22 Ottobre 2010

Ecco la “tessera dell’artista”, il patentino per i musicisti di strada

Trieste La proposta arriva dall’assessore comunale Paolo Rovis, che, attraverso il suo blog, lancia l’idea di istituire un’autorizzazione agli artisti che “costituiscono veramente un valore aggiunto per la nostra come per altre città”.

“Gli artisti da strada, quelli veri, rendono un servizio alla città. Creano atmosfere suggestive con le loro musiche, stupiscono i bambini e divertono gli adulti con la giocoleria e la comicità. Continueranno a fare il proprio lavoro – spiega Rovis -, a potersi esibire nelle vie e nelle piazze. Come e meglio di prima. L’ordinanza prevede infatti che gli artisti vengano autorizzati ad offrire il proprio apprezzato servizio. Ma al contempo prevede strumenti atti a impedire che personaggi privi di qualsiasi capacità artistica continuino a girovagare puntando le loro trombette verso i timpani di tranquilli cittadini, magari inveendo verso di loro se non ottengono il compenso voluto. Che, se mai arriva, non è un segno di apprezzamento, ma un corrispettivo da versare in cambio della fine del disturbo. Proporrò quindi che, ad integrazione dell’ordinanza, venga istituita la “Tessera dell’Artista”: un’autorizzazione rilasciata a coloro i quali praticano tale attività in luoghi aperti al pubblico.
A coloro i quali artisti lo sono davvero, per diletto o per professione, e che quindi costituiscono veramente un valore aggiunto per la nostra come per altre città. Si tratta solo relativamente di un’innovazione. A Monaco di Baviera, ad esempio, vige una regola analoga. Un ufficio apposito del Comune rilascia il permesso di esibirsi in strada. Previa presentazione del documento d’identità e con pagamento di 10 euro al giorno. Noi non chiederemmo alcun corrispettivo, naturalmente”.

Leggi il post completo “La tessera dell’Artista” sul blog di Paolo Rovis.

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36 commenti a Ecco la “tessera dell’artista”, il patentino per i musicisti di strada

  1. ufo ha detto:

    Sto pensando de presentarme col flauto dolce che ne fazeva sonar alle medie (basta trovarlo in tel mucio) – per meter ala prova sto ‘filtro dele capacità artistiche’… Asesor Rovis, la ne publicassi el indirizzo email de cui la parla nel su blog?

    Me piasi sai l’idea che dopo podero vantarme de eser un artista adiritura zertificado dale Istituzioni (ogni riferimento al MinCulPop xe solo nel ocio de chi guarda). Prometo de non sonar finchè no me imparo almeno due tochi, seno ripeter sempre el steso diventa pesantuz.

  2. massimiliano ha detto:

    ok, tessera x tessera (tifoso, artista, and so on..), adesso PRETENDO che ogni eletto iscritto ad un partito abbia la TESSERA DEL POLITICO.
    DISCUTIAMO SUI REQUISITI?

  3. aldič ha detto:

    x 20 euro al mese si!!!! 10 al giorno nose pol! basta che i soni ben!!

  4. Paolo Geri ha detto:

    A quando la tessera per avere il diritto di respirare ?

  5. Riccardo Laterza ha detto:

    E se i fazessi anche la tessera de assessor?

  6. massimiliano ha detto:

