24 Marzo 2010

A Muggia la Bora ciara e il Neverin si trasformano in weizen e doppio malto

Parte con il Birrificio Campagnolo di Muggia la serie di articoli che Bora.La dedica alla produzione di birra in Friuli Venezia Giulia. E’ Michele Campagnolo, titolare assieme ad Angelo Campagnolo del birrificio di via delle Saline a Muggia, a raccontare com’è nata – nel 2007 – la produzione delle sue birre artigianali.

La vostra è un’azienda giovane, quando e come è nata l’idea di aprire un birrificio?

L’idea è nata visitando una fabbrica storica a Copenaghen in Danimarca.

Come siete stati accolti dal mercato locale?

Molto bene.

Quali sono le caratteristiche delle vostre birre?

Le nostre birre si caratterizzano dall’uso di lievitazioni multiple miste, la prima nel tino e la seconda nella bottiglia. I tempi di maturazione sono lunghi. Non viene usata nessuna forma di filtrazione. Su certi tipi di birra abbiamo maturazioni che superano i 18 mesi, di norma comunque la nostra maturazione minima è di 3-4 mesi.

E qual è l’identikit del consumatore della birra Campagnolo?

La persona che beve consapevole del prodotto che sta gustando.

I nomi dei vostri prodotti – Bora, Borìn, Neverìn – sono molto legati al territorio: vi limitate al mercato regionale o andate oltre?

La nostra pubblicità si basa esclusivamente sul passaparola e quindi, automaticamente, il prodotto si allarga attorno a noi.

Tanto per farci gli affari vostri… il mercato della birra rende bene?

Non ci riteniamo parte del “mercato della birra”, siamo artigiani e come tali mettiamo nel nostro prodotto anima e corpo, a volte, senza guardare la convenienza economica. La tecnologia necessaria per fare un prodotto di qualità è molto costosa e ad oggi non riusciamo neanche a coprire la metà dei costi che sosteniamo.

Il Comune di Dolegna, nel Collio goriziano, ha recentemente proposto di alzare i limiti alcolemici massimi per evitare di danneggiare ulteriormente i produttori di vino. Avete percepito un calo d’affari in seguito alla “stretta” sul consumo di alcol per chi si mette alla guida?

Il nostro prodotto è principalmente la bottiglia, ci piace pensare che le persone possano acquistarla e gustarla tranquillamente a casa.
Non c’è niente di male gustarsi un bicchiere di vino presso l’azienda agricola scelta, fare quattro chiacchiere con il produttore (intanto il livello alcolemico scende) e scegliersi una bottiglia per portarsela a casa. Per quanto riguarda i “locali” penso che questa “stretta” porterà automaticamente ad un ulteriore miglioramento dei prodotti serviti a scapito della quantità. Per rispondere alla sua domanda, no! non noto nessun calo sul consumo del nostro prodotto perchè non abbiamo canali di vendita che si basano sulla quantità.

Attualmente la vostra azienda com’è composta? Quanti dipendenti avete?

Siamo in famiglia e abbiamo due dipendenti.

Vorremmo assaggiare le vostre produzioni, dove possiamo rivolgerci? E quanto dobbiamo spendere?

Sul nostro sito ci sono tutte le nostre produzioni che, tramite corriere postale, possono raggiungere tutta l’Italia isole, comprese. Se uno vuole risparmiare può venire direttamente in fabbrica dove abbiamo uno spaccio in cui possono essere acquistati anche delle confezioni fatte a mano da noi. Infine, sempre sul nostro sito, ci sono gli indirizzi degli esercizi commerciali che commercializzano i nostri prodotti (si tratta di bar e alimentari distribuiti tra le province di Trieste, Gorizia, Udine).
Per quanto riguarda il prezzo, abbiamo tre soli listini che comprendono la vendita al privato, al commerciante e su internet. Possiamo tranquillamente dire che presso il nostro spaccio vendiamo al privato, anche una sola bottiglia, ad un prezzo che va dai 4,50 ai 7,00 euro a seconda si tratti di una birra “tradizionale” o “speciale”. Su internet il prezzo è un po’ più alto perché tiene conto dei costi di preparazione del pacco e la consegna presso il contro di raccolta postale.

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7 commenti a A Muggia la Bora ciara e il Neverin si trasformano in weizen e doppio malto

  1. Diego Manna ha detto:

    i nomi xe veramente fighi 😉
    devo asolutamente assagiar la bira bora!

  2. dultan ha detto:

    grande femo un brindisi in rotonda del boschetto
    😉

  3. Richi ha detto:

    No me stupissi che a Muggia (come a TS) un birrificio sia accolto “molto bene”.
    Pitosto me domando…..perche’ alcuni mii amici ghe la ga con la Weizen? Mi no la trovo malvagia anca se la appari pesante subito dopo magna’.

  4. AnnA ha detto:

    Approvo, approvo, (anche se in questo caso non incontra il mio gusto), pure la serie degli articoli: è una assoluta vergogna che l’Italia in Europa sia il fanalino di coda per il consumo di birra.
    Sarebbe anche ora di introdurre la Schwarzbier in Italia.

  5. annalisaturel ha detto:

    Io invece sono una fan della Weizen, non la trovo pesante, anzi…

  6. Igor ha detto:

    GRANDE MICHELE CAMPAGNOLO!!! Mi me lo ricordo ancora ai tempi delle superiori. Ne veniva a far le lezioni del programmazion de PLC de giovedì mattina, quando gavevimo i corsi al J.Stefan de Trieste.
    Lui se il paron de un altra azienda (Anche questa iera familiare.La gaveva costruida suo papà me par…) che se la Zenit Impianti s.r.l. . Se occupa de controllo industriale de grandi impianti de automazion. Me ricodo che ne gaveva portado anni fa a visitar la SIOT de Trieste (oleodotto transalpino) dove lui (ovveto la Zenit Impianti) gaveva fatto l’intero sistema de gestion e controllo automazion con i PLC !!!! Jera un mito. Ciao Michele, un giorno passerò anche mi a cior de ti due bottiglie…

  7. Michele ha detto:

    Un grazie alla redazione per l’articolo e un grazie a Igor per il “mito”. ciao.

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