6 Luglio 2010

Iris, il ramo energia va a Eni-Acegas per 73 milioni di euro

Il ramo energia di Iris è stato acquisito dall’associazione temporanea d’impresa formata da Eni e da Acegas-Aps. Il contratto è stato firmato ieri mattina a Gorizia per un ”equity value” di 73 milioni di euro.

Attraverso questa operazione Eni e Acegas-Aps acquisiranno – rispettivamente per il 70% e il 30% – l’attivià di vendita di gas naturale ed energia elettrica svolta dalla società Isogas, con una base complessiva di circa 80 mila clienti nella provincia di Gorizia.

”L’alleanza con un partner importante come Eni – ha riferito all’Ansa il presidente di Acegas-Aps, Massimo Paniccia – permetterà di migliorare il servizio erogato. Ci attiveremo perchè si possa pervenire nel breve periodo a una visione unitaria a livello regionale anche in materia ambientale”.
”Con questa operazione – ha spiegato il direttore mercato e retail di Eni, Angelo Zaccari – Eni e Acegas-Aps consolidano la loro presenza in un’importante area del Nordest rinnovando l’impegno per il miglioramento continuo della qualita’ dei servizi al cliente”.

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6 commenti a Iris, il ramo energia va a Eni-Acegas per 73 milioni di euro

  1. viceversa ha detto:

    SAAALDIII – SAAALDIIIII !!!!!

  2. akasha ha detto:

    scuseme, ma el ramo scovaze de iris? chi farà le scovaze? ho paura che fra poco i goriziani avranno un altro aumento della tia (la tarifa scovaze…)

  3. Morgana ha detto:

    Gorizia, sempre più sola e povera. Non ho parole

  4. alpino ha detto:

    Morgana tra tutti i mali questo è il minore, gorizia non è sola ma vittima dei suoi cittadini nonchè classe dirigente super incapace, chi è causa del suo mal pianga se stesso

  5. marisa ha detto:

    “Alleanza con un partener importante come Eni – permetterà di migliorare il servizio erogato”.

    LA BALLA DEL SECOLO.

    Chiedere in Carnia quanto costa il servizio idrigo da quanto non è più gestito dai Comuni ma da una società. La bolletta è aumentata e anche tantissimo!

    E il sistema bancario regionale? Avevano assicurato che con le fusioni con una “grande” banca nazionale, avremmo avuto un servizio più che ottimo……ed è finita che tutte le banche che “allora” erano autonome e legate al territorio, oggi sono solo uno sportello di una grande banca con sede a Milano, Roma o Napoli……e il servizio non è più legato al territorio ma alle scelte finanziarie decise altrove…

    Auguri!

  6. federico portelli ha detto:

    giusto la settimana scorsa avevo scritto questo articolo per il giornale del circolo di Gorizia del PD (GoriziaEuropa)…

    ANCORA TROPPE LE INCERTEZZE SULLA DISMISSIONE DI IRIS – L’INIZIATIVA E LE PROPOSTE DEL PD – LA CONFUSIONE DEL CENTRO-DESTRA

    “In attesa di vedere come va a finire, è doveroso riassumere quali sono stati i passaggi chiave e le iniziative prese dal gruppo consiliare del PD riguardo la dismissione di IRIS.
    Durante il 2007 ed il 2008, i primi due anni di giunta Romoli, le idee del centrodestra sul futuro della multiutility isontina sono state alquanto contraddittorie. Nel giro di pochi mesi, Romoli era riuscito a dire tutto ed il contrario di tutto: sì ad una multiutility regionale, OK ad un’aggregazione transfrontaliera, poi ad un accordo con Acegas, successivamente ad un accordo con Udine, poi sì ad un asse privilegiato con il Sindaco di Monfalcone Pizzolitto, poi invece con Tondo…

    Per superare tale confusione d’idee e stabilire precise prospettive, su pressing del gruppo consiliare del PD e di tutta l’opposizione riuscimmo a far discutere ed approvare in Consiglio Comunale indirizzi chiari che passarono, alla fine, all’unanimità nonostante la maggioranza in tutti i modi avesse tentato di non far votare il Consiglio (presentammo la mozione a settembre 2008… Fu discussa ed approvata appena il 15 giugno 2009…) Furono la giunta ed il Presidente del Consiglio Roldo, in pratica, a fare ostruzionismo dilatando incredibilmente i tempi… Per il PD, invece, le assemblee elettive devono riappropriarsi della loro funzione programmatoria e di indirizzo sulle società controllate dal Comune di Gorizia, soprattutto se operano nel settore dei servizi pubblici.

    Finalmente, grazie alla nostra iniziativa politica, si era usciti da una lunga fase d’inerzia, durata quasi due anni, in cui il Comune capoluogo e principale socio di IRIS era parso inconcludente, senza una linea precisa, isolato rispetto gli altri soci.