    ecco chi sapeva tutto in anticipo…

    http://www.youtube.com/watch?v=LxM0fwq7ABg

  7. Paolo Rovis ha detto:

    Un albo per chi vuol suonare in strada

    Repubblica — 21 aprile 2010 pagina 7 sezione: TORINO

    NASCERÀ un albo dove gli artisti di strada che vogliono suonare liberamente dovranno iscriversi per non incorrere in sanzioni da parte dei vigili. Un modo per regolamentare l’ attività dei musicisti che strimpellano nelle vie e nelle piazze della città. La costituzione rapida dell’ albo è stata chiesta dal sindaco, Sergio Chiamparino, dopo una vivace discussione di giunta. L’ assessore alla Polizia municipale, Domenico Mangone, nella precedente riunione aveva annunciato che, dopo il periodo di sperimentazione per la Sindone, avrebbe esteso il divieto di suonare ad altre parti del centro. Motivo? I residenti si lamentano del chiasso. Decisione che aveva suscitato le perplessità della collega Ilda Curti, che ha le deleghe al suolo pubblico. «Si vuole tornare alla città pre-Olimpiadi – sottolinea Curti – Capisco che i residenti si lamentino, ma bisogna definire una linea del Piave. Non è possibile che chi prima aveva i clacson sotto casa ora non sopporti la fisarmonicista». Alla fine tutti d’ accordo. Sarà sufficiente applicare le norme del regolamento di polizia urbana realizzato nel 2008. Oltre all’ albo, è previsto un massimo di due ore per le performance degli artisti e sono già stati eliminati luoghi sensibili come chiese, ospedali, scuole, case di riposo. «Usare il pugno di ferro sarebbe controproducente per gli artisti ma anche per la città perché gli artisti richiamano pubblico e danno ai luoghi dove si esibiscono un clima piacevole e rassicurante», aggiunge Curti. I due assessori ora riprenderanno in mano la situazione. «Nessuno vuole usare il pugno di ferro – ribatte Mangone – solo rispondere a quella che in alcuni casi è una giusta sollecitazione che ci arriva dai residenti». D’ accordo il primo cittadino Chiamparino: «Non c’ è nessun problema, si tratta solo di riprendere il regolamento per evitare che alcune attività invece che musicali siano soltanto rumore. Ma bisogna anche tenere conto delle vocazioni di piazze e strade. Chi sta in piazza Vittorio non può non capire che si trova in una zona particolare, di locali e di vita notturna». – DIEGO LONGHIN

  8. Paolo Rovis ha detto:

    Comune di Firenze

    “Chiunque sia interessato a svolgere il mestiere di artista di strada in una delle aree sopra indicate presenta domanda alla Direzione Sviluppo Economico utilizzando il modello allegato (all. 1) di autorizzazione all’occupazione di suolo pubblico, comunque mai inferiore a mq. 0,49 indicando anche la data d’inizio dell’attività. Le domande dovranno pervenire almeno 20 giorni prima della data indicata, ma non anteriormente al trentesimo giorno.”

  9. long john silver ha detto:

    so what?

    l’ assessore vuole dimostrare che anche le giunte di sinistra danno i numeri? bella scoperta

    pensierino della sera: non e’ che ai cittadini si offre “decoro” per compensare l’ espropriazione di *dignita’* a cui sono sottoposti ad esempio nel lavoro?

  10. Paolo Rovis ha detto:

    “Londra. Suonare per strada in inglese si dice busking e dal 2005 ci vuole la licenza quasi ovunque. Per fare domanda alla tube o metropolitana di Londra dovrete inviare un email qua, ricordatevi dovrete anche fare un audizione e i posti sono limitati. Per suonare al Covent Garden dovrete inviare un email a info(at)coventgardenmarket.co.uk.”

  11. fedra ha detto:

    Non mi pare una buon motivo fare una cosa perché la fanno altrove,
    io chiedo di vedere quali sono le cause di questa decisione, se c’è una reale domanda da parte dei cittadini ,e quanto sia consistente
    e poi il problema è da sottoporre ai cittadini, siccome riguarda proprio noi
    Sentir suonare per strada secondo me è qualcosa di molto piacevole e non mi è mai capitato che le persone mi chiedano soldi per questo, ho visto qualche volta che dei suonatori chiedono soldi girando per i tavoli dei ristoranti all’aperto,in questo caso sta anche alle persone far capire se gradiscono o meno questa compagnia, ai suonatori stessi.
    E quali sarebbero poi i requisiti per avere questa tessera?

  12. Giovanni ha detto:

    Vergognosi, come i politici d’altronde..

  13. arlon ha detto:

    Penso che sia una proposta “quasi sensada”, ma sbagliada come aprocio ne la società in general.

    El lavor no devi eser quel de “approvar” chi merita, ma semplicemente de punir chi che causa problemi! Credo sia facilissimo distinguer fra chi crea problemi (= trombette oribili che entra in bar a caso, e zo de là), e chi sona per le sue.

