21 Giugno 2010

Ancora cemento a Roiano: Rio Martesin a rischio, il 23 assemblea pubblica

Incontro Dario Ferluga nella sua casetta di Vicolo Rio Martesin, tra Gretta e Roiano. Dal cortiletto di casa posso ammirare l’ambiente circostante: una grossa lingua di bosco che scende dall’Altipiano Carsico, i terrazzamenti (che in seguito chiameremo con il termine dialettale, più familiare, di ‘pastini’) coltivati a vite – anche se la maggior parte di essi ormai è abbandonata e attaccata dalla vegetazione spontanea – e sul fondo della valle il torrente che, all’altezza di un antico ponte in pietra, si incanala sottoterra. Sul crinale della collina, gli edifici che danno su Scala Santa.

«Un tempo i pastini arrivavano fino a tre quarti della collina – racconta Ferluga –, oggi sono

Un tempo sui pastini c'erano anche le serre

praticamente tutti abbandonati. Il terreno verso il Sanatorio, un’antica tenuta di caccia, è proprietà, tramite prestanome, di Illy. Questo è un piccolo paradiso: si possono trovare salamandre pezzate, cinciallegre, numerose famiglie di ricci, qualche capriolo e, più recentemente, anche i cinghiali. La sera sale una lieve brezza che si incanala nella valle e dà un po’ di sollievo ad un rione congestionato come Roiano, dove i limiti di edificabilità sono stati superati nel lontano 1989».

Strano che questa zona non sia considerata di pregio…
«E qui sta la beffa più grande di tutte: oggi questa zona è considerata ‘agricola di pregio’ dal nuovo Piano Regolatore. Peccato che il progetto di cementificazione della valle sia stato approvato 20 giorni prima dell’entrata in vigore del nuovo PRG. Teoricamente qui non si potrebbe costruire niente, a parte qualche ricovero per gli attrezzi agricoli. Vede quella piccola tettoia là? E’ posticcia, in plastica, avvitata alla parete del garage. Eppure ho dovuto pagare più di 1000 € di multa perché l’avevo installata senza un progetto. Ma sempre qui verranno costruiti 109 appartamenti, che certo danneggeranno l’ambiente più della mia tettoia…»

Ma andiamo con ordine. Tutto inizia con il progetto del cosiddetto ‘tubone’…
«Esatto. Siamo nel 2000 e in Regione c’è la Giunta Tondo. L’ipotesi più plausibile prevedeva l’uscita della strada più a monte, sopra la cisterna dell’acquedotto, per poi superare la vallata con un viadotto e infilarsi nella collina di Scala Santa proprio all’altezza dei pastini, allora proprietà dei fratelli Perco. Ma questa intenzione fu smentita dalla Commissione presieduta dal prof. Camus – della quale faceva parte il figlio di uno dei fratelli Perco –, al fine di mantenere edificabili quegli appezzamenti. Così la galleria avrebbe dovuto passare a 5 metri di profondità sotto la cisterna – una previsione assurda, ma avvallata anche dall’ACEGAS (Presidente Romanelli, cognato di Paris Lippi) – e sotto le case popolari per le quali era prevista la demolizione, per poi sbucare

La simulazione dello svincolo del 'tubone'

direttamente a valle e collegarsi alla Via Giusti con una rotonda. A quel punto, il prolungamento della Via Giusti a monte, che nel progetto originario serviva per allacciarsi al viadotto, appariva insensato. Eppure rimase. Fu quello uno dei primi indizi della futura edificazione».

Tutto questo nell’ottica di un Piano Regolatore da 350.000 abitanti…
«All’epoca Illy si impuntò: “O lo approvate così com’è, o mi dimetto”, disse. Si dimise, venne rieletto con un margine ancora più ampio e ci lasciò in dono questo mostro».

Il ‘tubone’ fu respinto a causa della forte contrarietà della cittadinanza.
«Già. E assieme ad esso un mega-progetto che riguardava il rione di Roiano».

