2 Marzo 2010

Il primo marzo: “Noi sfiliamo e loro nemmeno avranno saputo dello sciopero”


“MI SPIACE, CI RESTA SOLO IL GIALLO”. Gli altri colori li abbiamo finiti.

Udine, piazza Matteotti, cinque e mezza di pomeriggio. Riunite dalla manifestazione indetta per questo primo marzo, circa trecento persone. Il giallo è il colore dell’assembramento, scelto “per il suo essere a-politico, per il suo “non rimandare a nessuna ideologia”.
Non voglio scrivere un articolo di cronaca. Credo piuttosto che questa giornata possa servire a una riflessione più ampia riguardo alla situazione dei migranti nella nostra società occidentale (non solo in Italia: noi non siamo né meglio né peggio di altri paesi in ambito europeo).

La manifestazione di oggi è stata soltanto tribuna politica fine a se stessa. Nient’altro. Duole ammetterlo, ma non vedo questo indelebile “segnale alle autorità”. Quanto meno ad Udine. I motivi del fallimento sono molteplici ma si riducono ad uno solo: gli immigrati non c’erano. Non hanno scioperato e non hanno manifestato. Non l’hanno fatto perché non possono permetterselo. In piazza, ad Udine, solo sparuti gruppetti di persone paiono appartenere ai diretti interessati. La maggior parte sono bianchi, bianchissimi, italianissimi cittadini. L’organizzatore mi confida, soddisfatto di sé, che non si aspettava una simile partecipazione della popolazione locale. Devo rispondergli, mio malgrado, che io invece non mi sarei mai aspettato una tale partecipazione della comunità straniera.

Non so se qualcuno avrà l’ingenuità di definire questo primo marzo “un successo”. Perché gli eventi di oggi, per chi vuole coglierne le implicazioni, segnano invece la distanza che ci separa dal diverso, in modo incolmabile. Noi sfiliamo, e loro nemmeno avranno saputo dello sciopero. E, lo ripeto, non sarebbe cambiato nulla: per chi vive sulla linea di galleggiamento del ricatto economico e di quello politico una giornata di astensione volontaria dal lavoro è fan-ta-scien-za. Intendiamoci, è comunque importante che una parte della popolazione dimostri di essere non razzista e contraria alla discriminazione e che dimostri di non avere paura. Ma questa giornata, fin dal suo nascere, non ha fatto che evidenziare tutte le contraddizioni della nostra società.

E‘ opinione di chi scrive che la soluzione alla convivenza non possa essere raggiunta nel mondo attuale. E’ una battaglia persa in partenza. Come si può chiedere la pacifica convivenza in un mondo che impone la competizione? E’ impossibile. Durante un intervento, un retore ha tuonato: “quante culture ci sono nel mondo? Quante lingue? Quante religioni?”. Molteplici? Innumerevoli? Macché. Una vera cultura, quella neoliberista. Una vera lingua, l’inglese. Una vera religione, il conformismo ed il capitalismo. Adeguatevi o soccomberete. E’ il nostro paradigma sociale che rende impossibile la convivenza tra le culture ed il rispetto reciproco, ed il dramma è che ne siamo così intrisi che non ci rendiamo conto di quanto tutto sia impostura. Qualcuno riesce davvero a pensare che i Diritti Umani siano davvero universali, e che il nostro homo economicus sia la misura del tutto. La guerra è (secondo alcuni) contro i diritti umani, peccato che lo sia anche il burqa. Come questo si possa risolvere, nel nome della tolleranza, non è chiaro ed in questo mondo non lo sarà mai, a meno che non si rivedano le basi sulle quali abbiamo costruito il nostro “progresso”.

E’ facile parlare di integrazione
. Basta che gli immigrati si adeguino ai nostri schemi di vita, ed è fatta. Ma questo resta un atto di arroganza. Potrete pure integrare un musulmano, ma è chiaro che un occidentale riuscirà comunque meglio ad essere occidentale rispetto a lui. E’ l’errore che è stato compiuto negli USA con l’abolizione della schiavitù. Si liberano i nigger, ma li si fa competere in una società bianca. Se poi ci riescono o meno, è affar loro. Noi, la parità, gliel’abbiamo data. Sono liberi, anche se a modo nostro. Ecco l’errore, fatale, di questo primo marzo: avere preteso di scioperare nel nome di qualcuno a cui non interessava, avere preteso di strattonare dei diversi, con la loro dignità di diversi, nella nostra cultura – è il vecchio, ben noto, fardello dell’uomo bianco. Solo di segno invertito.

Perché oggi siamo andati a protestare? Per gli immigrati? Forse. Contro il razzismo? Forse. La banale verità, più probabilmente, è che oggi ha scioperato quella stessa parte del popolo italiano che è all’opposizione ed ha bisogno di qualsiasi cosa pur di sopravvivere. Tra il No-B day e il sostegno al sottoproletariato immigrante non c’è davvero nessuna differenza ed in fondo a noi, di loro, della loro ricchezza e della loro cultura, non importerà mai un fico secco. Devono soltanto integrarsi. Noi riconosceremo loro i nostri stessi diritti e, se non li vorranno, glieli imporremo. Nel frattempo, tergiversiamo. E’ comunque sempre e soltanto logica da PD, cambia soltanto il colore. Che poi, diciamocelo, giallo. Almeno il rosso del comunismo aveva comunque quel fascino di rivolta, il sapore del sangue. Il nero di anarchici (e fascisti) rimandava, istintivamente, all’azione, al sovvertimento, alla pura forza contro il sistema corrotto. Entrambi i colori dimostravano, che diamine!, almeno un briciolo di gusto, di determinazione. Giallo. Un colore debole e incerto per un’opposizione che non ha la forza di proporre nulla, figuriamoci per lottare davvero fianco a fianco con coloro i quali vorrebbe, nelle intenzioni, proteggere. Dio bono, non c’è rimasto davvero niente. Rosso, Nero, Bianco, Verde, Viola, Azzurro. Tutto preso. Ma tant’è. Si arriva al punto in cui tocca accontentarsi di quello che è rimasto. Nella politica come nella vita.

Tag: , , , , , .