    Al steso modo, no xe de idear permessi de qua e de là, ma semplicemente perseguir reati e violazioni quando che i vien fatti!
    O magari semo rivai a un livel che el pubblico dichiara de no eser in grado de peseguirli e quindi zerca strade più facili?

    No vedo el minimo bisogno de permessi, sinceramente; aprezo però un passo avanti no de poco dal “via tutti” demenziale che stava saltando fora.

  14. long john silver ha detto:

    in sostanza si tratta di scegliere tra queste due idee di societa’:

    – e’ permesso tutto cio’ che non e’ vietato

    – e’ vietato tutto cio’ che non e’ permesso

  15. Luigi (veneziano) ha detto:

    Onestamente, non ci vedo proprio nulla di scandaloso. La licenza per artisti di strada si richiede gratuitamente in comune. Non capisco proprio dove sta il problema.

    Anche perché esiste già dal 2005 una legge dello stato in tal senso, che è stata accolta con grandissimo favore dalla Federazione Nazionale Artisti di Strada, e non a caso: loro sono i primi che vogliono non dover più sottostare alle angherie del vigile di turno o all’assalto dei cialtroni finti artisti.

    La cosa poi è in vigore da anni proprio nel paese che ha inventato il detto “è permesso tutto ciò che non è vietato”, e cioè il Regno Unito.

    Non facciamo la solita battaglia di retroguradia della retroguardia…

    L.

  16. arlon ha detto:

    “long john silver” ga capì. No xe un problema de poco!

    (e inutile dir quale che fra le 2 de solito ne par la scelta più logica, se lo formulemo in sta maniera…)

    @Luigi: l’UK ga za rinnegado una parte altissima dei suoi “capisaldi” culturai del 900, no i me par per niente un bon esempio de sti tempi.

  17. long john silver ha detto:

    a dire il vero la battaglia la sta facendo la giunta.

    porca vacca, ma qualcuno e’ mai stato fermo sul marciapiede in barriera per piu’ di cinque minuti? il traffico e’ pazzesco, il rumore fa sanguinare i timpani. e nessuno dice un cazzo. in compenso un violino stonato diventa piu’ pericoloso di al qaeda.

  18. long john silver ha detto:

    17 era per 15

  19. francesco ha detto:

    Concordo con Luigi (Veneziano). Non mi sembra proprio il caso di strumentalizzare.
    Regolamentare i modi e le varie forme di come possano essere utilizzati i luoghi pubblici è questione di civiltà, di rispetto reciproco.
    Altrimenti, con analoga coerenza, dovremmo chiedere che venga abolito, per esempio anche il codice della strada.
    Possiamo esercitare il diritto di libera espressione grazie ad una Regola che ci siamo dati nel vivere comune. Senza legge, ovvero con la legge naturale ciò non accade: il più debole viene sopraffatto dal più forte,sempre.
    Relativamente al caso degli artisti di strada per me l’Assessore Rovis si è preso correttamente la responsabilità di rimediare a quello che sembra piu’ che altro un pasticcio. Di questo gli va dato merito.
    Spero che tutto si risolva rapidamente per il meglio e che gli artisti possano tornare tranquilli ad invadere pacificamente ogni angolo della città rendendola viva più che mai.
    ciao
    francesco

  20. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ arlon

    Modesto esercizio retorico, il tuo: non ti piace che nella patria del “è permesso tutto ciò che non è vietato” esista questa semplicissima regola, che semplicemente pone un discrimine ben evidente fra l’artista di strada e l’accattone.

    E fai finta di dimenticare che sono PROPRIO GLI ARTISTI DI STRADA a volere una norma del genere (la licenza, intendo dire). Va’ a vedere nel sito della loro associazione cosa dicono!

    Mi sa che qua si prendono veramente delle cantonate ad ogni passo.

    Luigi (veneziano)

  21. ser Paolo ha detto:

    Mi son vecio, go fato el balilla. Quella volta ierimo tuti in divisa. Nostalgie?

