24 Marzo 2010

Le perplessità di Kocijancic sulla riconversione della Ferriera

Riceviamo e pubblichiamo

Non è nemmeno che uno abbia la vocazione da guastafeste o sia votato al disfattismo, ma davvero non si riesce a condividere gli entusiastici toni mediatici con i quali sono stati commentati gli esiti dell’incontro di ieri sull’ipotetica riconversione della Ferriera di Servola. Sembra fin troppo ragionevole obiettare che se decine di tavoli aperti dal 2001 ad oggi non sono riusciti a sortire alcun effetto pratico e benefico ci dovrebbero riuscire tre tavoli “tematici” (occupazione, ambiente e sviluppo) eterodiretti (Regione, Provincia e Comune). A maggior ragione, se i percorsi di riconversione e di sbocco occupazionale poggiano su alcune idee e visioni nemmeno ben delineate (Superporto Trieste Monfalcone) o su progetti sui quali continuano ad incombere forti incertezze ed incognite (Rigassificatore e Centrale elettrica turbo gas), ci sentiamo di affermare che si stanno creando pericolosissimi presupposti per un’ulteriore, illusoria quanto effimera proposta di un futuro troppo segnato da variabili indipendenti dalla politica e dalle istituzioni.

L’unica cosa che ci sentiamo di sottoscrivere è la dichiarazione del Sindaco in merito all’ennesima empasse del nodo bonifiche. In sostanza, dice il primo cittadino – chi ha inquinato paghi e gli imprenditori privati che hanno levato gli scudi protestando per il prezzo asseritamene troppo alto stabilito dal Ministero dell’Ambiente facciano un passo indietro e paghino il dovuto. Questo deve valere per tutti e senza eccezioni, ovviamente per quota parte: dall’ultimo piccolo imprenditore locale (chiamato a pagare cifre irrisorie) alla Lucchini, che da quanto sta emergendo dall’inchiesta sul traffico di rifiuti tossici partita da Grosseto sembra aver inquinato “più del previsto”.

Uno sblocco definitivo della questione bonifiche è comunque precondizione necessaria per qualsiasi ipotesi di sviluppo industriale e produttivo della nostra città.

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5 commenti a Le perplessità di Kocijancic sulla riconversione della Ferriera

  1. jacum ha detto:

    l’immobilitá delle autoritá che governano Trieste e l’Italia é micidiale.
    l’impianto della ferriera sta inquinando il mare, il terreno, l’aria e tutti stanno a guardare in silenzio.

    dall’articolo: “illusoria quanto effimera proposta di un futuro troppo segnato da variabili indipendenti dalla politica e dalle istituzioni.”
    mi pare che chiarisce all’essenza cos’é Trieste italiana oggi.

    il comitato per il Porto Libero propone la riqualifica dell’intera zona e la costruzione del molo viii. questa area sará adibita a piattaforma logistica ossia per carico/scarico e stoccaggio di contenitori, merci varie e animali vivi. per saperne di piú comitatoplt@hushmail.com

  2. effebi ha detto:

    anche qui mi chiedo:
    Kocijancic… come la pensa sulla ferriera ?
    mantenerla ? chiuderla ? riconvertirla ?

    A…B…C

    (no lo sapremo mai)

  3. matteo ha detto:

    mi sembra che si vogliono collocare i lavoratori della ferriera in progetti nemmeno partiti e approvasti (rigassificatore)

  4. francesco cervesi ha detto:

    Condivido i tuoi dubbi Igor, in merito alla riconversione della Ferriera. Nemmeno a me pare si possa parlare di riconversione.

    Piuttosto, dalle notizie di stampa, sembrerebbe ormai imminente la dismissione dell’impianto quale autonoma scelta imprenditoriale della Proprietà.

    Quindi il problema non è far chiudere la ferriera perchè inquina ma piuttosto l’ assoluta necessità di trovare un’alternativa per chi lavora nello stabilimento e per lo stabilimento (1000 famiglie sembrano poche?) ed in parallelo l’altrettanto assoluta necessità di trovare una soluzione per la bonifica del sito, a maggior ragione se la Proprietà intendesse dismetterlo.

    Provincia e Comune non mi pare abbiano questo impegno tra le priorità, lo dimostrerebbe il fatto che non ci fosse nessun loro delegato all’incontro con la Proprietà convocato al Ministero soltanto qualche giorno fa.

    D’altronde la situazione è tale che non c’è più tempo per ascoltare le favole. Il problema va affrontato, al più presto, pubblicamente e con ogni strumento possibile.

    E’per risolvere questioni di carattere eccezionale come questa, che la comunità e le forze politiche che la rappresentano devono riuscire ad unire le forze, superando, se servisse, anche le consuete divisioni di schieramento.

  5. jacum ha detto:

    una cosa da sapere é se l’area é di proprietá o é in concessione.

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