80 commenti a Il primo marzo: “Noi sfiliamo e loro nemmeno avranno saputo dello sciopero”

  1. Richi ha detto:

    Per quanto non sia d’accordo spesso con il personaggio, credo che Dacia Valent abbia avuto piu’ che ragione in questo caso (vedere i suoi post sul blog).
    All’estero, in diversi paesi, l’immigrato puo’ essere un dottore come uno sbandato marginale, un tranquillo impiegato del comune o uno scippatore, un padrone di un’azienda o un operaio qualsiasi.
    In italia invece pare che non ci sia alternativa tra il clandestino da “rispedire a casa a calci nel culo” o il “povero negretto da coccolare”. Questo vuol dire essere indietro come dei gamberi.

    Il problema non sono gli immigrati o no: il problema e’ il sistema italiano, traballante dalle fondamenta, che va modificato.

  2. bulow ha detto:

    caro rodolfo, mi permetto di dissentire. e’ troppo comodo dire che non si puo’ cambiare niente. e’ anche abbastanza reazionario, direi. io ieri a trieste in corteo ci sono stato, insieme ad alcuni amici senegalesi. si tratta di persone politicamente mature. sanno benissimo che la manifestazione di ieri non otterra’ di per se’ nessun risultato. sanno che molti non hanno avuto il coraggio di esporsi. ma intanto hanno sfilato per le vie della citta’, insieme a molti italiani, e questo per loro e’ stato importante.

    se devo dirla tutta, e’ proprio il tuo atteggiamento a sembrarmi elitario e intriso di senso di superiorita’. che cosa vorresti? che gli immigrati facessero la rivoluzione? questo appagherebbe maggiormente il tuo senso estetico, la tua ansia di ribellione? c’e’ qualcosa nel tuo articolo che mi infastidisce profondamente. mi sembra di rivedere l’ atteggiamento di certi “rivoluzionari” di estrazione “piccolo borghese” che imperversavano negli anni settanta e pretendevano di guidare gli operai verso la rivoluzione.

    p.s. per te sarebbe davvero cosi’ riprovevole se noi riconoscessimo ai migranti i nostri stessi diritti? che poi sarebbero: diritto all’ assistenza sanitaria, diritto alla scolarizzazione, diritto di sciopero, diritto di voto…

    p.s.2 non mi sembra nemmeno il caso di sputare sull’ abolizione della schiavitu’ in usa. ci saranno anche state motivazioni di tipo economico dietro alla decisione di lincoln, ma cazzo, la schiavitu’ l’ha abolita.

  3. Julius Franzot ha detto:

    Dissento anch’io con gran parte degli argomenti di Bulow. Non c’e’ nulla di male a dare agli immigrati regolari gli stessi diritti e doveri degli italiani. Se loro hanno scelto di vivere in un dato paese e’ ovvio che debbano comportarsi come gli autoctoni. Se vado a stare in un nuovo condominio, trovo una serie di regole da rispettare e nessuno mi da’ il diritto o dovere di farmi un regolamento diverso.
    Secondo me tutti i tentativi di separare immigrati regolari da autoctoni portano in se’ il germe del razzismo e della ghettizzazione. L’ immigrato regolare cessa di essere immigrato e diventa cittadino. Punto. Non ha bisogno di associazioni di immigrati, coordinamenti delle stesse, consulte degli immigrati… Sono solo istituzioni messe in piedi da italiani e immigrati “svegli” che hanno capito da dove pescare sovvenzioni per conferenze ed altre cose evidentemente inutili.
    Gli aiuti all’integrazione dovrebbero essere cose pratiche e utili, tipo corsi di lingua, apprendimento veloce di professioni, patenti B e C a tariffa agevolata.
    Tutto il resto, sciopero compreso, porta solo alla ghettizzazione degli immigrati, a farli sentire diversi, ad agevolare il razzismo di chi continuamente cerca la diversita’.
    In Germania non esiste nemmeno il tema: gli immigrati – e sono moltissimi – vanno a scuola come i tedeschi, concludono le stesse formazioni professionali, si integrano nei partiti politici. So che esistono sacche di ignoranza, spesso alimentate dal fanatismo religioso, ma queste riguardano solo gli islamici (solo una parte di loro, soprattutto donne) e sono fenomeni largamente controllabili.

  4. Julius Franzot ha detto:

    Scusate: volevo dire che dissento dall’articolo e faccio miei molti degli argomenti di Bulow.

  5. effebi ha detto:

    “Il giallo è il colore dell’assembramento, scelto “per il suo essere a-politico”

    ma chi l’ha scelto.. cioè…chi ha “comprato i pallocnici”… chi ci sta dietro ?

    forse ha ragione rodolfo. ormai in italia gli italiani non vogliono più fare certi lavori, troppo pesanti, troppo sporchi (come le rivoluzioni) e così vogliamo fargleli fare agli altri, gli abbiamo compreato anche i palloncini…. e che caspita ! potevano almeno partecipare…

  6. bulow ha detto:

    @ julius

    io penso che gli scioperi possano essere utili. ovviamente fare sciopero non e’ la soluzione del problema, bensi’ il disvelamento del problema. come ricercatore ho imparato che spesso porre le domande giuste e’ molto piu’ difficile che trovare le risposte.

    anche le associazioni possono avere un ruolo molto positivo. ad esempio ci sono associazioni di volontari che aiutano i migranti a trovare appartamenti in affitto, che organizzano corsi di lingua italiana, e (non ci vedo niente di male, pensa ai fogolars in giro per il mondo) mantengono viva la cultura di origine.

  7. bulow ha detto:

    effebi

    ostia ciò, chissa’ quanto saranno costati tutti quei palloncini. ci sara’ sicuramente dietro qualche servizio segreto straniero.

  8. ciccio beppe ha detto:

    La palla, anzi il palloncino dei lavori che gli italiani non vogliono fare.

  9. Julius Franzot ha detto:

    @ Bulow

    Non discuto che ci siano anche associazioni utili, tipo quelle che nomini, pero’ ho in testa tutta una lista di ciarpame arraffasovvenzioni.
    Per la cultura d’ origine: nulla di male, se solo di cultura si tratta, pero’ allora niente organismi superiori, che pretendono di “coordinare”. Li’ casca l’asino. Non c’e’ nulla da coordinare tra la cultura cinese e quella senegalese o peruviana. Chi “coordina” cerca di aprire un fronte “immigrati contro autoctoni”, quindi razzismo.

  10. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Julius
    Mi risulta che in Germania sia stato recentemente fondato un partito musulmano, che aspira a riunire sotto le proprie bandiere gran parte della comunità turca.

    Questo partito predica la non assimiliazione dei musulmani rispetto ai tedeschi, ed una serie di diritti tipicamente legati al credo religioso.

    Se non vado errato, è il primo partito musulmano nell’UE.