  22. long john silver ha detto:

    ma dai, l’ associazione dei musicisti di strada

    cosi’ se io voglio andarmene in giro cantando

    “Fifteen men on a dead man’s chest
    Yo ho ho and a bottle of rum
    Drink and the devil had done for the rest
    Yo ho ho and a bottle of rum”

    devo prima iscrivermi all’ albo

    ma dai

  23. long john silver ha detto:

    in compenso pero’ uno puo’ costruire un rialzo a forma di culo sul tetto di casa, senza bisogno di chiedere il permesso.

    http://www.architettiroma.it/archweb/notizie/11736.aspx

  24. Tergestin ha detto:

    @ Luigi

    Cossa ghe xe de tanto mal in un “accattone”? Forse ‘sta giunta te piasi visto che i “accattoni” con o senza trombetta li multa ciavandoghe le quatro lire che i ga (parlemo de venditori ambulanti, senza tetto, vecetti con la pension minima che fruga nei scovazzoni), soprattutto se i se avvicina al “salotto buono” del centro cita’.

    A mi me par una roba vergognosa, dato che no xe un mistero che a TS i vigili per far cassa i da multe per ogni roba e pretesto.

    Te concordi con questo andazzo?

    P.S. Questa dei artisti de strada xe stada risolta ‘bastanza ben da Rovis, ma altri, quei che la ga fata partir gaveva tuto un altro tono e intenzioni, bastava leger i giornai dei giorni scorsi.

  25. Luigi (veneziano) ha detto:

    Mi no conocordo co nessun andazzo. Ma concordo co la licenza par gli artisti da strada, che fra l’altro co ‘sta licenza se gà anca risolto un problema pensionistico che gaveva prima (go visto ‘sta roba sempre sul loro sito).

    L.

  26. long john silver ha detto:

    e vai con gli ordini professionali! la licenza di suonatore ambulante. come la licenza di tassista o di farmacista. fra un po’ torneremo alle corporazioni dei mestieri.

  27. Luigi (veneziano) ha detto:

    Ma ci sei o ci fai? Che c’entrano gli ordini professionali con la licenza per artisti da strada?

    Non esiste un “ordine degli artisti da strada”, esiste solo una LICENZA – che gli stessi artisti da strada volevano!!!! – per poter esercitare in tranquillità questo mestiere.

    Dov’è la parte difficile da capire?

    L.

  28. stefano ha detto:

    gurdandola in senso positivo elimina qualsiasi sfruttamento di suonatori da parte di bande criminali

  29. capitan alcol ha detto:

    A chi è demandata il rilascio della licenza?
    E’ subordinata ad una prova di buon canto davanti a pubblico ufficiale?
    Prove di solfeggio o di arpeggio?
    Questa cosa puzza di burocrazia asburgica (che senso rispolverare il lato meno esaltante della defonta?).
    Se dovessero trovarmi a cantare villotte friulane contro l’amministrazione della città me la lasceranno?

  30. long john silver ha detto:

    luigi, vedo che non riesci ad afferrare il senso di quel che scrivo, e per questo dici che sono un idiota oppure che faccio l’ idiota. potrei lasciar perdere, ma faccio ancora un tentativo. hai mai sentito parlare di alan lomax? non credo. allora ti spiego chi era. alan lomax era un appassionato di blues, e piu’ in generale, di musica popolare. a partire dagli anni ’30 giro’ gli usa in lungo e in largo, registrando su nastro magnetico tutta la musica che gli capitava di ascoltare lungo la via. villaggi, campi di cotone, prigioni, angoli di strada, caffe’ fumosi, sedi del sindacato, depositi dei treni, piazze affollate e feste all’ aperto. molto di quel materiale non aveva gran valore, ma molto invece si’. talmente tanto, che le sue registrazioni sono diventate patrimonio della library of congress. senza di lui sarebbe andato perduto per sempre il patrimonio orale della musica afroamericana, tanto per dire. ma anche le roots della musica country, del bluegrass ecc. ecc.. senza quelle registrazioni, ora avremmo a disposizione solo la versione pop edulcorata di questi generi musicali.

    perche’ ti racconto queste cose? perche’ per me e’ assolutamente evidente che la creativita’, la spontaneita’ della musica popolare non dovrebbero essere imbrigliate, anche a costo di dover sopportare qualche violino stonato o qualche strimpellatore improvvisato. di questi tempi si fa un gran parlare di cultura popolare e di radici. ma poi, quando ci si trova davanti a espressioni di cultura popolare veramente spontanee, si cerca in tutti i modi di imbrigliarle in un contesto “istituzionale”. procedendo su questa strada, ci ritroveremo ad avere solo surrogati di cultura popolare, i ridicoli balli in costume della val camonica (tanto per dirne una a caso) e roba del genere.

