La prima volta che ho sentito parlare delle frize è stato nei ricordi di mio nonno, che parlava di quando, portava per merenda a scuola el pan co’ le frize. I suoi occhi tradivano nostalgia e bontà. Solo molti anni dopo ho assaggiato di persona le frize, una volta entrato in contatto con quella parte di mondo carsico che resiste ai tempi e valorizza le tradizioni di una volta.
Le frize (ocvirki in sloveno, ciccioli in italiano) sono una pietanza difficile, che non piace a tutti, sicuramente non leggera. Sparite dalle nostre ricette e dall’alimentazione moderna, rappresentano un esempio di come una volta il contadino non buttava via niente e riusciva a trarre il massimo da tutto.
Affascinato dal loro gusto, siano esse da sole, nel pane o in alcune verdure ho provato a farle da me, partendo dall’unico ingrediente necessario: il lardo fresco di maiale.
La preparazione è semplice, anche se bisogna sempre controllare la cottura fino alla conclusione. È sufficiente tagliare i pezzi di lardo in cubetti di dimensioni non troppo piccole, metterli in un pentolone e cuocerli, prima a fuoco vivo, poi a fuoco lento.
Durante la cottura il lardo rilascia del liquido grasso che man mano si toglie con un mestolo e si mette in dei vasetti di vetro. Con l’avanzare della cottura si continua a levare il liquido in eccesso, mentre i cubetti di lardo cominciano ad imbrunire e a rimpicciolirsi. L’importante è mescolare frequentemente e a fine cottura (il lardo si è ormai trasformato nelle frize) bisogna mettere i ciccioli, pochi per volta, in uno schiaccia patate e schiacciarli in modo da spremere via tutto il grasso liquido in eccesso. Le frize vanno ora messe in carta assorbente ad asciugare, poi salate e infine consumate a piacimento.
Intanto avrete riempito diversi vasetti del liquido grasso di cottura, che una volta raffreddato diventa bianco ed è niente di meno che strutto. Così oltre alla preparazione delle saporite frize avrete anche lo strutto casalingo per fare del pane o delle patate in tecia. Una soddisfazione!
Il lardo usato per questa preparazione è stato gentilmente offerto dall’azienda agricola Radetic di Medeazza.
Per le altre ricette dell’Euroregione: https://bora.la/tag/ricette-delleuroregione
esiste una tradizione slovena dell’Ocvirkica, ovvero del pane con gli ocvirki. Si mangiava intorno a carnevale come secondo piatto accompagnato dalla repa o da un piatto di jota.
Con queste ci si condisce il radicchio.
ho mangiato in Slovenia il pane con le frize, squisito. Purtroppo il colesterolo mi impedisce di dedicarmi a questo genere di pietanza.
anche mi le go manade a Medeazza, dove se bevi, scusè la publicità, bona vitovska, soto periodo de carneval!!
Le frize xe bone col pan fato in casa, e con un bon bicer, diseva mio nonno!
Bisogna sempre scoltar i “veci”, e magari sfrutar el struto per usarlo co’ la Jota!
Ocio però che, se se magna trope frize, se pol gaver efeti colaterali devastanti!
mangiare con moderazione.
oggi viste in città a 22.50 al kilo! me par sai!