    Che in Germania poi non esista nemmeno il tema di discussione, stride col fatto che la Germania è il primo paese europeo nel quale si sono verificati degli attentati con parecchi morti e feriti, contro gli immigrati.

    Nel solo 1992, quando nel resto d’Europa si contavano relativamente pochi eventi delittuosi, in Germania ci furono 2.280 attentati contro stranieri, con 17 morti.

    Fra di essi, il tristemente famoso incendio di Solingen, quando un gruppo di estrema destra attaccò e bruciò una casa abitata da immigrati turchi. Nel rogo morirono tre bambine e due donne turche.

    Nel 1997 Amnesty International denunciò il razzismo della polizia tedesca contro gli immigrati. La Germania fu il primo paese europeo nella quale un apparato dello stato fu apertamente accusato di razzismo da Amnesty International.

    Luigi (veneziano)

  11. bulow ha detto:

    julius

    il problema delle sovvenzioni e’ un problema tipicamente italiano, e riguarda un po’ tutti. basta vedere l’ elenco delle associazioni che ogni anno ricevono finanziamenti dalla regione…

  12. Julius Franzot ha detto:

    @ Luigi

    1. E’ stato realmente fondato quel partito, ma ha pochissimi simpatizzanti, dato che pesca solo in una setta (Almadyya). La maggioranza dei turchi in Germania ha un atteggiamento distaccato verso il fanatismo. Certo, se vai in determinati posti (Berlin-Kreuzberg, Frankfurt-Höchst, Monaco a S della stazione) ricevi un’impressione diversa, ma sono isole!

    2. Il 1992 e’ stato un anno funesto in Germania: la gente dell’Est si era illusa di arrivare in un film americano di milionari ed invece si era trovata su una strada. A questo (ed all’inizio della disoccupazione di massa a causa di mergers) e’ stato dovuto il clima di violenza. Solingen e’ stato uno dei rarissimi episodi all’ovest, certe cose sono successe soprattutto all’ est (Hoyerswerda e Rostock)

    3. Che in Germania si siano verificati episodi di violenza prima di altrove e’ spiegabile con il fatto che ci sono 4,5 milioni di stranieri, senza contare quelli con la cittadinanza tedesca. Aggiungi il “crollo delle illusioni” successivo alla riunificazione e capirai come quell’ondata di razzismo (sostenuto solo da frange estreme) abbia potuto esistere. Oggi, con la gente ormai rassegnata alla fine del benessere e semmai solo alla ricerca pacifica di un nuovo sistema, fatti del genere sono impensabili. La destabilizzazione dello status quo porta sempre violenza.

    4. Quella della polizia non la sapevo.

  13. ciccio beppe ha detto:

    la Germania è il primo paese europeo nel quale si sono verificati degli attentati con parecchi morti e feriti, contro gli immigrati.

    Prima, molto prima: Aigues Mortes, 1893.

    http://www.corriere.it/cultura/08_ottobre_10/italiani_linciare_aigues_mortes_stella_6aab0f7a-969f-11dd-9911-00144f02aabc.shtml

  14. milost ha detto:

    Bello il giallo, è colore mercuriano, e Mercurio è la capacità di mettere in comunicazione ciò che apparentemente non può comunicare…ricordate, l’araldo degli Dei…

  15. Julius Franzot ha detto:

    @ Bulow

    Certo, il problema e’ un errore nel sistema, ma cio’ non toglie che una cosa sia sbagliata, anche se la fanno tutti.
    Guarda quanto ha ricevuto dalla Regione negli anni passati il coordinamento degli immigrati e chiediti che hanno fatto per gli immigrati con quei soldi! (Io lo so, ma non lo posso scrivere)

  16. effebi ha detto:

    7 bullow… minchia ! guarda, parlavo proprio del costo dei palloncini…

  17. bulow ha detto:

    effebi

    la settimana scorsa ho visto un agente del mossad che comprava palloncini gialli da marchigomma.

  18. bulow ha detto:

    ma forse in realta’ era un agente egiziano travestito da israeliano

  19. bulow ha detto:

    a proposito di egitto, lo sapevate che le piramidi all’ interno sono piene di passaggi segreti?

  20. bulow ha detto:

    infidi, questi egiziani.

  21. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ ciccio beppe
    Intendevo dire “dell’Unione Europea”.

    L.

  22. bulow ha detto:

    a luigi

    temo che anche in ambito cee-ue l’ italia sia stata all’ avanguardia. ricordo il caso di jerry masslo, assassinato nell’ ’89 a villa literno:

    http://it.wikipedia.org/wiki/Jerry_Essan_Masslo

    ma non credo che abbia molto senso fare la gara per vedere chi e’ peggio. ci sono molte cose concrete che si possono fare per favorire l’integrazione e combattere il razzismo, e sarebbe il caso di cominciare a farle.

  23. effebi ha detto:

    bullow, ce la fai a vedere oltre i palloncini ?

    “forse ha ragione rodolfo. ormai in italia gli italiani non vogliono più fare certi lavori, troppo pesanti, troppo sporchi (come le rivoluzioni) e così vogliamo fargleli fare agli altri..”

    e cito rodolfo:
    “….gli immigrati non c’erano. Non hanno scioperato e non hanno manifestato
    La maggior parte sono bianchi, bianchissimi, italianissimi cittadini….
    Durante un intervento, un retore ha tuonato: “quante culture ci sono nel mondo? Quante lingue? Quante religioni?”. Molteplici? Innumerevoli? Macché. Una vera cultura, quella neoliberista. Una vera lingua, l’inglese. Una vera religione, il conformismo ed il capitalismo. Adeguatevi o soccomberete….”

    ma anche essere contro, (ed essere contro il sistema, questo sistema, ed essere contro “in un certo modo”) fa parte del sistema.

    e forse chi crede di “essere contro” non si rende conto di “essere comunque dentro” un cero sistema e una certa visione

    aggiunge rodolfo:

    “Basta che gli immigrati si adeguino ai nostri schemi di vita, ed è fatta.”

    negli schemi di vità c’è anche (ormai da tempo) lo sciopero e i palloncini variopinti
    (tanto che molti italiani “non volgiono più fare quel mestiere” e non si iscrivono nemmeno ai sindacati…)

    secondo me è molto profondo quello che intende segnalarci rodolfo, peccato che ci soffermiamo a quei due e tre (soliti) ragionamenti (clandestino, immigrato, integrazione… palloncini)

    credo che rodolfo parli di “mondi diversi” e “sistemi omologati”

    “Dio bono, non c’è rimasto davvero niente. Rosso, Nero, Bianco, Verde, Viola, Azzurro. Tutto preso”

  24. bulow ha detto:

    bene effebi, mentre tu e rodolfo parlate tra di voi di “mondi diversi” e di “sistemi omologati”, io invece parlo con un sacco di persone, immigrate e non, e ogni tanto, se serve, provo anche a dare una mano. tante volte non serve.