Di cosa si trattava?
«Di un progetto dell’ATER – con Presidente Assanti (cugino di Piero Camber) e Consigliere Fortuna Drossi (amico dei Perco) – risalente al 2001, che prevedeva la costruzione di un grosso caseggiato con annessi 400 posti auto nella zona dell’ex centrale elettrica di Roiano, l’interramento della linea elettrica, e l’intombamento del Rio Martesin. Per la zona del Rio

L'intombamento del torrente

Martesin era prevista, nella parte alta dei pastini, la costruzione di ‘case ecosostenibili’, che però molto probabilmente non sarebbero state vendute come case popolari, visto l’alto costo di costruzione, ma ai privati. In pratica si voleva cementificare con dei contributi regionali per poi vendere tutto ai privati».

Cos’è rimasto di quel progetto?
«Il piano è stato respinto a furor di popolo: l’interramento della linea elettrica non risultava necessario visto che i valori di elettromagnetismo erano e sono tuttora nella norma; la zona di Via Giusti avrebbe perso tranquillità e parcheggi, per l’allargamento della sede stradale e l’aumento vertiginoso di residenti; ma la vergogna più grossa, come già detto, sarebbe stata far costruire con i soldi pubblici per interessi meramente privati.
Di quel progetto è rimasto solo l’intombamento del torrente fino al ponte di Vicolo Rio Martesin, realizzato con i contributi regionali per i fiumi a rischio esondazione. (ride) Assurdo, il Rio da anni è ormai ridotto a un rivolo d’acqua…»

I pochi vitigni rimasti

Insomma, questo primo tentativo fallisce.
«Ma in agguato c’è un secondo tentativo. Nel frattempo Fortuna Drossi consiglia ai Perco di vendere i terreni, che vengono acquistati da una società con sede a Roma, la GIA. Il nuovo progetto, nuovamente a firma Assanti anche se promosso da privati, prevede sette edifici, per un totale di 109 appartamenti e di conseguenza più di 200 posti auto. Il tutto collegato alla viabilità da un prolungamento di Vicolo Rio Martesin, che si inerpicherebbe sulla collina con una pendenza di almeno il 20%. Visto che il vicolo è largo solo due metri, verrebbe installato un impianto semaforico, a monte e a valle, per regolare il traffico. Uno dei sette fabbricati, lungo 60 metri, verrebbe edificato a 5 metri da casa mia, con una perizia

"Il vicolo è largo solo due metri"

idro-geologica allarmante: la mia casa per esempio, sarebbe a rischio smottamento.
Tanto per comprendere la difficoltà nel progettare un complesso edilizio del genere in una zona come questa, la strada dovrà passare sotto uno dei sette caseggiati, collegando 40 box auto. E se uno di questi box si incendia, come ci arriva il camion dei pompieri?
Inutile raccontare quanti ostacoli abbiamo incontrato nel tentativo di reperire le carte del progetto: richieste protocollate che venivano respinte dopo 60 giorni per vizi di procedura minimi, ma anche costi esorbitanti per ottenere copie dei documenti ufficiali».

Così avete presentato ricorso al TAR…
«Sì, puntavamo su queste tesi: la casa del versante di Gretta è progettata prendendo le distanze (previste dalla legge) da una strada che ancora non c’è; si costruisce anche su una zona Z1 non edificabile, attinente al torrente e prevista quando ancora il Rio Martesin era scoperto: oggi non serve più, ma per edificare bisognerebbe prima modificare il PRG. Poi, i progettisti sostengono che i pastini non vengono intaccati dal progetto, mentre invece dei 17 attuali ne rimangono integri 3 o 4, peraltro intrappolati tra le case e quindi non coltivabili. Infine, una domanda: chi interrerà i cavi elettrici? Ora come ora è impossibile edificare perché sono troppo vicini al terreno, e Terna ha già fatto intendere che non ci sono le condizioni per un interramento: troppo costoso (1,2-1,5 mln di €) e a rischio guasti».

Ma il TAR ha respinto il ricorso.
«Con una motivazione assurda: bisognava presentare il ricorso all’approvazione del PRG, non dopo la presentazione del progetto: una falsità colossale, perché si ricorre quando c’è il danno, non in previsione di esso».

Se fosse vero quello che dice il TAR, ad ogni nuovo PRG bisognerebbe presentare una valanga di ricorsi ‘preventivi’.
«Esatto, un controsenso. Ma non è finita qui. Abbiamo scoperto che per aggirare la Valutazione di Impatto Ambientale della Regione, la GIA ha diviso il progetto in tre progetti più piccoli, dei quali uno affidato ad un’altra società, Airone85. Questo per noi è un caso di lottizzazione abusiva».