    Queste erano e sono rimaste le nostre linee guida, votate poi anche dalla maggioranza:

    * dismissione del settore energia di IRIS gas ed elettricità: l’avvio del processo di dismissione in questi settori è motivato dalle condizioni oggettive del mercato ma con alcuni paletti ben precisi quali il mantenimento degli attuali livelli occupazionali e la permanenza sul territorio di una società operativa che assicuri un efficace servizio di manutenzione e di front-office nei confronti dei cittadini-utenti;
    * reinvestimento nel settore ambiente degli utili straordinari frutto della vendita: solo in questo modo, completata a livello isontino tutta la filiera impiantistica per la gestione integrata del ciclo dei rifiuti, ci potremo avviare ad una riduzione strutturale della tariffa rifiuti, evitando di finire progressivamente fagocitati da Trieste e dal suo inceneritore, che tra l’altro offre tariffe tra le più esose;
    * mantenimento della gestione di acqua e rifiuti sotto controllo pubblico;
    * obblighi del nuovo soggetto gestore: mantenimento della qualità del servizio, tariffe più basse, termini congrui di pagamento, modalità di pagamento più flessibili. Tutto ciò dovrà essere recepito nella nuova Carta dei servizi;
    * creazione di una multiutility regionale: contestuale alla necessaria dismissione del settore energia, si considera auspicabile l’idea di una società regionale che assuma tutti i servizi.

    Questi gli indirizzi, proposti dal gruppo del PD assieme al resto dell’opposizione, che il Consiglio Comunale votò e diede a Romoli in qualità di primo azionista.
    Poi, il CdA di IRIS avviò l’operazione… Ma ci rendemmo subito conto, nonostante la fumosità delle delibere, che quasi nessuno degli obiettivi posti erano stati raggiunti da parte della giunta Romoli. Perciò, non votammo la delibera che dava il via libera alla ricerca di un compratore per il settore energia ed alla liquidazione di IRIS.

    Molti, ancora oggi, gli elementi di incertezza su questioni con riflessi politico-amministrativi importanti ed con immediate ricadute sul servizio reso ai cittadini.

    1.Futuro del settore ambiente
    Avevamo chiesto che, una volta espletata la cessione dei settore gas ed elettricità, la massima parte dei proventi derivanti fosse destinata al settore ambiente che in questo modo, in parallelo con la definizione del nuovo quadro regolatorio regionale, avrebbe potuto disporre di una sufficiente capacità di autofinanziamento per rafforzare ed ottimizzare la gestione del settore. E consentire una diminuzione della tariffa a carico dei cittadini sia per l’azzeramento della quota di oneri sull’indebitamento, sia per la maggiore efficienza degli impianti grazie al completamento su base locale dell’intera filiera di trattamento del ciclo integrato dei rifiuti.
    Ebbene, a poche settimane dall’avvio della liquidazione di IRIS, manca ancora un piano industriale degno di questo nome per il settore ambiente il cui futuro appare nebuloso.

    2. Ricerca di partner per le aggregazione su bacini contigui.
    Avevamo chiesto al CdA di IRIS di avviare, contestualmente alla dismissione del settore energia, la ricerca di partner per le necessarie forme di aggregazione su bacini territorialmente contigui grazie al quale saturare gli impianti di trattamento controllati ed insistenti sul territorio provinciale. Temiamo che, anche su questo, Romoli non abbia fatto nulla.

    3. Riperimetrazione delle Newco in cessione (elettricità e gas).
    Avevamo chiesto che le Newco in cessione (elettricità e gas) andassero riperimetrate pur lasciando all’acquirente le proprie valutazioni di carattere economico ed industriale. Facendo però in modo che la Società operativa erogatrice del servizio gas ed elettricità avesse sede operativa nel Comune capoluogo. Non per una mera difesa del campanile. Ma per le maggiori efficienze ed i minori costi di gestione che tale sede aziendale potrà garantire alla società acquirente. Infatti, nel comune di Gorizia si trova la rete gas più estesa e più bisognosa di manutenzione ordinaria e straordinaria, il maggior volume di gas erogato, le uniche utenze del servizio di distribuzione diretta di energia elettrica, la più ampia rete di illuminazione pubblica affidata alla nuova società. Ma nulla è dato di sapere su questo importante indirizzo.

    4. Tutela dei posti di lavoro
    L’unico successo raggiunto, nel processo di dismissione, è la tutela dei posti di lavoro. Questo indirizzo fu fin dall’inizio da noi imposto alla maggioranza, che intendeva invece massimizzare unicamente gli utili dalla vendita. La salvaguardia degli attuali livelli occupazionali, contrattuali e retributivi, è divenuta così una condizione vincolante ed inderogabile per la cessione del ramo energia e di Isogas.

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