  25. effebi ha detto:

    forse stiamo scoprendo che integrazione è antitetico a convivenza (!?)

    buongiorno !

  26. bulow ha detto:

    a volte qualcuno dà una mano a me.

  27. bulow ha detto:

    effebi, dammi pace. e’ una bella giornata, quasi quasi vado a farmi un giro in mountain bike. viva.

  28. effebi ha detto:

    (cito ancora rodolfo)

    “…Ma tant’è. Si arriva al punto in cui tocca accontentarsi di quello che è rimasto. Nella politica come nella vita”

  29. bulow ha detto:

    se sei triste e insoddisfatto, mi dispiace per te, davvero. perche’ non vai anche tu a farti un bel giro in bici? ti rilassi, ti godi il panorama, magari fai un salto in ozmica. vedrai che dopo cambi umore.

  30. effebi ha detto:

    si, vedo che la maggiore preoccupazione del maschio locale è quella di inforcare la propria tecno mountain bike, compiere kilometri sudando, ripulire le catene infangate, scambiare con altri maschi info sui tracciati, tempi e prestazioni…

    ma no se vedi tanti neri in bici, forsi no i xe predisposti, epur che faria tanto ben, per l’umor…

  31. ciccio beppe ha detto:

    Mi de neri con la bici e pacchi de depliant li vedo eccome.

    Vedo pochi bianchi e non perchè non vogliono fare quel lavoro.

  32. Rodolfo Toè ha detto:

    Bulow, ti rispondo un pò in ritardo.
    Mi rendo conto che nel tono del mio articolo molto lascia intendere una rabbia “rivoluzionaria”. In realtà, è esattamente l’opposto. Nessuno qui ha chiamato alla rivoluzione gli immigrati.
    Quello che volevo dire nell’articolo è che, se a qualcosa è servita la manifestazione, è servita soltanto all’Italia: per dimostrare che esiste una parte di paese non razzista e non intimorita. Ti ricordo (vi ricordo) che anch’io ero a manifestare. Non mi muovo con un mitra nel pugno.
    Però è importante riflettere, ed Effebi mi ha capito, sul rapporto che noi abbiamo con il diverso. Nessuno qui mette in discussione i diritti civili degli immigrati. Però è palese che quello che noi vogliamo accogliere non è “il diverso”. Se mi concedi un esempio, una mia amica parlandomi di Avatar se n’è uscita dicendo: Avatar insegna che anche gli omini blu sono uguali a noi e possono essere amati, basta che “abbiano un bel paio di tette”. Quando noi chiediamo la parità tra, come ho detto, un musulmano e un occidentale, non chiediamo la parità – chiediamo l’assimilazione. Ben vengano le donne musulmane, quindi: certo, a patto che siano scosciate, scollate e truccate come noi. Ben vengano gli immigrati, a patto “che producano”. Noi prendiamo la loro cultura, ma la riduciamo a dei minimi termini che sono funzionali solamente alla nostra economia. Ma poi, della loro reale diversità, non ci interessa.
    E questo avrebbe potuto dirlo anche Pasolini, che di rivoluzionario aveva ben poco.
    Saluti piccolo borghesi, dunque.

  33. Julius Franzot ha detto:

    @ Rodolfo Toe’

    Secondo me l’unica via possibile e’ una graduale assimilazione. Non ci si puo’ permettere di avere isole linguistiche e culturali non autoctone, perche’ significherebbero ghettizzazione e razzismo nelle due direzioni. Kalr Marx (La question juive) scriveva che, se gli Ebrei non si fossero autoisolati, nessuno avrebbe avuto nulla contro di loro.
    Poi pensiamo al caso opposto: un italiano va a vivere in un altro paese. Se continua a pizza e mandolini e fa il guappo nel suo dialetto, magari impianta strutture mafiose nel paese ospite, non si fara’ benvolere e discreditera’ anche gli italiani che vogliono integrarsi.
    Non si tratta di far vestire le donne islamiche con minigonne e senza reggiseno, ma non ti pare che tra il velo ed una via di mezzo, che non le faccia subito apparire diverse, ci sia un’enorme differenza?

  34. ciccio beppe ha detto:

    Ma chi stabilisce la giusta via di mezzo tra il velo e il tanga?
    La legge stabilisce per un motivo o per l’altro che non si possa girare col burqa e in bikini. Le sfumature nel mezzo non dovrebbero interessarci.

  35. effebi ha detto:

    33 – autoctono uber alles

    “…una graduale assimilazione. Non ci si puo’ permettere di avere isole linguistiche e culturali non autoctone…”

    mi sovvengono zone del globo terraqueo un tempo floride ed ora deserte, popolazioni in migrazione da est a ovest, specie animali e umane estinte, conflitti continui per il possesso di nuovi territori e per le risorse necessarie alla sopravvivenza.

    autoctono significa che sono di una tribù gia da tanto tempo accampata su un fazzoletto più o meno esteso di territorio !? beh, mi sembra che ce ne sono altri che relcamano di essere (tra qualche secolo) autoctoni… del nostro stesso territorio.

    ..ahò !? …che ‘famo !? te ne voi ‘annà…. e smamma… oppure và… beccate sto palloncino… e fa come faccio io… la faccia dura… (ma no troppo eh !)

  36. Rodolfo Toè ha detto:

    Beh, a proposito degli autoctoni qualcuno ieri ha detto, con un aforisma che mi ha fatto molto divertire, che “di autoctoni qui ci sono solo i cianobatteri da due miliardi e mezzo di anni” … 😉

  37. arlon ha detto:

    “Noi prendiamo la loro cultura, ma la riduciamo a dei minimi termini che sono funzionali solamente alla nostra economia. Ma poi, della loro reale diversità, non ci interessa.
    E questo avrebbe potuto dirlo anche Pasolini, che di rivoluzionario aveva ben poco.”

    Son l’unico che pensa che un ategiamento simile – no come singoli, ma come società – no sia cussì strano?
    E che, anzi, se funzionaria in pratica un ragionamento cussì, fusimo za a bon punto.