Le prossime mosse?
«Abbiamo fatto ricorso al Consiglio di Stato, e presentato un esposto, fermo da mesi, alla magistratura ordinaria».

E la Sovraintendenza?
«L’abbiamo contattata, visto che l’area è sottoposta a vincolo paesaggistico, ma sul luogo non è mai venuta a controllare. Se per questo, nemmeno Terna ci ha mai risposto in modo ufficiale, anche se possiamo desumere la sua posizione da quello che ha detto in merito all’elettrodotto friulano: per sotterrare una linea aerea c’è bisogno di un percorso agibile (strade larghe almeno 20 metri) per raggiungere tutta la linea, cosa che ovviamente qui non c’è. Inoltre la rete elettrica di Trieste è a rischio sovraccarico, se si guasta una linea importante come questa tutta la città va in black-out».

In questo contesto, come hanno agito le Istituzioni?
«La Circoscrizione rispetto a questi progetti ha parere obbligatorio ma non vincolante. Quest’arma, che può apparire spuntata, poteva essere invece fondamentale. I primi due lotti erano stati approvati con il parere contrario della Circoscrizione. Il terzo lotto era stato invece sottoposto al parere dei Consiglieri a ridosso dell’approvazione del nuovo PRG, che rendeva la zona inedificabile. La Circoscrizione aveva 20 giorni di tempo per esprimere il suo parere, e l’idea era quella di proporre un supplemento d’indagine. Ma la consigliera Gambino, di Alleanza Nazionale, spinse per votare in maniera immediata un ‘no’, che alla prova dei fatti ci ha condannati. Quello che mi ha deluso di più è stato il comportamento dell’opposizione, che non ha nemmeno messo ai voti il supplemento d’indagine, allineandosi alla maggioranza. In seguito Sandro Menia, il Presidente della Circoscrizione, ha accusato non ben definiti ‘poteri forti’, asserendo che aveva operato con il Sindaco Dipiazza per limitare i danni».

Insomma, non siete stati granché aiutati…
«In questa vicenda ci ha dato un grosso supporto il consigliere comunale Racovelli, dei Verdi, e ha tentato di darci una mano anche Giorgi (Forza Italia, ex Presidente della Circoscrizione), ma con le mani legate a causa degli interessi del suo partito in questa vicenda: ritengo infatti che anche per questo Giorgi non sia mai stato nominato assessore, sebbene fosse papabile in due occasioni».

La domanda che sorge spontanea, adesso, è questa: chi se le compra case care come queste, visti gli elevati costi di costruzione, e considerato anche il calo demografico della città?
«Abbiamo fatto dei calcoli: se la società di costruzione dovesse occuparsi anche di tutte le opere ‘secondarie’ (strada, allacciamenti acqua-luce-gas-fognatura, interramento della linea elettrica), le case verrebbero a costare 6000-8000 € al mq, circa 2000 € in più rispetto ai prezzi più alti in città. Inoltre solo uno dei 7 caseggiati ha una vista stupenda, su Piazza Unità, le altre danno sull’interno della vallata. Quindi è probabile che le opere secondarie vengano fatte con soldi pubblici: sennò non si capisce che mercato avrebbero queste abitazioni. I sospetti sono avvallati da prove, visto che la Regione ha stanziato 1,2 mln di € alla Provincia ufficialmente per la riqualificazione del torrente, molto probabilmente per il suo ulteriore intombamento, al fine di interrare assieme anche la linea elettrica: il tutto con i soldi delle nostre bollette e solo per permettere a questi privati di cementificare la valle».

Mercoledì 23 Giugno, alle 18, il Comitato Spontaneo della Valle del Rio Martesin organizza un incontro pubblico in Vicolo Rio Martesin (vedi mappa), per far conoscere alla cittadinanza e ai giornalisti l’area che viene interessata dal progetto e le ragioni del ricorso al Consiglio di Stato.

