento”.
Come consigliere comunale – conclude Andolina – nei prossimi giorni andrò ad ascoltare le ragioni degli studenti e se desidera il sig. Campanella può accompagnarmi ma sappia che non potrà suonare la campanella della scuola”.

Marino Andolina

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1 commenti a Scuole occupate a Trieste: le prime prese di posizione dei candidati sindaco

  1. capitan alcol ha detto:

    Quante belle parole, poi i milioni alle private e paritarie arrivano sempre e comunque.
    Servivano?

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