  38. effebi ha detto:

    ho visto cose…
    ho visto… variopinti italian-rasta, ad un concerto etno, ubriacarsi di note impregnate di contaminazioni… li ho visti il giorno dopo urlare nelle piazze il loro disprezzo alla globalizzazione…

    ciò fioi…ma, feme capir !!?

  39. bulow ha detto:

    @ rodolfo

    mi sembra che siamo proprio su due lunghezze d’ onda diverse. gli immigrati che conosco io e con cui ho sfilato ieri chiedono: una burocrazia decente che non li costringa ad aspettare un anno per il rinnovo del permesso di soggiorno. possibilmente una legislazione che non li esponga a ricatti sul luogo di lavoro. la possibilita’ di far studiare i propri figli fino alla fine del ciclo secondario (con la legge attuale, a diciotto anni se non lavori te ne vai). un percorso certo per l’ ottenimento della cittadinanza. dei discorsi filosofici e dei film holliwoodiani non gliene importa un klinz.

    @ effebi

    ti informo che anche i neri, quando non lavorano, cercano di fare cose piacevoli e di godersi un poco la vita. forse questa cosa ti sconvolgera’, ma ti assicuro che e’ cosi’.

  40. Rodolfo Toè ha detto:

    Bulow, non so che dire. Probabilmente hai ragione, la vita è fatta di tanti piccoli avvenimenti quotidiani ed i grandi discorsi filosofici c’entrano poco, o nulla. Certo, quando poi ci si trova con un padre che sgozza la figlia perché si era occidentalizzata, o con un estremista che si fa saltare in metropolitana, o con quartieri di banlieues parigine in fiamme, il discorso cambia.

  41. bulow ha detto:

    ah julius, a proposito di velo. per come la vedo io il problema e’ che le donne appartenenti a famiglie tradizionaliste sono obbligate a portarlo. il problema quindi, per me, non e’ nel fatto che portando il velo queste donne appaiono diverse. il problema e’ che queste donne subiscono una violenza, fisica o psicologica.

    ma qui siamo abbondantemente fuori tema, e lo dico anche a toe’. la manifestazione di ieri voleva richiamare l’ attenzione su temi molto concreti, collegati soprattutto alle condizioni dei migranti sul lavoro. ho la sensazione che qui si voglia evitare di parlare di questi temi, tirando fuori discorsi filosofici sui massimi sistemi.

    p.s. julius, io lascerei perdere il saggio “sulla questione ebraica”. si tratta di una delle opere piu’ controverse e dibattute di marx. sintetizzarla in una riga per rafforzare un concetto mi sembra improprio.

  42. ciccio beppe ha detto:

    Quel nonno e zio di Foggia che hanno abusato della nipote (notizia di ieri) erano fanatici maomettani? Lo hanno fatto perchè forse troppo occidentalizzati?
    Ma insomma! La cronaca è piena di mostri di tutte le razze e di tutti i colori!

  43. bulow ha detto:

    rodolfo

    scusa ma non ti seguo. padri padroni ce ne sono ovunque:

    http://www.corriere.it/cronache/09_ottobre_12/ancona-padre-accoltella-figlia_53e2117e-b720-11de-b239-00144f02aabc.shtml

    terroristi di destra e di sinistra ne abbiamo sfornati in gran quantita’.

    qui mi sembra che si continui a non voler mettere a fuoco la questione.

  44. Rodolfo Toè ha detto:

    Ok, allora alzo bandiera bianca, rinuncio alla questione filosofica, e dico le cose come stanno. Se i motivi della manifestazione erano Reali, allora il Problema Vero non è tanto il mio punto di vista, quanto piuttosto il fatto che i Sindacati hanno chiuso gli occhi di fronte al problema. Trasformando una manifestazione di lavoratori, che chiedono i loro diritti, nell’ennesima occasione per essere buoni e pii …

  45. bulow ha detto:

    rodolfo, il problema e’ che i sindacati non c’erano. il problema e’ che i sindacati hanno una paura porca di appoggiare le battaglie dei migranti, perche’ temono di perdere iscritti tra i lavoratori “autoctoni”. la propaganda xenofoba funziona molto bene, riesce a dividere i lavoratori, cosi’ gli imprenditori disonesti possono approfittarne alla grande. per come la vedo io, sarebbe nell’ interesse dei lavoratori, italiani e immigrati, e anche nell’ interesse degli imprenditori onesti, che agli immigrati venissero concessi diritti politici, sociali e sindacali paragonabili a quelli degli italiani.

  46. bulow ha detto:

    rodolfo, lo sapevi che per avere il permesso di soggiorno un immigrato deve vivere in un appartamento con una “cubatura sufficiente”? ci sono donne che hanno perso il permesso di soggiorno perche’ hanno fatto un figlio e quindi l’ appartamento in cui vivevano non andava piu’ bene. queste sono le questioni concrete, il resto verra’ dopo.

  47. Julius Franzot ha detto:

    @ bulow

    La questione della cubatura sufficiente e’ fatta semplicemente per evitare che gli immigrati vivano in condizioni disumane, come farebbero molti, se fossero lasciati a se stessi. Le donne dovrebbero stare attente a non fare figli inutili, piuttosto.
    Vedi, questo e’ un grande problema di integrazione/assimilazione: per certi popoli i figli significano ricchezza (mani per lavorare i campi e, come in India, per mendicare). Qui, almeno per i ceti bassi, i figli sono palle al piede da evitare assolutamente. Un’ associazione che riuscisse a far capire questo elementare concetto meriterebbe milioni di sovvenzione!!

  48. ciccio beppe ha detto:

    sarebbe nell’ interesse dei lavoratori, italiani e immigrati, e anche nell’ interesse degli imprenditori onesti, che agli immigrati venissero concessi diritti politici, sociali e sindacali paragonabili a quelli degli italiani
    Ecco il punto.
    Ma gli italiani non vogliono fare il lavoro che fanno gli immigrati.
    Chi vorrebbe lavorare senza diritti? Chi vorrebbe lavorare a quelle condizioni?
    Gli immigrati vogliono veramente lavorare in quelle condizioni? O la loro condizione li costringe a sottomettersi a quelle condizioni?
    Il problema sono:
    1) Gli italiani che sono abituati bene?
    2) Gli immigrati che sono abituati male?
    3) I nuovi negrieri?

  49. Radimiro ha detto:

    Roberto Ciambetti scrive da Vicenza.

