10 Febbraio 2010

Alpe Adria Green: “Vengono tenuti nascosti i rischi maggiori del rigassificatore”

“l progetto di rigassificatore di Gas Natural nel porto industriale di Trieste è stato appoggiato sin dal 2004 con falsificazioni delle informazioni sui pericoli gravissimi per la popolazione, oltre che sui danni ambientali”.
Torna all’attacco l’associazione Alpe Adria Green, che questa mattina ha presentato una serie di documenti per “smontare” le rassicurazioni sulla sicurezza del rigassificatore nel Golfo di Trieste.
Alpe Adria Green constata inoltre che “su questi fatti concreti le autorità italiane e Gas Natural hanno risposto sinora agli ambientalisti ed alle autorità slovene soltanto con dichiarazioni generiche, pressioni politiche e campagne stampa pubblicitarie o disinformative”.
In particolare l’associazione ambientalista dichiara che “un’altra indagine giudiziaria, svolta dalla Divisione Investigazioni generali operazioni speciali della Polizia di Stato italiana, ha fornito le prove che durante la preparazione del progetto del rigassificatore (2004-2006) la sua pericolosità è stata nascosta anche falsificando le previsioni dei rischi di incidente dell’impianto industriale più vicino. Si tratta di un terminale per navi cisterna da 30.000 tn con tank farm di 67.000 mq della società DCT-Depositi Costieri Trieste, che immagazzina in vecchi serbatoi fuori terra circa 51.000 tn di gasolio con una capacità massima di circa 65.000 tn; i suoi documenti segnalano come impianti a rischio più vicini il terminale dell’oleodotto, la ferriera di Servola, la fabbrica di ossigeno Linde, lo stadio e il palazzo dello sport. La dichiarazione di rischio originaria prevedeva nel 2000 come incidente maggiore l’incendio dei serbatoi di gasolio, con esplosioni, incendi e pericolo per le persone sino allo stadio e al palazzo dello sport, e come incidenti minori possibili perdite di gasolio in mare nel travaso dalle navi.
Nelle previsioni di rischio del 2004 e 2006, durante la progettazione del rigassificatore, vengono invece menzionati soltanto i possibili sversamenti in mare, nascondendo completamente i pericoli maggiori per la popolazione”.

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