  31. stefano (il romano) ha detto:

    facciamo l’ipotesi di un giovane globetrotter (come ne ho visti tanti nei miei viaggi in Europa) che armato di chitarra si ferma ad un angolo di strada e suona e canta con una voce emozionante. O un gruppo di gitani che si mette a suonare un tango in un vicolo del ghetto. Se non avranno provveduto per tempo (Rovis dice anche via web sul suo FB, come se un globetrotter americano conoscesse chi è l’assessore alla cultura d Ts e avesse con sé una connessione internet permanente per avviare la pratica burocratica) ebbene, sia il ragazzo straniero che il gruppo di gitani passeranno un brutto quarto d’ora… perchè di questo si tratta, non credo che si intimi la galera!
    E un gruppo di amici che dovesse improvvisare in un bar di cavana una jem session fatta di chitarra e bongo?
    Non sarebbe semmai più logico porre un limite sull’orario? Dopo mezzanotte chi suona in strada viene multato, stop. Decidere su cosa sia buona musica o chi siano i gruppi “patentati” non mi pare un punto di partenza troppo liberale. Che lo facciano a Londra, Firenze o in altre grandi città dai circuiti turistici molto più sostanziosi dei nostri può essere un detraente al caos e all’ingorgo da musicanti, farlo a TS dove è solo da pochi anni (e con esiti altalenanti, a quanto mi è dato sapere) che le piazze si tingono di musica, mi pare addirittura controproducente.

  32. long john silver ha detto:

    ecco un esempio di come la vera musica popolare americana, quella nata tra i braccianti, i cow boys (quelli veri) e gli hobos (= vagabondi che viaggiavano clandestinamente sui treni merci), sia poi entrata un po’ alla volta nella musica mainstream (comunque di alto livello)

    woody guthrie canta “buffalo skinners”, da qualche parte nella dust bowl, negli anni ’30, durante la grande depressione

    http://www.youtube.com/watch?v=3i8YZ5DoPvs

    bob dylan, quando non era ancora bob dylan, e si esibiva per strada o nei locali del village, canta la stessa canzone a new york, nel ’61

    http://www.youtube.com/watch?v=LHlO-vRyxpk

    sempre bob dylan, che ormai e’ bob dylan, canta “north country blues”. la canzone fa parte di un album inciso per la columbia nel ’63, ed e’ molto simile a quella di woody guthrie. ora pero’ non si parla piu’ di buffalo skinners, ma di minatori della iron belt nel minnesota.

    http://www.youtube.com/watch?v=SQBWTMlLTvA

    e infine bruce springsteen canta “youngstown”, siamo ormai ai giorni nostri, e la canzone parla dei metallurgici del new jersey, falciati da crisi. la canzone e’ diversa dalle precedenti, come melodia e come struttura, ma appartiene chiaramente a quella tradizione musicale e a quell’ immaginario, e lo evoca fin dai primi accordi.