    MANIFESTAZIONE FLOP ANCHE GLI STRANIERI SCAPPANO DA QUESTA SINISTRA INCONCLUDENTE»Condividi
    Ieri alle 19.29
    Roberto Ciambetti su esito manifestazione antirazzismo a Vicenza
    «MANIFESTAZIONE FLOP ANCHE GLI STRANIERI SCAPPANO DA QUESTA SINISTRA INCONCLUDENTE»

    «La scarsa partecipazione di stranieri alla manifestazione a Vicenza dimostra una serie di cose ma soprattutto dice che tanti lavoratori stranieri sono molto meno strumentalizzabili di quanto pensi una certa sinistra».
    Roberto Ciambetti, capolista della lega Nord per le prossime elezioni regionali, ha commentato quest’oggi a Vicenza l’esito della protesta «che, almeno da noi, non aveva nulla a che vedere con la lotta la razzismo – ha detto Ciambetti -: c’è chi alimenta l’idea di un Veneto rozzo, xenofobo, razzista, quando in verità proprio qui si raggiungono i livelli più elevati di integrazione e di civile convivenza. Proprio la manifestazione odierna ha smentito clamorosamente chi vorrebbe speculare sul disagio degli stranieri, chi guarda agli extracomunitari per rimpinguare quei consensi che ha perso tra i cittadini. Insomma, anche il più sprovveduto tra gli extracomunitari scappa da questa sinistra inconcludente. Non c’era ragione di protestare, né c’è ragione di protestare quando un sindaco, e penso al caso di Montecchio Maggiore, vuol far rispettare la legalità e interviene quando degli stranieri non pagano bollette, lasciano conti in sospeso, creano disagi. Dobbiamo combattere quel manicheismo – ha continuato Ciambetti – che impera in molti salotti radical chic e in buona parte della sinistra per cui i buoni sono quelli che giustificano e permettono tutto e di più se di mezzo c’è un extracomunitario, mentre la parte del cattivo, dello xenofobo, del razzista tocca a chi vorrebbe far rispettare la legge. Paradossalmente, il flop della manifestazione odierna dà ragione ai ‘cattivi’: l’extracomunitario onesto non ha motivi d’aver paura, non ha motivi per scendere in piazza e, casomai – ha concluso Ciambetti – condivide con noi tutti l’ansia per una crisi economica difficile e devastante ben sapendo che dalla crisi si esce solo con un grande sforzo collettivo».

    Mio commento: condivido il pensiero di Roberto, gli stranieri vanno integrati, in certi casi essi sono una risorsa. Una chiusura ermetica invece nei confronti dei clandestini.
    Il centrodestra e’perfettamente in grado di gestire il fenomeno e bisogna dare atto alla Lega nord di aver dimostrato lungimiranza in una materia cosi’ delicata.

  50. ciccio beppe ha detto:

    Julius è risaputo che nelle società con un certo livello di benessere il tasso di natalità decresce in maniera naturale.
    Non credo servano sistemi cinesi di coercizione economica sulle scelte delle coppie che vogliono fare figli.
    Sarebbe interessante conoscere i tassi di natalità tra le seconde generazioni, quelle non cresciute nei luoghi dei genitori. Scommetto che ne scopriremmo delle belle.

  51. tale ha detto:

    purtroppo dopo la reazione sfastidiata di ieri sera ad una prima lettura dell’articolo perché mi sembrava avere un tono eccessivamente negativo e cinico, devo dire che solamente rileggendo l’evoluzione (involuzione?) dei commenti di julius, la logica della riflessione di rodo mi pare (tristemente) confermata.

  52. bulow ha detto:

    julius

    cerchiamo di non essere ipocriti, per favore. sessanta metri quadrati sono considerati insufficienti per cinque persone. se una normativa di questo tipo fosse applicata agli italiani, avremmo milioni di senzatetto.

  53. Julius Franzot ha detto:

    @ ciccio beppe

    In Germania la seconda o terza generazione ha gia’ al massimo 3 figli. Pero’ in genere gia’ la prima generazione aveva imparato presto a non imitare i conigli. Se fanno figli a raffica non si eleveranno mai,non li faranno studiare, li manderanno a 15 anni a raccogliere pomodori in nero, ma so per esperienza personale che certe nazionalita’ non lo capiscono.

  54. Julius Franzot ha detto:

    @ bulow

    E chi sapeva di quanti metri si tratta??

  55. bulow ha detto:

    julius

    sulla questione demografica, l’ antropologo francese e. todd afferma:

    “i paesi musulmani stanno vivendo un cambiamento profondo e radicale, in grado di plasmare le tradizioni e i modelli culturali più rigidi. Dal Marocco all’Indonesia, dalla Bosnia alla Turchia, all’Iran, all’Arabia Saudita, i dati parlano di diminuzione del tasso di fertilità, di aumento dei livelli di alfabetizzazione di uomini e donne, di erosione dell’endogamia: sconvolgimenti che si accompagnano a una graduale rivoluzione delle strutture familiari, dei rapporti di autorità, dei riferimenti ideologici, e che alimentano l’ascesa dell’individualismo. Alla luce di questa analisi, le intolleranze, le violenze e le convulsioni che scuotono oggi l’islam rappresentano in realtà una classica reazione al disorientamento provocato da ogni processo di transizione – una reazione destinata alla sconfitta e a cui non sono stati estranei i grandi mutamenti demografici che in passato hanno cambiato il volto dello stesso Occidente cristiano.”

    non so se sia eccessivamente ottimista, ma e’ comunque un esperto e credo che il suo parere valga la pena di essere preso in considerazione.

  56. effebi ha detto:

    44 -‘ndemo bever un bicer …ah !?