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12 commenti a Ancora cemento a Roiano: Rio Martesin a rischio, il 23 assemblea pubblica

  1. matteo ha detto:

    intanto il prg oggi va in votazione, vedremo se avranno il coraggio di votare no, cosi da salvare i piccoli proprietari che si sono visti eliminare i terreni edificabili dal giorno alla notte, una questione di voti sopratutto, dato che il prossimo anno si va alle urne e c’è un rischio che la gente incavolata non li voti

    la lega lo ha capito bene che se vota questo prg fa suicido tra la massa

  2. DaVeTheWaVe ha detto:

    bravo Riccardo, un bel articolo.
    dovemo meterse tuti contro sti sfruttadori!

  3. Stiamo scherzando, la mia intenzione era far realizzare all’ater un condominio bioarchitettonico di 40 alloggi in qualche terreno edificabile in Provincia, vista la necessità di creare una nuova tipologia di alloggi ecosostenibili.

    L’ater aveva già da tempo, da parte dei privati alcune richieste di vendita di terreni di cui anche quello di via Giusti, ancor prima che io ne fossi a conoscenza. Quando seppi della disponibilità dissi che non si poteva costruire tutta quella cubatura prevista dal piano regolatore, perchè i principi della bioarchitettura vogliono che vengano rispettati determinati criteri ecosostenibili, quindi dissi che l’ater doveva ridurre l’edificabilità del 50% e per questo la regione si stanziò un importo maggiore in termini di costo a metroquadro

    Sono false e insultanti le affermazioni che io ho consigliato ai Perco di vendere quel terreno ad una ditta che non conosco ed inoltre non sapevo nemmeno che l’avesse venduta fino a quando non ho chiesto a che punto fosse il progetto bioarchitettonico dell’Ater. Oggi quel progetto si fa in via Cesare dell’Acqua nella ex proprietà del Comune, quindi sono contento che si possa realizzare edilizia pubblica residenziale dignitosa e rispettosa dei canoni ecologici. Ho sempre affermato che via Giusti, luogo dove il piano prevede una cubatura spropositata dovesse essere salvaguardato con una costruzione meno impattante,potrà essere una contraddizione, ma è una soluzione meno peggio di quello che si prospetta da un piano regolatore così invasivo.

    Bugiardo a chi mi attribuisce fatti e volontà contrarie a quello che ho sempre detto pubblicamente e offendono i miei sentimenti, solo una persona malevole interessata a coprire le proprie colpe cioè di aver creato delle condizioni che oggi vedono tutti presi in giro, come quello che mi viene attribuito Comunque io non ho interessi con nessuno e qualora qualcuno ne abbia il sospetto faccia un esposto, cosa che farò da parte mia contro chi insinua nei miei confronti, perchè ciò mi ferisce dal punto di vista di persona che agito e agisce nel pieno rispetto delle regole. Certo molto spesso alla gente non piace sentirsi dire la verità quando è sgradevole, ma io ho spiegato le cose come erano con il un buon proposito di fare un meglio e non un peggio. Le miei intenzioni e motivazioni le ho spiegate più volte, ed è il colmo che questo si ritorca contro me, con delle insinuazioni false e violente che violentano i miei sentimenti. Oggi steso mi rivolgerò ad un avvocato per tutelare la mia onorabilità.

  4. Marino ha detto:

    Complimenti al Sig. Ferluga per l’ottima relazione; ai politici dico che un cubone di quel tipo dovrebbero metterselo dove gia’ sanno. Inoltre ci sono almeno 5 case ater sfitte a ridosso di largo Osoppo per cui non c’è nessuna necessita di corstuire se prima non si affittano / vendono quelle

  5. Lorenzo Battista ha detto:

    Avrei avuto piacere che il Sig. Umberto Fortuna Drossi fosse stato presente alla riunione di oggi per dire di persona quanto ha scritto su questo sito.