    http://www.youtube.com/watch?v=Smddcs5n0H0

    e qui da noi? l’ italia aveva una tradizione ricchissima di cantastorie e di musicisti girovaghi. questa tradizione e’ ancora molto viva al sud. qui al nord invece e’ il deserto. in tempi di lega abbiamo una pletora di gruppi folkloristici penosi, peggiori del peggior pop americano. in questi gruppi non c’e’ la minima traccia non dico di antaganonismo sociale, ma nemmeno di autonomia artistica. sono un surrogato, sono l’ espressione perfetta della nostra miseria culturale. non so perche’, ma ho come il sospetto che questo sia il solo tipo di musica che qualcuno vorrebbe sentire nelle nostre strade. ho il sospetto che, una volta introdotta la tessera del musicante, qualcuno si alzera’ in piedi a dire: “nelle nostre strade si suoni solo musica appartenente alla nostra tradizione”. quindi si’ alle orchestrine viennesi, oppure carinzian-tiroles-sloven-furlan-zumpappa’, e no al tango, o alle musiche balcaniche, o a tutto cio’ che proviene dalle “polverose latitudini extracomunitarie” (l’ espressione l’ho rubata a rumiz). paranoia? non credo: solo qualche settimana fa qualcuno ha sollevato il “problema kebab”…

  33. Andrea TS ha detto:

    Questa ordinanza ha non pochi lati oscuri, e non è una novità. Innanzitutto l’assessore dice che è stato fatto molto rumore senza conoscere l’ordinanza, la quale prevede non la repressione dei musicisti di strada bensì una semplice certificazione, ovvero sarà sufficiente munirsi di una specie di patentino rilasciato dal Comune. Ebbene, se si sono levate molte proteste è per l’ordinanza così come è stata riportata da IL PICCOLO, il quotidiano locale letto sicuramente dalla maggioranza dei cittadini. E l’articolo parlava espressamente di diveti e non di patentini. Dunque i casi sono due: non bisogna fidarsi del quotidiano (e non sarebbe una novità) oppure l’ordinanza era tale quale ma vista la legittima alzata di scudi è stata fatta rotta sul permesso certificato. Credo possa essere valida pure la seconda ipotesi.
    Un’altra cosa importante che mi piacerebbe sapere (e non sono l’unico vedo) è il criterio con il quale verrebbe rilasciato il patentino. Quale ufficio avrà la competenza di certificare la capacità dei musicisti?
    Mi pare comunque evidente che gli unici suonatori ‘molesti’ siano i due zingari con fisarmonica e tromba (la mitica “trombetta” citata dall’assessore e dal giornalista del Piccolo, unica espressione in comune tra le due fonti) che suonano nelle orecchie dei clienti ristorantofili. Tralaltro nell’articolo c’era scritto che sradicando i suonatori dal centro si intende relegarli nelle periferie. Peccato che i due simpatici zingari si esibiscano già in periferia, sono già passati sotto le finestre di casa mia, in zona Rozzol! Un disagio sicuramente maggiore per i residenti, rispetto a quello arrecato ai commercianti del centro.

  34. biancoalbanco ha detto:

    x andare alla toilette, quale tessera dovrò mai usare tra qulche anno?

  35. bulow ha detto:

    dalle strade di rostock, “bella ciao” auf deutsch:

    http://www.youtube.com/watch?v=l37c_wVF5Gc

  36. Diogene Della Botte ha detto:

    Come al solito i commenti più stronzi favorevoli al “divieto”, vengono sempre dai nostalgici fascisti anticostituzionali, antilibertari, antitutto per ignoranza e cattiveria insita. Coloro dimenticano che in Italia loro non ci dovrebbero nemmeno più stare per incostituzionalità…invece i vol far sempre i paroni prepotenti , boni solo de alzare le mani inveze del zervelo! La regolamentazione, come all’estero, è invece una idea giusta, civile, e solidale con chi si deve (magari a 60anni per colpa delle esternalizzazioni…) reinventarsi qualcosa per la sopravvivenza e lo fa con la propria passione (ex hobby). …E non c’è bisogno di commissioni di valutazione artistica,…quella c’è già da quando esiste il mondo !…..Si chiama….”PUBBLICO o SPETTATORI”, loro sono l’unico metro di giudizio applicabile ed è un metodo che funziona sempre,…..se sei bravo sei applaudito e finchè sei applaudito puoi continuare perché il “PUBBLICO o SPETTATORI” ti riconosce nel “cappello” la tua bravura, se il pubblico non ti applaude, non ti lascia nemmeno soldi nel cappello e dopo 3 giorni devi cambiare mestiere, oltre che posto….. Tutto il resto è bagarre ideologico/politica anacronistica. GB

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