  57. bulow ha detto:

    julius

    questo e’ un esempio di tabella per i requisiti di abitabilita’:

    http://www.comune.monzuno.bologna.it/news/read.asp?newsID=227

  58. alpino ha detto:

    sono tornato da poco meno di un mese da Monaco di Baviera città dove vivono i miei zii emigrati anni orsono…me ne hanno raccontate di cotte e di crude sul rapporto tedeschi- turchi e tedeschi musulmani… la cosa che più mi ha fatto specie è il divieto di mescolanza e socializzazione imposta dalle famiglie ai turchi musulmani che vivono a Monaco..cercare di mescolarsi quanto meno possibile con la comunità…in città ognuno è per i fatti suoi ma si sente comunque aria tesa e la polizia con i turchi non è certo tenera come non lo era con gli italiani…
    Molti degli immigrati qui in Italia se ne fregano delle nostre pippe telematiche sull’integrazione ecc ecc…l’Italia o altro paese per loro è strumento per vivere guadagnare e mandare quanto più denaro possibile tramite western union al paese di origine, discorso diverso per Kosovari ed albanesi che un minimo di comunità forse l’ hanno creata cercando di migliorare la loro qualità di vita in Italia..
    I rumeni sono grandi trasfertisti anche per loro l’Italia è un paese dove lavorare e guadagnare denaro da mandare a casa..non per nulla le linee Atlassib su e giu dall’Italia alla Romania pullulano di trasfertisti di lunga gittata..
    Comunque io non mi meraviglio di nulla anzi..lo sciopero organizzato dai soliti bianchi “impegnati” ed annoiati uno sciopero estraneo alla realtà cui era destinato..il migrante ha ben altro da fare e sinceramente quale fiducia ripone nell’italiano che indice queste pseudo manifestazioni? nessuna…forse se l’idea partisse dai migranti stessi allora funzionerebbe..mi pare che quando si è voluto anche gli immigrati hanno protestato e si sono ritrovati ed organizzati non ultimo in Calabria…questa era una cosa estranea…morta prima di iniziare…il popolo dei palloncini gialli che farà la fine del popolo dai fazzoletti viola che seguirà il popolo dei girotondi, che seguirà tutti i vari i circoli delle libertà della Brambilla ecc ecc tutte fregnacce che tentano in un modo o nell’altro di creare eco politica e piste di lancio..non si sa mai che qualche politico in erba riesca a mangiarci sopra una candidatura..Beppe Grillo stringi stringi prima o poi ce la farà pure lui…

  59. Macia ha detto:

    A me pare si sia perso di vista, nella discussione, il punto centrale dell’articolo di Rodolfo:

    è stata organizzata una manifestazione a favore degli immigrati, alla quale però gli immigrati mancavano, o erano se non altro sottorappresentati. Come dice Rodolfo, questo è perché gli immigrati non erano nelle condizioni materiali di potersi assentare dal lavoro e manifestare, oppure non si riconoscono nell’usanza occidentale di farlo.
    Per cui il corteo l’han fatto i soliti quattro gatti organizzati italiani: comunque una bella iniziativa ricca di scopi condivisibili, ma che ha sostanzialmente fallito il suo bersaglio, che era appunto quello di mostrare all’Italia che, se gli immigrati per un giorno si rifiutassero di lavorare, il Paese subirebbe un grave danno economico.

    Invece di questo danno non se n’è accorto nessuno, perché lo sciopero è stato disertato.

  60. bulow ha detto:

    “gli immigrati non erano nelle condizioni materiali di potersi assentare dal lavoro e manifestare oppure non si riconoscono nell’usanza occidentale di farlo”

    non si riconoscono nell’ usanza occidentale di manifestare????

    ma allora i ragazzi di teheran che manifestano contro il regime sono plagiati dagli occidentali? cosi’ come i cinesi a tienanmen? per non parlare dei sudamericani, che a partire da bolivar hanno vissuto in mezzo alle rivoluzioni? e gli africani, che hanno abbattuto l’ apartheid a colpi di scioperi? e gli algerini?

    ma dai, inventatene un’altra. se gli immigrati in piazza erano pochi, e’ perche’ molti di loro hanno paura ad esporsi.

    le critiche a questa manifestazione, da parte dei benpensanti di destra e di sinistra, sono identiche alle critiche di routine che il nostro grande timoniere muove ad ogni manifestazione politica o sindacale a lui ostile.

    p.s. a montgomery e a selma, le prime manifestazioni contro la segregazione contarono solo poche centinaia di partecipanti. anche la grande manifestazione di washington, quella del discorso di m.l. king, non conto’ piu’ di 300000 partecipanti. inoltre la partecipazione dei militanti radicali e liberali bianchi fu un punto di svolta nelle lotte dei neri per i diritti civili.

  61. effebi ha detto:

    quoto ancora rodolfo su questo passaggio:

    “…..Sono liberi (gli immigrati), anche se a modo nostro. Ecco l’errore, fatale, di questo primo marzo: avere preteso di scioperare nel nome di qualcuno a cui non interessava, avere preteso di strattonare dei diversi, con la loro dignità di diversi, nella nostra cultura – è il vecchio, ben noto, fardello dell’uomo bianco. Solo di segno invertito.”

    peccato che “non tutti” abbiano colto l’invito ad un ragionamento più largo, oltre ai signoli problemi degli immigrati (marocchini piuttosto che turchi) (in tialia piuttosto che in germania)

    ma, caro rodolfo, posto che noi ci arroghiamo anche il diritto di dare le “nostre libertà” come e a chi ci piace… che si fa ?

    credo sia naturale, vivendo e condividendo un sistema (più o meno gradito) l’atteggiamento sia quello di “imporlo” agli altri.
    l’alternativa quale potrebbe essere ? lo chiedo a te, io non la vedo (se non quella di una accettazione autolesionista e passiva del mondo e degli altri sistemi che ci circondano).
    pensi sia possibile crearne uno nuovo ? oltre il neolibersimo che parla l’inglese ? oltre il conformiso e il capitalismo ?

    e chi o inventa ? noi uomini bianchi ? poi gli diamo un bel colore e vestiamo gli “altri” con delle belle camicette ?

    la vedo dura.

  62. bulow ha detto:

    o che bello, qui sono tutti d’accordo, quelli che gli immigrati proprio non li sopportano e quelli che invece vorrebbero veder preservata dalle contaminazioni occidentali la loro “dignita’ di diversi”.

    cazzo, ma davvero pensate che agli immigrati non freghi niente di cose tipo “giornata lavorativa di 8 ore”, “diritto di voto”, “burocrazia decente”, “legislazione non persecutoria”? ma ci avete mai parlato, con un immigrato?

  63. bulow ha detto:

    ma sono robe da matti. adesso qualcuno dira’ che se degli italiani, insieme a degli immigrati, manifestano affinche’ gli immigrati abbiano il diritto di sciopero, si tratta di una dimostrazione di mentalita’ coloniale e razzista. e che il vero antirazzista, rispettando la diversita’ degli immigrati, si deve opporre a questa deriva…

  64. bulow ha detto:

    mah…

  65. ciccio beppe ha detto:

    Mi pare ovvio. Come il fatto che i poveri sono poveri per loro scelta. 😉

  66. bulow ha detto:

    sono cosi’ carini, coi loro cenci…

  67. augh ha detto:

    Spiegatemi una cosa, il diritto di sciopero si applica anche ai clandestini ed a quelli che lavorano in schiavitù nelle piantagioni di cotone (ehm, scusate l’errore, volevo scrivere piantagioni di pomodori)? O agli schiavi delle fabbrichette clandestine di qualsiasi cosa? Si applica anche ai precari di qualsiasi cittadinanza compresi gli italiani? A quelli che fanno il lavoro nero?Ed anche ai disoccupati?