  6. Certo signor Battista, non mi sono mai sottratto ai confronti, perchè ho sempre messo la mia faccia, e non vivendo di politica ora lavoro lontano da Trieste pertanto posso assentarmi organizzandomi giorni prima.
    Considerato che sono state dette delle falsità da anni in malafede, sempre dalla stessa persona, ritengo che debba essere reso onore alla verità attraverso la sede giudiziaria, scelta per la prima volta in vita mia; Rimane inteso che la mia intenzione era quella di realizzare un condominio con i nuovi canoni della bioedilizia, quindi non è, ripeto, non era mio compito definire la destinazione della realizzazione, tanto che oggi quell’opera si realizzerà in via Cesare dell’Acqua, quindi sono felice che anche l’ater di Trieste possa realizzare un edificio pubblico con criteri di massimo risparmio energetico e di basso inquinamento indor e di architettura gradevole e non il solito cubone di cemento. Non discuto sulla poca opportunità di realizzare una costruzione in quel luogo, ma considerato che sia prima e dopo il piano regolatore approvato dal consiglio comunale, quindi votato dai consiglieri comunali di allora (1997), non fosse rispettoso dell’aspetto ambientale, quindi alla luce dei fatti, ho pensato che la mia proposta fosse meno invasiva di quella che purtroppo verrà realizzata, voglia o non voglia. A suo tempo la mia non era preveggenza nell’affermare come fossero finite le cose oggi, ma semplicemente perchè ho una certa conoscenza delle leggi e delle regole. Ritengo sottolineare un punto fondamentale, ma non ricordo se questo fosse stato fatto, perchè allora il piano regolatore comunale non era di mia competenza, ma la cittadinanza aveva la facoltà di fare opposizione prima dell’approvazione del piano regolatore.
    Dato che oggi il risultato è disastroso, non si può avere un capro espiatorio sulla vicenda perchè è scorretto. La mia attività politica passata si è sempre distinta per le proposte e non per le proteste anche se queste ultime rendono di più ai fini del consenso elettorale; inoltre, sottolineo che la mia attività politica regionale di cinque anni si è distinta più per aver fatto azioni e proposte concrete al fine della tutela ambientale,senza essere un ambientalista, che altre iniziative, tanto che il mio rapporto con Illy si interruppe con la vicenda del cementificio e della ferriera, quindi ho la coscienza a posto. Chiedo scusa di certe mie spigolose affermazioni, ma sono offeso su una cosa della quale non mi sento responsabile.

  7. Marino ha detto:

    hanno iniziato a costruire una nuova casa tra l’acquedotto e il vicolo Rio Martesin in una zona dove si parcheggiava da oltre 20 anni senza obiezioni. Chiediamo ad un legale di acquisire quel terreno per USUCAPIONE, ma facciamolo subito, bisogna farlo entro 90 giorni dalla data inizio lavori; c’è qualcuno che può avviare la pratica per salvaguardare la zona ????

  8. wuwuzela ha detto:

    Marino sveite!!! Prima de scriver monade informite. Dove saria questa casa?? DIscarica iera e posteggio te gavera’ ma te se lo meriti?? Boh!

  9. Marino ha detto:

    ciao Wuwuzela, se te guardi el cartel dei lavori xe scritto “costruzione unità abitativa” da la tutto el seguito, considera anche la data del mio posto. Non so se me merito el parcheggio ma prima nella discarica stava 5-6 auti un pochi de qua e un pochi de la e a gratis; adesso xe 4 pseudo garage a pagamento. Forse a ti te vanza soldi, a mi no e preferivo primo. ‘Dio

  10. wuwuzela ha detto:

    Ola muloni, ma chi ve conta ste monade?? A pagamento?? e chi incasseria i gati del rion?? xe tuto per voi, rosmarin compreso. Non ne vanza a nisun sta tranquilo solo che me par un poco meio oggi che le montagne de sponte nell’erba che iera. Del resto speta de veder che casin sara’ con la demolizion delle case Ater tra poco. A presto, xe sempre un piazer

  11. Marino ha detto:

    ciao Wuwuzela, se xe “a gratis” diria che i ga fatto un bel lavor e devo ricrederme … staremo a veder. E za che te son informado te ga idea de cosa che i fa la dell’Ater ? Grazie Marino

  12. wuwuzela ha detto:

    Ehila’, ciao Marino, dunque de quel che so xe che praticamente entro brevissimo (penso due/tre mesi) tutto il gruppo de case ater che adesso xe chiuse, penso circa 8 o 10 vien demolide e ricostruide altrettante. Per quanto riguarda i posteggi in effetti non xe venudo mal e pensa che el Comun non ga messo un cent, cmq speremo che anche Acegas finissi de far casin che i ga apena de cominciar. Se te servi altro son qua, xe sempre un piazer. Ciao

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