25 Giugno 2010

Pianificazione disordinata sulle Rive: “Sarebbe addirittura possibile realizzare una gelateria sul Molo Audace”

Si è svolto lunedì – sotto una pioggerellina che comunque non ha scoraggiato la trentina di partecipanti – l’urban trekking del WWF per il quale sono intervenuti Dario Predonzan (del WWF stesso) e Andrea Benedetti (di Italia Nostra).

Il tour delle Rive si è aperto in Porto Vecchio, «per il quale sono previste» – ha esordito Predonzan – «una molteplicità di destinazioni d’uso spesso non compatibili tra di loro o con l’ambiente circostante, nonché la solita ‘attenzione’ esclusiva nei confronti del traffico privato, con la realizzazione di 8500 posti auto e di una strada a scorrimento veloce a quattro corsie, con il relativo sovraccarico della viabilità già esistente, ovvero le Rive e Viale Miramare. Sempre rimanendo in zona, il Silos viene trasformato in un complesso multifunzionale, prevalentemente commerciale, tramite un accordo di programma, ovvero un contratto tra privato (in questo caso le Coop) e pubblico (Regione, Provincia, Comune) che non è soggetto come il Piano Regolatore alla revisione di tutti i cittadini, e quindi non è reso pubblico. Anche per la prevista riqualificazione del Silos era prevista in un primo momento la modifica della viabilità di Piazza Libertà, con lo stravolgimento dell’impianto storico della piazza e un risultato fittizio, visto che l’imbottigliamento del traffico non si risolveva, ma si spostava semplicemente di qualche metro in Viale Miramare. Pare che comunque per il momento il Comune abbia rinunciato a questo progetto».

Andrea Benedetti aggiunge che «sul Porto Vecchio negli anni sono stati prodotti più di 15 progetti, ma manca sempre un filo conduttore. Anzi, probabilmente l’unica cosa che accomuna queste previsioni è che nessuna di esse verrà mai realizzata: uno dei tanti magazzini è stato ristrutturato dall’Autorità portuale per un terzo, con una spesa di 6 mln di €, ma adesso tutto è fermo. Se i progetti del Porto Vecchio si concentrano sulle destinazioni d’uso in un’ottica di sviluppo privato, mancano completamente le norme per il pubblico, che dovrebbero regolare verde, viabilità, interventi strategici. Anche gli organi di Sovraintendenza non sono abbastanza presenti sul territorio, e vengono posti vincoli estemporanei e discutibili sul Magazzino Vini e su Sala Tripcovich. Quest’ultima si potrebbe abbattere perché ha perso senso architettonico, piuttosto che intaccare l’impianto di Piazza Libertà. Infine, il rischio è che all’ingresso del Porto Vecchio venga costruito un edificio ‘monumentale’ a firma dell’architetto Botta, alto il doppio dei magazzini portuali, che troncherebbe definitivamente il rapporto tra Borgo Teresiano e Porto Vecchio».

La seconda tappa è stata il Molo Audace. «Siamo davanti ad una vera e propria autostrada», ha sottolineato Predonzan, ricordando anche «la proposta di costruzione di due parcheggi sottomarini, uno all’altezza del Verdi ed uno all’altezza della Marittima, che contribuirebbero solo ad aumentare il traffico in centro invece che portarlo fuori dalla città. Anche il parcheggio previsto sotto Piazza Sant’Antonio Nuovo, se non venisse riservato ai residenti, sarebbe un’ulteriore ‘calamita’ di traffico». Benedetti ha invece sottolineato come «Il Piano dei Parcheggi, senza un valido ed aggiornato Piano del Traffico, sia semplicemente la somma di tanti progetti privati, senza una valutazione dell’interesse pubblico, che dovrebbe essere quello di una pedonalizzazione progressiva del centro. Un’altra ‘falla’ nella pianificazione comunale è quella relativa al Piano Particolareggiato del Centro Storico: esso infatti non comprende il lato a mare delle Rive, così per esempio il Piano Dehors (quello che regolamenta l’occupazione di spazio pubblico da parte degli esercizi commerciali) considera questa parte della città come periferica, col risultato che sarebbe possibile installare su uno dei nostri moli volumi chiusi fino a 70 mq: per esempio, una gelateria sul Molo Audace! Vista l’autonomia dell’Autorità Portuale nei confronti della pianificazione urbana, per assurdo potremmo trovarci un giorno i traghetti turchi davanti Piazza Unità… Concludendo, rimane anche la grossa incognita di Palazzo Carciotti: un centro congressi richiederebbe infrastrutture come parcheggi, alberghi ed altro che in centro non sono allocabili».

«Prossima fermata, Parco del Mare!», ha ironizzato Predonzan. «Trasferendoci in Molo Venezia, infatti, siamo in mezzo a tre zone strategiche: la prima, quella relativa a Pescheria, Magazzino Vini ed ex piscina Bianchi, era candidata ad ospitare il Parco del Mare, con un afflusso previsto di 25000 persone al giorno, con gli evidenti problemi di traffico e parcheggi. La seconda area, quella del Mercato Ortofrutticolo e del Museo del Mare, prevede una pianificazione attuativa di iniziativa privata: peccato che l’area sia – almeno per adesso – pubblica. Le destinazioni d’uso previste sono anche residenziali, ma manca quella museale. Come mancava anche per la terza zona, quella della Stazione di Campo Marzio, per la quale le Ferrovie hanno previsto la vendita ad una società immobiliare, la stessa che ha comprato l’Hotel Europa: il progetto è quello di costruire appartamenti di lusso, quando a Trieste ci sono 7500 appartamenti inutilizzati e 52000 sottoutilizzati. La destinazione d’uso di mobilità pubblica, non prevista in un primo momento, è stata aggiunta in extremis: eppure questa zona sarebbe la porta verso Slovenia, Croazia e gli altri Paesi Balcanici e Centro-europei». Benedetti sottolinea come il Parco del Mare fosse previsto «prima al Mercato Ortofrutticolo, poi in Porto Vecchio, e infine a metà strada, con una previsione di 3000 posti auto: ma dove potrebbero essere realizzati? La Bianchi invece era stata demolita “al fine di riconquistare il fronte mare”, ma oggi si vuole – e si può, visto che il Piano Regolatore lo permette – costruire di nuovo».

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1 commenti a Pianificazione disordinata sulle Rive: “Sarebbe addirittura possibile realizzare una gelateria sul Molo Audace”

  1. Flores ha detto:

    legio sto articolo e vegno pervasa de un senso de smarrimento…possibile che sia propio tuto sbaglià? che per rendere vivibile la mia Trieste sempre più in regresso come numero de abitanti bisognassi far tuto sto remitùr?
    tra progetti pubblici, privati, controproposte par che bisogni rivoluzionarla tuta trsformandola in un cantier almeno fin la prossima generazion…jessusmaria, speremo che resti ciacole…

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