  68. bulow ha detto:

    augh, non cercare di misciarla. il diritto di sciopero deve essere qualcosa di effettivo, non puo’ stare solo sulla carta. e’ un problema che riguarda certamente anche gli italiani precari. per gli immigrati la situazione e’ particolarmente difficile, perche’ in ballo c’e’ anche il permesso di soggiorno.

    ah, i disoccupati. e’ chiaro che non possono scioperare, visto che non hanno un lavoro.

  69. effebi ha detto:

    sciopero ? diritto ? ma lo sciopero può anche non esistere…!! basta eliminare il padrone, qualcuno c’aveva già pensato 😉

    vedete che a ragionar per schemi si da ormai per scontato che ci DEVE essere uno sfuttatore ed un SFRUTTATO (a cui concediamo -però- il diritto di sciopero)

    vabbè, che altri colori ci rimangono ?

  70. alpino ha detto:

    mm penso che ci rimanga il color cachi libero…

  71. augh ha detto:

    Forse non mi sono spiegato. Se il precario (italiano o immigrato che sia) non ha il diritto di sciopero (perchè essendo precario lo possono licenziare, non rinnovargli il contratto ecc ecc), non ha senso battersi per il diritto di sciopero degli immigrati, che viene dopo.

    Non perchè gli immigrati sono secondari, ma perchè prima c’è da risolvere il problema del precariato e del lavoro nero. Mi sembra semplice.

    Altrimenti aumenti il divario tra i percari ed i cittadini privilegiati che hanno il lavoro fisso.

    Ho scritto apposta “cittadini privilegiati”, dovrebbero essere “cittadini normali” visti gli articoli principali della Costituzione “l’Italia è fondata sul lavoro… i cittadini sono uguali… ”

    “La Costituzione? Ah, si… era una cosa che avevano nel dopoguerra ma che adesso non si usa più, insieme con la pensione e tante altre cose che c’erano una volta…” risposta di un giovane studente, nemmeno tanto errata 🙂

  72. bulow ha detto:

    augh

    senti, io ho fatto tutti gli scioperi possibili immaginabili per difendere l’ articolo 18, e per estendere le tutele ai precari, indipendentemente dalla nazionalita’. e’ evidente che ci si deve battere per il diritto allo sciopero di tutti. ma questa manifestazione riguardava il caso particolare degli immigrati, riguardava i diritti politici (diritto al voto), sociali (diritto alla scuola e al welfare) e sindacali (diritto allo sciopero). mi sarebbe piaciuto molto se si fossero visti in piazza anche i sindacati e i lavoratori italiani a sostegno di queste rivendicazioni. ma cosi’ non e’ stato. in piazza c’erano immigrati (quelli piu’ preparati politicamente e piu’ solidi lavorativamente) e italiani come me, che hanno sfilato semplicemente perche’ lo ritenevano giusto.

  73. bulow ha detto:

    poi invece rodolfo ed effebi diranno che io sono un bieco colonialista e che ho sfilato per imporre agli immigrati l’ usanza tutta occidentale dello sciopero.

  74. bulow ha detto:

    qualcun altro dira’ che in austria non c’erano scipoeri perche’ l’ austria era un paese ordinato. e qualcun altro ancora dira’ che durante il fascismo non c’erano scioperi perche’ gli italiani lavoravano tutti insieme armoniosamente per il progresso della nazione.

  75. bulow ha detto:

    ande’ tuti in ramengo 🙂

  76. augh ha detto:

    Me sembra come el malà de TBC che se cura el rafredòr.

    Che senso ga andàr in piazza se i gà oltre el 60% de consenso e se l’ultimo governo de centrosinistra ga avallà el precariato?

    E che senso ga andàr in piazza coi sindacati che permetti che 1 operaio metalmeccanico de una grande industria gabbi i ammortizzatori sociali e quel de una piccola industria no? Oppur che i intervièn per i precari dei call center solo se i xe + de 1.000 de lori? O che i pretendi che vegni assunti i precari della P.A. e quei privati no?

    Cazzo, i cittadini e i lavoratori, no doveria esser tutti = di fronte alla Costituziòn?

    Son d’accordo col mandar a remengo tutti, sindacalisti compresi 🙂

    In Austria no xe precariato, i xe el 4-5° paese europeo in tutte le classifiche e la pensiòn sociale xe de € 1.700,00

    Qua, o se fa una rivoluzuiòn, oppur se rinnova el passaporto e se fa corsi intensivi de lingue estere.

  77. augh ha detto:

    PS: no capisso sti lole de immigrati che i vien in Italia… ma cossa, no i sa niente oppùr nissun altro Stato li gà ciolti?

  78. augh ha detto:

    2° PS: consiglio per la Lega, se volè disincentivàr l’immigraziòn:

    1) fe dei libretti in tutte le lingue dei immigrati dove che se spiega tutte le ingiustizie che xe in Italia nel mondo del lavoro, nel regime fiscale eccetera.

    2) spiegheghe bèn tutte le porcade dei partiti, dei sindacati, spiegheghe bèn che la Mafia ga el 10% del PIL, che ogni cittadìn el ga un debito de oltre € 30.000 tra malavita e corruziòn, spieghege che l’Italia xe el paese occidentale in testa nelle classifiche della corruziòn

    3)spiegheghe tutto per bèn e se i disi che i vol vignìr lo stesso, no stè ciorli perchè i dimostra de no essèr sani de mente.

  79. effebi ha detto:

    basta, rinuncio… (vado in remengo…) 🙂

  80. carlo visintini ha detto:

    non entro nel merito dell’articolo e del successivo dibattito, peraltro viziatissimo da posizioni ideologiche e ignoranze varie riguardo la legislazione sugli (è proprio il caso di dirlo, sugli…..) immigrati. segnalo solo il fatto che magari a Udine è andata male, a Trieste invece è andata molto bene, con tante iniziative e circa 1500 persone in piazza al pomeriggio: sarebbe il caso di darci importanza! grazie ciao

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *